La rivincita di Natale |
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Un film di Pupi Avati.
Con Diego Abatantuono, Carlo Delle Piane, Alessandro Haber, Gianni Cavina, George Eastman (II)
Drammatico,
durata 99 min.
- Italia 2004.
MYMONETRO
La rivincita di Natale
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Quanto costa vendicarsi?
di LucaGuarFeedback: 6034 | altri commenti e recensioni di LucaGuar |
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domenica 13 ottobre 2024 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Diciotto anni dopo "Regalo di natale", unanimemente o quasi ritenuto (giustamente) uno dei capolavori di Avati, il regista bolognese ci regala un sequel. Spesso i secondi capitoli tradiscono le aspettative, a maggior ragione quando hanno come antecedente un grandissimo film: non stavolta. Anche qui, come nella pellicola del 1986, la narrazione è armoniosa, tutto scorre meravigliosamente bene senza forzature nell'intreccio. Franco, uscito distrutto dal tradimento di Ugo e dalla vittoria dell'imperscrutabile avvocato Santelia, non si dà pace per i ricordi di quella notte nonostante sia riuscito, nel corso degli anni, a riprendersi brillantemente dal punto di vista economico, "grazie" alla sua separazione, visto che il suocero, pur di allontanarlo dalla famiglia, lo salvò grazie a un ingente donazione di mezzo miliardo. L'espediente con cui Avati fa iniziare il gioco è geniale: Franco conosce ad una festa un oncologo che gli parla della della partita di diciotto anni prima, e si dichiara come il medico che ha operato ai polmoni Lele, malato di cancro. Franco, saputa la notizia, si reca da Lele e da lì riparte la catena che si riallaccia al fatidico tavolo verde. Le vite di tutti gli altri protagonisti non sono migliorate rispetto a diciotto anni prima, anzi sembrano essere ancora più tristi e vuote. La partita stavolta prende una piega inaspettata: Franco sembra in grossa difficoltà, mentre gli inetti Ugo e Lele iniziano stranamente a vincere molti punti e ad accumulare tantissimi soldi. Si viene a scoprire, alla fine della partita, che Franco si era accorto dell'ennesimo tranello che Ugo (in accordo con Lele) gli stava tendendo: si era accordato con un potente imprenditore, il finto oncologo che Franco aveva conosciuto alla festa, che aveva usato anche la sua bellissima moglie per ingannarlo. Il finale della partita è tuttavia il ribaltamento di quella precedente: Franco, con un incredibile poker d'assi stravince la partita e manda in rovina, definitivamente, i due ex amici. Sembra (e qui Avati ce lo mostra in modo un po' velato) che stavolta Franco si fosse accordato con l'avvocato, che funge anche stavolta da ago della bilancia, una sorta di giudice, una personalizzazione di dike, anche se ambigua e indecifrabile.
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