Synecdoche, New York

Film 2008 | Commedia, 124 min.

Regia di Charlie Kaufman. Un film Da vedere 2008 con Philip Seymour Hoffman, Samantha Morton, Michelle Williams, Catherine Keener, Emily Watson. Cast completo Genere Commedia, - USA, 2008, durata 124 minuti. Uscita cinema giovedì 19 giugno 2014 distribuito da Bim Distribuzione. - MYmonetro 2,96 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 5 dicembre 2014

Un regista di teatro, in difficoltà con il suo lavoro e con la donna della sua vita, cerca di ricreare una replica di New York all'interno di un teatro come parte del suo spettacolo. In Italia al Box Office Synecdoche, New York ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 137 mila euro e 39,5 mila euro nel primo weekend.

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Consigliato sì!
2,96/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,79
PUBBLICO 3,10
CONSIGLIATO SÌ
Un film estremamente complesso ma proprio per questo altrettanto personale e coerente.
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 24 maggio 2008
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 24 maggio 2008

Caden Cotard, regista teatrale, sta per montare un nuovo spettacolo ma si sente frustrato. La moglie Adele lo lascia per proseguire la carriera di pittrice a Berlino portando con sé la figlioletta Olive. Madeleine, la sua analista, è più attenta alle sorti del suo nuovo libro che a quelle del suo paziente. La sua relazione con la bella Hazel è durata poco. Per di più è afflitto da una misteriosa malattia. Ossessionato dal timore di una morte imminente decide di riunire un gruppo di attori che dovranno mettere in scena la sua vita in un enorme spazio al coperto che riproduce i luoghi da lui frequentati. La scenografia si espande insieme alla sempre maggiore complessità della vita di Caden la cui figlia è caduta sotto l'influsso di Maria (amante della madre) mentre il padre non riesce a dimenticare Adele.
Charlie Kaufman, dopo una carriera ricca di riconoscimenti quale sceneggiatore (suoi sono, a puro titolo di esempio, gli script di Essere John Malkovich, Confessioni di una mente pericolosa, Se mi lasci ti cancello) giunge finalmente alla regia e si scopre libero di sprigionare tutta la sua creatività. A partire proprio da una figura retorica che, dichiarata nel titolo, gli permette un numero pressoché infinito di acrobazie narrative. Ne nasce un film estremamente complesso ma proprio per questo altrettanto personale e coerente.
Nella vita di Caden si riassumono le ossessioni quasi pirandelliane dell'autore il quale vorrebbe poter controllare e dirigere la propria vita così come fa con i personaggi e con gli attori chiamati a dare loro volto, voce e sentimenti. Quando poi, come in questo caso, gli attori si trovano a riprodurre la vita, sempre più ossessivamente intricata, di chi li dirige, le distanze finiscono con l'annullarsi in un gioco di raddoppiamenti che si fa sempre più intellettualmente stimolante quanto più si complica. Fino a quando la morte comincerà a far sentire realmente la propria presenza prendendo in mano la 'regia'.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 17 novembre 2012
Bartleby Corinzio

Ci sono personaggi in cerca d'autore e autori in cerca di personaggi, ci sono personaggi che interpretano l'autore che li ha scritturati per interpretarlo e magari anche auto-dirigerlo. Tutto questo accade sì nel mondo dell'arte ma anche, e forse con maggior "recita" nella vita reale. Così come quando il personaggio che va in crisi trova il sostegno dell'autore, [...] Vai alla recensione »

martedì 1 luglio 2014
jaylee

Gli scrittori scrivono per se stessi? gli attori recitano per se stessi? i registi dirigono per se stessi? Esiste un’arte fine a se stessa dove l’autore è il principale fruitore e gli altri sono spettatori dell’autore stesso? Domanda a cui Charlie Kaufman, celebrato e originale sceneggiatore (suoi Se Mi Lasci Ti Cancello – titolo italiano da denuncia penale – Confessioni di Una Mente Pericolosa e [...] Vai alla recensione »

lunedì 23 giugno 2014
Filippo Catani

Uno sceneggiatore teatrale, a seguito del suo ultimo successo teatrale, vince un importante premio che gli mette a disposizione una forte somma di denaro. L'uomo decide allora di lanciarsi in una nuova produzione che dovrà rappresentare la sua vita. Nel frattempo lo sceneggiatore viene abbandonato dalla moglie che va a Berlino con la figlia.

venerdì 20 giugno 2014
Vincenzo Ambriola

La vita di Caden, un affermato regista teatrale, è sconvolta dall'abbandono della moglie e della figlia che si trasferiscono a Berlino. Inizia così un calvario scandito da malattie vere e immaginarie, relazioni affettive accettate e vissute senza entusiasmo. Il tutto all'interno di un grandioso progetto teatrale che si protrae per un ventennio, senza mai andare in scena.

martedì 1 luglio 2014
pepito1948

La sineddoche è una figura retorica con cui un’espressione (o parola) può essere sostituita da altra senza alterarne il significato do fondo, con il semplice cambio di una o più elementi. Applicata alla figura umana, essa ci dice che l’uomo è moltitudine, è un fascio di essenze, una pluralità di facce ognuna delle quali può esprimere il tutto, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 6 luglio 2022
darkglobe

Synecdoche, New York, va detto con sincerità, è un film deprimente, uno specchio di ansie, malumori e dubbi esistenziali riversati in pellicola e scaraventati con poco riguardo in faccia al pubblico. Film, come noto, destinato forse a cadere nell’oblio, almeno qui in Italia, ma recuperato dalla BIM a seguito della morte di Hoffman.

lunedì 30 giugno 2014
enzo70

 Bisogna prepararsi prima di andare al cinema, prendere fiato, vedere Synecdoche è come leggere l’Ulisse di Joyce, è un’immersione nella dimensione della vita, nelle sue contraddizioni. Nulla è semplice, la prima mezz’ora ha una certa linearità, ma poi il film prende la strada della vita, si inerpica, diventa difficile trovare il bandolo della matassa, [...] Vai alla recensione »

venerdì 27 giugno 2014
elettrasammarco

Per superare la sua crisi d’identità artistica, Caden Cotard (P. Seymour Hoffmann), un noto regista teatrale, decide di mettere in scena la sua vita e i suoi fallimenti umani: l’abbandono da parte di sua moglie Adele, che si trasferisce a Berlino con la loro bambina; una relazione naufragata sul nascere con una donna, Hazel, che gli rimarrà nel cuore per sempre; una storia d’amore con la sua prima [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 luglio 2014
veritasxxx

Una bella gatta da pelare questo “Synecdoche, New York”. Ma sapendo che il signor Kaufman era alla sua prima prova alla regia dopo avere scritto la sceneggiatura di film belli e complicati come “Essere John Malkovich” e “Se mi lasci ti cancello”, c’era da aspettarsi un delirio di onnipotenza creativa fuori controllo.

martedì 22 dicembre 2015
Dandy

Dopo una serie di sceneggiature esemplari("Essere John Malkovich","Se mi lasci ti cancello"tra gli altri)Kaufman sceglie un'idea degna di lui per esordire come regista.La storia di un uomo patetico che in oltre vent'anni affronta con stoicismo lancinante umiliazioni,soprusi,malattie varie e fnisce per ricreare nel lavoro quella vita che non ha mai saputo controllare.

martedì 28 luglio 2015
Howlingfantod

 Ambizioso progetto di film totale, domanda esistenziale e artistica sulla rappresentazione e/o rappresentabilità del reale, film nel film che contiene continue sovrapposizioni ed incursioni anche difficili e sfiancanti, forse eccessive  reale finzione e viceversa. Tutto il il film è infatti il tentavo destinato al fallimento di un regista teatrale di mettere in scena in pratica [...] Vai alla recensione »

venerdì 27 giugno 2014
Flyanto

 Film in cui si racconta di un regista teatrale di successo (Philip Seymour Hoffman) che però entra profondamente in crisi sia professionalmente che sentimentalmente, dopo l'abbandono ed il trasferimento a Berlino da parte della moglie pittrice (Catherine Keener) e della loro bambina di 5 anni. Nel corso degli anni a seguire (circa un ventennio) egli, peraltro affetto da una grave e [...] Vai alla recensione »

lunedì 25 agosto 2014
cineman94

Difficilmente, nel corso degli anni, mi sono trovato davanti a film particolarmente complessi e tematicamente "nuovi" nella narrazione cinematografica. Inoltre, mai come in questo caso mi sono trovato davanti ad un simile capolavoro in quanto a profondità, complessità, creatività ed argomentazioni, tutto racchiuso in maniera intensa, struggente in una storia che fa di [...] Vai alla recensione »

giovedì 10 luglio 2014
Radamanto

E' la storia di Caden Cotard, regista teatrale di provincia di discreto livello che vive la propria vita come una comparsa al punto da somatizzare dei disturbi nervosi e da essere abbandonato da moglie e figlia. Vincitore di un premio prestigioso, investe tutto in un progetto teatrale che per la sua vastità e audacia è votato sin dal principio al fallimento.

venerdì 27 giugno 2014
Zoom e Controzoom

Film molto difficile perchè non immediato. Capita sempre più di rado trovare film con contenuti così intimistici e complessi. Sono produzioni che rischiano di brutto perchè non fanno certo cassetta. Entrare nella piccola sala dov'era proiettato, se la scelta prima poteva far pensare ad una reclusione limitata per il solito numero di sfigati, vedere poi quanti e quale [...] Vai alla recensione »

domenica 30 novembre 2014
Inesperto

Cosa avrà mai voluto comunicare questo regista... Mah... La ricerca del complesso fine a se stesso appare molto infantile. Quasi a voler dire: questo è un film per pochi eletti dotati di una comprensione superiore e voi comuni mortali che guardate i film per trascorrere qualche ora di svago non valete niente. Se è vero che ogni spettatore trae dall'opera un significato diverso [...] Vai alla recensione »

sabato 27 dicembre 2014
Liuk

I primi venti minuti riescono ad interessare: ottimo cast e relativa performance, storiella drammatica ma avvincente, ritmo sostenuto. Poi il delirio. A scene senza senso vengono affiancate scene che hanno senso ma sarebbe stato meglio se non lo avessero avuto. Il ritmo scende per poi spegnersi. Al che mi sovviene una domanda? ma per fare film impegnati e profondi si deve per forza scadere nell'onirico, [...] Vai alla recensione »

giovedì 4 febbraio 2016
darkmage1975

Il film ti illude di essere bello ma ne esce un'opera magistralmente inutile ed autoreferenziale.

sabato 14 novembre 2020
Fabrizio Giovanardi

Il film di Kaufman rappresenta un viaggio nella psiche e nella vita di Caden, regista teatrale tormentato dal timore della morte e con una difficile situazione familiare sul groppo. Si tratta sicuramente di una pellicola complessa, quasi inafferrabile, che però nella sua cripticità rende grandiosamente l'effetto metaforico dell'indagine mentale e psicologica di un personaggio [...] Vai alla recensione »

martedì 10 settembre 2019
Criticacritici

Siamo tutti condannati a morte dalla nascita. Charlie Kaufman/Caden Cotard rappresenta l'essere umano in genere, da un lato terrorizzato dal decadimento fisico innarrestabile che il tempo gli infligge inesorabilmente e che lo porterà alla morte, dall'altro proiettato nel futuro della sua opera omnia, per lasciare un segno, per essere ricordato ai posteri.

sabato 27 aprile 2013
Mauro@Lanari

"È un'opera di una fine. Non è un'opera solo di morte. Riguarda tutto. Fine, nascita, morte, vita, famiglia... Tutto". Ossia riguarda l'ombelico d'un'esistenza basata però su valori più che insulsi: su dei disvalori. Davvero è di un qualche interesse l'immedesimarsi e magari anche l'emozionarsi per la ricerca dell'identità da parte d'un soggetto che spaccia il proprio nulla per il tutto? Cosa mai meriterebb [...] Vai alla recensione »

giovedì 11 aprile 2013
Mauro@Lanari

“È un’opera di una fine. Non è un’opera solo di morte. Riguarda tutto. Fine, nascita, morte, vita, famiglia… Tutto”. Ossia riguarda l’ombelico d’un’esistenza basata però su valori più che insulsi: su dei disvalori. Davvero è d'un qualche interesse l’immedesimarsi e magari anche l’emozionarsi per [...] Vai alla recensione »

Frasi
Miliardi di persone nel mondo e nessuna comparsa, ognuno protagonista della sua storia.
Caden Cotard (Philip Seymour Hoffman)
dal film Synecdoche, New York - a cura di Roberto Gallo
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Boris Sollazzo
Liberazione

Charlie Kaufman, sceneggiatore da Oscar per Eternal Sunshine of spotless mind (il titolo italiano, ignobile, è "Se mi lasci ti cancello"), ha preso la macchina da presa in mano e ha pensato di raccontare New York, filtrandola attraverso la sua mente e la sua arte (e forse la sua vita). O viceversa. Ottimo e straniante l'esordio di questo cinematografaro eclettico (scrive, per hobby, anche colonne sonore), [...] Vai alla recensione »

Stenio Solinas
Il Giornale

La sineddoche è quella figura retorica che sta a indicare la parte per il tutto. Nel film di Charlie Kaufman presentato ieri in concorso al Festival, Synecdoche, New York, questa parte è il teatro, e il tutto rimanda alla vita, ovvero il tentativo di capire chi siamo mettendo in scena il nostro modo di comportarci. Contemporaneamente, è la vita stessa una sineddoche di quella morte che tutti, indistintament [...] Vai alla recensione »

Carina Chocano
The Los Angeles Times

Synecdoche, New York", screenwriter Charlie Kaufman's wildly ambitious directorial debut, recalls the Jorge Luis Borges story in which the imperial cartographers make a map of the empire so detailed and true-to-life that it takes on the exact dimensions of the territory and ends up covering it entirely. Jean Baudrillard famously inverted the story to illustrate his idea about the "precession of simulacra," [...] Vai alla recensione »

Massimo Bertarelli
Il Giornale

Film del 2008 che fa crescere il rimpianto per la scomparsa di un Philip Seymour Hoffman che qui sembra dettare il suo testamento artistico. Un regista teatrale viene lasciato dalla moglie che vuole proseguire la sua carriera di pittrice a Berlino. Convinto di avere una malattia mortale, l'uomo decide, così, di mettere in scena la sua stessa vita; inutile, però, cercare di rincorrerla.

Peter Travers
Rolling Stone

Does everything work in this mind-bender from Charlie Kaufman, the screenwriter of Being John Malkovich, Adaptation and Eternal Sunshine of the Spotless Mind? No way. Synecdoche, New York is exhilarating and exasperating in equal doses. But Kaufman, making his directing debut, is focused on something you don't find at multiplexes overrun with chihuahuas and violent escapism: That would be a life of [...] Vai alla recensione »

Manohla Dargis
The New York Times

To say that Charlie Kaufman's “Synecdoche, New York” is one of the best films of the year or even one closest to my heart is such a pathetic response to its soaring ambition that I might as well pack it in right now. That at least would be an appropriate response to a film about failure, about the struggle to make your mark in a world filled with people who are more gifted, beautiful, glamorous and [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Non c'è dubbio che Charlie Kaufman, lo sceneggiatore di Essere John Malkovich, ha una sua visione artistica autentica, fuori dalle logiche del mercato. E infatti Synecdoche New York, con cui nel 2008 ha esordito nella regia, è un film coraggiosamente sperimentale, tutto giocato su una illusoria, frammentaria dimensione spazio-temporale; sui falsi movimenti di una vita che dalla giovinezza alla vecchiaia [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

Il regista Cotard è un ipocondriaco attorniato da donne: la moglie Adele, che lo lascia per Maria; l'amante Claire; la bigliettaia del teatro, Hazel, con cui ha una relazione; una psicanalista narcisista più due figlie. Dopo quello di James Gandolfini, ecco il primo film "postumo" di Philip Seymour Hoffman: e anche la sua è una grande interpretazione, da farci rimpiangere ancor più la perdita.

Manohla Dargis
The New York Times

MOVIES begin with a whisper, a bang, a few words of introduction, a swell of music, an eerie quiet. Openings set the stage and the mood and at times they also drop hints that — much like the glass snow globe that falls from Orson Welles's hand at the onset of “Citizen Kane” — telegraph what the rest of the movie makes explicit. “It's always best to start at the beginning,” Glinda the good witch tells [...] Vai alla recensione »

Jean-Luc Douin
Le Monde

"Synecdoche, New York" : un premier film sans grâce Quitté par sa femme partie faire une carrière artistique à Berlin, atteint d'une étrange maladie qui dérègle son système nerveux et se voit comme le nez au milieu de la figure, un dramaturge perturbé, dépressif, hypocondriaque entreprend de monter un spectacle théâtral brouillant les limites entre vivant et artificiel, réel et imaginaire, original [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Una mattina d'autunno a New York un regista teatrale sui 40 si sveglia avvolto da oscuri presagi. Alla radio leggono cupi versi di Rilke, in tv pubblicizzano prodotti di sostegno alla chemio, sua figlia fa la cacca verde, il rubinetto del bagno gli esplode in faccia. Pochi giorni dopo la moglie, pittrice sadica di quadri piccolissimi da guardare con la lente, se ne va a Berlino con la bambina e un'amica [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Charlie Kaufman è uno sceneggiatore d'insolito talento e poetica bizzarria ed è ovvio che si aspettasse con grande interesse il suo esordio nella regia. Purtroppo, però, «Synecdoche, New York» non fa che sollecitare a dismisura il suo ego ed evidenziare al massimo le debolezze e gli equivoci già riscontrabili nei (buoni) film diretti da altri come «Essere John Malkovich» o «Se mi lasci ti cancello». [...] Vai alla recensione »

NEWS
VIDEO
lunedì 26 maggio 2014
 

Presentato alla 61ª edizione del Festival di Cannes e successivamente ad altri prestigiosi festival internazionali, Synecdoche, New York è l'opera prima di Charlie Kaufman, sceneggiatore culto di film come Essere John Malkovich, Confessioni di una mente [...]

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