Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Stefano Chiantini |
Attori | Aurora Giovinazzo, Micaela Ramazzotti, Angela Finocchiaro, Francesco Salvi Leonardo Donati, Michele Eburnea. |
Uscita | martedì 19 novembre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | World Video Production |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,19 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 18 novembre 2024
Deva è una giovane ragazza segnata da una scelta dolorosa: l'aborto di un figlio. L'incontro casuale con un bambino le restituirà la vita.
CONSIGLIATO SÌ
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Deva vive in una roulotte con sua madre e si impegna al meglio che può per guadagnarsi da vivere attraverso lavori occasionali. Un giorno incontra Carla al mercato del pesce, diventa la sua aiutante e, oltre a badare alla sua pescheria, impara a prendersi cura del suo nipotino. Si svilupperà un legame importante con il bambino, che le cambierà la vita.
Un film delicato e intenso sul senso di essere madre, al di là del sangue e della biologia.
È Una madre di Stefano Chiantini, autore che negli anni ci ha abituati a film mai banali, mai sgraziati, che con questo suo nuovo film aggiunge un tassello alla sua interessante indagine sulla maternità. Di fatto strutturalmente si configura come un film-matrioska di madri, la sceneggiatura ne svela una dopo l'altra progressivamente. Si parte con Micaela Ramazzotti, nei panni della madre sbandata di Deva (Autora Giovinazzo), che vive ai margini, si alcolizza e prostituisce, addestra la figlia a una vita selvaggia tuffandosi a terra a lottare con lei. C'è poi Angela Finocchiaro, che nei panni della pescivendola Carla si prende cura di suo nipote come fosse sua madre, e la stessa Deva, che scopre un legame inatteso con lo stesso bambino. C'è infine la madre biologica di quest'ultimo, una tossicodipendente che appare spettralmente in una sola scena (la interpreta Marilena Anniballi).
Un film sulle madri, dunque, ma anche sulle donne lavoratrici, che faticano ad arrivare con onestà a fine giornata, e su quelle che invece soffrono di dipendenze. Chiantini sceglie di raccontare le ultime e lo fa scegliendo attrici brave e generose, e una protagonista in grado di portare sulle spalle un gravoso carico di dramma e dignità. La talentuosa Aurora Giovinazzo continua a crescere come attrice e mostra una maturità sempre più convincente, specie nella continua e sorprendente diversificazione dei ruoli scelti, dopo la ragazza elettrica di Freaks Out, la guerriera di The Cage e la figlia amata da Pirandello in Eterno visionario.
Per Chiantini, regista e sceneggiatore attento alle donne e abile a dirigerle, interpreta con intensità ed evidente empatia una ragazza indurita dalla vita difficile e dolorosa, che vive di espedienti e lavoretti occasionali, a cui viene data una grande e inattesa seconda possibilità. Ha scelto di non avere un figlio, ma la vita come spesso accade decide per lei e quando la pone di fronte alla scelta se occuparsi o meno di un neonato sulle prime reagisce male, inevitabilmente restia a farlo, poi si abbandona giorno dopo giorno a un legame primordiale. Perché la famiglia non è quella biologica, pare voler ribadire il film, ma quella che si sceglie di costruire ogni giorno.
In un film tutto al femminile che sa emozionare e far riflettere sul senso ultimo della maternità agli uomini restano piccoli ruoli, come il brutale vicino di roulotte interpretato da Francesco Salvi, che ben si presta a raccontare lo squallore di una vita senza speranza. Vita a cui la protagonista non intende arrendersi e da cui saprà emanciparsi, in una storia che è anche un coming of age silenzioso e mai urlato, realistico e mai retorico, lontano dagli stereotipi e colmo dello spessore umano di chi, con estrema dignità, si rimbocca le maniche ogni giorno, anche quando tutto sembra perduto, per scegliersi da sola il proprio destino.
Due anni dopo Il ritorno Stefano Chiantini torna dietro la macchina da presa per una nuova odissea quotidiana declinata al femminile. Dall'alienante routine della protagonista interpretata da Emma Marrone, abbandonata da marito e figlio, si passa alle fatiche e ai lavori occasionali di Deva, una giovane donna che vive in una roulotte in periferia con sua madre.
Una madre di Stefano Chiantini è un film che, finalmente, riporta lo sguardo del cinema italiano su una realtà quotidiana, sotterranea, invisibile. Quella della precarietà sociale e lavorativa che diventa espressione di un malessere esistenziale nella sua totalità, che passa per il corpo, le emozioni, il contatto, le relazioni. Non stupisce, ma in parte sorprende, che la struttura del racconto segua [...] Vai alla recensione »
Per il titolo è una, nel film sono tre. O meglio: quattro. La prima è Deva (Aurora Giovinazzo): che vive in miseria in una roulotte, in un campo fangoso e inospitale, che è figlia e ha scelto di non essere mamma, che ne porta le tracce (di sangue, di dolore), che non riesce a comunicare (l'amore, il bisogno, le ferite) e dunque se ne sta scontrosa, silente, efficiente, sempre alla ricerca di un lavoro [...] Vai alla recensione »
Il sesto film di Stefano Chiantini, Una madre, piacerebbe a Hirokazu Kore-eda, cantore delle famiglie disfunzionali e, ancor più, delle paternità e maternità a geometrie variabili. Il suo capolavoro, Like Father, Like Son (2013), istruiva una fertile dialettica sulla paternità, contemplando nature e nurture, ovvero biologia ed educazione. Mutatis mutandis, Una madre gioca il tema in campo femminile, [...] Vai alla recensione »