monik
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domenica 30 aprile 2017
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consigliato a politici e amministratori cittadini
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Piigs, docufilm sulle dinamiche economiche che stiamo vivendo nell’aera Euro. Ha ritmi incalzanti, in particolare nella prima parte dove si cerca di inquadrare il tema, inchiodando lo spettatore alla massima attenzione tra sottotitoli, dati, immagini in rapida successione e voci fuori campo italiane e in lingua inglese. Toccante e significativa la storia della cooperativa Il Pungiglione, anche se non emerge in modo netto la responsabilità e il ruolo delle Pubbliche Amministrazioni (statali e locali) in sinergia ‘negativa’ con le Banche. Molto importanti le testimonianze delle persone intervistate - spiccano Barnard, De Luca e Rampini, insieme agli esperti stranieri.
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Piigs, docufilm sulle dinamiche economiche che stiamo vivendo nell’aera Euro. Ha ritmi incalzanti, in particolare nella prima parte dove si cerca di inquadrare il tema, inchiodando lo spettatore alla massima attenzione tra sottotitoli, dati, immagini in rapida successione e voci fuori campo italiane e in lingua inglese. Toccante e significativa la storia della cooperativa Il Pungiglione, anche se non emerge in modo netto la responsabilità e il ruolo delle Pubbliche Amministrazioni (statali e locali) in sinergia ‘negativa’ con le Banche. Molto importanti le testimonianze delle persone intervistate - spiccano Barnard, De Luca e Rampini, insieme agli esperti stranieri. Appare invece tragicomico l'outing di Fassina, ex viceministro all'Economia del Governo Letta. Ho rivisto con una certa malinconia le immagini dell'incontro di Rimini, (partecipai come 'libero' cittadino-giornalista a entrambi gli incontri organizzati da Barnard insieme ad amici). Narrazione di Santamaria avvolgente e colpo di scena finale con 'brivido' (e forte senso di nausea). Da vedere, discutere e consigliare la visione a parenti, amici, vicini di casa, colleghi di lavoro, esponenti politici e amministratori della propria città. Ale di Fè
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carlo
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martedì 2 maggio 2017
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perchè per me è un capolavoro!
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No, non è un capolavoro! Ma è assolutamernte un film da vedere e da consigliare e in questo senso è un capolavoro.
Quanti temi apre questo film, quante considerazioni ti invita ad esprimere e ad approfondire.
Il primo: la moneta e il concetto di debito pubblico, ignorarli è "mortale"
Il secondo: ora anche io, che vengo dal mondo del volontariato, posso parlare di Eurozona come progetto "assurdo" senza essere additato (con pregiudizi e pre concetti solo fideistici) come antieuropeista, razzista e xenofobo. Uscire da questa gabbia mortale dell'Eurozona e dell'Unione europea per ritornare in un'Europa sociale, di condivisione, di progettazione industriale e di visione democratica.
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No, non è un capolavoro! Ma è assolutamernte un film da vedere e da consigliare e in questo senso è un capolavoro.
Quanti temi apre questo film, quante considerazioni ti invita ad esprimere e ad approfondire.
Il primo: la moneta e il concetto di debito pubblico, ignorarli è "mortale"
Il secondo: ora anche io, che vengo dal mondo del volontariato, posso parlare di Eurozona come progetto "assurdo" senza essere additato (con pregiudizi e pre concetti solo fideistici) come antieuropeista, razzista e xenofobo. Uscire da questa gabbia mortale dell'Eurozona e dell'Unione europea per ritornare in un'Europa sociale, di condivisione, di progettazione industriale e di visione democratica.
Grazie ai registi di PIIGS a tutti coloro che sono intervenuti e a noi che lo andiamo a vedere e a consigliare e poi....agire.
Demostene
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roger99
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lunedì 24 aprile 2017
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piigs ci racconta una storia vera, la nostra
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Non ho dubbi nel metterlo sullo stesso piano di una produzione di Michael Moore ed anche più sopra per intensità e capacità di indagine dell'intimità dell'essere umano che si scopre incastrato dall'austerity senza poter nemmeno immaginare da dove arrivi questa crisi da quanto sono elevati sulla sua testa i piani su cui si stiano giocando a dadi la vita di milioni di persone di oggi e di domani.
Molto ben documentato, PIIGS è un'opera che svela il trucco che sta dietro all'austerity grazie agli interventi di importanti economisti ed intellettuali. Come si fa a chiedere un contraddittorio in questa sede visto che ce lo troviamo da vent'anni in casa a reti unificate?
Se mai dovrebbe essere il contrario: è PIIGS che andrebbe fatto vedere ripetutamente in TV.
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Non ho dubbi nel metterlo sullo stesso piano di una produzione di Michael Moore ed anche più sopra per intensità e capacità di indagine dell'intimità dell'essere umano che si scopre incastrato dall'austerity senza poter nemmeno immaginare da dove arrivi questa crisi da quanto sono elevati sulla sua testa i piani su cui si stiano giocando a dadi la vita di milioni di persone di oggi e di domani.
Molto ben documentato, PIIGS è un'opera che svela il trucco che sta dietro all'austerity grazie agli interventi di importanti economisti ed intellettuali. Come si fa a chiedere un contraddittorio in questa sede visto che ce lo troviamo da vent'anni in casa a reti unificate?
Se mai dovrebbe essere il contrario: è PIIGS che andrebbe fatto vedere ripetutamente in TV.
Gustose animazioni punteggiano quest'opera e ci aiutano a fruire con leggerezza ed estrema semplicità concetti chiave che dovrebbero servirci ad uscire dal binario unico dei dogmi a cui veniamo sottoposti da decenni.
Alla prima fiorentina ho sentito il pubblico imprecare, ridere, commuoversi ed infine esplodere in un lungo applauso. Per me un capolavoro.
Andiamo a vederlo?
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flin
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lunedì 24 aprile 2017
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a sorpresa, un emozionante film sull'economia
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Ne mastico anche io da un po' di questi argomenti ma devo dire che organizzarli in maniera così chiara ed efficace mi sembrava impossibile. PiIgs ha secondo me il pregio di aver trasformato la fredda economia in una storia che emotivamente funziona molto. Non saprei dire quale parte sia migliore, se quella degli economisti e delle scoperte assurde sui vincoli europei e i trattati, o se la storia della cooperativa e di Claudia. Quello che è certo è che l'una senza l'altra non funzionerebbero perché il dialogo è costante e necessario per comprendere cosa sta succedendo alle vite di tutti. Visto all'anteprima di Firenze. Gran bella esperienza. Consigliato.
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ale
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domenica 30 aprile 2017
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indispensabile in questo periodo storico!
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Un docu-film necessario, qualcosa che mancava in questo periodo storico, qualcosa da raccontare, o ancor meglio spiegare. PIIGS aiuta a comprendere le dinamiche con cui dai piani alti si decidono le sorti delle masse, di ognuno di noi . Lavoro dei registi meticoloso, coerente e onesto . Chiunque, all'uscita dalla sala, avrà modo di riflettere... e trovare risposte .
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giulio filippini
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domenica 30 aprile 2017
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piigs
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Il lavoro di Greco, Cutraro e Melchiorre è incisivo ed efficace. Inevitabile presa di coscienza di come la drammatica vicenda della Cooperativa "Il Pungiglione" sia un chiaro esempio del declino di secoli di battaglie per il Welfare State. La microeconomia che impeccabilmente spiega la macroeconomia. È di grande rilevanza come lo stile narrativo del documentario, sebbene tratti un argomento a dire poco infuocato, non ceda mai alle facili polemiche ma, pur dichiarando la propria netta posizione nei confronti delle politiche economiche comunitarie degli ultimi 8 anni, conceda allo spettatore la possibilità di una riflessione personale (e di un bel ripasso di micro e macroeconomia!). Consigliatissimo
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no_data
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mercoledì 19 aprile 2017
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there is always an alternative
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Descrivere ad uso e consumo del grande pubblico i risvolti nefasti delle scelte di politica economica improntate sull'austerità, èl'obiettivo nobile del documentario. Lo strumento cinematografico viene utiilizzato per comunicare l'assurdità nel considerare il capitalismo liberista come l'unica scelta possibile. Le interviste ad esponenti controcorrente dello scenario economico e politico si alternano al racconto delle vicende di una cooperativa che offre servizi sociali in provincia di Roma da più di vent'anni e la cui esistenza è compromessa dalle conseguenze pratiche del patto di stabilità. Si denuncia quanto questa logica del There Is No Alternative abbia corrotto l'idea di Europa.
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Descrivere ad uso e consumo del grande pubblico i risvolti nefasti delle scelte di politica economica improntate sull'austerità, èl'obiettivo nobile del documentario. Lo strumento cinematografico viene utiilizzato per comunicare l'assurdità nel considerare il capitalismo liberista come l'unica scelta possibile. Le interviste ad esponenti controcorrente dello scenario economico e politico si alternano al racconto delle vicende di una cooperativa che offre servizi sociali in provincia di Roma da più di vent'anni e la cui esistenza è compromessa dalle conseguenze pratiche del patto di stabilità. Si denuncia quanto questa logica del There Is No Alternative abbia corrotto l'idea di Europa. Costruire un'istituzione sovranazionale europea fondata sui valori della cooperazione e della solidarietà fra i popoli sembra ormai un'utopia irrealizzabile, sacrificata all'altare della finanza. Secondo gli autori, il processo di unificazione europea è maturato con dei vizi congeniti da cui è scaturita la crisi che ormai sembra senza fine. L'isituzione di una moneta unica, il trasferimento della sovranità monetaria dalle banche centrali nazionali alla Banca centrale europea, da cui deriva l'impossibilità da parte dei singoli stati di sostenere l'economia interna emettendo moneta, il mito del rapporto deficit/pil al 3% accettato per fede e le politiche di austerità conseguenti, hanno portato soltanto ad un aumento della disuguaglianza, innestando processi di aumento delle tenisioni sociali che mettono in pericolo l'esistenza stessa della democrazia. Se l'aspetto positivo del documentario è che questi temi, pur non brillando in originalità, siano affrontati ai fini della divulgazione, quello negativo è che manca la parte propositiva. Prevale in modo assoluto una visione economicistica della realtà. E, anche, questa, è un po' superficiale e si fa sedurre dalla prospettiva dei facili consensi. Mi è sembrato un documentario che parla alla pancia del pubblico. Probabilmente è molto più efficace il linguaggio narrativo di un film di Ken Loach.
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giulio
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domenica 30 aprile 2017
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fuorviante
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Ho visto una proiezione del film con la presenza in sala di uno dei registi. Il regista ha pregato di lasciare un commento su MyMovie sia che il film fosse piaciuto o meno. Son ben lieto di accogliere la sua richiesta.
Il film ha 2 difetti gravi
1) Fazioso. Presentando il film prima della presentazione il regista ha voluto commentare la loro scelta di non avere nessun economista/politico con opinioni in contrasto con quelle che vengono spinte nel film. Il suo commento è stato (cito): "il contraddittorio è una cavolta! (in realtà lui ha usato un termine più forte e colorito)".
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Ho visto una proiezione del film con la presenza in sala di uno dei registi. Il regista ha pregato di lasciare un commento su MyMovie sia che il film fosse piaciuto o meno. Son ben lieto di accogliere la sua richiesta.
Il film ha 2 difetti gravi
1) Fazioso. Presentando il film prima della presentazione il regista ha voluto commentare la loro scelta di non avere nessun economista/politico con opinioni in contrasto con quelle che vengono spinte nel film. Il suo commento è stato (cito): "il contraddittorio è una cavolta! (in realtà lui ha usato un termine più forte e colorito)". Partiamo bene! A me, quest'affermazione mi è parsa una chiara sfida al concetto di come dovrebbe essere condotta un'indagine. Ossia, si raccolgono quante più prove possibili da quante più fonti possibili, si analizzano le prove ed infine si trae la conclusione che tali prove dimostrano. Qui invece si fa la classica operazione dell'inchiesta faziosa. Ossia, "questa è la conclusione che vogliamo dimostare, andiamo a cercare prove solo da fonti che sappiamo essere in linea con questa tesi e poi le editiamo prendendo solo il meglio del meglio per dimostrare quello che vogliamo". Il film è stato costruito in questo modo. Questo modo di procedere è solitamente giustificato dicendo che gli avversari fanno la stessa cosa presentando argomenti faziosi opposti. Peccato che così facendo ti abbassi al loro livello e non aiuti nessuno a capire dove sta la verità perchè sommando due faziosità non si ottiene una verità ma solo due faziosità.
2) Emozionalmente manipolatore: io mi sono sentito manipolato emozionalmente da questo film. Come si legge nella trama, all'indagine economica il film accosta la storia delle difficoltà finanziarie di una cooperativa che aiuta disabili. La domanda sorge spostanea: che c'entrano le due cose? Un legame c'è, è indubbio. L'euro e l'unione europea hanno un impatto sulla finanza/economia del nostro paese, quindi hanno un impatto sulla nostra capacità di finanziare progetti non a fine di lucro come la cooperativa. Peccato che la finanza/economia italiane siano influenzate da altre mille cose. Il nostro governo, le leggi che vengono emanate, le riforme fatte, o meglio, non fatte, quante tasse vengono richieste e quante ne vengono pagate, la corruzione, l'economia mondiale, etc., etc., etc. Quindi il legame c'è, ma è talmente indiretto e talmente dipendente da altre cose che la domanda rimane: perchè presentare le vicende di una singola cooperativa a fianco di quelle dell'euro? Bhe, quando si vedeno una cooperativa che aiuta disabili che rischia di chiudere per mancanza di finanziamenti a chi non gli si stringe il cuore? Tutti in sala, il sottoscritto compreso, abbiamo sentito questo moto di tristezza e rabbia sorgere spontaneo, e mentre siamo lì indignati domandandoci come un tale scempio possa avvenire, ecco che sullo schermo ricorrono immagini di Draghi, burocrati della EU e di economisti e giornalisti che ci ricordano i problemi dell'euro. Questa si chiama manipolazione emotiva. Se il tuo obiettivo è la verità, allora si ragiona meglio quando non sei in preda a forti emozioni. Se invece il tuo obiettivo è convincere qualcuno di qualcosa, allora farlo prima arrabbiare e poi presentagli un nemico contro cui scagliarsi è un vecchio trucco, ahimè, efficate. Se veramente si voleva introdurre il tema del disagio di cui l'euro è in parte responsabile allora si potevano citare dati statistici sulla povertà, la disoccupazione e sforzasi di capire quanto l'euro sia parte di questo e quanto sia dovuto ad altro.
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