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                Dopo anni e anni di tira e molla tra i piani alti del cinema italiano e non, ecco che la storia criminale di uno dei più grandi esponenti del mestiere viene messa in pellicola: quella di renato Vallanzasca. Il peso del film viene preso da Placido uno che in quanto a polveroni alzati per i suoi lavori non è nuovo dopo il poco riuscito,dal mio punto di vista,romanzo criminale (le motivazioni di tale affermazioni le troverete nel forum del rispettivo film). Chi è Renato Vallanzasca? è una domanda che i giovani italiani poco informati si pongono in questi giorni e alla luce di queste lacune storiche, perchè di storia si parla, ecco che viene in nostro soccorso la pellicola in questione e il maestro placido. Sarà un cattivo maestro come molti lo hanno delineato? Userà i suoi giochetti per denigrare figure o ideologie varie? La risposta è nel film e nella storia del personaggio. In primis Placido non poteva allontanarsi piu di tanto dalla storia poichè Vallanzasca è stato un uomo lontano da ideologie politiche di partito e dalla politica stessa quindi tolti questi interessi non poteva fare altro che descrivercelo così come la storia ce lo ha consegnato. La rappresentazione è ottima, Kim Rossi è un attore eccellente (raro diamante in italia) che con la sua professionalità e accuratezza nello studio del personaggio ci mette di fronte alla sua miglior interpretazione, il resto del cast è pieno di alti e bassi con alcune scene in cui si nota carenza interpretativa. La fotografia non è eccelsa limitata da un budget non hollywoodiano anche se resta buona; per intenderci la milano anni ottanta non arriva allo spettatore poichè ci si è limitati al vestiario e automobili, ma ripeto è un limite monetario. E' palese quindi che il film nasce già conoscendo i suoi limiti che a mio avviso lo hanno ridotto a ottimo film; a rafforzare la mia tesi è lo stesso vallanzasca che dice in un intervista:   «È un bel film, poteva essere un capolavoro. Non mi pare dia un senso esatto di quello che sono. Ho visto solo pezzi e letto la sceneggiatura, ma una volta ho detto a Michele: mi sembra di essere un matto scatenato che non va a letto se non ha fatto disastri e non si alza se non è stato almeno con tre donne. Questo non sono io»Vorrei soffermarmi su queste dichiarazioni: poteva essere un capolavoro... ebbene si, la storia del bel renè ha poco da invidiare a quella di Jacques Mesrine o dei componenti della banda della magliana o a quella di altri criminali pseudo-reali come tony montana e charlie il brigante, è uno spezzato di storia d'italia scuro ma pur sempre reale e cinematograficamente eccelso che poteva essere riportato meglio in pellicola, è qui che mi riaggancio al discorso dei limiti del cinema italiano che non consente oggi come oggi di sfruttare tutto il potenziale. Per quanto riguarda il carattere del Vallanzasca è evidente una non corrispondenza con il reale, lui era un uomo composto freddo molto riflessivo viene definito detenuto modello nei carceri dove è stato rinchiuso lontano dal personaggio impulsivo quasi folle che viene delineato dal film. Un discorso a parte sono le critiche piovute sul regista accusato di aver quasi divinizzato il personaggio, pregiudizi verso la persona poichè è lo stesso cinema che per definizione crea idoli anche negativi facendo apparire il criminale di turno un uomo che prova emozioni che ha valori, ma sta poi allo spettatore cogliere dal film solo ciò che è costruttivo per lui. OTTIMO FILM, il migliore di Placido
 
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