Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | India, Paesi Bassi |
Durata | 78 minuti |
Regia di | Arun Karthick |
Attori | Valavane Koumarane . |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 3 febbraio 2020
Un uomo riesce a mantenere a stento alla sua famiglia ma non perde l'ottimismo.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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A Coimbatore, città indiana nello stato di Tamil Nadu, Nasir lavora come commesso in un negozio di abbigliamento e conduce una vita di routine ma non priva di difficoltà. Insieme alla moglie Taj, si occupa di un figlio che ha bisogno di assistenza continua, di una madre malata, e di un'abitazione modesta priva di acqua corrente. Nonostante tutto, Nasir sa trovare la poesia nel quotidiano, recitando i suoi versi per i colleghi in negozio e aggirandosi per la città tra consegne e faccende da sbrigare durante l'assenza di sua moglie, partita per tre giorni. Le strade di Coimbatore, però, sono in agitazione a causa di estremisti indù che inveiscono contro la popolazione musulmana, di cui Nasir fa parte.
Il secondo film del giovane regista indiano Arun Karthick è un piccolo gioiello di pathos distillato, insieme dotato di un'urgenza sotterranea e di una superficie rilassante.
Modesto nel tono e nella portata, senza staccarsi mai dalla prospettiva del suo protagonista, riesce però ad alludere con tatto a un contesto ampio, quello dell'intolleranza religiosa e culturale nelle zone del Tamil Nadu. Nei panni dell'uomo comune Nasir c'è l'autore teatrale Koumarane Valavane, che accende il personaggio con verve proprio come Karthick fa con le inquadrature, spesso brillanti di colori intensi (in particolare nelle decorazioni casalinghe e negli stupendi tessuti in vendita nel negozio, tipici della regione) pur nella costrizione del formato 4:3 in 16mm. Concettualmente e visivamente, il film è un esercizio di concentrazione quasi zen, fatto di ripetizioni e di gesti, di azioni e momenti lasciati scorrere ben oltre il previsto (l'apertura del negozio con la preparazione dei manichini, una fila alla pompa d'acqua con il secchio in mano), ma con una cura che invita lo spettatore ad apprezzarli di più invece che a sopportarli con impazienza. Un tale senso di armonia ha anche lo scopo di normalizzare gli sprazzi di sdegno di cui Nasir è vittima, ma che non emergono mai come il punto gridato di un film a tesi. Tutto piuttosto si combina in un flusso vitale, in un ritratto eterogeneo che il regista Karthick dirige con ammirevole controllo. Si sono viste opere sullo stesso argomento, ma mai sviluppate su queste note, e nell'articolare il suo messaggio dal valore sociale in base a ciò che è dentro e fuori dall'inquadratura, il giovane autore può legittimare anche un finale ardito in cui i confini, sorprendentemente, si aprono.