ralphscott
|
mercoledì 27 aprile 2016
|
facciamo un bel gioco...
|
|
|
|
Film molto buono,non abbastanza cattivo per essere ottimo. Insomma,c'è comunque sempre un po' di indulgenza come nella miglior tradizione della commedia di casa nostra. La sceneggiatura è il pregio più evidente: l'idea di rappresentare cosa succederebbe se...è una bella ed originale trovata. I tempi sono quelli giusti e gli attori rendono come collettivo. Colpisce e commuove la coerenza del personaggio di Mastrandrea,di fatto fidatissimo amico del sempre grande Battiston;certo fa pensare che per l'ennesima volta lo scandalo sia introdotto e retto su un personaggio gaio,o presunto tale. Sulle corna si può chiudere un occhio,ma che siano etero!
|
|
[+] lascia un commento a ralphscott »
[ - ] lascia un commento a ralphscott »
|
|
d'accordo? |
|
fabio_66
|
mercoledì 20 aprile 2016
|
sfida difficile ed ampiamente vinta
|
|
|
|
Il modello "Le prenom" cioè amici chiusi in una stanza che si scannano è sempre una difficile sfida. difficile perchè servono una grande sceneggiatura e bravissimi attori, poichè il dialogo e le sfumature dei toni sono essenziali. un paluso anche al regista poichè nel mix riesce a mantenere il ritmo dal primo all'ultimo minuto. Un plauso al soggetto che su uno strumento banale come il cellulare ha costruito una filosofia su cosa è bene sapere e cosa è bene non sapere. tutto giro come un orologio ben congegnato; i ruoli sono ben disegnati, gli attori bravissimi nessun escluso, armoniosi fra loro quasi che recitino a soggetto.
Certo una volta uscito, indubbiamente soddisfatto e pensando se è un ottimo film o un capolavoro, ho ripensato a "Le prenom".
[+]
Il modello "Le prenom" cioè amici chiusi in una stanza che si scannano è sempre una difficile sfida. difficile perchè servono una grande sceneggiatura e bravissimi attori, poichè il dialogo e le sfumature dei toni sono essenziali. un paluso anche al regista poichè nel mix riesce a mantenere il ritmo dal primo all'ultimo minuto. Un plauso al soggetto che su uno strumento banale come il cellulare ha costruito una filosofia su cosa è bene sapere e cosa è bene non sapere. tutto giro come un orologio ben congegnato; i ruoli sono ben disegnati, gli attori bravissimi nessun escluso, armoniosi fra loro quasi che recitino a soggetto.
Certo una volta uscito, indubbiamente soddisfatto e pensando se è un ottimo film o un capolavoro, ho ripensato a "Le prenom"... e no... mi dispiace... "Le Prenom" è un capolavoro, questo no... solo un gran bel film e non è poco.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio_66 »
[ - ] lascia un commento a fabio_66 »
|
|
d'accordo? |
|
red screen
|
martedì 19 aprile 2016
|
ottima sceneggiatura
|
|
|
|
Era da tempo che volevo vedere questo film e non posso che essere felice di esserci finalmente riuscito. Una commedia basata su di una valida e solida sceneggiatura... cosa rara di questi tempi sopratutto perché Italiana. Complimenti quindi agli autori che sono riusciti a creare, riuscendo nella difficle impresa di far ridere il pubblico in molte occasioni, a darci un profondo spaccato dei protagonisti.
Bravi gli attori e sopratutto Valerio Mastrandea che è riuscito a rendere credibile il personaggio di Lele quando l'atmosfera, inizialmente scherzosa, vira sul pesante quando entra prepotentemente il tema dell'omosessualità (vera o presunta).
Originale e ben azzeccata la scelta di come far finire la storia.
[+]
Era da tempo che volevo vedere questo film e non posso che essere felice di esserci finalmente riuscito. Una commedia basata su di una valida e solida sceneggiatura... cosa rara di questi tempi sopratutto perché Italiana. Complimenti quindi agli autori che sono riusciti a creare, riuscendo nella difficle impresa di far ridere il pubblico in molte occasioni, a darci un profondo spaccato dei protagonisti.
Bravi gli attori e sopratutto Valerio Mastrandea che è riuscito a rendere credibile il personaggio di Lele quando l'atmosfera, inizialmente scherzosa, vira sul pesante quando entra prepotentemente il tema dell'omosessualità (vera o presunta).
Originale e ben azzeccata la scelta di come far finire la storia.
Non posso che consigliare questo film (e visto che ci sono consiglio anche "Smetto Quando Voglio")
[-]
|
|
[+] lascia un commento a red screen »
[ - ] lascia un commento a red screen »
|
|
d'accordo? |
|
guaro88
|
venerdì 15 aprile 2016
|
attuale
|
|
|
|
giallini e leo ormai sono una dellle poche certezze del cinema italiano , dopo "loro chi?" si confermano con questa commedia drammatica ma molto attuale, il film all'inizio va un po a rilento ..ma gradualmente ti prende sempre di piu fino alla fine ..regalandoti qualche sorpesa ! uno dei piu bei film degli ultimi 5 anni e molto originale!
|
|
[+] lascia un commento a guaro88 »
[ - ] lascia un commento a guaro88 »
|
|
d'accordo? |
|
varebogdan
|
mercoledì 13 aprile 2016
|
affascinante
|
|
|
|
Film semplice eppure ti tiene inchiodato allo schermo.
Interessanti risvolti e un finale mozzafiato.
Fa riflettere tanto.
Consigliato!
|
|
[+] lascia un commento a varebogdan »
[ - ] lascia un commento a varebogdan »
|
|
d'accordo? |
|
goldy
|
domenica 10 aprile 2016
|
rpensamento
|
|
|
|
Il film nella prima parte sembra essere un'apologia dell'ipocrisia, nel
senso che senza è impossibile vivere. . Nella seconda, toccato un fondo dal
quale sembra impossibile risalire, la magia della parola fa affiorare verità
e opera il miracolo. Eva (psicologa) che finalmente scopre di avere un
marito come si deve. Mastrandrea è bravo nel coprire l'amico omosessuale e
prova sulla sua pelle cosa vuol dire essere gay in questa società.Cosimo,
marito della Rowacher , è il più squallido e la moglie ha perso le sue
sicurezze nel loro matrimonio. Peppe il gay è finalmente felice per il suo
outing che non avrebbe mai avuto il coraggio di fare da solo.
[+]
Il film nella prima parte sembra essere un'apologia dell'ipocrisia, nel
senso che senza è impossibile vivere. . Nella seconda, toccato un fondo dal
quale sembra impossibile risalire, la magia della parola fa affiorare verità
e opera il miracolo. Eva (psicologa) che finalmente scopre di avere un
marito come si deve. Mastrandrea è bravo nel coprire l'amico omosessuale e
prova sulla sua pelle cosa vuol dire essere gay in questa società.Cosimo,
marito della Rowacher , è il più squallido e la moglie ha perso le sue
sicurezze nel loro matrimonio. Peppe il gay è finalmente felice per il suo
outing che non avrebbe mai avuto il coraggio di fare da solo. Mi era
sembrato di capire che la chiarificazione ottenuta attraverso l'effetto
terapeutico della parola avesse fatto affiotrare una verità liberatoria.
Qui, per me film poteva chiudersi. Ma il regista vuole strafare e in una
sua intervista dice che il film non poteva terminare con il massacro :Volevo
che il film non finisse dentro il film ma fuori. addosso allo spettatore. Se
finiva là dentro e vedevi il massacro finale. il pubblico si sarebbe alzato
rassicurato.
Sono totalmente in disaccordo. Il finale accomodante molti non l'hanno
capito e pertanto rimangono con dubbi insoluti che non portano a nulla. Chi
lo ha capito dice che allora il film è solo l'esibizione di un'abile
sceneggiatura e tutto finisce lì mentre il film, volente o nolente solleva
problemi seri Un regista meno egocentrico e più rispettoso del pubblico
avrebbe preferito un finale aperto. .
Interessante sarebbe fare ora un film che partisse dalla nuova realtà che
i sette hanno scoperto e vedere come si è modificato il loro quotidiano.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a goldy »
[ - ] lascia un commento a goldy »
|
|
d'accordo? |
|
sev7en
|
venerdì 8 aprile 2016
|
spumeggiante!
|
|
|
|
Ognuno di noi vive tre vite contemporaneamente: una pubblica, una privita ed… una segreta ma e’ proprio quando quest’ultima diventa di pubblico dominio che si scopre la nostra reale personalita’
La commedia italiana torna finalmente alla ribalta, lontano dai grassi saturi dei cinepanettoni o delle sguaiate e scurrili-produzioni fagioli-basate, con la regia di Paolo Genovese ed un cast convincente seppur non stellato.
La classica cena “tra amici” si trasforma in un girone dantesco verso l’inferno delle proprie intimita’ perche’ e’ proprio nel momento in cui la maschera pubblica scompare, che ci si trova come il re nudo, in imbarazzo per i propri “segreti” e quelle concessioni verso le quali si cercano le valvole di sfogo alla routine quotidiana.
[+]
Ognuno di noi vive tre vite contemporaneamente: una pubblica, una privita ed… una segreta ma e’ proprio quando quest’ultima diventa di pubblico dominio che si scopre la nostra reale personalita’
La commedia italiana torna finalmente alla ribalta, lontano dai grassi saturi dei cinepanettoni o delle sguaiate e scurrili-produzioni fagioli-basate, con la regia di Paolo Genovese ed un cast convincente seppur non stellato.
La classica cena “tra amici” si trasforma in un girone dantesco verso l’inferno delle proprie intimita’ perche’ e’ proprio nel momento in cui la maschera pubblica scompare, che ci si trova come il re nudo, in imbarazzo per i propri “segreti” e quelle concessioni verso le quali si cercano le valvole di sfogo alla routine quotidiana.
Fattor comune a storie e personalita’ differenti e’ il cellulare, la SIM card, vero e proprio simulacro della societa’ moderna, con quei nomi in rubrica che possono essere associati a chiunque, quegli SMS o messaggini multimediali con immagini talvolta dalle curve pericolose, o quelle stesse telefonate che sarebbe il caso di ascoltare rigorosamente con gli auricolari… un gioco della bottiglia in cui a chiedere penitenza non sono gli stessi carnefici bensi’ la coscienza di ciascuno di loro che scoperto, si vergogna per la falsita’ con cui mente a se’ stesso e alla propra meta’ che si ama alla follia.
Uomini o donne non c’e’ differenza ed e’ proprio qui che la bravura di registra e, complessivamente, attori riesce a coinvolgere empaticamente lo spettatore, lasciandolo in balia degli eventi, dell’imprevedibilita’ di cosa possa accedere quando tutto inizia a sfaldarsi, la nebia a diradarsi, le mura erette dietro un codice PIN a franare una dopo l’altra come le tessere di un domino.
Ci si sente costantemente tirati in ballo perche’ si finisce con l’immedesimarsi in una delle personalita’ caratterizze, con momenti di riflessione su tematiche attuali benche’ forse il regista per dare un’immagine didascalica alla storia, conduca su binari prevedibili l’intero menu.
La sceneggiatura e’ semplice per questo funziona ed il film scorre rapidamente come un cenone natalizio nonostante la risata sia perlopiu’ dello spettatore e non degli invitati con una sorpresa finale che guardando alla luna fa capire come spesso le cose a noi vicine risultino essere perfettamente… sconosciute.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sev7en »
[ - ] lascia un commento a sev7en »
|
|
d'accordo? |
|
mikirino
|
martedì 5 aprile 2016
|
bello! in perfetto equilibrio
|
|
|
|
Una vera rarità: un perfetto equilibrio tra comicità e dramma, una ottima recitazione di tutti o quasi i protagonisti. Una bella tensione e un ottima trovata per un difficile finale.
Complimenti!!
|
|
[+] lascia un commento a mikirino »
[ - ] lascia un commento a mikirino »
|
|
d'accordo? |
|
redrose
|
giovedì 31 marzo 2016
|
perfetti italiani
|
|
|
|
Campione d’incassi dopo Checco Zalone. Eccoci qua. “Perfetti Italiani direi”. Commediola brillante, simpatica, qualche buona battuta, risate (molto) amare. Un cast di tutto rispetto che tiene alta l’attenzione. Ah c’è anche lo sliding doors. Probabilmente il segreto di tanto successo è che si sono tutti immedesimati e l’effetto catartico ha fatto una scia di proseliti bisognosi di fare outing…o semplicemente era tanto tempo che non si vedeva una valida commedia all’italiana, con qualche riflessione degna di una buona sceneggiatura. In ogni caso i film che si svolgono tutto il tempo seduti a tavola, mi sanno tanto di terapia di gruppo e allora non lo so, mi annoio.
[+]
Campione d’incassi dopo Checco Zalone. Eccoci qua. “Perfetti Italiani direi”. Commediola brillante, simpatica, qualche buona battuta, risate (molto) amare. Un cast di tutto rispetto che tiene alta l’attenzione. Ah c’è anche lo sliding doors. Probabilmente il segreto di tanto successo è che si sono tutti immedesimati e l’effetto catartico ha fatto una scia di proseliti bisognosi di fare outing…o semplicemente era tanto tempo che non si vedeva una valida commedia all’italiana, con qualche riflessione degna di una buona sceneggiatura. In ogni caso i film che si svolgono tutto il tempo seduti a tavola, mi sanno tanto di terapia di gruppo e allora non lo so, mi annoio. In ogni caso non c'è molto da dire e quindi non saprei cosa scrivere. Tutto quello c’è da sapere nella scatola nera dello Smartphone è assolutamente attuale, ma ahimè poco originale. E molto lontano dai film francesi da cui si cerca maldestramente di scopiazzare. Potete tranquillamente aspettare di vederlo in TV. Se poi volete cogliere l’occasione per rivelare la vostra doppia vita, allora è un altro discorso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a redrose »
[ - ] lascia un commento a redrose »
|
|
d'accordo? |
|
lupo67
|
martedì 29 marzo 2016
|
cinema fast food
|
|
|
|
Come cinefilo sono un tipo più da buona forchetta che buongustaio, perciò quando guardo un film non mi pongo molti interrogativi, non faccio molto caso ai dettagli tecnici, né ad aspetti quali i custumi o il trucco. Mi lascio trasportare e prendere dalla storia e me la godo, per rimandare le considerazioni più specifiche in un secondo momento; sovente, in particolar modo quando il film è complicato o ha implicazioni morali, anche successivo ad una certa forma di “digestione”.
Questa opera, invece, non è riuscita a portarmi acriticamente fino in fondo. A metà del film mi ero già stancato, e la mia incredulità non più sopita ha fatto il resto. Il tarlo del dubbio aveva già fatto capolino quando avevo sbirciato la locandina, e visto chi fosse il regista.
[+]
Come cinefilo sono un tipo più da buona forchetta che buongustaio, perciò quando guardo un film non mi pongo molti interrogativi, non faccio molto caso ai dettagli tecnici, né ad aspetti quali i custumi o il trucco. Mi lascio trasportare e prendere dalla storia e me la godo, per rimandare le considerazioni più specifiche in un secondo momento; sovente, in particolar modo quando il film è complicato o ha implicazioni morali, anche successivo ad una certa forma di “digestione”.
Questa opera, invece, non è riuscita a portarmi acriticamente fino in fondo. A metà del film mi ero già stancato, e la mia incredulità non più sopita ha fatto il resto. Il tarlo del dubbio aveva già fatto capolino quando avevo sbirciato la locandina, e visto chi fosse il regista. Ma so restare imparziale e senza aspettative.
In una storia come quella di Perfetti sconosciuti, però, ci si aspetta che i “segreti” siano qualcosa di più che quattro stupidaggini taciute per quieto vivere. Posto che sia possibile in una coppia o fra amici tacere di tette finte, psicanalisi e ospizi, quello che rende due persone sconosciute fra di loro non sono corbellerie da adolescenti, ma veri e propri lati oscuri nascosti sotto la superficie, sono manie morbose e inconfessabili.
Genovese e soci sceneggiatori ci vendono un apparenza di film impegnato, ma nella realtà tengono basso il profilo sociale. Più su del cinepanettone, OK, ma davvero poco di più, e la ragione è semplice: gli incassi. Ci vuole una storia che sia semplice, alla portata di tutti. Fast food, ma senza scivolare nel cibo spazzatura. Con i tempi che corrono, basta che la storia sia “cool” per funzionare. E qui le parti “cool” non mancano: le tette finte, il gay, il papà emancipato, internet, i social network...
E ovviamente gli immancabili tradimenti. Tradimenti in lungo e in largo. Ma attenzione: guardandone solo il lato peccaminoso. Mai le ragioni, le sofferenze, i disagi, quelli no. Affidandosi a facili cliché, scontati e bacchettoni. E sorvolerei volentieri sulla scelta del finale, pseudo-aperto, vero e proprio colpo di grazia ad una storia già abbastanza maltrattata.
Con questo non dico che il film sia brutto, anzi. Se si esclude l'umorismo a tagli da macellaio, e una fotografia raffazzonata, il film tutto sommato diverte e intrattiene. Si fa un grande sforzo a mantenere stabile la credulità, ma il cast è convincente e si fa perdonare. A Genovese va il bravo per avere saputo dare al film il ritmo giusto e i tempi giusti ad un film che è tutto dialoghi, praticamente chiuso in una sola stanza, con gli attori che recitano intorno ad una tavola, e già che ci siamo complimenti all'ottimo lavoro di montaggio.
Però, non condivido il consenso generale che è stato dato a questa pellicola. È un film alla Genovese, niente di più e niente di meno. Non si osa, non si vuole urtare il pubblico, il quale deve uscire dalla sala con l'impressione di avere visto un buon film, italiano al 100%, e non si deve porre troppe domande, perché niente nuoce ad un film come la difficoltà di classificazione.
Perfetti sconosciuti è esattamente come certi cibi industriali che hanno la pretesa di ricordarci la cucina casalinga. Li compriamo ugualmente, ma li dobbiamo consumare ricordando che sono precotti e congelati, e che assomigliano a qualcosa di commestibile grazie a coloranti, esaltatori di sapidità e conservanti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lupo67 »
[ - ] lascia un commento a lupo67 »
|
|
d'accordo? |
|
|