felicity
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martedì 23 novembre 2021
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commedia sulle nevrosi familiari
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È un film corale Genitori Quasi Perfetti, il film è una commedia drammatica che analizza con pungente ironia il ruolo di genitori e figli in questo particolare momento storico, dove le nevrosi impazzano e il rapporto con i pargoli sembra essere incentrato principalmente sull’apparenza. Ed è proprio sul gioco tra realtà e finzione che i personaggi emergono innescando una bomba ad orologeria che metterà a confronto gruppi eterogenei di genitori più o meno instabili.
Genitori Quasi Perfetti ricalca in massima parte gli schemi della commedia all’italiana, ma la sceneggiatura sembra prendere spunto dal linguaggio più pungente e contemporaneo di film come Carnage di Roman Polanski, dove la competizione tra genitori è all’apice del comportamento dei figli.
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È un film corale Genitori Quasi Perfetti, il film è una commedia drammatica che analizza con pungente ironia il ruolo di genitori e figli in questo particolare momento storico, dove le nevrosi impazzano e il rapporto con i pargoli sembra essere incentrato principalmente sull’apparenza. Ed è proprio sul gioco tra realtà e finzione che i personaggi emergono innescando una bomba ad orologeria che metterà a confronto gruppi eterogenei di genitori più o meno instabili.
Genitori Quasi Perfetti ricalca in massima parte gli schemi della commedia all’italiana, ma la sceneggiatura sembra prendere spunto dal linguaggio più pungente e contemporaneo di film come Carnage di Roman Polanski, dove la competizione tra genitori è all’apice del comportamento dei figli. Nessun genitore oggi può sottrarsi alla morsa dei social, tra chat WhatsApp di gruppo, incontri con gli insegnanti e feste di compleanno è costretto a misurarsi costantemente con i propri limiti e con il giudizio altrui nell’educazione dei figli, spesso dimenticandosi quanto sia importante stabilire un rapporto diretto con i bambini. Il film va in questa direzione, ma senza appesantire lo spettatore con moralizzazioni inutili. La misura in effetti è proprio il punto di forza di questo film, che scorre con naturalezza e strappa più di qualche sorriso, giocando sui comportamenti dei genitori contemporanei.
La messa in scena ricorda quella apprezzata nel film di Paolo Genovese Perfetti Sconosciuti, ma il contenuto è molto diverso, virando sull’analisi scansonata dell’essere genitore nell’era dei social.
Seppur con qualche esagerazione e stereotipizzazione dei personaggi il film è gradevole.
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jonnylogan
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domenica 24 ottobre 2021
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genitori quasi perfetti ?
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Simona è una quarantenne che a fatica gestisce la sua vita professionale, da veterinaria, e privata, come madre single di Filippo, un bambino di otto anni. In occasione del compleanno del figlio Simona ha organizzato una festa in ogni minimo dettaglio invitando i compagni di classe e i rispettivi genitori; ma mentre i bambini giocano in completa tranquillità, i rancori e le differenti personalità degli adulti vengono velocemente a galla.
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Simona è una quarantenne che a fatica gestisce la sua vita professionale, da veterinaria, e privata, come madre single di Filippo, un bambino di otto anni. In occasione del compleanno del figlio Simona ha organizzato una festa in ogni minimo dettaglio invitando i compagni di classe e i rispettivi genitori; ma mentre i bambini giocano in completa tranquillità, i rancori e le differenti personalità degli adulti vengono velocemente a galla.
Se avete visto Carnage è probabile che vi ritroviate le medesime atmosfere ma ancora più cupe, dato che l’apparenza borghese con la quale i differenti caratteri, solo inizialmente amichevoli, si avvicinano è direttamente proporzionale alla velocità con la quale esplodono entrando in contatto fra loro. Difatti se nella pellicola diretta da Roman Polański la causa scatenante del litigio fra adulti era uno screzio fra adolescenti, in tal caso non c’è traccia di alcun litigio. I bambini giocano placidamente in salotto mentre gli adulti, ognuno con il proprio background e le proprie storie di adattamento alla vita, vengono nell’arco di una serata letteralmente alle mani e per screzi mai veramente risolti. All’interno dell’abitazione di Simona, visto come alla stregua di un palcoscenico (la pellicola è l’adattamento dello spettacolo teatrale Palloncini di Coletti e Scotti) si possono incontrare differenti generi umani: dai genitori affascinati dallo stile di vita New age, al padre disoccupato che sceglie di fare le veci della moglie e madre. Dal padre da poco diviso e con la totale abnegazione al lavoro, fino alla coppia di ragazze che ha deciso di avere un figlio grazie alla fecondazione assistita. Nel mezzo a tutte queste incomprensioni che si vengono a creare la vita dei figli è quasi del tutto ignorata a beneficio di quella degli adulti, ma solo fino a un cambio di registro che sarà fissato dal festeggiato (Filippo) che spariglierà le carte in tavola. Nessuno fra gli interpreti eccelle rispetto agli altri, ma tutti assieme riescono perfettamente a portare la pellicola verso un finale che è ben più di un semplice sguardo di speranza verso il futuro.
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vepra81
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martedì 8 settembre 2020
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documentario o film
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Un documentario girato sotto le sembianze di un film. Per capirlo devi essere un genitore se no ti perdi tante sfumature della storia. Storia vera carina ma senza una trama da cinema. Una festa con tante parole e pochi fatti. Una riflessione sull'essere genitori oggi con tutti i problemi di crescere dei figli. Non male ma nulla di eccezionale.
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atone
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venerdì 4 settembre 2020
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non male
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Direi che il film si lascia guardare tranquillamente soprattutto per la bravura degli attori. Pretendere ogni volta un capolavoro mi sembra un po' troppo, non dare la sufficienza ad un film come questo credo davvero che sia una forzatura.
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onufrio
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venerdì 19 giugno 2020
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genitori incasinati
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Il figlio di Simona, madre single interpretata da Anna Foglietta, si appresta a festeggiare il proprio compleanno con la classica festa casalinga, invitando i compagni più stretti e di conseguenza le rispettive famiglie. Una semplice festa di compleanno diverrà un confronto acceso di idee e contrasti fra i grandi, i quali, il più delle volte, appaiono più goffi e problematici degli stessi bambini. Più che un film sembra come una commedia teatrale in cui il dialogo il più delle volte non coinvolge lo spettatore, anzi, lo allontana. In questo marasma generale si salva come sempre la Foglietta, attrice di immenso spessore che merita palcoscenici ben più importanti.
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Il figlio di Simona, madre single interpretata da Anna Foglietta, si appresta a festeggiare il proprio compleanno con la classica festa casalinga, invitando i compagni più stretti e di conseguenza le rispettive famiglie. Una semplice festa di compleanno diverrà un confronto acceso di idee e contrasti fra i grandi, i quali, il più delle volte, appaiono più goffi e problematici degli stessi bambini. Più che un film sembra come una commedia teatrale in cui il dialogo il più delle volte non coinvolge lo spettatore, anzi, lo allontana. In questo marasma generale si salva come sempre la Foglietta, attrice di immenso spessore che merita palcoscenici ben più importanti.
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lizzy
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sabato 25 gennaio 2020
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perfettamente ignorabile.
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Cosa fa di un film un "bel film" o un "brutto film"?
Non di certo gli attori: qua abbiamo gente che non viene certo dalla strada. Ma cincischia.
Alla Foglietta darei l' Oscar solo per la quantità assurda di film "non adatti" che si è presa la briga di accettare.
A me lei sembra un' ottima attrice, troppo sottovalutata e sottodimensionata. Infatti finisce sempre a recitare in lavori come questo.
Nemmeno le ambientazioni: Milano ormai, paradiso cosmopolita, è un perfetto posto dove girare ottimi lavori (ma quanto è bello "L' Intrepido con le sue ambientazioni meneghine?). La casa della protagonista pure non sarebbe poi così male.
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Cosa fa di un film un "bel film" o un "brutto film"?
Non di certo gli attori: qua abbiamo gente che non viene certo dalla strada. Ma cincischia.
Alla Foglietta darei l' Oscar solo per la quantità assurda di film "non adatti" che si è presa la briga di accettare.
A me lei sembra un' ottima attrice, troppo sottovalutata e sottodimensionata. Infatti finisce sempre a recitare in lavori come questo.
Nemmeno le ambientazioni: Milano ormai, paradiso cosmopolita, è un perfetto posto dove girare ottimi lavori (ma quanto è bello "L' Intrepido con le sue ambientazioni meneghine?). La casa della protagonista pure non sarebbe poi così male.
Manco l' idea di base: una esplosione di miserie familiari in uno speciale pomeriggio di ordinaria follia.
E allora cosa ha complottato per rendere questo lavoro un film banale e per nulla divertente?
Non lo so...forse la sceneggiatura? Forse l'esagerata caricatura dei personaggi?
Forse qualche idea strampalata usata male?
Ecco, ad esempio fin dalle prime "gocce" mi sarei aspettato, sul finale del film, un "dark ending" catastrofico tipo "L' Ultimo Capodanno", con soffitti crollanti e alluvioni di acqua accorsi a spegnere le fiamme della rissa infernale dei protagonisti.
E invece il tutto si risolve in una spruzzatina che al massimo si limita a creare un (inutile ormai) cortocircuito.
Il tutto condito (!) da una telefonatissima (!!) vomitata della lesbica di turno (ormai se non ce n'è qualche gay in un fllm manco lo facciamo uscire nelle sale!!!)
E l'amplesso estemporaneo in bagno? Fin dai primi sguardi dei due protagonisti sapevamo dove sarebbe andata a parare la trama, ma ci sarebbe piaciuto avere una salvifica smentita. E invece... Ecco li i due pollazzoni in azione, con annessa scoperta della moglie cornuta e mazziata.
Fino a terminare con la scena dell' animatrice che sceglie proprio quell' occasione, in quella casa, per fare il test di gravidanza.
Tranne poi decidere che lei, si, lei si sarebbe stata un genitore migliore di quelli fino a quel momento osservati nell'appartamento. Ma si, lei che è arrivata tardi al lavoro come nella vita (il figlio concepito per caso), lei che si è accoppiata con uno che la molla alla prima avvisaglia di problema (la maternità).
E una così dovrebbe salvare la razza genitoriale? Mah...
Stendiamo un occhio sui continui rimandi, buonisti e non, al mondo LGBT fino al delirio del bambino che, vestitosi da ragazza per gioco, già si è deciso che da grande sarà il solito gay (scontento).
Ma chi, da uomo, almeno una o due volte nella vita, non si è mai travestito da donna?
In quanti carnevali ho visto serissimi ragazzi etero vestire i panni della vicina di casa solo perchè senza denaro e impossibilitati ad usare altro se non i vecchi stracci di mammà!
Onestamente a me i lavori teatrali trasposti sul grande schermo non mi han mai eccitato, anzi.
Trovo che lo stravolgimento delle ambientazioni di scena possa solo danneggiare un film.
Li vedo, d'accordo, ma non mi lasciano nulla di che. Carnage, Due Partite, Venere in Pelliccia...
Sicuramente questo testo avrebbe funzionato meglio su un palco con tanta gente davanti, ma qua... beh...ci siam capiti.
Mi dispiace, tutto sommato, per la Foglietta. Ma anche per il Calabrese e la Mascino.
Si sarebbero meritati ben altro.
Ma questo è quanto.
Pazienza.
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