| Anno | 2025 |
| Genere | Commedia |
| Produzione | Brasile |
| Durata | 101 minuti |
| Regia di | Diego Freitas |
| Attori | Rafael Vitti, Arianne Botelho, Kelzy Ecard, Bruno Vinícius, Carolina Ferraz Cristina Pereira, Roger Gobeth, Gillray Coutinho. |
| MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
|
|
Ultimo aggiornamento venerdì 17 ottobre 2025
Un film sulle seconde opportunità, del coraggio di ricominciare e dell'amore incondizionato che solo un cane sa dare.
|
CONSIGLIATO NÌ
|
San Paolo, Brasile, 2025. Caramelo è un cane randagio scalmanato e anche molto affamato, che trascorre le sue giornate alla ricerca di pasti prelibati. Mentre è a caccia di uno spuntino da gustare, sale accidentalmente sul furgone di Pedro, un giovane chef diretto sul luogo di lavoro: un raffinato ristorante di lusso. Ammaliato dalle abilità culinarie del promettente cuoco, Caramelo irrompe nella cucina del locale per addentare una fetta di carne cotta a puntino. Lungi dall'allontanare il cane guastafeste, Pedro finisce per portarlo a casa e preparargli una cuccia e un pasto caldo - salvo risvegliarsi la mattina dopo con la casa distrutta e un lancinante mal di testa. Ciononostante, lo sguardo vispo dell'imprevedibile randagio non riesce a farlo smettere di sorridere.
Dopo Way Back Home (2019) e Oltre l'universo (2022) il regista brasiliano Diego Freitas torna dietro la macchina da presa per dirigere un film dai buoni sentimenti raccontato attraverso un insolito mix di dramma, grottesco e commedia.
Simbolo nazionale ed emblema di tutti i meticci di strada, il cane dal pelo marrone e dorato è chiamato in Brasile viralata caramelo. A questa figura popolare ha deciso di ispirarsi il regista brasiliano Diego Freitas per il suo Caramelo, film per la televisione dedicato al legame emotivo tra un giovane chef affetto da tumore cerebrale e il suo cane. L'interprete a quattro zampe è infatti un vero randagio, scelto da Freitas per le vie di San Paolo e in seguito sottoposto a lungo addestramento in vista del ruolo da protagonista nel lungometraggio.
Al cinema, il rapporto tra cane ed essere umano è stato affrontato molte volte: c'è chi ha preso ispirazione da una storia vera come Lasse Hallström in Hachiko - Il tuo migliore amico (2009), chi ha scelto un racconto d'avventura come il regista Ericson Core in Togo - Una grande amicizia (2019), oppure ancora chi ha deciso di affrontare il tema attraverso il legame di coppia, come David Fankel nel suo Io & Marley (2008) con Jennifer Aniston e Owen Wilson. In Caramelo Diego Freitas decide invece di mescolare dramma e commedia per dar vita a un film dai buoni sentimenti animato da personaggi positivi e rassicuranti.
Il dolce chef Pedro - interpretato dall'attore e musicista brasiliano Rafael Vitti - ha infatti un sorriso sornione e un'innata propensione a dedicarsi agli altri, ben rappresentata dalla sua professione. Nella cucina stellata del ristorante in cui lavora si occupa ogni giorno di sfamare gli altri, di nutrirli in un simbolico gesto di cura. Un'attenzione al prossimo che il giovane protagonista non intende negare nemmeno a un cane randagio - persino quando quest'ultimo interrompe bruscamente un importantissimo servizio, addentando la portata principale.
Freitas inserisce così nel suo lungometraggio tutti quegli elementi che mirano a far breccia sul grande pubblico: un cucciolo scalmanato ma affettuoso, due protagonisti di bell'aspetto, una storia d'amore zuccherosa, una fotografia dai colori caldi e nitidi, una colonna sonora dirompente. Per non farsi mancare nulla, decide di inserire anche il mondo della cucina - al centro di moltissimi prodotti di intrattenimento di successo - e il dramma strappalacrime che colpisce diritto al cuore.
In uno strano mix fra grottesco, commedia, tragedia e romanticismo, l'opera di Freitas è un oggetto bizzarro che, in fondo, non riesce ad abbracciare veramente nessuno dei generi cui fa riferimento. La narrazione è ulteriormente indebolita da una scrittura superficiale, incapace di trattare con la dovuta tridimensionalità il tema della malattia e della perdita, ma anche di raccontare legami emotivi e umani veramente credibili.