Sergio Leone diceva di lui: " Mi piace Clint Eastwood perché è un attore che ha solo due espressioni: una con il cappello e una senza cappello" una frase che andava quasi a denigrare la figura del Clint attore sottolineando la carenza di emozione e spessore che il suo personaggio emanava. Oggi nel 2011 Eastwood è un Regista ottantenne con la R maiuscola che ci ha regalato lungometraggi indimenticabili da inserire di diritto nella storia ultracentenaria della pellicola, dei lavori che abbondano di quelle caratteristiche che Leone non vedeva nell'attore. La sua storia cinematografica è un crescendo continuo, i suoi film migliorano con il tempo come il buon vino, quel tempo che ha reso l'uomo sempre più emotivo, riflessivo, amante dell'essenza delle cose e non più dell'apparenza. Quando un uomo sulla soglia degli ottanta anni ha una mente come quella di Eastwood non può non filosofeggiare su quello che è il tema centrale della vita: la morte. Hereafter è molto più di un film, è arte...la visione innalza lo spirito umano, si ha l'impressione di lievitare in mondo parallelo, di vagare tra i meandri dei personaggi senza però perdere di vista la realtà che è molto più vicina di quanto si possa immaginare. Il tema centrale è la morte, un tema che non viene analizzato e trattato con insistenza ma con ponderatezza e naturalità non si scende mai nel banale e non si sale mai nel filosofico, è proprio questa la grandezza del film il suo essere naturale. L'uomo può rapportarsi in tre diversi modi con la morte: cercando di fuggire da essa vivendola quotidianamente, cercandola dopo averla vissuta per un attimo, cercando risposte dopo averla subita personalmente con la morte di un caro...tre casistiche reali rese tali da avvenimenti vissuti direttamente e indirettamente dall'uomo: un incidente stradale, lo tsunami, incidente in metropolitana niente di più vicino alla quotidianità. La domanda è: esiste l'hereafter? e se esiste cos'è?cosa ci attende? La risposta non la conosce neanche chi lo vive quotidianamente e ne vuole fuggire, allora da cosa fugge? perchè chi lo ha vissuto cerca risposte? tutti interrogativi che quando vengono fuori rovinano la vita: quella lavorativa della giornalista quella sentimentale del sensitivo e la giovinezza del ragazzo. Eastwood quindi non da risposte ma ci fornisce la soluzione: guardare avanti, guardare al futuro come fa George che immagina il bacio, lasciarsi alle spalle il passato. Significativa è una frase del film: "La vita non è vita se hai a che fare con la morte". Il film della maturità per il regista americano, grazie Clint, grazie per quello che ci hai dato.
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cannabbal
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domenica 16 gennaio 2011
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clint, ci aspettavamo di più
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In realtà era il sigaro e non il cappello... vabbè il significato è lo stessoComunque il succo del film è chiaro e tu lo hai descritto perfettamente, il tema della morte è ben analizzato da Eastwood e ben interpretato dagli attori, ma dire che questo è il film della maturità di Eastwood è un po' troppo. Il film è tecnicamente all'altezza di Clint, c'è un'incantevole fotografia e un buon montaggio, ma il film è piatto e troppo lungo e a tratti ripetitivo. Infine quella sparata iniziale dello tsunami, che ti lascia a bocca aperta, serve solo a far crescere l'adrenalina iniziale dello spettatore per poi farla spegnere nel corso del film, lasciando un senso di pesantezza.
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(di marv89)
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marv89
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sabato 22 gennaio 2011
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ma quale sigaro?
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......per favore non parlate se non sapete le cose.....ricerca la frase sul web
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ubimario
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sabato 28 maggio 2011
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clint
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Sono d'accordo , i tuoi giudizi su Eastwood completamente condivisibili!! Il cinema,al di la dei tecnicismi,tipo ,fotografia,sogggetto,colonna sonora,bravi attori,montaggio,ecc. ecc.,.......non è nulla se non c'è......quella "magia",che solo grandi registi sanno ,trasmettere!!.......Film "Magico" ,questo; secondo me!!....Perchè trasmette!!!!...appunto!!.....fa riflettere!!!...e sopratutto.....EMOZIONA!!!Il tema affrontato con cotanta "grazia" dal regista,senza cadere nel "banale",merita un elogio incondizionato.......Nell'aria,la ricerca quasi disperata,il bisogno ancestrale,di, "risposte",che.....Ci sono?....Non ci sono?.....Ad ognuno le inevitabili riflessioni.........."Inevitabile",riflettere.
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Sono d'accordo , i tuoi giudizi su Eastwood completamente condivisibili!! Il cinema,al di la dei tecnicismi,tipo ,fotografia,sogggetto,colonna sonora,bravi attori,montaggio,ecc. ecc.,.......non è nulla se non c'è......quella "magia",che solo grandi registi sanno ,trasmettere!!.......Film "Magico" ,questo; secondo me!!....Perchè trasmette!!!!...appunto!!.....fa riflettere!!!...e sopratutto.....EMOZIONA!!!Il tema affrontato con cotanta "grazia" dal regista,senza cadere nel "banale",merita un elogio incondizionato.......Nell'aria,la ricerca quasi disperata,il bisogno ancestrale,di, "risposte",che.....Ci sono?....Non ci sono?.....Ad ognuno le inevitabili riflessioni.........."Inevitabile",riflettere......Per questo.....GRANDE FILM!!!!
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