Sono stato fra i primi a vedere il film di Claudio Malaponti, tratto dal romanzo di Pino Farinotti, 7 km da Gerusalemme, quando era ancora in sala montaggio. E certo sono stato il primo a recensirlo, su MYmovies.it. È una regola che il film rilanci il libro e la regola non è stata smentita, 7 km è diventato un bestseller e continua ad essere presente nelle librerie con colonnine abbastanza alte. A fine febbraio nelle librerie è stato distribuito il nuovo romanzo di Farinotti "E l'angelo partì da lei", ancora edito dalla San Paolo.

Il successo di "7 km" ha indotto l'autore e l'editore a pensare a uno sviluppo. Si è ragionato su alcune opzioni, una sorta di parte seconda, di sequel, di evoluzione. Ma il racconto aveva un suo preciso equilibrio e una parabola che andava a chiudersi senza lasciare margini. 7 km non era Harry Potter o James Bond.
Così, la soluzione è stata un'"evoluzione". Protagonista non è più un pubblicitario, ma una giovane donna, Elena, madre di Massimo, di sette anni. Al bambino viene diagnosticato un tumore, al cervello. Con tutto ciò che ne consegue nei rapporti di tutti, interni alla famiglia, col lavoro, con gli amici e col mondo. Soprattutto è il dolore immane, sproporzionato, immeritato del bambino ad essere al centro del racconto. Tutte le strade vengono percorse, Elena abbandona tutto per essere vicino al figlio, il rapporto con Vanni, il marito, si guasta. Ogni volta che vede suo figlio in posizione orizzontale per le cure, Elena viene aggredita da una cefalea terribile. Una sera, mentre cerca di resistere al dolore, sente una mano sulla fronte, il dolore sembra arrestarsi, poi sparisce. La mano appartiene a Maria, una bella donna, un po' misteriosa. Maria si prende cura del bambino, che migliora. Elena, spirito laico, è molto colpita da questo potere molto forte, anomalo. Cerca di capire. Accoglie segnali particolari, fino a chiedersi se quella Maria non sia davvero "Maria", intervenuta per sanare qualcosa di tanto grave e cattivo da richiedere un intervento "particolare", più che umano. Le due donne si confrontano, Elena sa di poter fare le domande, ma non tutte, sente di dover concedere una zona franca. "Maria, hai dei figli?" "Ne avevo uno, è morto... si occupava di... sociale." Massimo sembra guarire, e pareva (quasi) impossibile. Ma quando Elena è ormai convinta del "miracolo" ecco che il bambino ha una ricaduta, impietosa. La donna dovrà riaffrontare il dolore e anche l'immane domanda sul ruolo di quella strana Maria. La soluzione arriva.

Lo schema è dunque vicino a quello di 7 km, dove il protagonista si confrontava con (un probabile) Gesù, e qui con una (probabile) Maria. La parte di dubbio è importante, fa parte della ricerca dell'autore e della ricerca di tutti.

Farinotti ha già ceduto i diritti cinematografici a Claudio Malaponti, il regista di 7 km. che sta organizzando una co-produzione europea. Il ruolo di Maria è già stato assegnato, a Sophie Marceau. Per quello di Elena si pensa a una giovane attrice italiana. Soprattutto sarà presente Luca Ward, che farà di nuovo Alessandro Forte, il protagonista di 7 km da Gerusalemme, che torna anche in questo racconto. Malaponti e Farinotti hanno già completato la sceneggiatura.

Un'anticipazione del libro, uno stralcio che è sempre decisivo, l'incipit.
"Definirò quanto accaduto come la vicenda, per semplicità, anche se in ciò che ho vissuto c'è davvero poco di semplice. Qualcosa è sopraggiunta imprevista, decisiva e proprio al momento opportuno, quando ero nel fondo del dolore ed ero morta senza essere morta. La vicenda si è presentata ben prima del mezzo del cammino della mia vita. Avevo solo trent'anni e il percorso che avevo compiuto va raccontato con gli occhi di allora, in un presente che se n'è andato per sempre."