| Anno | 2025 |
| Genere | Documentario, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 59 minuti |
| Regia di | Alessio De Leonardis |
| Uscita | sabato 22 novembre 2025 |
| Distribuzione | Mescalito Film |
| MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 13 novembre 2025
La storia di Mario Magnotta, il bidello aquilano divenuto leggenda per uno scherzo telefonico destinato a entrare nella cultura popolare italiana. In Italia al Box Office Semplice cliente ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 22,1 mila euro e 7,2 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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Nel 1987 Mario Magnotta, mite e buffo bidello di una scuola dell'Aquila, è oggetto di una serie di scherzi telefonici architettati dai conoscenti Maurizio Videtta e Antonello De Dominicis. Fingendosi dipendenti della ditta da cui Mario ha acquistato una lavatrice, lo confondono prospettadogli immaginarie, vessatorie clausole contrattuali e costi ulteriori da sostenere. Magnotta, convinto di essere nel giusto, reagisce alle pretese avanzate in modo anche molto colorito.
Quando il contenuto delle telefonate finisce riversato su nastri, quegli audio molto rapidamente viaggiano in tutto il Paese, tra autoradio e stereo portatili, facendo di Magnotta "quello della lavatrice". Mentre lui si definisce "un semplice cliente", attirando dalla sua parte schiere di anonimi consumatori, divertiti ma anche solidali con lui per il sopruso subito. Le sue reazioni ruspanti, arrabbiate e goffe diventano una specie di tormentone comico e Magnotta si ritrova "personaggio" suo malgrado, intercettato da tv locali e nazionali. Nell'era dei social, tra nostalgia di una goliardia che non sfocia in odio virale e comunanze nerd, nasceranno profili social, siti a lui dedicati e una graphic novel, e citazioni di Frankie HI-NRG e Simone Cristicchi.
La breve monografia di Alessio De Leonardis (Ghiaccio, Martedì e venerdì) si chiede che tipo di visibilità avrebbe avuto Magnotta oggi, presentandolo come un influencer ante litteram, e si sforza di assumere il punto di vista della ricerca scientifica per analizzare un fenomeno di provincia, basato su una comicità delimitata che scaturisce per lo più da coloriture dialettali.
Ma allo scherzo viene data un'enfasi spropositata, scarsamente verificabile negli effetti, comunque soggettiva nell'umorismo, con l'effetto di depotenziarla; e d'altro canto si adotta uno stile altrettanto magniloquente nel raccontarlo: musica ampollosa, riprese in drone o rasoterra, ralenti e una volontà costante non solo di riattualizzare la vicenda ma di restituire al protagonista una statura mitica, eroica, e un riconoscimento "morale" non avuto da vivo (Magnotta morì nel 2009). Di farne una sorta di giustiziere dei senza nome, nonché addirittura simbolo dello spirito aquilano, nel suo accettare con pazienza e forza d'animo il dileggio, tesi a supporto della quale intervengono l'imprenditore Giacomo Taffo, tra gli sponsor dell'operazione, e addirittura il sindaco della città.
Nello scavare nelle peripezie di un uomo solo con la propria beffa si fanno avanti, forse non troppo consapevolmente, altre figure di nerd, e viene dato un vero e proprio ruolo drammaturgico in senso strappalacrime a Romina, la figlia di Magnotta, che soffrì dell'esposizione paterna e del suo essere stato deriso e vampirizzato mediaticamente senza trarne alcun beneficio.
Semplice cliente soffre di una vicinanza entusiasta al proprio irresistibile soggetto: affettuosa e retoricamente debordante.
Non era ancora l'epoca dei meme, ma esistevano già i tormentoni estivi. Mario Magnotta non era un cantante, né il titolo di una hit, semplicemente era un bidello. Che suo malgrado, salvo poi tentare di cavalcare goffamente l'inattesa popolarità, aveva solo comprato una lavatrice, "nell'81 quando fu, che sia maledetto quel giorno"... Quasi 40 anni dopo la serie di telefonate (era il 1987) passate poi [...] Vai alla recensione »
È stato un caso di viralità analogica, vernacolare, un fenomeno mediatico incosciente e smisurato - nato nella quieta indolenza della provincia e montato a livello nazionale: si racconta addirittura che l'avvocato Agnelli ne rimase soggiogato - quello che ha reso celebre Mario Magnotta, un candido bidello aquilano che, bersaglio di ripetuti scherzi telefonici, bestemmiò via cavo tutta la sua rabbia. [...] Vai alla recensione »