
Fabrizio Gifuni interpreta "il papa nella tempesta".
di Désirée Colapietro Petrini
Il papa che ha traghettato la Chiesa nella modernità
Fabrizio Del Noce, non solo in qualità di Direttore di Raiuno ma anche come capo di RaiFiction al posto di Agostino Saccà, ha aperto questa mattina la conferenza stampa di Paolo VI - Il Papa nella tempesta, film scritto da Francesco Arlanch, Maura Nuccetelli e Gianmario Pagano, diretto da Fabrizio Costa ed interpretato da Fabrizio Gifuni, nel cast insieme a Mauro Marino (Don Pasquale Macchi), Antonio Catania (Padre Giulio), Mariano Rigillo (Cardinale Tisserant), Sergio Fiorentini (Cardinale Gasparri) e molti altri.
Accolto da un applauso, Del Noce ha spiegato: "Pur avendo assunto tale incarico dallo scorso luglio, non ho volutamente preso parte alle altre conferenze stampa per film cui non ho partecipato. Questa fiction, al contrario, l'ho fortemente voluta e, pur sapendo che sarei andato incontro a contrasti per farla realizzare, ho ritenuto fosse importante per il servizio pubblico. Ho condiviso pienamente il sottotitolo deciso dalla LuxVide di Luca e Matilde Bernabei perché credo che mai nessun Pontificato abbia vissuto in un periodo storico così politicamente e spiritualmente difficile, perché, come lo stesso Paolo VI disse: 'Si può scendere da un trono ma non da una croce'. È riduttivo pertanto pensare che una fiction della durata di 200 minuti scarsi abbia la pretesa di raccontare tutto sotto le angolature più disparate. Quello che abbiamo fatto è stato mettere al servizio della gente un documento su quel complesso periodo storico che ha ruotato intorno al '68 e che ha profondamente segnato l'umanità".
Uomo di fede e di libertà
In onda in prima serata su Raiuno (domenica 30 novembre e lunedì 1 dicembre), Paolo VI - Il Papa nella tempesta, realizzato in otto settimane di riprese, è la storia di un Papa che ha traghettato la Chiesa nella modernità ma la cui vita riflette l'intera storia d'Italia dal Fascismo agli anni di Piombo. "Paolo VI è stato il primo Papa a tornare nella Terra di Gesù. Il primo a riabbracciare il Patriarca ortodosso. Il primo Papa a parlare alle Nazioni Unite", hanno spiegato gli autori. "Un uomo del dialogo e del confronto, uomo di fede e di libertà. Portò a complimento il Concilio voluto dal suo predecessore, offrì al mondo il messaggio della Popolorum Progressio per richiamare gli uomini alla giustizia sociale in un mondo che stava cambiando per sempre. E a quegli stessi uomini disse una parola esigente sull'amore con l'enciclica Humanae Vitae. Uomo di amicizia e di pace, accettò il dolore dell'incomprensione per amore della Verità, ma volle anche rivolgersi alle Brigate Rosse, pur di salvare la vita di un uomo". Ed è proprio nella sua amicizia con Aldo Moro che si riflette l'intera storia d'Italia che va dalla sua elezione (21 giugno 1963) alla sua morte (6 agosto 1978).
La benedizione di Ratzinger
Per realizzare questo progetto abbiamo dovuto documentarci molto", ha detto Matilde Bernabei. "Il nostro impegno era quello di trasferire con calore e quindi in maniera umana una vita estremamente complessa come quella di un Papa che a differenza degli altri non godeva di un marchio indelebile nell'immaginario collettivo. Dovevamo renderlo vicino al cuore della gente restituendo a Paolo VI l'onore e la possibilità di essere vicino a credenti ma non solo. In questo l'interpretazione di Fabrizio Gifuni è stata straordinaria".
"Vivere questi anni di Storia così importanti dalle stanze del Vaticano è stato molto interessante", ha raccontato il protagonista. "Mi sono sin da subito chiesto il motivo per cui un Papa così centrale abbia subito questo strano destino di essere rimosso rimanendo schiacciato da due Papi che invece sono state due vere e proprie icone mediatiche. La prima cosa che ho fatto è stata quella di andare a cercare del materiale nelle librerie vaticane e sono rimasto sorpreso del fatto che non esista, a differenza di altri, nemmeno una cartolina con l'immagine di questo Papa. Eppure il suo Pontificato ha attraversato anni importanti, che hanno cambiato la storia del mondo. La sua figura mi ha fatto pensare ad Amleto. Entrambi infatti sono stati definiti 'indecisi' ma sono tutt'altro che questo. Sono stati degli intellettuali veri e come tali si sono fatti attraversare in maniera autentica dalla complessità delle cose. Paolo VI, oltretutto, era anche un mistico. Per prepararmi alla parte, ho ascoltato molte registrazioni di udienze private rimanendo colpito dalla sua capacità di cambiare registro vocale: pur avendo una voce da tenore leggero ne aveva costruita una più grave".
Il risultato di una così minuziosa preparazione è un'interpretazione lodevole che è valsa i complimenti dello stesso Papa Ratzinger. In occasione della proiezione privata di alcune settimane fa in una saletta del Vaticano, gli ha infatti testualmente detto: "Complimenti, era molto difficile restituire la complessità di tutti questi passaggi".
Nessuna bocciatura dunque da parte di Benedetto XVI come trapelava da alcuni giornali nei giorni scorsi. "La fonte di tale commento è anonima", ha aggiunto Matilde Bernabei, "pertanto la dice lunga sulla veridicità della notizia. Il film è stato ben accolto in Vaticano ed anzi, per essere il più fedeli possibili alla descrizione di Paolo VI, ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione dei Cardinali Comastri e Re che hanno personalmente conosciuto Montini". "La principale difficoltà è stata trovare la giusta chiave di lettura", ha concluso il regista. "Questo Papa non godeva del mito popolare. Ci siamo soffermati su quanto una responsabilità così grande come l'incoronazione lo abbia portato a sfidare i propri limiti. In questo senso non abbiamo fatto altro che esaltare il potenziale umano".