oblivion
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lunedì 20 novembre 2017
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un film per crescere!!
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The Broken Key non è un semplice film di fantascienza che si svolge in un futuro distopico, è una riscoperta del proprio essere e della propria identità. Il protagonista Artur, cresce durante tutta la narrazione, affrontando un viaggio interiore, pieno di insidie che lo porterà a riscoprirsi; un viaggio quindi, possiamo dire, spirituale, di svelamento. E così come il protagonista va incontro ai suoi demoni, lo spettatore non può far altro che crescere a sua volta, uscendo dal cinema come trasformato.
Il film è di forte impatto visivo ed emotivo. I costumi, così come la fotografia sono molto curati ed è chiaro che Torino sia la protagonista indiscussa, insieme a Hieronymus Bosch, le cui opere sono continuamente proposte nella narrazione e la cui vita è una chiave di interpretazione di tutto il film.
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The Broken Key non è un semplice film di fantascienza che si svolge in un futuro distopico, è una riscoperta del proprio essere e della propria identità. Il protagonista Artur, cresce durante tutta la narrazione, affrontando un viaggio interiore, pieno di insidie che lo porterà a riscoprirsi; un viaggio quindi, possiamo dire, spirituale, di svelamento. E così come il protagonista va incontro ai suoi demoni, lo spettatore non può far altro che crescere a sua volta, uscendo dal cinema come trasformato.
Il film è di forte impatto visivo ed emotivo. I costumi, così come la fotografia sono molto curati ed è chiaro che Torino sia la protagonista indiscussa, insieme a Hieronymus Bosch, le cui opere sono continuamente proposte nella narrazione e la cui vita è una chiave di interpretazione di tutto il film. Grazie a vecchie reminiscenze scolastiche, ho ricondotto il suo legame con l'ordine chiamato la confraternita del Libero Spirito ai seguaci di Horus, la setta che ostacola il protagonista nella sua ricerca.
E' quindi una pellicola ricca di simbolismo, che va seguita passo passo, decifrando i diversi indizi paratestuali e paracinematografici.
Ho apprezzato in modo particolare le riprese alla Reggia di Venaria e alla Sacra di San Michele.
È evidente che il regista abbia puntato più che a raccontare una storia, a colpire il suo pubblico, a farlo entrare nella pellicola. Infatti i riferimenti culturali spaziano dalla storia, alla letteratura, dall'arte al simbolismo. Sembrerebbe uno sfoggio inutile di cultura, invece è funzionale al senso.
Ritengo quindi che sia un film da vedere, in grado di lasciare qualcosa, che porti lo spettatore a pensare anche dopo la proiezione, usciti dalla sala.
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maurizio
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lunedì 20 novembre 2017
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un progetto affascinante
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Ho visto il film questo fine settimana. Devo dire: ostico. Ma almeno è diverso dal solito. Un progetto coraggioso che ha il merito di voler scardinare le ormai più che incrostate regole della narrazione audiovisiva, una nuova sperimentazione dell’ormai ben lontano Dogma?
E’ chiaro che ogni tentativo di riscrivere i dettami narrativi non imponga, tout court, una svolta chiara e secca e assoluta, ma una scossa è sempre utile a ricordarci che la realtà non è la solita, quella che ci troviamo cotta e pronta da mangiare. Un altro modo è possibile.
Ritornando al film: chi cerca esplosioni di auto, facili battute da cine-panettone e ammiccamenti sessuali, non vada.
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Ho visto il film questo fine settimana. Devo dire: ostico. Ma almeno è diverso dal solito. Un progetto coraggioso che ha il merito di voler scardinare le ormai più che incrostate regole della narrazione audiovisiva, una nuova sperimentazione dell’ormai ben lontano Dogma?
E’ chiaro che ogni tentativo di riscrivere i dettami narrativi non imponga, tout court, una svolta chiara e secca e assoluta, ma una scossa è sempre utile a ricordarci che la realtà non è la solita, quella che ci troviamo cotta e pronta da mangiare. Un altro modo è possibile.
Ritornando al film: chi cerca esplosioni di auto, facili battute da cine-panettone e ammiccamenti sessuali, non vada. Chi ha voglia di guardare attraverso uno specchio distorto per cogliere tra le pieghe della propria anima qualcosa di inesplorato: vada. Intanto il film è disseminato di indizi che il regista non nasconde, ma offre al pubblico. Sta al pubblico, se vuole, tornare a casa e iniziare a risolvere l’enigma (gli enigmi): la rete ci dà una mano.
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francescom.
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venerdì 1 dicembre 2017
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arte vs informazione
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The broken key è un film coragioso, perchè in quest'epoca di blockbuster cerca di dare fastidio al pubblico ormai omologato e cristalizzato su un tipo di narrazione semiplificata. E' un progeggo diverso da quelli che siamo abituati a vedere, è una spina nel fianco del cervello: perchè strutturare un film così? Perchè andare contro al solito modo di raccontare? Forse scopo dell'arte è quella di suscitare domande.
Non è possibile che cotanto investimento e forze messe in gioco per la sua realizzazione, e attori, e autori non sapessero cosa stessero facendo. Allora la domanda è: perchè?
Credo che la ragione sia quella che ho scritto prima: dare fastidio per tipo di linguaggio usato per farci nascere questa domanda.
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The broken key è un film coragioso, perchè in quest'epoca di blockbuster cerca di dare fastidio al pubblico ormai omologato e cristalizzato su un tipo di narrazione semiplificata. E' un progeggo diverso da quelli che siamo abituati a vedere, è una spina nel fianco del cervello: perchè strutturare un film così? Perchè andare contro al solito modo di raccontare? Forse scopo dell'arte è quella di suscitare domande.
Non è possibile che cotanto investimento e forze messe in gioco per la sua realizzazione, e attori, e autori non sapessero cosa stessero facendo. Allora la domanda è: perchè?
Credo che la ragione sia quella che ho scritto prima: dare fastidio per tipo di linguaggio usato per farci nascere questa domanda. E forse le risposte sono da trovare attraverso una ricerca e non a caso l'autore ci inonda di indizi.
Sta ad un pubblico curioso cercare di scoprire la risposta.
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sabato 18 novembre 2017
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guazzabuglio indegno
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Il film non si regge in piedi a causa di una trama inesistente, mal gestita e affatto spiegata. Minuto dopo minuto matura nello spettatore la rabbia e il disagio. I dialoghi sono ridicoli, parole senza senso e senza collegamento vomitate a caso dai personaggi inespressivi, attingendo a luoghi comuni pop ed esoterici e citazioni scopiazzate qua e la da film e libri di culto. Il tutto senza una ragione. Le luci e i costumi sono al limite del trash, purtroppo involontario. Ad esempio durante la ricerca di improbabili indizi mai coerenti, in un cimitero del 2033 compare una dama dell'800 claudicante che suggerisce ai viandanti di parlare con la contessina. Raggiunta la contessina ci troviamo di fronte ad un donnone in topless con il mantello, truccatissima e prosperosa, praticamente all'interno di una casa di tolleranza.
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Il film non si regge in piedi a causa di una trama inesistente, mal gestita e affatto spiegata. Minuto dopo minuto matura nello spettatore la rabbia e il disagio. I dialoghi sono ridicoli, parole senza senso e senza collegamento vomitate a caso dai personaggi inespressivi, attingendo a luoghi comuni pop ed esoterici e citazioni scopiazzate qua e la da film e libri di culto. Il tutto senza una ragione. Le luci e i costumi sono al limite del trash, purtroppo involontario. Ad esempio durante la ricerca di improbabili indizi mai coerenti, in un cimitero del 2033 compare una dama dell'800 claudicante che suggerisce ai viandanti di parlare con la contessina. Raggiunta la contessina ci troviamo di fronte ad un donnone in topless con il mantello, truccatissima e prosperosa, praticamente all'interno di una casa di tolleranza. Perché? Anche gli "effetti speciali" sono di classe C. Il film peggiore di sempre. Fossi stato il regista avrei preferito rinunciare e non associare mai il mio nome a tale scempio.
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(di no_data)
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maurizio
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lunedì 20 novembre 2017
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un affascinante mistero
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Ho visto il film, ed è complesso.
Ma non bisogna lasciarsi distrarre dalla difficoltà di lettura, perchè, a mio parere, bisogna abbandonare il sistema di valutazione nostro, le strutture mentali occidentali, posare gli occhiali della nostra cultura sul tavolino e lasciarci trasportare dalla confusione, dalla baraonda di sensi e simboli, veri indizi per la chiave di lettura del film.
Il senso circolare tipico delle culture orientali è quello che bisogna ben aver presente per decifrare lo strano puzzle che il regista ci propone. Ed allora si capisce che scopo di questo progetto è quello di far pensare, è un invito ad una riflessione o a diverse riflessioni.
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Ho visto il film, ed è complesso.
Ma non bisogna lasciarsi distrarre dalla difficoltà di lettura, perchè, a mio parere, bisogna abbandonare il sistema di valutazione nostro, le strutture mentali occidentali, posare gli occhiali della nostra cultura sul tavolino e lasciarci trasportare dalla confusione, dalla baraonda di sensi e simboli, veri indizi per la chiave di lettura del film.
Il senso circolare tipico delle culture orientali è quello che bisogna ben aver presente per decifrare lo strano puzzle che il regista ci propone. Ed allora si capisce che scopo di questo progetto è quello di far pensare, è un invito ad una riflessione o a diverse riflessioni. Simboli come esce legate ognuno ad un filo ed ogni filo da seguire, tra i meandri oscuri della mente dell'autore veniamo guidati verso la luce. Ognuno è autore del proprio percorso, e non è forzato da una trama stretta e banale. E' uno sforzo che bisogna compiere, quello stesso del protagonista che non a caso è un ricercatore. Un viaggio pieno di difficoltà mentali che richiede uno svincolamento intellettuale. Un lavoro che rappresenta un tentativo, quello della riscrittura di un linguaggio, il solito al quale siamo abituati.
Così non serve cercare dove noi siamo abituati a posare lo sguardo, ma basta uno, uno solo degli indizi, una sola frase e "come fuochi d'artificio la verità esplode" (una frase del genere è detta da uno dei personaggi del film, uno studioso di simboli. Ruolo scelto a caso)?
Ed è sempre la stessa storia: quando si prova a infrangere certe regole i più non lo vedono e non approvano.
Film da vedere e da premiare.
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