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Jack Torrance, insieme alla moglie Wendy e al figlioletto Danny, decide di recarsi all’Overlook Hotel, un albergo isolato e montano, poiché era riuscito ad ottenere il lavoro di custode invernale, una mansione solitaria e poco appagante, accettata da Jack in quanto desiderava tranquillità per la realizzazione del suo nuovo libro. Dopo l’incontro con il cuoco, l’hotel si spopola in fretta e in breve si apre in tutto il suo lusso e la sua vuota grandezza a loro tre. Oltre a dover far fronte alle rigide condizioni climatiche, la famiglia sarà sottoposta a degli assalti psicologici, a degli attacchi ai loro nervi e alla loro mente che faranno vacillare e scivolare nella pazzia Jack, nel quale si insidierà una follia omicida che si riverserà contro coloro che ama di più, ovvero sua moglie e suo figlio.
Film diretto da Kubrick, tratto da un racconto di Stephen King, risulta un’opera coinvolgente e di gran suspense. Le scenografie lussuose, fredde, vuote e labirintiche contribuiscono a spiazzare lo spettatore, a creare un’aura di mistero che ha i suoi picchi nelle allucinate visioni di morte (la vecchia della stanza 237, le due bambine, il sangue che si riversa fuori dagli ascensori) e di vita (i saloni dell’albergo pieni di gente che festeggia); entrambe sono ben realizzate ed estremamente suggestive e le seconde in qualche modo ricordano il finale di “Titanic”, sebbene siano più tenebrose e infide. Jack Nicholson funge sicuramente da perno del film, che senza di lui non sarebbe stato lo stesso; folle, luciferino, pronto a tutto, straziato da tremendi e vividi incubi. Non male neppure la moglie (che è la figlia del grande Duvall), meno bene il bambino, la cui performance, monocorde e poco espressiva, forse risentiva della “regia creativa di Kubrick” (era la sua prima prova d’attore e il regista, temendo che alcune scene fossero troppo forti per lui, fece in modo, attraverso una regia creativa che non capisse mai che si trattasse di un horror,; ad esempio l’incontro con le gemelle fu filmato in due momenti diversi e poi montato insieme)che lo rendeva estraneo alla vicenda. Ottime le ultime sequenze e tanto sibillino quanto suggestivo il finale, che pone interrogativi allo spettatore: Com’è possibile ? Allora vuol dire che Jack è sempre stato … ?
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