
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Regia di | Simon Cellan Jones |
Attori | Mark Wahlberg, Nathalie Emmanuel, Simu Liu, Michael Landes, Paul Guilfoyle (II) Rob Collins, Viktor Åkerblom, Alani Ilongwe, Arturo Duvergé, Luis del Valle, Roger Wasserman, Oscar Best. |
MYmonetro | Valutazione: 2,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 16 novembre 2023
Al Box Office Usa Arthur the King ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 24,9 milioni di dollari e 7,6 milioni di dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Michael Light è un adventure racer in pensione con una carriera di tutto rispetto alle spalle: il più forte tra i non vincenti, si è qualificato nella top ten di tutte le competizioni più importanti al mondo. Ritiratosi dalle scene sportive da tre anni, ha una bella casa, una moglie che lo ama e una bambina dolce e gentile, ma sente la mancanza di qualcosa. Michael desidera infatti vincere almeno una gara prima di dedicarsi a tempo pieno alla vita in famiglia. Decide così di iscriversi ai campionati mondiali di Adventure Racing che si terranno nella Repubblica Dominicana. Prima, però, deve trovare uno sponsor e un team di sportivi pronti ad affiancarlo nella difficilissima competizione. Nel frattempo, un cane randagio cerca di sopravvivere alla dura vita di strada di Santo Domingo.
Film d'avventura ispirato a una storia vera, Arthur the King racconta il legame tra un atleta e un cane randagio nel peculiare contesto delle competizioni sportive di raid avventura, una disciplina che mescola trekking, mountainbike, orientamento, corsa, arrampicata, canyoning e discesa in corda. Benché il racconto della dura gara intrapresa dai protagonisti risulti coinvolgente, il lungometraggio procede per cliché, introducendo la vicenda del cane, che dà peraltro il nome al film, in modo repentino e poco efficace.
Tratto dal libro di memorie Arthur: The Dog Who Crossed the Jungle to Find Home dell'atleta svedese Mikael Lindnord, Arthur the King riunisce volti noti del panorama cinematografico e seriale contemporaneo per portare sullo schermo una storia d'avventura cui si mescola il racconto del legame tra un uomo e un cane, uniti inaspettatamente dal destino. Nel ruolo dell'incrollabile protagonista troviamo la star di Transformers: The Last Knight Mark Wahlberg, al suo fianco Simu Liu (Barbie), Juliet Rylance (Perry Mason), Nathalie Emmanuel (Game of Thrones), Ali Suliman (200 metri), Paul Guilfoyle (CSI: Scena del crimine) e l'alpinista, nonché iconico conduttore e protagonista del programma televisivo Uomo vs Natura, Bear Grylls. Diretto da Simon Cellan Jones (The Family Plan, Our Friends in the North), Arthur the King presenta fin dalle prime scene un protagonista degno dei più tradizionali action movie: bello, forte, palestrato e generoso, Michael ha una casa perfetta, una famiglia amorevole e un cuore d'oro. Quando decide di partecipare a un'ultima competizione da portare a termine da vincitore, la sua determinazione e il suo carisma gli consentono di ottenere uno sponsor e un team di campioni con cui condividere la gara. Ognuno di loro è duro e sprezzante del pericolo almeno quanto lui. Una squadra di supereroi, insomma, pronti a pronunciare battute divertenti nelle situazioni più rischiose e adrenaliniche.
Fin qui tutti gli ingredienti del film d'avventura, forse un po' datato e machista ma pur sempre d'effetto, sono ben dosati e il racconto delle peripezie dei protagonisti intenti a superare le difficili prove del campionato mondiale di Adventure Racing si dimostra appassionante e avvincente. In effetti, non vediamo l'ora di scoprire quale sarà il successivo ostacolo da superare e quale soluzione metterà in campo l'irriducibile team guidato da Michael. Tra panorami mozzafiato e corse contro il tempo, la prima metà del film procede veloce e senza intoppi, raccontando le peculiarità di un contesto sportivo affascinante e poco conosciuto. I problemi sorgono quando si avvicina l'introduzione del personaggio che, stando al titolo, dovrebbe essere cruciale nella narrazione. Il cane Arthur, infatti, appare totalmente fuori contesto e il suo ingresso nella vicenda, a ben guardare, è del tutto accessorio: senza di lui la storia avrebbe potuto procedere ugualmente, raccontando l'evoluzione di Michael attraverso il suo rapporto con i compagni di avventura. A dire il vero, il film avrebbe potuto essere più organico e coerente sviluppando maggiormente le dinamiche precedenti e interne alla gara, approfondendo i momenti di tensione generati dalle difficoltà incontrate dai protagonisti lungo il percorso e nelle fasi di allenamento. Le scene della scalata con le biciclette in spalla e dell'attraversata sulla fune sospesa nel vuoto, adrenaliniche e appassionanti, mal si conciliano con il finale in stile Il Commissario Rex. Insomma, Arthur the King aveva tutti gli elementi per essere un dignitoso lungometraggio d'avventura, ma si rivela infine un ibrido di difficile decifrazione.
Michael è un adventure racer, un atleta che gareggia in gruppo in territori difficilissimi da navigare oltre che da attraversare, dove le squadre scelgono il proprio tracciato tra corse, scalate, tratti in bicicletta e altri in kayak. Michael non ha mai vinto una gara e ha lasciato lo sport ma è infelice, così sua moglie lo convince a provarci un'ultima volta.