felicity
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lunedì 21 marzo 2022
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un film sul piacere di narrare le storie
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La famosa invasione degli orsi in Sicilia è, prima di tutto, un film sul piacere di narrare le storie, sul recupero della tradizione orale, delle leggende popolari; sull’importanza di saper ascoltare i punti di vista altrui. Il film racconta del Grande Re degli orsi Leonzio che, nel tentativo di ritrovare il figlio da tempo perduto, decide di condurre il proprio popolo dalle montagne fino alla pianura, dove vivono gli uomini. Grazie al suo esercito e all'aiuto di un mago, riuscirà a sconfiggere il malvagio Granduca e a trovare finalmente il figlio Tonio, rendendosi però conto che gli orsi non sono fatti per vivere nella terra degli uomini.
Una storia che mette al proprio centro il confronto tra due mondi, la poesia della scoperta e le conseguenze nefaste del potere; una fiaba dai toni semplici, raccontata sottovoce, con una delicatezza e un ritmo con i quali è molto semplice entrare in sintonia.
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La famosa invasione degli orsi in Sicilia è, prima di tutto, un film sul piacere di narrare le storie, sul recupero della tradizione orale, delle leggende popolari; sull’importanza di saper ascoltare i punti di vista altrui. Il film racconta del Grande Re degli orsi Leonzio che, nel tentativo di ritrovare il figlio da tempo perduto, decide di condurre il proprio popolo dalle montagne fino alla pianura, dove vivono gli uomini. Grazie al suo esercito e all'aiuto di un mago, riuscirà a sconfiggere il malvagio Granduca e a trovare finalmente il figlio Tonio, rendendosi però conto che gli orsi non sono fatti per vivere nella terra degli uomini.
Una storia che mette al proprio centro il confronto tra due mondi, la poesia della scoperta e le conseguenze nefaste del potere; una fiaba dai toni semplici, raccontata sottovoce, con una delicatezza e un ritmo con i quali è molto semplice entrare in sintonia. Ma il vero punto di forza del film è senza ombra di dubbio il suo comparto visivo: Mattotti adatta al proprio stile le illustrazioni del libro a opera dello stesso Buzzati ottenendo un risultato straordinario.
Dalla caratterizzazione dei personaggi agli scenari mozzafiato, a ogni cambio di quadro la meraviglia accompagna lo spettatore in un universo magico e accogliente, dai colori sgargianti e il gusto un po’ retrò, in cui è possibile perdersi senza esitazione. La cura con cui Mattotti fa aderire ogni dettaglio visivo al racconto sottolinea ancora una volta l’importanza e il piacere del racconto, ricordandoci quanto è piacevole restare ad ascoltare una favola.
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sabato 25 dicembre 2021
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vedere il film amplia l'impressione di chi lesse il racconto
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Dal racconto pessimista “per bambini” La famosa invasione degli orsi in Sicilia nell’animazione realizzata in Francia da L.Mattotti anche con la voce di Camilleri viene una suggestione di metafora --in edizioni di diversa lunghezza dopo il ’45-- sul mago buono che parla veneto, sul serpente marino a strisce (gli americani?), la mafia al tritolo (l’orso traditore che ruba la bacchetta magica Sal-nitro: Sal-vo Lima) [o pensa altri riferimenti?] 24.12.2021
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dandy
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sabato 13 marzo 2021
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orsi e uomini.
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Debutto alla regia del cartoonist Lorenzo mattotti,che adatta liberamente l'omonimo libro illustrato di Dino Buzzati del '45(già proposto a metà anni'60 come spettacolo di marionette e attori dai Fratelli Colla)per produzione italo-francese.Un piacevole messaggio sui temi non nuovi ma sempre attuali del potere nefasto e della comprensione reciproca tra razze diverse,nonchè sulla comprensione dell'altro e la necessità di tramandare le storie nel tempo.In epoca di digitale imperante,la scelta di uno stile semplice ed artigianale in linea con quello del libro si rivela quantomai azzeccata,e garantisce il coinvolgimento di spettatori sia grandi che piccoli,così come la narrazione lieve e favolistica anche nei momenti drammatici(come il suggestvo assalto del serpente gigante),infantile al punto giusto.
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Debutto alla regia del cartoonist Lorenzo mattotti,che adatta liberamente l'omonimo libro illustrato di Dino Buzzati del '45(già proposto a metà anni'60 come spettacolo di marionette e attori dai Fratelli Colla)per produzione italo-francese.Un piacevole messaggio sui temi non nuovi ma sempre attuali del potere nefasto e della comprensione reciproca tra razze diverse,nonchè sulla comprensione dell'altro e la necessità di tramandare le storie nel tempo.In epoca di digitale imperante,la scelta di uno stile semplice ed artigianale in linea con quello del libro si rivela quantomai azzeccata,e garantisce il coinvolgimento di spettatori sia grandi che piccoli,così come la narrazione lieve e favolistica anche nei momenti drammatici(come il suggestvo assalto del serpente gigante),infantile al punto giusto.Anche se il finale non esclude la malinconia,suggerendo la stroncatura di un impossibile amore tra Tonio e Almerina,e allo stesso tempo lasciando il dubbio con un finale alternativo che non verrà rivelato .Bellissime le musiche.Non stonata la scelta dell'accento siciliano per i dialoghi.Il nome della figlia di Gedeone è un omaggio alla moglie di Buzzati,scomparsa nel 2015.Pregevole il doppiaggio:Gedeone è doppiato da Antonio Albanese;il Vecchio Orso da Andrea Camilleri(in originale da Jean-Claude Carrière);Leonzio da Toni servillo;Tonio da Alberto Boubakar Malanchino;Salnitro da Corrado Guzzanti;Orso Babbone da Roberto Ciufoli.Ancora una volta,un tragico esempio incapacità delle masse di interessarsi a qualcosa di alternativo,e non solo da noi:con un budget di 11 milioni di euro e ben sei anni di lavorazione,ha incassato meno di mezzo milione in Italia e meno di due milioni in Francia e Spagna(unici altri paesi dov'è stato proiettato,complimenti come sempre anche ai distributori),determinando il fallimento della Prima Linea Productions.
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fabio
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sabato 22 agosto 2020
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riuscita trasposizione cinematrografica
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La prova del 9 è quando ci vai con tuo figlio (di 8 anni ed alla sua prima arena in assoluto).
A causa del covid dovevamo stare seduti distanti e così l'ho sistemato due file più avanti alla mia. Risultato: non si è mosso dalla sedia (tipica dell'arena estiva: di ferro, scomodissima). E' rimasto incollato per tutto il tempo.
Alla fine mi detto che gli era piaciuto anche se lo trovava un po' triste. Buzzati è proprio così.
Una serata indimenticabile sotto molti aspetti.
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francescofacchinetti
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domenica 24 maggio 2020
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un sempreverde pugno vellutato.
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Che bel dipinto, amaro e al tempo stesso vellutato, edificante per i ragazzi e ammonitore per gli adulti. Tratto dal romanzo di Dino Buzzati e doppiato dalle grandi voci di Toni Servillo, Antonio Albanese, Corrado Guzzanti ed il maestro Andrea Camilleri, ‘La Famosa Invasione Degli Orsi In Sicilia’ ha avuto bisogno di 6 anni di lavorazione per diventare quello che è: un bel lungometraggio animato d’autore in 2D, vintage nel gusto ed eterno nella tematica, come la penna che l’ha scritto. La maturità per farci guardare dentro prima di puntare il dito contro l’altro e la leggerezza per farci guardare all’altro con un sorriso (o almeno provarci). Non dirò nulla sul racconto perché è troppo figo scoprirlo man mano e restare poeticamente con l’amaro in bocca.
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luca pignataro
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domenica 10 novembre 2019
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occasione sciupata
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E' uscito al cinema il film La famosa invasione degli orsi in Sicilia tratto (con aggiunte e omissioni) da un racconto di Dino Buzzati. Il racconto è molto bello sotto diversi aspetti. Il film invece, a parte le belle scene (ispirate dalle tavole disegnate da Buzzati stesso, ma questo non è riferito nei titoli), è un tipico frutto dei nostri tempi. L'inserimento di un personaggio femminile e l'uso del ridicolo termine "umani" anziché uomini (da cui la parola "umani" deriva ma che qualcuno stupidamente ritiene troppo maschile) sono un omaggio alle ideologie odierne. L'uso di voci dialettali e di quella di Andrea Camilleri (personaggio del tutto estraneo all'universo di Buzzati) è stucchevole e estraneo alla Sicilia buzzatiana, non terra contemporanea bensì mitica.
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E' uscito al cinema il film La famosa invasione degli orsi in Sicilia tratto (con aggiunte e omissioni) da un racconto di Dino Buzzati. Il racconto è molto bello sotto diversi aspetti. Il film invece, a parte le belle scene (ispirate dalle tavole disegnate da Buzzati stesso, ma questo non è riferito nei titoli), è un tipico frutto dei nostri tempi. L'inserimento di un personaggio femminile e l'uso del ridicolo termine "umani" anziché uomini (da cui la parola "umani" deriva ma che qualcuno stupidamente ritiene troppo maschile) sono un omaggio alle ideologie odierne. L'uso di voci dialettali e di quella di Andrea Camilleri (personaggio del tutto estraneo all'universo di Buzzati) è stucchevole e estraneo alla Sicilia buzzatiana, non terra contemporanea bensì mitica. Eluso il riferimento all'eroismo di un personaggio che si sacrifica in battaglia per far vincere i suoi compagni. Manca del tutto la commovente preghiera a Gesù Crocifisso messa da Buzzati, uomo non propriamente credente ma religioso sì, ossia rispettoso del sacro e del Mistero. Una sensibilità troppo seria e profonda per un film prodotto dalla Rai e da un canale televisivo francese, che pure si credono il massimo della divulgazione culturale.
Luca Pignataro
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