catapulta
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martedģ 14 febbraio 2023
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buono per chi si lascia coinvolgere.
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Troppi commenti negativi per un film potente. Certo se ci si sofferma su dettagli, alcuni appaiono poco comprensibili, Ma il film va visto nell'insieme, come un quadro di arte contemporanea in cui non tutto è comprensibile allo spettatore, ma che suscita una emozione, che può essere anche negativa, che comunque coinvolge. Non c'è un attimo senza scene che producono emozioni e reazioni. Per questo è potente. Un intreccio di situazioni e sentmenti forti, di potenzialità sciupate e di superbia che si ritorce contro. Forse 2 ore e mezza possono risultare lunghe, ma non da tali da giustificare le stroncature.
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johnny1988
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lunedģ 13 febbraio 2023
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potente blanchett
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Lydia Tàr è la direttrice fissa della Filarmonica di Berlino ed è da anni consacrata come una diva della musica classica. Blasonata con i più alti riconoscimenti nella sua categoria, si prepara alla registrazione dal vivo della Quinta Sinfonia di Mahler. "Leccata" dai suoi stessi colleghi e dotata di una personalità catalizzatrice - in grado con la sua verve di trasformare le sue interviste pubbliche spesso e volentieri in un salamelecco cattedratico -, è una donna straordinariamente emancipata, che si autodefinisce lesbica "filogama".
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Lydia Tàr è la direttrice fissa della Filarmonica di Berlino ed è da anni consacrata come una diva della musica classica. Blasonata con i più alti riconoscimenti nella sua categoria, si prepara alla registrazione dal vivo della Quinta Sinfonia di Mahler. "Leccata" dai suoi stessi colleghi e dotata di una personalità catalizzatrice - in grado con la sua verve di trasformare le sue interviste pubbliche spesso e volentieri in un salamelecco cattedratico -, è una donna straordinariamente emancipata, che si autodefinisce lesbica "filogama". Ma la sua carriera di successi nasconde una condotta privata ambigua, lastricata di sotterfugi, furbizie e sottili favoritismi, e una relazione extraconiugale con una molto più giovane musicista dell'Orchestra finita in tragedia, minerà il suo nome e la sua stessa professione.
Todd Field, dopo anni di assenza dalla scena, sforna una storia in parte frutto di un lavoro vagamente ispirato alla sua personale esperienza videomusicale, in parte debitore dei più tragici Woody Allen e John Cassavetes, solido nella composizione scenica e fotografica, in cui illumina Cate Blanchett mettendo in risalto la sua nota fisionomia spigolosa e algida, che gradualmente da "diva" si trasfigura in un mostro umiliato dalla sua stessa megalomania, con cui è impossibile non immedesimarsi.
Sorprendetentemente le due ore e mezza di film non si fanno sentire per nulla, complici una drammatugia tenuta saldissimamente da un regista che pare avere progettato il film con la stessa mania per la perfezione della sua anti-eroina e dalla stessa Blanchett, che, inutile a dirlo, si riconferma come la più duttile e plasmabile delle attrici oggi viventi.
Un film che non va spiegato, ma vissuto sulla propria pelle. Perché? Il dialogo fra la protagonista e lo spettatore è esclusivo e va tenuto riservato.
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cinepiero
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lunedģ 13 febbraio 2023
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noioso
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film che si avvolge su se stesso, autocompiaciuto e noioso
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goldy
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lunedģ 13 febbraio 2023
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pretenzioso
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Al regista l'ultima cosa che interessa è farsi capire dal pubblico che rimane sì affascinato nella parte iniziale sorretto poi da musica sublime. Poi però la storia diventa una storiaccia troppo faticosa da seguire e troppe situazioni sono incomprensibili per non parlare del finale grottesco. Tutto è tenuto insieme dalla Blanchett davvero affascinante quanto irritante. La lezione alla Julliard è un inno a visioni new age che rapisce solo chi di musica classica non sa nulla. Notevole comunque, e da salvare è la rapisità del montaggio che sa dire molto in una frazione di secondo e mi piacderebbe vederlo applicato a una storia meno improbaile e confusa.
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Al regista l'ultima cosa che interessa è farsi capire dal pubblico che rimane sì affascinato nella parte iniziale sorretto poi da musica sublime. Poi però la storia diventa una storiaccia troppo faticosa da seguire e troppe situazioni sono incomprensibili per non parlare del finale grottesco. Tutto è tenuto insieme dalla Blanchett davvero affascinante quanto irritante. La lezione alla Julliard è un inno a visioni new age che rapisce solo chi di musica classica non sa nulla. Notevole comunque, e da salvare è la rapisità del montaggio che sa dire molto in una frazione di secondo e mi piacderebbe vederlo applicato a una storia meno improbaile e confusa.,
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(di 24luce)
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passito
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venerdģ 10 febbraio 2023
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non ci siamo
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un film faticoso da seguire con una trama poco convincente rende sbiadita pure l'interpretazione di cate blanchett
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(di paolorol)
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petri
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venerdģ 10 febbraio 2023
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grande delusione
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storia poco credibile dall'inizio alla fine. A tratti molto noiosa
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(di paolorol)
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mark twain
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martedģ 7 febbraio 2023
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che cazzo ci faceva olga in quel rudere?
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Prima di esprimere un giudizio, anche se in effetti non ho mai un visto un direttore d'orchestra roteare le braccia nell'aria dimemenandosi e ritenevo che i pianisti non praticassero il pugilato, qualcuno mi dovrebbe spiegare una parte della trama. Olga, la violoncellista che Lydia Tar intendeva portarsi a letto dopo aver sbirciato in un cesso le sue scarpe, si faceva accompagnare in un edificio abbandonato e infestato da belve feroci. L'unica volta che LydiaTar l'ha seguita, per restituirle un orsetto di peluche, ne è fuggita talmente rapidamente da inciampare e ferirsi volto e spalla. Possibile che non le fosse insorta la curiosità di domandare a Olga, restituendole successivamente l'orsetto, che cazzo ci facesse in quel rudere abbandonato?
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(di gabriella)
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peer gynt
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domenica 4 settembre 2022
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prove d'orchestra con mattatore
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Lydia Tar č una musicista affermata, direttrice d'orchestra fra le pił rinomate, donna-manager in un mondo dominato dagli uomini. Viene presentata, nell'intervista che dą l'avvio al film, come una delle poche EGOT, ossia vincitrice dei premi Emmy, Grammy, Oscar e Tony, i quattro traguardi pił importanti dello spettacolo in USA (per inciso va detto che la colonna sonora del film č stata affidata alla violoncellista e compositrice islandese Hildur Gušnadóttir, che ha realmente vinto finora un Emmy, un Grammy e un Oscar!). Colta, energica, sicura delle sue convinzioni, gestisce il potere con maschia determinazione e forse anche con una certa voluttą e non si ferma davanti a niente: sembra insomma una divinitą invincibile.
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Lydia Tar č una musicista affermata, direttrice d'orchestra fra le pił rinomate, donna-manager in un mondo dominato dagli uomini. Viene presentata, nell'intervista che dą l'avvio al film, come una delle poche EGOT, ossia vincitrice dei premi Emmy, Grammy, Oscar e Tony, i quattro traguardi pił importanti dello spettacolo in USA (per inciso va detto che la colonna sonora del film č stata affidata alla violoncellista e compositrice islandese Hildur Gušnadóttir, che ha realmente vinto finora un Emmy, un Grammy e un Oscar!). Colta, energica, sicura delle sue convinzioni, gestisce il potere con maschia determinazione e forse anche con una certa voluttą e non si ferma davanti a niente: sembra insomma una divinitą invincibile. Ma č anche una donna fragile, preda delle sue passioni (ha una moglie,violinista dell'orchestra che dirige, ma ha avuto delle storie con altre musiciste ed č fortemente attratta dalla giovane, bella e talentuosa violoncellista Olga), ed č dotata di un udito sensibilissimo che le fa percepire rumori notturni anche lievi che, a casa, la svegliano come se fossero amplificati. Mentre fa jogging nel parco sente addirittura le grida d'aiuto di una donna, ma non vede nessuno (citazione antonioniana?). Percezioni reali o parti della sua mente? Insomma, Lydia Tar č un personaggio affascinante e contraddittorio, non solo per gli spettatori ma anche per l'autore del film, che sembra amare ed odiare al contempo il suo personaggio. Cate Blanchett, che lo interpreta con grande partecipazione e perfetto physique du rōle, ci rende talmente credibile un simile personaggio, da indurci a cercarla su Wikipedia. Todd Field crea un racconto fluido e accattivante, sicuramente ambizioso, che non convince completamente (sul finale ci resta qualche perplessitą) ma che merita assolutamente un'attenta visione.
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