Un esordio interessante per il modo per come è riuscito a ricreare un mondo fantasy. In anteprima alla Festa del Cinema di Roma e ora al cinema.
di Pedro Armocida
L’esistenza di Leonardo, solitario e cinico autore di necrologi disilluso dalla vita, è sconvolta dallo straordinario e avventuroso incontro con un eccentrico gruppo di fantasmi, sorprendentemente vitali. Tra questi lo spettro di suo padre, che riappare a Leonardo giovane, estroverso e senza nessuna memoria della sua vita da genitore assente e anaffettivo. È un’insolita ghost story alla romana questo RIP che, nelle sue premesse narrative, costruisce perfettamente il suo mondo di riferimento che parte dal cimitero del Verano della Capitale.
I due registi, Alessandro D’Ambrosi e Santa De Santis, al loro primo lungometraggio dopo alcuni corti di successo, appaiono già molto solidi e capaci di ricreare dei mondi con un giusto budget a disposizione di 2,2 milioni di euro. La costruzione drammaturgica che, da un registro più spensierato con toni da commedia grottesca, ci conduce via via fino ai drammi esistenziali e filosofici, presupporrebbe però una scrittura più centrata tale da non disperdersi in troppe linee di racconto.