maurizio.meres
|
lunedì 15 aprile 2019
|
profondamente vero
|
|
|
|
Un film assolutamente da vedere,intenso,drammaticamente forte tocca la sensibilità di chi pensa di credere alla giustizia divina,capace di perdonare ma incapace di voler bene al prossimo nella più indifferenza sociale che mente umana possa immaginare,siamo in una parte di Beirut sofferente stanca di esistere dove la giornata inizia nella sofferenza e termina più delle volte nel dramma,tutto il film ci fa riflettere sulla dignità umana calpesta da chi è senza scrupoli,e soprattutto sulla sofferenza esistenziale dei bambini,indifesi,lasciati allo sbando senza un infanzia normale,ma con una grande voglia di esistere di crescere di avere una vita normale in un mondo assolutamente cieco.
[+]
Un film assolutamente da vedere,intenso,drammaticamente forte tocca la sensibilità di chi pensa di credere alla giustizia divina,capace di perdonare ma incapace di voler bene al prossimo nella più indifferenza sociale che mente umana possa immaginare,siamo in una parte di Beirut sofferente stanca di esistere dove la giornata inizia nella sofferenza e termina più delle volte nel dramma,tutto il film ci fa riflettere sulla dignità umana calpesta da chi è senza scrupoli,e soprattutto sulla sofferenza esistenziale dei bambini,indifesi,lasciati allo sbando senza un infanzia normale,ma con una grande voglia di esistere di crescere di avere una vita normale in un mondo assolutamente cieco.
Grande prova di coraggio della regista di mettere a nudo tutto il marciume che la Beirut che conta nessuno vuole vedere ma viene esposto come in una vetrina di un negozio.
Bella e profonda l'interpretazione del bambino che rispecchia in pieno lo stato sociale in cui vive,così come tutti gli altri interpreti del film,figure vere,reali,espressioni di sofferenza in un ambientazione fatta di squallore con i rumori di tutti i giorni e con riprese che inquadrano la vera sofferenza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maurizio.meres »
[ - ] lascia un commento a maurizio.meres »
|
|
d'accordo? |
|
lbavassano
|
domenica 14 aprile 2019
|
straordinario
|
|
|
|
Ci violenta e ci illumina.
[+] evviva i buoni film!
(di maria f.)
[ - ] evviva i buoni film!
|
|
[+] lascia un commento a lbavassano »
[ - ] lascia un commento a lbavassano »
|
|
d'accordo? |
|
carlosantoni
|
sabato 13 aprile 2019
|
disperazione e solidarietà nel formicaio di beirut
|
|
|
|
Il film comincia con inquadrature dall’altro, in verticale, su un agglomerato urbano che definire caotico è un eufemismo. S’intuisce che è un agglomerato urbano, ma non è facile percepirne i contorni, tanto la trama delle strade e dei palazzi è incasinata, priva di razionalità. Poi la scena scende giù per le strade, un caos incredibile di brulicante disordine fatiscente, una bolgia, lungo le quali un gruppo di ragazzini gioca mettendo la fantasia al servizio di ciò che la realtà gli ammannisce: la guerra. Poi la scena cambia e si scorge un bambino (non un adolescente: un bambino) che, in manette, viene tratto davanti a un giudice, in tribunale: si saprà che ha circa 12 anni ed è stato condannato a cinque anni di galera! Da qui in poi la storia si svolge in flash back e narra, appunto, l’universo infernale in cui questo bambino ha vissuto e continua a vivere.
[+]
Il film comincia con inquadrature dall’altro, in verticale, su un agglomerato urbano che definire caotico è un eufemismo. S’intuisce che è un agglomerato urbano, ma non è facile percepirne i contorni, tanto la trama delle strade e dei palazzi è incasinata, priva di razionalità. Poi la scena scende giù per le strade, un caos incredibile di brulicante disordine fatiscente, una bolgia, lungo le quali un gruppo di ragazzini gioca mettendo la fantasia al servizio di ciò che la realtà gli ammannisce: la guerra. Poi la scena cambia e si scorge un bambino (non un adolescente: un bambino) che, in manette, viene tratto davanti a un giudice, in tribunale: si saprà che ha circa 12 anni ed è stato condannato a cinque anni di galera! Da qui in poi la storia si svolge in flash back e narra, appunto, l’universo infernale in cui questo bambino ha vissuto e continua a vivere.
La mdp non dà tregua, dall’inizio alla fine filma ogni scena a spalla e le sue continue oscillazioni comunicano inquietudine, precarietà. Incessante, implacabile, si fissa in primissimo piano sull’ira, la disperazione, la tenerezza, la stanchezza sul volto di Zain, il piccolo protagonista: uno straordinario Zain Alrafeea. E poi sugl’interni caotici delle abitazioni, spesso niente di più che baracche schifose, o su trombe di scala che avrebbero molto da invidiare a quelle pur sommamente cupe del Piranesi, e sugli esterni che continuamente ci parlano di disfacimento, caos, sporcizia, trasando, rumore, totale mancanza di razionalità sociale.
Il film è una storia di storie che s’intrecciano nell’inferno di un quartiere popolare di Beirut, ma soprattutto la storia di Zain, figlio di una famiglia dalla prole assai numerosa (il padre sembra non fare altro che fumare, dormire sul divano e mettere incinta la moglie), particolarmente affezionato alla sorella Sahar, più o meno sua coetanea, che i genitori vendono come sposa undicenne a un commerciante, in cambio di benefici economici. La storia ha inizio con il tentativo infruttuoso di Zain di opporsi a questo scempio. Dopo di che Zain sceglie la via della fuga lontano dai genitori, che non lo amano e che lui lucidamente odia (una volta davanti al giudice, arriverà a chiedere la loro incriminazione per... averlo messo al mondo!). Zain non ha niente con sé, solo odio e disperazione, e amore per la sorella venduta. E tanta, tanta fame; ma è un bimbo e come tale non può fare a meno di sognare e di stupirsi: lo fa di fronte a un grande parco giochi, le cui meraviglie lo incantano. Qui incontra Rahil, un’inserviente eritrea senza permesso di soggiorno e con un piccolo che è costretta a nascondere per non rischiare l’espulsione. È tra queste vite di reietti, di ultimi della Terra che non hanno praticamente niente all’infuori di un senso dell’umanità che a tutti gli altri pare far difetto, che da qui in avanti si sviluppa una storia fatta di solidarietà, di affetto profondo.
Il piccolo Zain Alrafeea è semplicemente straordinario per bravura e intensità espressiva, e colpisce veramente apprendere che tutti quanti gl’interpreti, tutti di notevole capacità espressiva, sono tutti attori non protagonisti! Alla faccia dell’Actor’s Studio e dei Marlon Brando!
Fotografia frenetica ed eccellente: mi chiedo come sia stato possibile filmare certe scene negl’interni, soprattutto nel caos dei vani scala, o nel descrivere il rapporto tra Zain e il piccolissimo “fratellino” etiope.
Film crudo e coraggioso, “Cafarnao” non fa sconti nel narrare con durezza la trama. Al tempo stesso descrive i vari passaggi con profonda umanità, direi con dolcezza. Anche le figure del padre e della madre di Zain, certo non positive, vengono però adeguatamente contestualizzate, ed è, questa scelta della brava Labaki, utilissima a impedirci di condannare sommariamente, come saremmo portati a fare con troppa leggerezza. È come se c’invitasse a capire il dramma di quelle vite misere, comunque prive di ogni riparo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carlosantoni »
[ - ] lascia un commento a carlosantoni »
|
|
d'accordo? |
|
matymi
|
giovedì 4 aprile 2019
|
broncio da oscar
|
|
|
|
Ho visto il film ieri sera in V.O. con i sottotili. Lo consiglio a tutti poichè è bellissimo, uno dei film che mi hanno più emozionata negli ultimi tempi. Il broncio di Zain e la sua rabbia nei confronti dei genitori, che si disinteressano di lui e dei suoi fratelli, è da premio Oscar. I diritti negati dell'infanzia purtroppo non hanno quartiere ma in determinate parti del mondo sono ancora più negati. Da vedere e rivedere.
|
|
[+] lascia un commento a matymi »
[ - ] lascia un commento a matymi »
|
|
d'accordo? |
|
|
martedì 26 febbraio 2019
|
film meraviglioso
|
|
|
|
È un film eccezionale....lascia un'impronta profonda! Da non perdere assolutamente!!!
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
gaiart
|
domenica 28 ottobre 2018
|
"quando gesù andò ad abitare a cafarnao"
|
|
|
|
Un film intenso, utile, sociale, nitido, cristallino. Un cast d'eccezione fa già il 90 per cento della riuscita di una pellicola. Ecco qui i bambini Yonas e Zain sono eccellenti. Hanno l'intensità di Mastroianni con 60 anni in meno. Hanno i capelli arruffati di Antoine Doinel in 400 colpi. Hanno la magia negli occhi.
Ambientato in Libano con la bravisisma regista di Caramel lei stessa attrice nel flm nel ruolo dell'avvocato difensore, la pellicola si focalizza su queste migliaia di esseri trattati come scarafaggi che non hanno identità, e vivono in bidounville, nascosti sotto terra come piccoli insettini sporchi.
Non a caso uno dei protagonisti del luna park non è spider man, ma secondo sua stessa autodefinzione l'uomo scarafaggio.
[+]
Un film intenso, utile, sociale, nitido, cristallino. Un cast d'eccezione fa già il 90 per cento della riuscita di una pellicola. Ecco qui i bambini Yonas e Zain sono eccellenti. Hanno l'intensità di Mastroianni con 60 anni in meno. Hanno i capelli arruffati di Antoine Doinel in 400 colpi. Hanno la magia negli occhi.
Ambientato in Libano con la bravisisma regista di Caramel lei stessa attrice nel flm nel ruolo dell'avvocato difensore, la pellicola si focalizza su queste migliaia di esseri trattati come scarafaggi che non hanno identità, e vivono in bidounville, nascosti sotto terra come piccoli insettini sporchi.
Non a caso uno dei protagonisti del luna park non è spider man, ma secondo sua stessa autodefinzione l'uomo scarafaggio.
La bravissima e forte regista ha tratto spunto da molti fattori che incrocia e che tutti emergono in Cafarnao anche in modo poco filtrato e violento; prepotenti e urgenti come gli stessi argomenti: la vita nascosta dei migranti, i poveri, gli emarginati, lo sfruttamento minorile, le condizioni precarie e inesistenti dei diritti di molti rifugiati politici che, rielaborati e ben assemblati, qui forniscono un ritratto commovente e utile al tempo stesso. Solo chi ha vissuto in questi paesei, chi ha toccato con mano lo sguardo di certi bambini riesce a dipingere in modo così umano e autentico le brutture del mondo contemporaneo.
Complimenti alla forza di questa donna e, con lei, tutti coloro che vivono veramente questi drammi.
"Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafarnao, sulla riva del mare". Forse servirebbe ancor oggi uno o più dei suoi Miracoli!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gaiart »
[ - ] lascia un commento a gaiart »
|
|
d'accordo? |
|
|