La seconda notte di nozze

Film 2005 | Commedia, 103 min.

Regia di Pupi Avati. Un film Da vedere 2005 con Antonio Albanese, Neri Marcorè, Katia Ricciarelli, Angela Luce, Marisa Merlini. Cast completo Genere Commedia, - Italia, 2005, durata 103 minuti. Uscita cinema venerdì 11 novembre 2005 distribuito da 01 Distribution. - MYmonetro 3,34 su 22 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 7 settembre 2022

Secondo dopoguerra. Rimasta vedova e in difficoltà economiche, Liliana è costretta ad abbandonare Bologna insieme al figlio Nino, ladro per istinto. Ha vinto 2 Nastri d'Argento, Il film ha ottenuto 4 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office La seconda notte di nozze ha incassato 3,6 milioni di euro .

La seconda notte di nozze è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
3,34/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,67
CONSIGLIATO SÌ
Il ritratto di un ingenuo 'saggio' nell'Italia del secondo dopoguerra.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Secondo dopoguerra. Rimasta vedova e in difficoltà economiche, Liliana è costretta ad abbandonare Bologna insieme al figlio Nino, ladro per istinto. In Puglia c'è lo zio mai conosciuto che possiede qualche avere ed è stato a lungo ricoverato in manicomio e Nino convince la madre a traslocare da lui. Liliana, accolta nella masseria del fragile Giordano, cognato un tempo innamorato di lei, finirà per risvegliare antiche passioni e odi sopiti. Le vecchie zie di Giordano, Suntina ed Eugenia, ostili da tempo alla famiglia di Liliana, non le renderanno la vita facile.
Il cinema di Pupi Avati è sottoposto alla legge del "prendere o lasciare". C'è chi lo ama per la delicatezza dei percorsi della memoria e chi lo detesta proprio per questo. In questo film gli va comunque riconosciuta (al di là del gossip sulla Ricciarelli e sulla presenza in Concorso a Venezia 2005) la grande attenzione che ha dedicato alla costruzione del personaggio di Giordano, un "idiota" dai tratti quasi pirandelliani che nella sua ingenuità assume su di sé parte del senso della vita di un'Italia che usciva dalla Seconda Guerra Mondiale e cercava (con forza ma senza troppo illudersi) una "pulizia" interiore. Antonio Albanese regala al regista un'interpretazione tanto trattenuta quanto intensa mentre Marcoré fa dimenticare il timido e impacciato protagonista de Il cuore altrove offrendo al suo personaggio tratti di luciferina cialtronaggine.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 11 ottobre 2013
toty bottalla

La seconda notte di nozze è un film poetico e surreale che ci proietta in un dopoguerra dolciastro dove il buon senso supera l'ignoranza e i pregiudizi, si direte voi ma come: liliana si concede per uno spinterogeno e poi la fa tanto lunga col marito giordano che la ama, le salva la vita e le da un futuro, beh! misteri di sceneggiatura, in raltà la storia del film ci permette di ammirare [...] Vai alla recensione »

mercoledì 17 novembre 2010
Lalli

di questo film ricorderò Marcorè come uno dei personaggi più antipatici mai visti nei film, e la grandissima interpretazione di Albanese... un bel film ma speravo finisse in maniera migliore. Bellisiima la dedica finale.

domenica 27 ottobre 2013
andreina di lorenzo

trovo che sia un film molto interessante e che lo debbano vedere tutti...direi anche commovente

giovedì 29 settembre 2011
mara65

Lo stile di Pupi Avati è obsoleto. Vecchio. Le storie cambiano ma i film sono tutti uguali, i suoi. Un regista dovrebbe cambiare stile ogni volta, pur mantenendo la stessa impronta.... ma se Pupi Avati, fa 3 film all'anno, significa che gira film come se fosse una catena di montaggio. Gira film per soldi, per avere finanziamenti e non per la necessità di raccontare un'emozione. [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Lietta Tornabuoni
La Stampa

Pupi Avati quando è buono rischia di diventare melenso, ma quando è cattivo è grande. La Seconda notte dì nozze, tratto dal breve romanzo del regista pubblicato da Mondadori, è cattivo. Un film avventuroso, elegiaco e bello che con delicatezza malinconica capovolge le idee convenzionali e dice cose dure, anche se non originali: che l’essere umano può diventare abietto, quando è affamato o alimentato [...] Vai alla recensione »

Natalia Aspesi
La Repubblica

Il film di Pupi Avati è la terza e ultima opera italiana di questa Mostra, la meno pretenziosa, la più carina, ed è tratta da un suo piccolo romanzo dallo stesso titolo. (Oscar Mondadori). Chi c’era, in quel primo dopoguerra tanto lontano, ha dimenticato, a chi non c’era pare forse esagerata tanta penuria: quando era ancora una conquista soddisfare quotidianamente i bisogni primari, un riparo se non [...] Vai alla recensione »

Piera Detassis
Ciak

Coppa Volpi ideale della Mostra di Venezia, almeno secondo chi scrive, Katia Ricciarelli. Ex-aequo, come migliori non protagoniste, Marisa Merlini e Angela Luce. Una provocazione, forse, ma solo per ribadire che Pupi Avati si conferma un grandissimo direttore di attori, da cui sa trarre sempre le note più sottili e ripiegate, quel gusto mai macchiettistico della malinconia.

Alberto Crespi
L'Unità

Un imitatore della banda Dandini (Neri Marcoré), un comico/satirico attualmente in tournée teatrale (Antonio Albanese), una cantante lirica al primo film (Katia Ricciarelli), due vecchie glorie della commedia e della rivista (Marisa Merlini e Angela Luce). Da questo cast coraggioso e bizzarro è sortito La seconda notte di nozze, uno dei migliori film nella pluriennale carriera di Pupi Avatì; un film [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Non era tanto difficile trovare un film che rappresentasse degnamente l’Italia agli Oscar. Senza dover sperare un’altra volta nella clemenza dei giurati dell’Academy. Va bene che sono vecchietti, che ogni tanto si appisolano, e quando si svegliano, un po’ confusi, non osano chiedere lumi al vicino. Non è il caso di approfittarne. Nel caso di Private, bisognava che chiudessero un occhio sull’implausibilità [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Dei tre film italiani in concorso, La seconda notte di nozze è apparso senz'altro il più lineare, rilassato e, deo gratias, divertente. Pupi Avati è un regista antico, nel senso che cerca da sempre gli intrecci che trasmettano il piacere del testo. Su di un aspetto, inoltre, Avati non ha mai indietreggiato di un passo, il lavoro sugli attori, scelti con un intuito artigianale incurante delle mode. Vai alla recensione »

Redazione
Il Giornale

La dedica finale «a tutti i bambini che fecero una grande luce», quelli esplosi sulle mine della guerra cui si parla già nella prima scena, di per sé rende insolito e lancinante La seconda notte di nozze di Pupi Avati. Dei tre film italiani in concorso all'ultima Mostra di Venezia, La seconda notte di nozze è stato l'unico di cui non vergognarsi; l'unico dove affiorino i dolori di un popolo, non gli [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Pupi Avati continua a proporsi come uno degli autori più interessanti (e importanti) del nostro cinema. Lo ha dimostrato con il film visto qui ieri sera, La seconda notte di nozze, in cui, con abilità e sensibilità, è riuscito a mettere insieme, sempre in felicissimo equilibrio, sia i sentimenti sia l’umorismo, anche, di sfondo, con impegno civile. Come cornici ci ha abituati alla sua Bologna o all’Emilia. [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Terzo e ultimo film italiano in concorso, La seconda notte di nozze di Pupi Avati, tratto dal breve romanzo del regista pubblicato da Mondadori, è un film avventuroso, elegiaco e bello che con delicatezza malinconica rovescia le idee convenzionali e dice cose dure anche se non nuove: che l'essere umano può diventare abietto, quando è affamato o alimentato da pregiudizi.

Emanuela Martini
Film TV

Giordano di mestiere fa lo “sminatore”, cioè quello che disinnesca le mine inesplose rinvenute nei campi e nelle strade nel dopoguerra. È un po’ svanito, perciò viene considerato il più “sacrificabile”; e poi smina come un gioco e come per gioco tiene lontani i ragazzini che potrebbero farsi male. Ma Giordano, che vive in un paesino della Puglia con due zie decise e burbere che portano avanti l’azienda [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

Gli “avatiani” sono un partito, come i “non avatiani”. Ma noi glissiamo, in cerca dell’obiettività. Il tema e l’anima di La seconda notte di nozze devono stare ben piantati nel cuore di Pupi se ha contemporaneamente scritto un romanzo e fatto un film dallo stesso titolo. Riconosciamo l’umanità minuta, ingenua e cialtrona, un po’ di buon cuore e un po’ maligna che più volte il bolognese ha raccontato. [...] Vai alla recensione »

Priscilla del Ninno
Il Secolo d’Italia

È decisamente l’amore coniugale il tema dominante delle uscite cinematografiche. A meta di un cartellone che riserva grandi spazi a trascurabili titoli Usa e pellicole per amatori di varia provenienza, si fanno largo due film attesissimi dal pubblico e già promossi a pieni voti dalla critica, che ha avuto modo di vederti in anteprima nelle diverse vetrine festivalere che li hanno ospitati.

Natalino Bruzzone
Il Secolo XIX

Finalmente. Il cinema italiano c’è e fa sentire il suo profumo più vero di commedia. E con La seconda notte di nozze batte almeno tre colpi: i ) l’interpretazione miracolistica di Antonio Albanese; 2) il tocco e il senso di Pupi Avati per la fantasia lunare che declina sempre nei sentimenti con i piedi a terra per poi tornare a guardare il cielo; 3) un’ambientazione che riprende l’epoca del neorealismo [...] Vai alla recensione »

Redazione
Il Mattino

Avati possiede il tocco all'antica, nel senso che cerca intrecci che trasmettano prima di tutto a se stesso e poi allo spettatore il sapore & il colore di un testo inquadratura dopo inquadratura: così chiunque nella sua filmografia può scegliersi il bello, il medio (e, perché no, il brutto) senza procurare o procurarsi casi giornalistici e duelli filologici.

Maurizio Cabona
Il Giornale

La dedica «a tutti i bambini che fecero una grande luce», esplodendo su mine, rende di per sé insolito La seconda notte di nozze di Pupi Avati. Dei tre film italiani in concorso alla Mostra, è l’unico a esprimere i dolori dl un popolo anziché gli afrori d’una classe (privilegiata). Scelta e direzione degli attori sono felici. Il tipico ruolo avariano del brav’uomo, brutto e segnato) dalla vita, si [...] Vai alla recensione »

Dario Zonta
L'Unità

Ricordando con precisione il chiaro monito antisistema, datato 1996 e intitolato Festival, in cui Massimo Boldi, attore contrito, si vede sfuggire una meritata Coppa Volpi causa le solite pastette con premi piotati, siamo rimasti sorpresi nel vedere Pupi Avati riaccettare la sfida della competizione ufficiale al Lido. Per uno che non ha bisogno di traini commerciali il quesito rimane di difficile soluzione. [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

Tutti e tre i film italiani scelti per concorrere al Leone d’oro sono tratti da romanzi italiani contemporanei. Due su tre sono tratti da romanzi degli stessi registi che poi li hanno trasformati in film. Fra i tre è La seconda notte di nozze di PupiAvati (film e libro: edito da Mondadori) il più misterioso. Quello di cui si sa meno, quello sul quale l’autore è rimasto sinora più abbottonato.

Michele Anselmi
Il Giornale

Pupi Avati non rilascia interviste prima di Venezia. Il suo film, La seconda notte di nozze, passerà in concorso alla Mostra il 9 settembre, penultimo giorno, dopo I giorni dell'abbandono di Roberto Faenza e La bestia nel cuore di Cristina Comencini. Ma passeranno altri due mesi prima che esca nelle sale, ai primi di novembre. Per questo il sessantaseienne cineasta bolognese non ha fretta di promuoverlo. [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Quando in Italia si faceva la fame. Quando nei campi c’erano le mine. Quando ai matti si faceva l’elettrochoc, mentre i figli imbroglioni erano pronti a vendersi la mamma. E non per modo di dire. Ogni film di Pupi Avati è una favola nutrita di realtà deformate o ingentilite dal ricordo. Ogni risata di Avati nasconde un dolore, una bruttura, un rimorso: non necessariamente suo, perché in questa Italietta [...] Vai alla recensione »

Francesco Bolzoni
Avvenire

La seconda notte di nozze ha chiuso allegramente la 62. Mostra del cinema che, a dispetto dell’intestazione, di arte ne propone ormai poca e che, a ripensarci, non ci ha riservato momenti divertenti. Pupi Avati, sceso in Puglia dalla natia Bologna, ha il merito di conservare fresca la memoria che gli consente di ricordare e di rappresentare gli anni del secondo dopoguerra del ‘900 quando, a causa delle [...] Vai alla recensione »

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Se fossimo tutti buoni «staremmo coi preti», dunque bisogna essere anche un po' cattivi, se no i preti chiuderebbero bottega. Munito di morale salvapreviti, il peccatore (e chi è senza peccato?), da consolare, vezzeggiare o confessare, entra in questo film, ambientato nel `47, nel quale le suore non tolgono mai il velo, nemmeno a letto, estasiando bin Laden, e i preti, sigaretta in bocca, tollerano [...] Vai alla recensione »

winner
miglior attrice
Nastri d'Argento
2006
winner
migliori costumi
Nastri d'Argento
2006
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