Non si sevizia un paperino

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Un film di Lucio Fulci. Con Irene Papas, Florinda Bolkan, Barbara Bouchet, Marc Porel, Tomas Milian.
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Poliziesco, durata 110 min. - Italia 1972. MYMONETRO Non si sevizia un paperino * * * - - valutazione media: 3,08 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
lucaguar domenica 5 novembre 2023
fulci stavolta non è un regista di genere Valutazione 4 stelle su cinque
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Lucio Fulci è un regista estremamente difficile da valutare e da inquadrare: sempre al limite tra cinema d'autore e cinema di genere, i suoi film certamente non passano mai inosservati, restano nella memoria, sono originali. Qui tuttavia il regista romano sembra girare il suo film più complesso e maturo, che si svincola dal genere horror anche se senza snaturare la propria vocazione iperbolica, esagerata e sfacciatamente violenta e cruda. Il film si snoda molto bene nell'intreccio tipico del genere thriller-giallo e nello spettatore rimane sempre alta la tensione e la suspence. La caratteristica che tuttavia differenzia questo film dagli altri di Fulci, anche da quelli ritenuti i migliori, è il fatto che qui il regista riesce a trattare dei temi effettivamente più impegnativi e articolati, su tutti il rapporto nord-sud Italia, la relazione del nostro paese con il sistema economico consumistico contemporaneo, la supertizione, i pregiudizi e la morale cattolica perbenista e moralistica che ancora in quegli anni andava imperversando in Italia. [+]

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figliounico mercoledì 27 settembre 2023
nulla si crea e tutto si reinventa Valutazione 3 stelle su cinque
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Fulci non inventa nulla ma reinventa i generi mescolando elementi di vari autori in modo originale, in questo caso sulla tavolozza dei colori, sullo sfondo chiaro delle case bianche di Accettura in Basilicata, mischia il giallo dei thriller di Argento, che nel ’72 aveva già partorito i suoi primi tre capolavori, al rosso acceso del sangue vivido delle scene più splatter di Mario Bava, ottenendo un prodotto che non difetta di una certa suspense, colorito, si fa per dire, da alcune sequenze truculente, in cui ad essere seviziato non è il paperino di gomma, che il giornalista Milian regala alla bimba sordomuta, ma la maga Bolkan, che insieme alla Bouchet e alla Papas forma un trio di formidabili vestali del terrore, ancelle di Fulci nel nuovo culto pagano dei sacrifici umani in celluloide, contro cui nulla può il rappresentante della moderna società dei mass media e la sottana ambigua del prete di campagna interpretato da Porel. [+]

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tom cine sabato 12 agosto 2023
inquietante, originale e coraggioso Valutazione 5 stelle su cinque
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Lucio Fulci è uno di quei personaggi del mondo del cinema troppo spesso sottovalutati (in Italia) e di cui non si parla e non si scrive quasi mai se non per relegare i film da lui diretti nel ristretto, anche se nobilissimo, ambito dell’artigianato cinematografico, oppure, nel più benevolo dei casi, per elevarlo al rango di “autore” tramite tardive celebrazioni. Per fortuna, i film sopravvivono all’epoca in cui sono stati realizzati e rimangono per essere ancora visti, giudicati e spesso rivalutati. [+]

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elgatoloco venerdì 26 giugno 2020
fulci eccelso Valutazione 0 stelle su cinque
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"non si sevizia un paperino"(Lucio FUlci, anche autore della sceneggiatura con Roberto Gianviti e Gianfranco Clerici, 1972), terzo "Thriller erotico"(maeglio sarebbe dire, semmai, "thriller con elementi erotici", dopo"Una sull'altra"(1969)e "UNa lucertola con la pelle di donna"(1971), è senz'altro, per il carattere "enigmatico" del film, l'inserzione della"maciara"(come dire"stega"-"veggente", figura intermedia, da quel che iintuisco, non conoscendo precisamente ll'espressione), dove l'elemento della"previsione"è più forte, ma questa "maciara"pratica anche la magia nera di tipo"voodoo"con gli spilloni su bambolotti che riproducono dei bambini), ma soprattutto per la caapcità di mantenere il segreto ASSOLUTO SUL REALE assassino, un film da apprezz<re, per come il ritmo si "fonde", ma per contrasto con la musica(Riz Ortolani, aveva fatto veramente un bel lavoro, con musiche non di tipo"gobliniano", ma quasi di tipo contrastivo rispetto a quanto il film propone), per come la caratterizzazione dei persoanggi(la"supermaggiorata", la"maga-strega", i dodicenni già molto"sviluppati"a livello erotico, il prete, il giornalista, i carabinieri ma anche altre figure, quasi di"intermediari")non perde mai di vista ciò che conta, ossia l'insieme, con un plot che è"flou", in evoluzione, per come coglie elementi come la super(o autostrada), il paese del Maternao in cui è ambientata la vicenda, altro ancora, ,  quasi in un gioco di scatole cinesi nel quale si cerca non tanto chi è l'assassino(a), ma quanti bambini(copme si p detto, perà molto"sviluppati"interessati a tematiche sessuali) ancora verranno uccisi, nel quale ci si preoccupa di valutare i singoli pezzi in relazione tra loro e con il"tutto", la "sorpresa"è poi inevitabile, ma viene adeguatamente preparata da tutta una "fioritura"di situazioni,  nelle quali spiccano tre attrici a loro modo dei"tipi"assoluti"(Florinda Bolkana, la"maciara", l'emancipata sexy Barbara Bouchet, la grande Irene Papas in un ruolo interessanti, proprio in quanto più"engimatico", in realtà, rispetto alle due attrici più"emergenti"e"prorompenti"); Tomas Milian come gionalista caustico quanto"eccedente", Marc Porel il parroco, per un film dove il comunista dichiarato Lucio Fulci riserva alla religione istituzionalizzata un ruolo molto particolare, ancora Gianfranco Barra come carabiniere e Virgino Gazzolo quale magistrato. [+]

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mauri67 domenica 26 febbraio 2017
trama tessuta con um meccanismo perfetto. Valutazione 4 stelle su cinque
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'NON SI SEVIZIA PAPERINO, primo titolo proposto per il film, e poi modificato aggiungendo un 'UN' dal color grigio su campo nero (per farlo comunque sparire), causa minacciate ritorsioni da parte della Walt Disney per l'uso improprio della parola 'Paperino', è un thriller giallo nel quale il tocco rivoluzionario del grande Maestro è geniale. Se con l'horror (filone che tutti obbligatoriamente devono seguire nel dopo-Esorcista di Friedkin del'73) Fulci diviene famoso (Zombi 2, Paura nella Città dei Morti Viventi, L'Aldilà), è con il thriller che raggiunge forse le vette più alte della sua carriera, permeando la pellicola di un denso nichilismo, ma anche di una forte contestazione sociale, inevitabile e inesorabile per gli anni che stavano correndo, costruendo lentamente dentro di noi l'idea che il nemico è silente e strisciante al nostro fianco tutti i giorni, è un nemico nuovo che scaturisce dalle nuove potenti dinamiche della società che si stà delineando, ed è naturalmente il più insospettabile che ci sia. [+]

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onufrio martedì 2 febbraio 2016
per il bene delle loro anime Valutazione 3 stelle su cinque
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Un cult filmato dal maestro dell'orrore, Lucio Fulci, che in questa pellicola si dedica al giallo poliziesco con venature horror spruzzate in alcune scene(l'uccisione della maciara e la scena finale). La polizia indaga su tre omicidi, tutti e tre bambini morti in circostanze analoghe; la questione suscita anche l'interesse della stampa, qui rappresentata da Andrea Martelli (T.MIlian) che con l'aiuto della maliziosa Barbara (Bouchet) si metterà sulle tracce dell'assassino scovando il vero colpevole degli efferati omicidi.

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apropositodicinema domenica 15 novembre 2015
capolavoro del genere Valutazione 5 stelle su cinque
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Probabilmente il film più importante nella lunga carriera di Lucio Fulci ed anche quello più apprezzato in generale. 
A partire dall’ambientazione, inedita per un thriller italiano del periodo, il film di Fulci si differenzia molto dagli altri prodotti dello stesso genere realizzati negli anni 70: la violenza efferata (per l’epoca) e gli effetti splatter che, ancora oggi, impressionano e disgustano, e l’inserimento di elementi so[+]

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paolo salvaro martedì 9 settembre 2014
grande film di lucio fulci Valutazione 3 stelle su cinque
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La valutazione di due stelle con cui il dizionario accoglie questo film è alquanto ingenerosa :  il buon Lucio Fulci con i quattro soldi investiti per la realizzazione di questo film non avrebbe davvero potuto girare una pellicola migliore di questa.   Lo si può tranquillamente collocare al terzo posto dei thriller italiani migliori mai realizzati, davanti a Sei donne per l'assassino del maestro Mario Bava, ma dopo La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati e Profondo Rosso di Dario Argento.   Purtroppo il livello di quei due film è ineguagliabile anche per Lucio Fulci (che tra parentesi, ha diretto anche Sette note in nero che si difende assai bene). [+]

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francisco goya lunedì 30 dicembre 2013
"un terrorista del genere"...e della critica! Valutazione 4 stelle su cinque
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"Non si possono dare tre stellette a un film di Fulci": è la frase pronunciata da uno (ma pensata da molti) dei critici cinematografici italiani del secolo andato. E questa austerità reazionaria, questo disprezzo quasi censorio sono stati cifra caratterizzante di tanta intellighenzia critica nei confronti delle opere del Maestro, senza salvarne nessuna dal limbo del trash all'italiana. Con le dovute cautele, questo è lo stesso atteggiamento con cui molta critica ipocrita bandiva i film di Pier Paolo Pasolini, ad esempio quel gioiello intitolato "La ricotta", considerandoli oltraggiosi, irreligiosi, immorali. Ammesse le distanze siderali tra i due cineasti, questa analogia serve solo ad evidenziare gli errori spesso commessi ( e spesso taciuti) da quelle autorità culturali che potevano permettersi il lusso di giudicare pubblicamente opere altrui in modo sprezzante e presuntuoso, e persino di ottenere seguito, facendo nascere dei luoghi comuni. [+]

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paolo 67 sabato 7 luglio 2012
alla faccia dei critici e degli psicologi Valutazione 5 stelle su cinque
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Forse il miglior film di Lucio Fulci, ebbe a suo tempo un processo- da cui, con un minimo di furbizia da parte di Fulci venne assolto- per la scena in cui Barbara Bouchet si mostra nuda a un bambino (in realtà un nano maggiorenne, Domenico Semeraro, noto come il “nano della stazione”, un imbalsamatore che finirà tragicamente sulle cronache per il suo omicidio da parte dell'amante). Il film è la prova dello straordinario talento di Lucio Fulci nell'inventare un tipo di paura cinematografica non debitrice di altri (lo stesso Dario Argento deve molto non tanto a Hitchcock o Lang, ma a Mario Bava). Il regista svolge un chiaro, duro, polemico discorso contro l'arretratezza di una parte dell'Italia in preda all'ignoranza, al pregiudizio nei confronti del diverso, al fanatismo religioso e ai suoi legami con un morboso erotismo (cosa che gli provocò duri attacchi da parte dei cattolici). [+]

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