Luca il contrabbandiere |
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Un film di Lucio Fulci.
Con Fabio Testi, Marcel Bozzuffi, Venantino Venantini, Ajita Wilson, Saverio Marconi.
continua»
Poliziesco,
durata 92 min.
- Italia 1980.
- VM 14 -
MYMONETRO
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Con la questo sole la droga che c''entra?
di LucaGuarFeedback: 6034 | altri commenti e recensioni di LucaGuar |
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domenica 10 novembre 2024 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Altro film molto sottovalutato del buon Fulci, "Luca il contrabbandiere" è davvero uno dei migliori della carriera del regista romano. Polizziottesco davvero ben costruito, con un'ottima fotografia che rende bene le meraviglie dei paesaggi del golfo di Napoli ma al contempo la povertà e il degrado dei quartieri più malfamati della città. Criticato come al solito per la sua fama di regista di genere e di filmacci violenti e folli anche stavolta, come a mio avviso in moltissime altre occasioni (anche se, ovviamente, non tutte), Fulci riesce a muoversi benissimo in un genere che è a lui molto caro e ne rompe come sempre i canoni: il fim è duro, violento, "alla Fulci" verrebbe da dire, anche se fermarsi alla sola violenza o alla sola vena estetica gore sarebbe veramente riduttivo: poliziesco di rara intensità, che mostra bene la realtà cruda della malavita partenopea, tra l'altro rompendo molti stereotipi, ad esempio prendendo come protagonista un ragazzo venuto dal nord, così come il suo più fidato collaboratore, e che è una chiara denuncia al mondo della droga. Il film mostra molto bene anche il fatto che il mondo della mafia è comunque permeato da qualche valore, che tuttavia sta via via disfacendosi nelle giovani leve: se i vecchi boss tenevano solo al contrabbando di sigarette, i nuovi si stanno gettando in un mondo, quello della droga, molto più spietato e violento, che non si cura del bene delle nuove generazioni (emblematica è la frase di Luca che dice che ormai la droga a Napoli è venduta anche ai bambini fuori dalle scuole). Luca è un bravissimo Fabio Testi, personaggio che riesce a trasmettere tutta l'ambiguità della vita della Napoli dei primi anni Ottanta, e che alla fine è una persona ferita ed emarginata, una delle vittime di un boom economico che si sta rapidamente esaurendo; egli infatti è stato licenziato da una fabbrica del nord in cui lavorava onestamente e così ha chiesto aiuto al fratello mafioso che lo aveva fatto studiare a Milano e lo aveva mantenuto economicamente lontano dalla sua città natale. Il messaggio è chiaro: la malavita cresce su un terreno di insoddisfazione, in un clima culturale di ingiustizia sociale e di disuguaglianze. Fulci qui riesce veramente a mostrarci tutto il suo grande talento nel maneggiare i più svariati generi e la sua capacità di scrittura anche: i dialoghi sono ben costruiti, la sceneggiatura è ben fatta è il film scorre con i giusti ritmi, anche nel montaggio, che è più veloce nelle scene di inseguimento e che si fa addirittura al rallentatore in altre scene, su tutte quella dell'uccisione del fratello di Luca che cade dalla scogliera dopo essere stato mitragliato. Molto ben fatte anche le scene del rastrellamento della polizia nel quartiere malfamato di Napoli e in generale tutti gli inseguimenti, specialmente quelli in barca, originalissimi per il genere. Le uccisioni sono (e non potrebbe essere altrimenti con Fulci) iperviolente e splatter, senza stacchi di montaggio e con un retrogusto orrorifico che non manca mai, ma che rende inevitabilmente questo poliziesco originale, forse unico nel panorama del cinema italiano di questo genere. Da riscorprire!
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