Anno | 2023 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Claudio Casale |
Attori | Yile Yara Vianello, Andrea Palma, Regina Orioli . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 1 settembre 2023
Una giovane coppia decide di andare a vivere in una comunità dedita alla cura dello spirito e alla contemplazione della fertilità. Un fatto imprevisto sconvolgerà però questo clima di benessere.
CONSIGLIATO SÌ
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Gemma e Adriano sono giovani e attendono per la prima volta di diventare genitori. Hanno deciso di lasciare temporaneamente la quotidianità per far sì che la gravidanza si realizzi all'interno di una comunità spirituale, che vive seguendo meditazioni e preghiere, finalizzate alla nascita sotto l'influsso di un Uovo dorato che ne domina il tempio. Adriano fa più fatica ad entrare nel mood comune mentre per Gemma è più facile. Fino a quando un evento inatteso e indesiderato provoca in entrambi una crisi che potrebbe essere portatrice di negatività oppure di nuove opportunità.
Un'opera che si avvale dell'adesione del regista (che ne è anche coproduttore) a una tematica complessa che si presta a più interpretazioni.
Dopo un'introduzione il film di Casale si divide in tre parti denominate Guscio/Albume/Tuorlo. Si tratta di una tripartizione decisamente interessante perché fa sì che lo spettatore ogni volta sia sollecitato a prendere posizione. A tale proposito l'invito è quello di non leggere il commento del regista riportato sul sito della Biennale. Si finirebbe con il venire orientati mentre il bello di questo film sta invece nella libertà che lascia a chi guarda sostenendo poi la narrazione con effetti cromatici suggestivi. Perché nella prima parte si assiste all'ingresso della coppia nella comunità, si partecipa ai riti, se ne comprendono le regole di base. Si finisce anche con il prendere parte per Gemma che è pronta ad aderire ai dettami o per Adriano che, sebbene sia stato in India (dove ha conosciuto Gemma) e ne abbia apprezzato la filosofia, ha degli accenni di scetticismo. Ciò che accade poi, e che non va rivelato anticipatamente, spinge gli scettici a pensare che, da quel momento, almeno uno dei due smaschererà le finzioni della setta portando alla luce la verità. Chi invece ha fatto proprie le convinzioni di Gemma potrà ritenere che solo nella comunità sarà possibile per la coppia ritrovare la serenità incrinata. La terza ed ultima parte si trasforma in un 'prendere o lasciare' perché a questo punto la presa di posizione nei confronti di quanto accade sullo schermo non può rifugiarsi in zone grigie o di non giudizio.
Ovviamente ognuno trarrà le sue conclusioni che potranno anche essere molto distanti da quelle di Casale. Resta comunque il fatto che sia la sceneggiatura sia la regia sanno come sostenere una materia non facile grazie anche all'interpretazione di Yile Yara Vianello e di Andrea Palma che sanno dare verosimiglianza ai loro personaggi. Anche se poi ogni spettatore potrà valutare se in toto o solo fino a un certo punto.
Un’opera che si avvale dell’adesione del regista (che ne è anche coproduttore) a una tematica complessa che si presta a più interpretazioni.
Dopo un’introduzione il film di Casale si divide in tre parti denominate Guscio/Albume/Tuorlo. Si tratta di una tripartizione decisamente interessante perché fa sì che lo spettatore ogni volta sia sollecitato a prendere posizione.
Perché nella prima parte si assiste all’ingresso della coppia nella comunità, si partecipa ai riti, se ne comprendono le regole di base. Si finisce anche con il prendere parte per Gemma che è pronta ad aderire ai dettami o per Adriano che, sebbene sia stato in India (dove ha conosciuto Gemma) e ne abbia apprezzato la filosofia, ha degli accenni di scetticismo. Ciò che accade poi, e che non va rivelato anticipatamente, spinge gli scettici a pensare che, da quel momento, almeno uno dei due smaschererà le finzioni della setta portando alla luce la verità.
La terza ed ultima parte si trasforma in un ‘prendere o lasciare’ perché a questo punto la presa di posizione nei confronti di quanto accade sullo schermo non può rifugiarsi in zone grigie o di non giudizio.
Resta il fatto che sia la sceneggiatura sia la regia sanno come sostenere una materia non facile grazie anche all’interpretazione di Yile Yara Vianello e di Andrea Palma.