Uno, due: quando si nomina Pang si sa benissimo che non si sta parlando di una persona sola, ma di due. Due sono i Pang del cinema per l'eccellenza: Danny e Oxide. Due filmakers che rendono vivo anche quello che si pensa definitivamente morto, celebrando il senso dell'oscuro e della paura che muove la macchina da presa e si fa strumento di labbra tremolanti, quanto basta per disegnare un'emozione spaventosa sul viso. Creativamente geniali, sono stati corteggiati dall'America, nazione nella quale hanno trasferito i loro strani rumori e le loro apparizioni, sì, i loro fantasmi, mettendo a dura prova i personaggi dei loro film. Il mondo dei Pang è un mondo di presenze violente, dove c'è ancora spazio per uno spiraglio della Ragione, dove le case sono ancora infestate e gotiche anche quando si trovano nel North Dakota, fra campi di girasoli. Fra storie banali e altre più interessanti, tessono il filo della suspense che li ha portati a svelare un orrore metafisico che si rivela salvifico, ma che sottolinea ogni volta che i mostri più pericolosi sono quelli più normali.
Fratello gemello di Oxide, Danny è nato dopo di lui, a soli 15 minuti di distanza. Nato e cresciuto a Hong Kong, comincia la sua carriera a Bangkok, nella casa di produzione Kantana Group, come nel campo del color granding (un processo di alterazioni di colori nelle pellicole cinematografiche). Oltre a quello, Danny lavora anche come attore nel telefilm Freddytex (1994), ma si tratta di un piccolissimo ruolo, mentre molto più spazio occuperò il lavoro di montatore per il regista Wai-keung Lau con il quale lavora dai tempi di Fung wan - Hung ba tin ha (1998) con Sonny Chiba. È sempre lui il montatore della trilogia Infernal Affairs (2002-2003).
Il film d'esordio
Da sempre appassionato a generi legati alla suspense come il thriller e l'horror, collabora con suo fratello al suo film d'esordio coadiuvandolo nella regia. Viene firmato così Bangkok Dangerous (1999) che combina i loro talenti.
Il successo di The Eye
Talenti che esplodono definitivamente con l'horror The Eye (2002), storia di una ragazza cieca che, dopo un trapianto corneale, comincia a essere perseguitata da ombre e allucinazioni. In tutto il film non viene versata una goccia di sangue e il terrore che fuoriesce da questa ghost story è retto unicamente da ciò che viene solo immaginato e non da ciò che viene mostrato. Elegante, soft, simbolico, purtroppo il film (un piccolo cult dell'horror asiatico) si perde nella trilogia che ha creato con The Eye 2 e The Eye 3 - Infinity.
Il periodo americano
L'America a quel punto si accorge di loro e usa il soggetto di The Eye per farne un remake americano (tanto per cambiare le loro abitudini quando la mancanza di idee si fa sentire) e invita i Pang a dirigere The Messengers (2007), non all'altezza dei precedenti. Oltre a questo, sono incaricati di fare un remake americano del loro primo film, Bangkok Dangerous - Il codice dell'assassino (2008) che ha però Nicolas Cage nel cast. Paura, azione adrenalinica, suoni da brividi, belle scenografie. Ma non basta, i Pang per migliorare hanno sempre bisogno di una sceneggiatura che non ripeta tutti i luoghi comuni dell'horror orientale ormai morente.