Boris

Film 2007 | Commedia 25 min.

Regia di Luca Vendruscolo, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre. Una serie con Alessandro Tiberi, Francesco Pannofino, Caterina Guzzanti, Antonino Bruschetta. Cast completo Genere Commedia - Italia, 2007, STAGIONI: 4 - EPISODI: 50

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Ultimo aggiornamento giovedì 27 ottobre 2022

La serie tv racconta le vicende della troupe televisiva che lavora alla sdolcinata soap Gli Occhi del Cuore 2. La serie è stato premiato a Roma Fiction Fest,

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES
CRITICA
PUBBLICO 3,02
CONSIGLIATO N.D.
Un piccolo capolavoro di intelligenza e comicità.
Mattia Nicoletti
Mattia Nicoletti

Prima una soap opera, Gli Occhi del Cuore 2, poi una serie medical in stile americano, infine un film per il cinema. Questo è il percorso del regista Renè Ferretti e della sua troupe, condannati a una televisione di serie B e sempre alla ricerca di progetti di qualità che sembrano non arrivare mai.
Un piccolo capolavoro di intelligenza e comicità. Boris, nato dalle geniali penne di Luca Vendruscolo, Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre, è forse la migliore serie comedy italiana di sempre. La televisione che prende in giro la televisione, dove tutti sono importanti ma nessuno conta niente, è un parallelo nascosto della società del nostro paese. Precari, manager qualunquisti, artisti non creativi, talenti sprecati, raccomandati, convivono in un micromondo in cui tutti devono sopravvivere. L'unico collante è l'amicizia (sincera o virtuale) perché la troupe protagonista, in alcuni casi, sembra dover lavorare in miniera. Utilizzare una soap per parlare poi di televisione di qualità (e i cinepanettoni nel film per ironizzare sul cinema di massa) mette lo spettatore di fronte alla triste e alquanto non ironica realtà delle cose.

I PERSONAGGI Renè Ferretti (Francesco Pannofino): Regista di mestiere, proprietario del pesce Boris (da Boris Becker), il suo portafortuna, ha a che fare con una troupe scalcagnata e con degli attori di quarta categoria che si credono Marlon Brando o Joan Crawford. Le tensioni della produzione sono tutte su di lui, che periodicamente va in crisi. Vorrebbe realizzare un progetto per la televisione per lasciare il segno.
Alessandro (Alessandro Tiberi): Stagista, ultima ruota del carro, è bistrattato da tutti, in particolare dall'attore Stanis La Rochelle. Risponde direttamente ad Arianna, l'assistente alla regia, della quale è segretamente innamorato. Quando c'è da fare qualche lavoro "sporco" è sempre il suo turno.
Arianna (Caterina Guzzanti): Assistente alla regia, si trova sempre a dover assistere a situazioni improbabili o a risolvere problemi assurdi che si presentano a causa della poca professionalità delle persone e in particolare degli attori. Tratta lo stagista Alessandro con durezza, ma alla fine gli vuole bene.
Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti): Attore protagonista di gran parte dei lavori di Renè, è presuntuoso, si crede bellissimo e affascinante. È un interprete di quarta categoria, capace in scena di mono-espressioni uniche. Pensa di potersi imporre sempre al regista fingendo di non sapere che considerazione ha di lui la troupe.
Augusto Biascica (Paolo Calabresi): Capo elettricista, romanista sfegatato e romano convinto, ha un modo di fare rozzo e manesco. Mena sempre "Lorenzo", il suo schiavo, a cui fa fare di tutto. Crede di essere il boss, ma nessuno gli dà troppo conto.
Duccio Patanè (Ninnni Bruschetta): Direttore della fotografia svogliato, si fa di coca in ogni momento della giornata. Il suo "smarmella" è un marchio di fabbrica. In un certo senso è quello che ha più talento.
Diego Lopez (Antonio Catania): Delegato di rete impegnato a gestire le relazioni fra produzione, regia e rete televisiva, è ipocrita, superficiale, egoista. È un borghese piccolo piccolo che pensa solo ai suoi interessi.
CURIOSITÀ » La serie in origine doveva chiamarsi Sampras, titolo del pilot.
» Il primo episodio di Boris è stato presentato nel 2006 al Festival del Cinema di Roma, sezione Extra.
» I pesci precedenti a Boris posseduti da Renè si chiamavano Stan (Smith), Adriano (Panatta), Bjorn (Borg), Ivan (Lendl), Serena (Williams), Venus (Williams), McEnroe. Nella terza stagione Boris viene sostituito da Federer.
» La sigla di apertura e di chiusura è composta da Elio e le Storie Tese.
» La canzone di chiusura dell'ultimo episodio della prima stagione è composta ed eseguita da Francesco Pannofino.
» Numerosi personaggi famosi hanno partecipato come ospiti ad alcune puntate. Tra questi ricordiamo Corrado Guzzanti, Valerio Mastandrea, Laura Morante, Valentina Lodovini, Filippo Timi, Giorgio Tirabassi.
» Nel 2008 Boris ha vinto il premio Telegrolla d'Oro per il Miglior Soggetto al Premio Saint Vincent.
» Al Roma Fiction Fest del 2008 ha ottenuto tre premi: Miglior Attore sitcom a Pietro Sermonti, Miglior produttore a Lorenzo Mieli, Miglior Lunga Serie. Ha ottenuto anche una menzione speciale come miglior prodotto televisivo.
IN TELEVISIONE In Italia Boris è andata in onda in prima visione assoluta su Fox dal 16 aprile 2007. La terza stagione è andata in onda su FX. Dal 18 dicembre del 2009 è stata trasmessa in chiaro su Cielo.

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Episodi: 8
Regia di Luca Vendruscolo, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Davide Marengo.

Poetica, ritmica, più divertente di prima, e perciò paradossalmente commovente, la quarta stagione rende di nuovo visibile l'invisibile

Recensione di Gabriele Prosperi

Ridurre a una semplice sinossi della trama, come siamo soliti per ragioni editoriali, l'introduzione di questa recensione sarebbe offensivo. Dopo 11 anni dal capitolo cinematografico che chiudeva le vicende della troupe di René Ferretti (Pannofino), ritroviamo sul set Arianna (Caterina Guzzanti) e Alessandro (Tiberi), Lopez (Catania) e Sergio (Di Stasio), Stanis (Sermonti) e Corinna (Crescentini), i tre sceneggiatori (Aprea, De Lorenzo, Sartoretti), Biascica (Calabresi), Duccio (Bruschetta), lo schiavo (De Ruggeri). Ritroviamo persino Itala (Fiorentini - scomparsa nel 2019 e omaggiata nel primo episodio). Tutti riappaiono, pieni, a occuparsi del nostro presente e di conseguenza sono alle prese con le piattaforme streaming: omogeneamente, come se quegli 11 anni non fossero passati, seppure lo siano - come testimonia il nuovo ruolo di Alessandro come responsabile di piattaforma.

Nella sua quarta stagione Boris torna forte come alla prima; non rinnovata, non un semplice revival, più che originale: ancora sé stessa, pienamente capace di raccontare dove siamo, cosa e come raccontiamo... o ci raccontiamo.

È la rivoluzione seriale, che scosse l'Italia nel 2007 grazie al lavoro di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, che torna a vivere, riportando sullo schermo, oggi giustamente di Disney+, un racconto che non è solo metanarrativo ma iperbolico e superando anche le nostre aspettative. Boris 4 è poetica, è ritmica, è più divertente di prima, e perciò paradossalmente commovente. La crasi tra ironia e poesia viene raggiunta più che nel passato, forte di un bagaglio emozionale costruito in oltre una decade di meme, frasi cult che si sono introdotte nel nostro vocabolario sociale e... "Dai! Dai! Dai!" che smarmelliamo pure la piattaforma!

Non rinnovata ma ancora attuale: Boris 4 applica lo stesso cortocircuito azionato nel 2007 su Fox, spostando il suo focus dalle dinamiche broadcast a quelle dell'algoritmo. Cambiano i referenti: non più l'invisibile Dottor Cane, il direttore "megagalattico" di rete, bensì le logiche di un mercato internazionale, fatto di parole anglosassoni (pitch, lock, call) usate come fruste su un sistema, quello italiano, che alla fine non può essere piegato perché inevitabilmente (se tristemente o orgogliosamente lo dovete decidere voi) è identitario e perciò imperturbabile.

Ciarrapico e Vendruscolo non a caso scelgono di far raccontare la Vita di Gesù da quello stesso cast di attori troppo italiani e di attrici cagne e maledettamente coscienti perché, per fare una buona espressione drammatica sul set, si impegnano ormai da anni a fare calcoli matematici a mente (ovviamente su consiglio di René). Viene davvero voglia di citare tutti i personaggi che vengono riportati sul set, dal regista Glauco (Tirabassi) a Karin Proia (ovviamente nei panni di una volgare Maria Maddalena!), da Cristina (Costantini) all'aiuto regista Alfredo (Amorosino): ognuno porta con sé un portato ironico ed emotivo impareggiabile. Per non parlare di Corrado Guzzanti, che torna nei panni dell'attore pazzo (Mariano) e facendolo inserisce nella già molte linee metanarrative una sua, addirittura personale, narrazione familiare: spesso in dialogo con la sorella e raccontando un legame (reale o irreale?) con il padre.

Ma attenzione perché il lavoro dei due sceneggiatori non si ferma a una semplice riproposizione dei canoni espressivi della "fuori serie" italiana, bensì li esaltano per raccontare ciò che rimane invisibile tanto dal lato produttivo (principale focus narrativo delle prime stagioni) quanto, oggi, da quello fruitivo, consci dell'importanza degli spettatori nelle logiche di produzione. La stessa regia, ancora firmata dai due sceneggiatori, racconta l'invisibile, omaggiando dall'inizio alla fine il compianto Mattia Torre, che riprende vita grazie alle scelte registiche dei due, in particolare "accedendo" al fuoricampo, e all'interpretazione di uno dei tre sceneggiatori dall'F4 facile (Valerio Aprea).

L'invisibile si fa visibile. La sit-com è forse il genere televisivo più capace di portare alla luce la nostra quotidianità, riprendendo le parole di Luca Barra, «di costruire un rapporto (su cui spesso si basa la risata) con il mondo che abitiamo, la cultura, la politica, la società in cui siamo immersi»; Boris riusciva e riesce nuovamente a farlo, portando in scena anche ciò che c'è di più scomodo. Da sottolineare, in questa quarta stagione, la questione dell'inclusività, imposta dalla piattaforma più per un'esigenza algoritmica che per una necessità sociale - e chi più di Biascica poteva scardinarne l'ipocrisia? O ancora l'associazionismo degli attori e delle attrici che, spinto e riattivatosi durante la pandemia, viene per la prima volta raccontato su uno schermo con l'associazione "Non toccate Martufello" (il nome è tutto un programma!) - ovviamente raccontandone l'inefficacia dovuta a quelle stesse logiche dell'industria dello spettacolo che, da sempre, impediscono a questi lavoratori e lavoratrici di coordinarsi.

Ma non basta. Come dicevamo, Boris 4 è una sit-com poetica, anzi elegiaca, e tocca vertici di pathos (a livello sia narrativo che, soprattutto, metanarrativo) che anche l'assenza del tormentone (citato solo una volta) dello sguardo basito sembrerebbe voluto dai due sceneggiatori. Da spettatore, Boris 4 diventa Boris F4 - lo sguardo basito ce l'abbiamo noi - e, nel suo finale (forse non di serie...) porta compiutamente in scena quanto era esploso in un semplice, brevissimo, momento della sesta puntata della sua prima stagione, con alcuni versi della Poesia dei doni di Borges. Ancora una volta la voce narrante è di René Ferretti ma, anziché parlare come nel fantomatico cortometraggio artistico "La formica rossa", qui il nostro protagonista agisce quella necessità di esprimersi, di raccontare quel «labirinto degli effetti e delle cause [...] per il coraggio e la felicità degli altri».

Episodi: 14
Regia di Luca Vendruscolo.

Le 14 nuove puntate continueranno a raccontare le vicissitudini umane e professionali di una troupe televisiva intenta a girare una fiction tipicamente italiana, questa volta un medical drama "all'americana" dal titolo Medical Dimension. Un modo per ironizzare sul mondo della TV, fatto di compromessi, attori raccomandati, tempi produttivi serrati, dialoghi improbabili e corsa agli ascolti, ma anche per raccontare un Paese che combatte quotidianamente con i propri difetti.
Episodi: 14 (14/24 min.)
Regia di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo.

Si torna a Cinecittà , alle prese con il difficile compito di realizzare un prodotto dignitoso con scarsi mezzi produttivi, tempi serrati, attrici rigorosamente raccomandate e prive di talento, l'immancabile battaglia degli ascolti e disillusione, cinismo e pressappochismo a volontà . Si torna dunque sul set dove regna la cialtroneria 'troppo italiana', come direbbe Stanis (Pietro Sermonti), che per il secondo anno è il divo dell'improbabile set. In compagnia del regista René Ferretti (Francesco Pannofino), nuovamente circondato da attrici 'cagne': quest'anno, oltre a Corinna (Carolina Crescentini), arrivano Cristina (Eugenia Costantini) e Karin (Karin Proia). Torna naturalmente anche l'ingenuo Alessandro (Alessandro Tiberi), lo stagista di regia, e l'inflessibile assistente alla regia Arianna (Caterina Guzzanti), il capo elettricista romano - e romanista - Biascica (Paolo Calabresi), il direttore della fotografia Duccio (Ninni Bruschetta), il delegato di produzione Diego Lopez (Antonio Catania), il direttore di produzione Sergio (Alberto Di Stasio), l'aiuto regia Alfredo (Luca Amorosino), la segretaria di edizione Itala (Roberta Fiorentini) e la truccatrice Gloria (Ilaria Stivali). Non manca al secondo appello neanche il bistrattato stagista di fotografia, Lorenzo (Carlo De Ruggeri) e ovviamente Boris, il pesciolino rosso portafortuna di Renè. Nella 2° stagione, oltre le new entry femminili, una guest star d'eccezione: Corrado Guzzanti, che interpreta Mariano, attore psicologicamente instabile, totalmente imprevedibile, arruolato dalla produzione de Gli Occhi del Cuore per recitare nei panni del Conte, una figura ambigua e misteriosa da cui dipendono le sorti dei protagonisti della fiction. Guzzanti è inoltre in un cameo Padre Gabrielli, agente e consulente spirituale di Mariano. Tra le altre guest star ritroviamo Giorgio Tirabassi, Margot Sikabonyi, Massimiliano Bruno e il famigerato Dottor Cane, alias Arnaldo Ninchi. BORIS, basato su un soggetto di serie originario di Luca Manzi e Carlo Mazzotta, è prodotta da Wilder per Fox Channels Italy e gli sceneggiatori sono Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, che ne firmano anche la regia.
Episodi: 14 (14/24 min.)
Regia di Luca Vendruscolo.

Il dietro le quinte di una tipica fiction italiana, vista attraverso gli occhi di Alessandro, lo stagista ingenuo e pieno di ideali. Le storie di una troupe televisiva grottesca e improbabile alle prese con le dinamiche di potere, i compromessi, le raccomandazioni, le piccole grandi rivalità.
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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 30 luglio 2011
Francesco Di Benedetto

Rimanendo in ambito nazionale, probabilmente la più alta commedia sociale dei nostri tempi. Una lettura baldanzosamente partigiana dell'intera società italiana, di cosa significhi per ampie fette della nostra collettività vivere e condividere l'esperienza della socialità nel clima simbolico e morale di un Paese atrofizzato da un potere politico immobile, e in [...] Vai alla recensione »

domenica 11 aprile 2010
Pellicola74

Più che a quello drammatico, questa serie appartiene certamente al genere della commedia, se non a quello comico.

martedì 5 ottobre 2010
CRITICO BRAVO

"Che straordinario odore di set, mi sento a casa, e vi invidio signori. Voi artigiani che lavorate con mano e con occhio, con sapienza ed è per rispetto profondo della concretezza che trasuda da queste pareti che io mi sento di esprimere un mio umile pensiero: andatevene affanculo tutti! (Stanis La Rochelle: Il mio primo giorno, episodio 1)" "UUUUUU CAPRERA! Mamma mia la monnezza che ho fatto.

Frasi
Dai dai dai che la giriamo!
Una frase di Renè Ferretti (Francesco Pannofino)
dalla serie Boris - a cura di DANIELA
NEWS
DISNEY+
venerdì 7 ottobre 2022
 

Regia di Luca Vendruscolo, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre. Una serie con Alessandro Tiberi, Francesco Pannofino, Caterina Guzzanti, Antonino Bruschetta, Paolo Calabresi. Dal 26 ottobre su Disney+. Guarda il trailer »

NEWS
lunedì 1 febbraio 2021
 

La serie tv racconta le vicende della troupe televisiva che lavora alla sdolcinata soap Gli Occhi del Cuore, divertendosi a svelare i lati più cialtroni e i piccoli giochi di potere che albergano nel mondo della tv.

NETFLIX
giovedì 7 maggio 2020
 

La serie tv racconta le vicende della troupe televisiva che lavora alla sdolcinata soap Gli Occhi del Cuore, divertendosi a svelare i lati più cialtroni e i piccoli giochi di potere che albergano nel mondo della tv.

CELEBRITIES
martedì 21 aprile 2009
Stefano Cocci

Non è la solita bellezza C arolina Crescentini non è il solito prodotto in serie della Mecca dei sogni. Bionda, occhi chiari, corpo da sballo, la si potrebbe interpretare come la solita bonazza ma lei ha scelto un'altra strada.

winner
miglior attore tv comedy
Roma Fiction Fest
2008
winner
menzione speciale
Roma Fiction Fest
2008
winner
miglior prodotto televisivo serie tv
Roma Fiction Fest
2008
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