Dei calzini appesi a un piccolo stendibiancheria da soffitto e la visuale su una strada dalla finestra di un appartamento seminterrato. Per 30 secondi la scena di apertura resta fissa su quanto descritto dando quasi l’impressione di voler far ambientare lo spettatore al luogo. L’inquadratura si abbassa lentamente riprendendo un ragazzo che siede tenendo il cellulare che ha tra le mani di fronte al viso: “Ci hanno fregati, niente più Wi-Fi gratis“. Questa la significativa scena iniziale di un capolavoro che porta la firma di Bong Joon-ho. La storia narra in maniera comico-fiabesca come, dopo aver ricevuto una roccia “porta ricchezze“, la povera famiglia Kim intraprenderà quella che sembra essere a tutti gli effetti un arrampicata sociale, raggirando una ricca famiglia, i Park. Avvicinandosi alla conclusione la vicenda assumerà tinte tragiche con sviluppi inaspettati. La maestria di Bong Joon-ho sta nel riuscire a mettere alla luce le problematiche relative alle disuguaglianze sociali e le tragiche condizioni di vita delle persone povere attraverso uno stile di recitazione che non rende pesante o impegnativa la visione del film, difatti i momenti in cui lo stile comico non mitizza la tragicità delle situazioni sono ben pochi. L’innesco che farà esplodere i velati sentimenti repressi del signor Kim, più volte discriminato silenziosamente per il suo “odore speciale” definito una peculiarità di chi prende la metropolitana, è il gesto con cui il signor Park, intento a recuperare le chiavi della sua auto, si tappa il naso per non sentire la puzza di un uomo morto esitando per qualche momento prima di afferrarle, mentre in torno a lui si sta consumando una tragedia. Nel film emerge una filosofia di vita promulgata dal signor Kim nel dialogo che avviene tra lui e suo figlio: “No, Ki woo sai quale tipo di piano non fallisce mai? Non avere mai alcun tipo di piano, neanche l’ombra. Sai perché? Se elabori un piano la vita non va mai nel verso che vuoi tu (…). Ecco perché non si dovrebbe mai fare un piano. Se non hai un piano niente può andare storto figlio mio.” Quest’idea del non pianificare qualcosa per evitare di rimanere inevitabilmente delusi dalla non attualizzazione di esso, a mio parere, non esprime passività e pessimismo da parte del signor Kim, piuttosto si fa portatrice dell’esperienza che egli ha acquisito vivendo nella miseria. Non fare piani e quindi di conseguenza non rimanere delusi da un esito negativo, dato quasi per certo, è l’unico modo che si ha per tutelarsi. Come biasimarlo? La ricchezza di questo film è la sua cruda realtà in questa straordinaria e insolita storia di fantasia.
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