Senso

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Un film di Luchino Visconti. Con Massimo Girotti, Rina Morelli, Farley Granger, Alida Valli, Christian Marquand.
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Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 115 min. - Italia 1954. MYMONETRO Senso * * * * - valutazione media: 4,15 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Il senso estetico e aristocratico viscontiano Valutazione 4 stelle su cinque

di LucaGuar


Feedback: 6034 | altri commenti e recensioni di LucaGuar
domenica 13 aprile 2025

Con "Senso" del 1954 Visconti, (assieme a Suso Cecchi D'Amico per la sceneggiatura) si inoltra nel dramma a sfondo storico. Siamo nel 1866, alla vigilia della Terza guerra d'indipendenza che assegnerà il Veneto al Regno d'Italia, nonostante la sconfitta italiana a Custoza, forte dell'alleanza con la Prussia. La contessa Livia Serpieri è un'aristocratica veneziana sposata con un anziano nobile, ricco e filoaustriaco, ma la donna nutre sentimenti patriottici, così come il cugino, accusato dagli austriaci di tramare contro di loro. Nonostante ciò la donna si invaghisce di un ufficiale austriaco, Franz Mahler, che sembra corrisponderle. Si verrà però a scoprire che l'austriaco è un impostore e un baro, che sfrutta le donne con il suo fascino per farsi sostenere economicamente e in particolare per pagare un medico per farsi riformare e disertare l'imminente battaglia. L'ufficiale, con una scusa, si dilegua ma la contessa, incurante dei pericoli dell'atmosfera bellica, lo raggiunge a Verona, anche se non avrà l'accoglienza che si aspetta: Mahler è completamente ubriaco, in compagnia di una giovane prostituta, e gli rivela tutta la drammatica verità sul loro rapporto. Livia allora si vendica immediatamente: comunica agli austriaci la diserzione di Mahler, il quale viene fucilato.
"Senso" è un film imponente dal punto di vista estetico, quasi ai limiti della perfezione visiva: i movimenti di macchina sono semplici ed essenziali, e si adattano perfettamente all'incedere della storia; il montaggio è notevole per l'epoca e le scenografie sono di un livello inarrivabile, così come i costumi curati da Piero Tosi. Insomma Visconti ci presenta un dramma in un contesto storico perfettamente ricostruito, in cui il destino comune, collettivo, storico e le vicende personali non combaciano se non all'inizio: la contessa abbandona i propri ideali per l'amore sincero che prova per l'austriaco, quest'ultimo invece di ideali non ne ha, se non simulati, e persegue solamente il prorpio fine, anzi si perde nell'inseguire le proprie passioni. Il titolo ci offre uno spunto importante per orientarci nella comprensione del significato del film: "senso" è appunto l'orizzonte in cui si muove il vile ufficiale austriaco, che insegue le proprie inclinazioni più basse e le proprie passioni più tristi, ma può essere interpretato anche come "significato", "valore" che è invece quello che guida la nostra contessa, anche se questo "senso-valore" si trasformerà anche per lei in "senso-sentimento-infatuazione". Visconti è davvero un maestro, questo film forse è il più maturo della prima parte della sua carriera, in cui si iniziano ad notare sempre più chiaramente i topoi del suo cinema: l'eleganza estetica assoluta, la maniacalità per i dettagli, la precisione nei movimenti di macchina e, per quanto riguarda il contenuto, l'inclinazione per i temi dell'amore tormentato, della sofferenza interiore e il suo rapporto con la situazione storica. Certo forse "Senso" non è un film ineccepibile sotto alcuni aspetti, pur rimanendo un capolavoro: se confrontato con altri film del buon Visconti, non raggiunge ancora la piena perfezione: la recitazione è a tratti un po' troppo marcata, soprattutto in Granger, che forse non è un attore di altissimo livello e non adattissimo al ruolo; le musiche sono un pochino troppo insistenti in alcuni tratti e alla lunga appesantiscono leggermente il fluire della visione; Visconti alle volte si fa prendere un po' troppo la mano nella lunghezza di alcune sequenze, e il suo manierismo a volte stanca un po'. Certo queste "pecche" non sono che inezie, e se riteniamo "Senso" un film imperfetto rispetto ad altri del maestro, capiamo subito di che calibro sia il regista in questione: se la media dei film odierni avesse il doppio dei difetti che ha questo film forse il cinema italiano verserebbe in una situazione migliore. Se si vuole godere con gli occhi e iniziare a capire cosa significa fare cinema seriamente, "Senso" è forse uno dei film più adatti.

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