montefalcone antonio
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martedì 19 settembre 2023
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poirot nel contrasto fra ragione e occulto
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Kenneth Branagh torna a dirigersi per la terza volta nei panni di Hercules Poirot in un inconsueto giallo da camera gotico, stavolta solo liberamente ispirato a “Hallowe’en Party”, romanzo di Agatha Christie del 1969 (uscito in Italia come “Poirot e la strage degli innocenti”), e ambienta il nuovo mystery-crime non più nella campagna inglese bensì in una nebbiosa Venezia del secondo Dopoguerra, costantemente avvolta da atmosfere cupe ed inquietanti.
Il regista-attore decide di distaccarsi di molto dal testo originale pur mantenendo fissi i punti cruciali; di riscrivere in chiave personale il Poirot di Agatha Christie; di rinnovare lo stile, i toni e il registro adottati dai precedenti film; e di virare verso il thriller dalle tinte horror, introducendo una dimensione soprannaturale che mette (in crisi) il pensiero logico-razionale e lo scetticismo dell’investigatore davanti la sfera spirituale, la morte e la fede nell’Aldilà.
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Kenneth Branagh torna a dirigersi per la terza volta nei panni di Hercules Poirot in un inconsueto giallo da camera gotico, stavolta solo liberamente ispirato a “Hallowe’en Party”, romanzo di Agatha Christie del 1969 (uscito in Italia come “Poirot e la strage degli innocenti”), e ambienta il nuovo mystery-crime non più nella campagna inglese bensì in una nebbiosa Venezia del secondo Dopoguerra, costantemente avvolta da atmosfere cupe ed inquietanti.
Il regista-attore decide di distaccarsi di molto dal testo originale pur mantenendo fissi i punti cruciali; di riscrivere in chiave personale il Poirot di Agatha Christie; di rinnovare lo stile, i toni e il registro adottati dai precedenti film; e di virare verso il thriller dalle tinte horror, introducendo una dimensione soprannaturale che mette (in crisi) il pensiero logico-razionale e lo scetticismo dell’investigatore davanti la sfera spirituale, la morte e la fede nell’Aldilà.
Stavolta la vera indagine investigativa sembra quindi quella da effettuare nella mente del protagonista, nelle sue paure e fragilità, soprattutto di fronte ad avvenimenti esoterici/occulti a cui non riesce a dare una spiegazione logica, prima ancora di quella svoltasi in merito al caso da risolvere.
Ritmo, atmosfere, colpi di scena e tensione rendono quest’ultimo film godibile, ma non riuscito al massimo.
Lo script di Michael Green a volte sembra meccanico e non riesce a fondere bene il genere thriller con quello horror; il cast resta ai margini; i personaggi risultano piuttosto abbozzati e stereotipati; la tematica (così come tutta l’indagine) appare poco approfondita e attrattiva; e il potenziale drammatico di alcune sequenze nonché lo humor caustico della Christie non sono sfruttati o espressi a dovere.
Anche molti dettagli di tutto l’apparato formale a tratti sembrano svuotati della loro forza e alla fine svelano esiti altalenanti in quanto ad efficacia. Però nel complesso l’opera riesce ad intrattenere lo spettatore che, senza tante pretese, si (ben dis)pone alla sua visione.
Pur alternandosi tra pregi e difetti, la pellicola comunque funziona nella sua totalità: ha in positivo la realizzazione abbastanza accurata, fluida e intrigante; la messinscena con uno sguardo puntato verso nuove prospettive sperimentali; un’estetica (vedi le ottime prove di regia, scenografia e fotografia) dagli effetti suggestivi nel favorire un senso di angoscia, smarrimento e destabilizzazione al protagonista e al pubblico.
Aspetti questi che, seppur a fatica, riescono perlomeno a compensare i limiti e le imperfezioni del film, e cioè in particolar modo le molte soluzioni narrative e visive un po’ più banali, prevedibili e vacue, meno elaborate o interessanti e soprattutto meno evocative rispetto ai capitoli precedenti.
Insomma, “Assassinio a Venezia” non sarà l’episodio più appassionante di Hercule Poirot che si sia visto al cinema, però è quello più libero a livello creativo e molto ispirato in quello estetico. Voto: 6.50
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tozkino
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giovedì 28 settembre 2023
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una luce... lugubre
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Assassinio a Veneziaè una sorta di adattamento del libro, considerato un romanzo minore, Poirot e la strage degli innocenti di Agatha Christie. A differenza dei primi due capitoli della saga, sono numerosi i cambiamenti apportati rispetto all’opera originale, a partire dal titolo e dall’ambientazione. Volutamente il bravissimo regista e attore Branagh prende leggermente le distanze sia dalla scrittura di Agatha Christie che dal genere giallo, inserendo striature horror lievi ma molto interessanti che danno al racconto un sapore quasi metafisico. Inoltre il regista volutamente riesce a introdurre una sottile denuncia contro le violenze sui bambini.
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Assassinio a Veneziaè una sorta di adattamento del libro, considerato un romanzo minore, Poirot e la strage degli innocenti di Agatha Christie. A differenza dei primi due capitoli della saga, sono numerosi i cambiamenti apportati rispetto all’opera originale, a partire dal titolo e dall’ambientazione. Volutamente il bravissimo regista e attore Branagh prende leggermente le distanze sia dalla scrittura di Agatha Christie che dal genere giallo, inserendo striature horror lievi ma molto interessanti che danno al racconto un sapore quasi metafisico. Inoltre il regista volutamente riesce a introdurre una sottile denuncia contro le violenze sui bambini. Il film mi è piaciuto moltissimo, anche se io non sopporto il genere horror, proprio perché di quel genere il regista prende solo quale effetto speciale e qualche suggestione, ma sarà proprio la geniale interpretazione che ne dà Poirot a convincermi che in realtà certe manifestazioni non provengono da cause reali, ma solo da cattive interpretazioni volute o anche subite generate da fattori esterni, (li chiamo così per non svelare nulla del meraviglioso intreccio narrativo giallo, che innerva tutta l’intricatissima storia. Siamo a Venezia Poirot si gode la pensione, dopo aver messo da parte una vita intera a inseguire assassini e a risolvere sempre difficilissime indagini. Siamo nei giorni dei Santi e dei Morti e, anche a Venezia, si festeggia la notte di Halloween. Durante quella notte, una famosissima cantante d’opera Rowena Drake ha invitato nel suo tenebroso palazzo nei pressi del Canal Grande, una medium americana, di chiare origini cinesi, la famosissima sensitiva Miss. Reynolds. Viene a sapere dell’invito un’amica di Poirot che, in passato, ha guadagnato tanti dollari scrivendo diversi romanzi gialli sull’operato del nostro investigatore, si tratta di Ariadne Oliver. Ariadne decide di coinvolgere il suo amico Poirot al fine di smascherare la truffatrice, ma anche per poter dare da che scrivere ancora una volta sul grande investigatore, perciò si reca da Poirot per invitare il detective a prendere parte alla seduta. Hercule accetta e come sempre, il crimine è dietro l’angolo. In quella drammatica notte subito un omicidio sconvolge i piani di Poirot, che ancora una volta si ritrova ad investigare su un delitto in grado di mettere a dura prova la sua visione razionale del mondo. Si avverte un senso di claustrofobia che travolge lo stesso Poirot, che sembra davvero in grande difficoltà (almeno fino ad un certo punto). I colori caldi del Nilo lasciano il posto a quelli freddi di Venezia. Una città spettrale, travolta da una tempesta incessante e dalle leggende Davvero un finale portentoso, mistico e geniale che conferma il fascino del genere giallo sia in letterature che negli adattamenti cinematografici. Grazie zia Agatha… Christie s’intende.
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gabriella
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martedì 26 settembre 2023
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meglio la cornice del quadro
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L'inquadratura sghemba di Piazza San Marco presagisce l’intreccio narrativo che si stacca dalla classica linea con cui sono stati concepiti i precedenti lavori di Kenneth Branagh sulla figura di Hercule Poirot. Prendendo spunto da un romanzo poco noto , tra l’altro scritto in età avanzata di Agatha Christie, “ Poirot e la strage degli innocenti” il regista irlandese si prende la libertà di trasportare la storia dalla brumosa campagna inglese, a una tenebrosa Venezia la vigilia di Ognissanti nel 1947, buono l’intento ma non altrettanto il risultato.. Il baffuto investigatore sembra essersi ritirato dalle indagini proprio a Venezia, con l’ausilio di una guardia del corpo ( uno smarrito Riccardo Scamarcio), che gli tiene lontano chiunque voglia avvicinarlo per un consiglio, ma dopo l’incontro con una vecchia amica scrittrice di gialli, si lascerà coinvolgere prima in una seduta spiritica che si svolgerà in un fatiscente castello ritenuto infestato da fantasmi , per evocare lo spirito di una ragazza morta suicida( almeno così si vuol far credere), figlia di una ex cantante lirica, poi una volta servito il primo delitto , Poirot torna alla sua attività per far luce sulla vicenda.
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L'inquadratura sghemba di Piazza San Marco presagisce l’intreccio narrativo che si stacca dalla classica linea con cui sono stati concepiti i precedenti lavori di Kenneth Branagh sulla figura di Hercule Poirot. Prendendo spunto da un romanzo poco noto , tra l’altro scritto in età avanzata di Agatha Christie, “ Poirot e la strage degli innocenti” il regista irlandese si prende la libertà di trasportare la storia dalla brumosa campagna inglese, a una tenebrosa Venezia la vigilia di Ognissanti nel 1947, buono l’intento ma non altrettanto il risultato.. Il baffuto investigatore sembra essersi ritirato dalle indagini proprio a Venezia, con l’ausilio di una guardia del corpo ( uno smarrito Riccardo Scamarcio), che gli tiene lontano chiunque voglia avvicinarlo per un consiglio, ma dopo l’incontro con una vecchia amica scrittrice di gialli, si lascerà coinvolgere prima in una seduta spiritica che si svolgerà in un fatiscente castello ritenuto infestato da fantasmi , per evocare lo spirito di una ragazza morta suicida( almeno così si vuol far credere), figlia di una ex cantante lirica, poi una volta servito il primo delitto , Poirot torna alla sua attività per far luce sulla vicenda. Stavolta però avrà a che fare con il soprannaturale, con il mistero, l’occulto, elementi molto lontani dalla mente logica e razionale dell’investigatore, lui che è sempre stato uomo di ragione e di scienza, improvvisamente si trova ad affrontare le sue paure, l’inconscio, ed è proprio qui che vacilla il film, che si perde in espedienti pseudo horror e colpi di scena poco convincenti. Peccato perché il tema poteva essere interessante se sviluppato con più approfondimento anziché privilegiare il puro intrattenimento abusando in luoghi comuni, la lugubre dimora, la notte buia e tempestosa, nonché l’ambientazione nella città lagunare, da sempre affascinante palcoscenico, luogo scelto più volte da Shakespeare per le sue opere, come giocare in casa per un interprete di teatro- Inoltre gli interpreti non brillano per originalità, alcuni sono solo abbozzati, e il bambino precocemente adulo, inquietante e triste, che vede cose che gli altri non vedono Personalmente ho avvertito pochissima sospensione, c’è eleganza, il suggestivo gioco di luci e ombre, ma tutto avviene in fretta, anche lo svelamento finale, privandoci del gusto di indagare, di ragionare, non ci lascia nemmeno sul confine dei due mondi, quello dei vivi , quello dei morti, non c’è turbamento o emozione , con la fine del film così come sono venuti, se ne vanno anche i fantasmi.
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pavold boy
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domenica 15 ottobre 2023
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tra il dire e il fare
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Branagh porta per la terza volta sul grande schermo le storie del detective Poirot e, in questo caso, sbarca a Venezia. Alle prese con (in)naturali misteri da decifrare, la sceneggiatura e l'utilizzo di una città drammaticamente scenica come il capoluogo veneto, lasciano a desiderare limitandosi a comparire senza rinnovare i due capitoli precedenti. L'introduzione ci mostra Venezia, ne saggiamo appena il sapore, salvo poi finire nel dimenticatoio e per quanto concerne lo spettatore, la storia si potrebbe svolgere in qualsiasi altro luogo del mondo e la differenza non sarebbe percepibile. Scamarcio e il tipico palazzo Veneziano in cui si ambienta la quasi totalità del film, sono di fatto le uniche ancore a memoria del posto in cui si trovano i protagonisti.
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Branagh porta per la terza volta sul grande schermo le storie del detective Poirot e, in questo caso, sbarca a Venezia. Alle prese con (in)naturali misteri da decifrare, la sceneggiatura e l'utilizzo di una città drammaticamente scenica come il capoluogo veneto, lasciano a desiderare limitandosi a comparire senza rinnovare i due capitoli precedenti. L'introduzione ci mostra Venezia, ne saggiamo appena il sapore, salvo poi finire nel dimenticatoio e per quanto concerne lo spettatore, la storia si potrebbe svolgere in qualsiasi altro luogo del mondo e la differenza non sarebbe percepibile. Scamarcio e il tipico palazzo Veneziano in cui si ambienta la quasi totalità del film, sono di fatto le uniche ancore a memoria del posto in cui si trovano i protagonisti. I colpi scenici risultano telefonati e il format della risoluzione del caso, comincia a diventare stantio e troppo prevedibile. Infine, le classiche reazioni umane discutibili (Poirot sul finale bello rilassato non ha il minimo senso viste le scoperte che la sua mente razionale ha compiuto) e i risvolti della storia inseriti forzatamente per giustificare un finale tremendamente schivo nell'affrontare i temi trattati, culminano la pellicola nell'insufficienza. Finale che senz'altro, si autodenuncia come pigro cercando conforto nella soddisfazione visiva dello spettatore e di quello volendosi accontentare.
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felicity
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martedì 6 febbraio 2024
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piacevole ibrido, impreziosito da un grande cast
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Assassinio a Venezia: da questi film su Poirot di Branagh so sempre cosa aspettarmi, anche per via dello stile molto classico. Ad incuriosie questa volta è l'aspetto horror che non è proprio delle opere di Agatha Christie.
Al di là di qualche ingenuità nella scrittura che rende abbastanza prevedibile il finale, l'ho apprezzato perchè l'elemento sovrannaturale rimane in dubbio fino in fondo ed è stato bello vedere Poirot in bilico tra la sua fede incrollabile nella logica e ciò a cui non riesce inizialmente a trovare una spiegazione. In generale il cast è particolarmente azzeccato e ogni personaggio ha un suo ruolo specifico molto più sensato rispetto a quello dei film precedenti.
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Assassinio a Venezia: da questi film su Poirot di Branagh so sempre cosa aspettarmi, anche per via dello stile molto classico. Ad incuriosie questa volta è l'aspetto horror che non è proprio delle opere di Agatha Christie.
Al di là di qualche ingenuità nella scrittura che rende abbastanza prevedibile il finale, l'ho apprezzato perchè l'elemento sovrannaturale rimane in dubbio fino in fondo ed è stato bello vedere Poirot in bilico tra la sua fede incrollabile nella logica e ciò a cui non riesce inizialmente a trovare una spiegazione. In generale il cast è particolarmente azzeccato e ogni personaggio ha un suo ruolo specifico molto più sensato rispetto a quello dei film precedenti.
Ho amato Tina Fey e, incredibilmente, anche Riccardo Scamarcio, che qui ha una presenza signorile insospettabile. Anche Jamie Dornan e Michelle Yeoh fanno il loro.
La storia scorre facilmente, tenendo l'attenzione dello spettatore viva e non annoiando mai.
La regia è più sperimentale rispetto a quella dei film precedenti, giocata su inquadrature dal basso per rendere il tutto più spettrale, accompagnata da una fotografia che crea degli interessanti giochi d'ombra valorizzata dalla tempestosa ambientazione veneziana.
Tutto funziona, tuttavia forse non si rende memorabile. È un film gradevole per passare il tempo, ma non va oltre.
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gattoquatto
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sabato 23 dicembre 2023
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molto godibile
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Un film che ho guardato con piacere e che mi ha suscitato la curiosità di vedere anche gli altri due lavori di Branagh ispirati ai romanzi di Agata Christie.
Si tratta di un'opera di intrattenimento, realizzata però con cura, con un ritmo fluido e costante, ben recitata, e con una sua eleganza formale. Non è mai sopra le righe e anche quando si avvicina allo stile horror mantiene una sua compostezza, per così dire, molto britannica. Mi pare un'ottima rilettura in chiave moderna dei film con soggetti di Agata Christie girati negli anni '70, rispetto ai quali Branagh esaspera alcuni aspetti (le atmosfere più cupe, l'emotività di Poirot, il carattere tormentato dei personaggi, la crudezza di alcune immagini, ecc.
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Un film che ho guardato con piacere e che mi ha suscitato la curiosità di vedere anche gli altri due lavori di Branagh ispirati ai romanzi di Agata Christie.
Si tratta di un'opera di intrattenimento, realizzata però con cura, con un ritmo fluido e costante, ben recitata, e con una sua eleganza formale. Non è mai sopra le righe e anche quando si avvicina allo stile horror mantiene una sua compostezza, per così dire, molto britannica. Mi pare un'ottima rilettura in chiave moderna dei film con soggetti di Agata Christie girati negli anni '70, rispetto ai quali Branagh esaspera alcuni aspetti (le atmosfere più cupe, l'emotività di Poirot, il carattere tormentato dei personaggi, la crudezza di alcune immagini, ecc.).
Ci sono forse alcune incongruenze nella trasposizione temporale e nella descrizione di venezia (già segnalati in altre recensioni del pubblico), ma mi sono parsi peccati veniali, comunque funzionali alla resa cinematografica.
Ultima annotazione per Scamarcio, un attore che ho imparato ad apprezzare e che in questo caso mi è parso sbiadito e fuori posto.
Per gli amanti del genere sicuramente da vedere.
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peter angel
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martedì 26 dicembre 2023
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doppiaggio dilettantesco
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Ben girato con giuste luci e colori, con inedite focali grandangolari e una Venezia insoltiamente (ed elettronicamente) deserta. Forzata, nell'adattamento, la pretesa di rendere credibile un Halloween nell'Italia del '47: impossibile solo da immaginare, per tradizione e cultura. Indecente e dilettantesco, come d'uso oggidì, il doppiaggio. Indecifrabile nel sussurrato e privo dei requisiti minimi non solo nella recitazione, ma persino nella dizione. Indispensabili i sottotitoli.
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fabrizio friuli
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martedì 9 gennaio 2024
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il caso veneziano
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In Italia, precisamente a Venezia, il famoso investigatore Hercule Poirot si gode ( apparentemente ) il suo ritiro, rifiutando i clienti che gli chiedono di risolvere i casi, fin quando, egli stesso non viene quasi annegato, ma prima di ciò, lo stesso Hercule Poirot, insieme ad altri soggetti, riuniti per una festività che si svolge in un misterioso palazzo antico, assiste ad una seduta spiritica, ovviamente, lui considera tale rappresentazione una mera pagliacciata, fin quando non viene assassinata la stessa persona che ha voluto compiere la seduta spiritica, tra l'altro, lo stesso Poirot vede una misteriosa presenza nella casa, che potrebbe essere uno spirito o forse, una macchinazione teatrale o meglio, un' allucinazione.
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In Italia, precisamente a Venezia, il famoso investigatore Hercule Poirot si gode ( apparentemente ) il suo ritiro, rifiutando i clienti che gli chiedono di risolvere i casi, fin quando, egli stesso non viene quasi annegato, ma prima di ciò, lo stesso Hercule Poirot, insieme ad altri soggetti, riuniti per una festività che si svolge in un misterioso palazzo antico, assiste ad una seduta spiritica, ovviamente, lui considera tale rappresentazione una mera pagliacciata, fin quando non viene assassinata la stessa persona che ha voluto compiere la seduta spiritica, tra l'altro, lo stesso Poirot vede una misteriosa presenza nella casa, che potrebbe essere uno spirito o forse, una macchinazione teatrale o meglio, un' allucinazione.
L' attore e regista Kenneth Branagh ha nuovamente indossato la maschera del brillante investigatore Hercule Poirot, che questa volta, deve sì, risolvere un nuovo caso, ma egli ne ha rifiutati altri, essendosi ritirato, ma il crimine non si ritira mai, perciò, l' ex investigatore deve risolvere questo caso, anche per salvare sé stesso dal misterioso/misteriosa criminale che ha cercato di sopprimerlo, cercando di annegarlo in un recipiente di acqua con le mele ( usato per il gioco delle mele da prendere con la bocca ). Ovviamente, Hercule Poirot inizia ad interrogare coloro che sono presenti nella tenuta e conosce un ragazzino dotato di un' intelligenza precoce, che può essere dimostrata dal libro di Edgar Allan Poe che egli ha in mano, il ragazzino è il figlio di un medico che viene apparentemente ucciso in una stanza chiusa che non permette l' accesso quando la porta della stanza viene chiusa a chiave, eppure, l' uomo è stato ucciso con una coltellata, e prima di lui, la donna di evidenti origini orientali è stata spinta dall' alto e il suo corpo è rimasto trafitto dal braccio di una statua e durante l' investigazione lo stesso Poirot scopre di essere stato raggirato dal suo guardaspalle italiano e da una sua conoscenza che lavora come scrittrice, ma non sono loro i responsabili della morte del dottore e della donna, bensì la madre morbosamente protettiva di una giovane ragazza deceduta di nome Alicia, lei non voleva che uno dei soggetti presenti le portasse via sua figlia che era cagionevole di salute e quindi, ha fatto in modo che lei inserisce del te' con un particolare tipo di miele che può causare le allucinazioni e quando ne viene messo troppo, causa il decesso. Quando Hercule Poirot riunisce tutti i presenti ( ancora vivi ) rivela tutto pubblicamente e la responsabile dei delitti ( che ha anche costretto il medico a suicidarsi per impedirle di uccidere suo figlio con il coltello ) raggiunge un punto elevato della struttura e poi precipita nelle acque veneziane, morendo a causa dell' impatto con l' acqua. L' indomani, i superstiti lasciano la struttura e il ragazzino viene adottato da una brava persona coinvolta nel caso ed Hercule Poirot accetta un altro caso che può sicuramente risolvere, anche da solo.
Bel prodotto cinematografico che soddisferà con certezza coloro che sono appassionati di film gialli, nei quali i casi vengono risolti da un investigatore brillante e geniale come Hercule Poirot ( personaggio ispirato all' iconico detective Sherlock Holmes ), l' interpretazione è la regia del grande Kenneth Branagh sono come sempre, encomiabili ed anche gli altri attori selezionati hanno saputo impersonare adeguatamente i ruoli a loro assegnati.
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umberto
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venerdì 22 settembre 2023
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un thriller.... quasi horror....
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ASSASSINIO A VENEZIA... A distanza di un solo anno, esce nelle sale il terzo capitolo sulle avventure di Hercule Poirot, diretto ed interpretato da Kenneth Branagh. Se vi sono piaciuti i primi due film sicuramente non resterete delusi sia perché è una storia bella intricata, sia per tutto ciò che ne fa da sfondo, a partire dalla città dove tutto si svolge. Una Venezia stupenda e allo stesso tempo tetra, il tutto grazie ad una fotografia e un sonoro che rafforzano quel senso di thriller, molto vicino al genere horror, che già dai trailers si capiva. Un vero e proprio colpo di coda rispetto alla luminosità e alla vivacità viste sulle sponde del Nilo, che, in questo caso, diventa un segno distintivo ed originale.
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ASSASSINIO A VENEZIA... A distanza di un solo anno, esce nelle sale il terzo capitolo sulle avventure di Hercule Poirot, diretto ed interpretato da Kenneth Branagh. Se vi sono piaciuti i primi due film sicuramente non resterete delusi sia perché è una storia bella intricata, sia per tutto ciò che ne fa da sfondo, a partire dalla città dove tutto si svolge. Una Venezia stupenda e allo stesso tempo tetra, il tutto grazie ad una fotografia e un sonoro che rafforzano quel senso di thriller, molto vicino al genere horror, che già dai trailers si capiva. Un vero e proprio colpo di coda rispetto alla luminosità e alla vivacità viste sulle sponde del Nilo, che, in questo caso, diventa un segno distintivo ed originale. Cast meno stellare, ma azzeccato anche stavolta. Aspetto con ansia il prossimo capitolo. Voto: 9
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