florentin
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domenica 8 gennaio 2017
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cose vecchie.
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(Rivisto in tv)
Insomma:
alla fine -le corna fra etero sono di routine ormai e non interessano più nessuno, a parte, forse, chi le subisce- viene fuori la solita storia del gay incompreso.
Che palle, se proprio si vuole commentare al di là del bon ton di maniera.
L'unico frame interessante è quando una si alza la gonna per far vedere che le mutande non le porta (come aveva detto in chat demenziale a un suo liker-sic), e che poi tornata a casa se le mette,che mi chiedo cosa vorrà mai dire: se le ritoglie poi davanti al marito ormai inerte in quel senso?
Un altro regista, più coraggioso, avrebbe fatto partecipare anche noi alla scena, ma non ci sono più i registi di una volta ahimé...è tutto virtuale,diventata tale anche 'quella cosa' lì pare; tutti su youporn, ma de visu no: anche qui cosa vorrà dire? Timidezza? Femminilizzazione progressiva del genere umano una volta ricco di testosterone non solo a parole?
Poi un altro (più o meno) dice indicando lo smartphone: "Abbiamo concentrato tutta la nostra vita in questa cosa qui (no, non 'quella cosa là',cosa avete capito)".
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(Rivisto in tv)
Insomma:
alla fine -le corna fra etero sono di routine ormai e non interessano più nessuno, a parte, forse, chi le subisce- viene fuori la solita storia del gay incompreso.
Che palle, se proprio si vuole commentare al di là del bon ton di maniera.
L'unico frame interessante è quando una si alza la gonna per far vedere che le mutande non le porta (come aveva detto in chat demenziale a un suo liker-sic), e che poi tornata a casa se le mette,che mi chiedo cosa vorrà mai dire: se le ritoglie poi davanti al marito ormai inerte in quel senso?
Un altro regista, più coraggioso, avrebbe fatto partecipare anche noi alla scena, ma non ci sono più i registi di una volta ahimé...è tutto virtuale,diventata tale anche 'quella cosa' lì pare; tutti su youporn, ma de visu no: anche qui cosa vorrà dire? Timidezza? Femminilizzazione progressiva del genere umano una volta ricco di testosterone non solo a parole?
Poi un altro (più o meno) dice indicando lo smartphone: "Abbiamo concentrato tutta la nostra vita in questa cosa qui (no, non 'quella cosa là',cosa avete capito)"...che poi invece si sa salvo eccezioni che è 'quella cosa là' che muove il mondo.
Oggi invece è lo smartphone il giocattolo imprescindibile che verrebbe da dire se uno proprio volesse sdrammatizzare certi comportamenti demenziali di dipendenza da quell'aggeggio ormai di mass... attento però ,che quando tu fantastichi giochicchiando con quell'aggeggio qualcuno ti potrebbe scopare la moglie davvero, e non sulla 'nuvola'.
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marce84
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mercoledì 4 gennaio 2017
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una cena al massacro
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Perfetti Sconosciuti è un bellissimo film corale interpretato da un cast di attori italiani in ottima forma. Il film riprende il filone già visto di recente ed in particolare nel fortunato Il nome del figlio in cui un gruppo di amici si ritrovano a cena e in una sera esplodono conflitti, rancori, ipocrisie, contrasti sino a quel momento solamente repressi e nascosti. Il motore in questo film è il gioco di rendere pubbliche le comunicazioni che arrivano sul proprio cellulare: un oggetto tecnologico a cui a volte, forse diamo troppa importanza, e a cui affidiamo forse con troppa superficialità informazioni, segreti, i “famosi scheletri nell’armadio”.
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Perfetti Sconosciuti è un bellissimo film corale interpretato da un cast di attori italiani in ottima forma. Il film riprende il filone già visto di recente ed in particolare nel fortunato Il nome del figlio in cui un gruppo di amici si ritrovano a cena e in una sera esplodono conflitti, rancori, ipocrisie, contrasti sino a quel momento solamente repressi e nascosti. Il motore in questo film è il gioco di rendere pubbliche le comunicazioni che arrivano sul proprio cellulare: un oggetto tecnologico a cui a volte, forse diamo troppa importanza, e a cui affidiamo forse con troppa superficialità informazioni, segreti, i “famosi scheletri nell’armadio”. La riflessione che fa il film è molto amara: in particolare il cellulare conosce meglio noi stessi, di quanto ci conosca la nostra partner oppure i nostri amici. Inoltre, altra riflessione importante è che a volte le relazioni si basano sulla protezione dell’altro, proteggerlo da verità scomode, da ferite e delusioni, cosa che non viene assolutamente compresa dai personaggi del film. L’opera è orchestrata molto bene perché all’inizio i conflitti sono solamente sopiti e pronti ad esplodere, prima che questo avvenga nella seconda parte. Il messaggio è molto amaro, cinico perché sostiene che ogni relazione si regga su ipocrisie, su mezze verità, su cattiverie spesso gratuite e suggerisce che quella sera, se non ci fosse stato il gioco, non sarebbe successo niente. A differenza de Il nome del figlio, che è il suo parente più prossimo, Perfetti Sconosciuti è incentrato sulla disillusione tipica dei nostri tempi, sulla crudeltà delle convenzioni e delle ipocrisie tra persone. Ben diverso è il messaggio de Il nome del figlio, in cui viene descritta l’amicizia a tutto tondo, con forti contrasti, rancori, gelosie, ma anche con momenti di tenerezza, malinconia, amicizia vera. Lì il gruppo decide di volersi bene, nonostante tutto. Qui invece, gli amici e le coppie rimangono tali perché non sanno tutto dell’altro. Nella sua crudeltà e tristezza è un’opera eccellente, ma lascia tanto amaro in bocca
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roby 82
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domenica 1 gennaio 2017
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stupendo...tranne il finale.
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Tranquilli non farò spoiler. Ma Perfetti sconosciuti si può tranquillamente definire il film Italiano più bello del 2016. Un cast fantastico, anche se il sottoscritto personalmente non ama ne la Smutniak ne Valerio Mastrandrea, ma in questo film reggono bene, anzi Mastrandrea riesce anche a far ridere con delle battute (incredibile ma sorride anche). La storia di giocare con i cell e leggere ad alta voce i messaggi e in viva voce le chiamate farebbe rabbrividire qualcuno, o almeno in imbarazzo di certo, ma dopo varie piccole cose, le verità nascoste cominciano a saltare fuori e il film riesce a incollarti alla sedia fino alla fine. P.s. se avete dei segreti nascosti questo film non fa per voi, vi metterebbe ansia.
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Tranquilli non farò spoiler. Ma Perfetti sconosciuti si può tranquillamente definire il film Italiano più bello del 2016. Un cast fantastico, anche se il sottoscritto personalmente non ama ne la Smutniak ne Valerio Mastrandrea, ma in questo film reggono bene, anzi Mastrandrea riesce anche a far ridere con delle battute (incredibile ma sorride anche). La storia di giocare con i cell e leggere ad alta voce i messaggi e in viva voce le chiamate farebbe rabbrividire qualcuno, o almeno in imbarazzo di certo, ma dopo varie piccole cose, le verità nascoste cominciano a saltare fuori e il film riesce a incollarti alla sedia fino alla fine. P.s. se avete dei segreti nascosti questo film non fa per voi, vi metterebbe ansia. Cmq il film rivela storie e lati di ogni singolo personaggio, e lo fa con tatto e realismo, ci si immedesima nei protagonisti, e non delude. Il finale può lasciare l'amaro in bocca, ma dopotutto è come un eclissi che arriva, passa e se ne va. Voto al film +8
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cinasky
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domenica 1 gennaio 2017
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commedia, ma non troppo a ritmo serrato
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Ci sono film che fanno bene al cinema. Perfetti sconosciuti è uno di questi. La storia semplice, ma attuale. Un gioco della verità dagli esiti imprevedibili. Una banale cena tra amici che diventa un gioco al massacro. Quello che è assolutamente coinvolgente è il tempo coi quali gli attori interagiscono. Perfetti da sembrare l'interazione di elementi di un orologio che si innesca continuamente. Questo può bastare per incuriosire. Non c'è nessuna lezione da dare, nessuna altra cosa che la triste verità di molte solitudini che si incontrano e provano a galleggiare nella mediocrità e nel nascondere la propria parte più vera. Commedia amara, recitata con la maestria di attori consumati che hanno lavorato da professionisti.
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Ci sono film che fanno bene al cinema. Perfetti sconosciuti è uno di questi. La storia semplice, ma attuale. Un gioco della verità dagli esiti imprevedibili. Una banale cena tra amici che diventa un gioco al massacro. Quello che è assolutamente coinvolgente è il tempo coi quali gli attori interagiscono. Perfetti da sembrare l'interazione di elementi di un orologio che si innesca continuamente. Questo può bastare per incuriosire. Non c'è nessuna lezione da dare, nessuna altra cosa che la triste verità di molte solitudini che si incontrano e provano a galleggiare nella mediocrità e nel nascondere la propria parte più vera. Commedia amara, recitata con la maestria di attori consumati che hanno lavorato da professionisti. Consigliatissimo.
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sabato 3 dicembre 2016
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realistico
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Molto vicino alla realtà di questi ultimi anni, dove il nostro compagno di vita non è il partner ma il nostro smartphone.
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eleonora panzeri
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domenica 27 novembre 2016
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non fidarsi è meglio
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Una storia semplice, quotidiana, quasi ordinaria. Un gruppo di amici di vecchia data si ritrova per una cena di gruppo. Ormai oltre la trentina sono quasi tutti sposati, fidanzati o con figli. Si percepisce sin dall'inizio che dietro ai sorrisi tirati, ogni famiglia nasconde i suoi problemi, tuttavia nessuno ne parla. Ogni cosa resterebbe così immutata, in bilico su un precipizio di verità dette e non dette se non fosse che Eva (casuale il richiamo biblico?) propone una sorta di gioco della verità "evoluto": ogni commensale avrebbe dovuto condividere con il gruppo messaggi e chiamate ricevuti durante la cena.
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Una storia semplice, quotidiana, quasi ordinaria. Un gruppo di amici di vecchia data si ritrova per una cena di gruppo. Ormai oltre la trentina sono quasi tutti sposati, fidanzati o con figli. Si percepisce sin dall'inizio che dietro ai sorrisi tirati, ogni famiglia nasconde i suoi problemi, tuttavia nessuno ne parla. Ogni cosa resterebbe così immutata, in bilico su un precipizio di verità dette e non dette se non fosse che Eva (casuale il richiamo biblico?) propone una sorta di gioco della verità "evoluto": ogni commensale avrebbe dovuto condividere con il gruppo messaggi e chiamate ricevuti durante la cena. La trama è molto interessante, tuttavia il suo sviluppo appare surreale, non tanto per le verità nascoste che verranno a galla, ma più per la concomitanza degli eventi. Gioiellieri, tecnici di PC, amanti e parenti tutti a telefonare o a scrivere dopo le 22.00 di sera, molto improbabile se non impossibile. A parte questo, con l'evolversi della cena, le vite dei protagonisti si rivelano tra l'apatia e la noia della vita coniugale o genitoriale, mostrando come ogni equilibrio sia maledettamente instabile e coloro i quali ricoprono i ruoli di migliore amico o compagno di vita si possano rivelare in pochi attimi dei perfetti sconosciuti.
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toty bottalla
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sabato 19 novembre 2016
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l'attualità centrata in pieno!
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Quello che potrebbe accadere o forse già accade senza saperlo, la manìa del cellulare come scatola nera di noi stessi non è male usata come metafora, il film di Paolo Genovese è un esempio raro di riuscita corale di un racconto surreale che scorre a ritmi incalzanti, lo svolgimento iniziale e il caldo ritrovo tutti insieme mi ha ricordato molto "Regalo Di Natale" di Pupi Avati, in entrambe le situazioni l'atmosfera era ed è percepibile come starci dentro, un bel film che ricuce un incubo esasperato del nostro tempo risvegliato in un finale che però fa riflettere, buoni i dialoghi e la tecnica di ripresa, un lavoro da 3,5 stelle.
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Quello che potrebbe accadere o forse già accade senza saperlo, la manìa del cellulare come scatola nera di noi stessi non è male usata come metafora, il film di Paolo Genovese è un esempio raro di riuscita corale di un racconto surreale che scorre a ritmi incalzanti, lo svolgimento iniziale e il caldo ritrovo tutti insieme mi ha ricordato molto "Regalo Di Natale" di Pupi Avati, in entrambe le situazioni l'atmosfera era ed è percepibile come starci dentro, un bel film che ricuce un incubo esasperato del nostro tempo risvegliato in un finale che però fa riflettere, buoni i dialoghi e la tecnica di ripresa, un lavoro da 3,5 stelle. Saluti.
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lunedì 10 ottobre 2016
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finalmente un bel film dallo stivale!
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Al contrario di ogni previsione, e al di là del mio scetticismo sui film italiani, questa pellicola mi ha davvero sorpreso, sconvolgendo tutte le sicurezze apprese intorno a quella tavola.
Un gran bel film, con la giusta miscela di ingredienti, lontano dall'idea claustofibica che mi era creata, Le distanze che copre vanno al di la dei muri dentro il quale viene girato.
Bravi!
Da rivedere e consigliare!
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onufrio
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sabato 27 agosto 2016
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questa sera si recita a soggetto...telefonico
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Che ormai il cellulare sia divenuto una parte integrante del nostro corpo questo è accertato, ma soprattutto, quanti segreti, quanti misteri si celano dentro a quella piccola scatola nera, definita così proprio dai protagonisti di questa brillante commedia che una sera tutti riuniti a cena decidono di fare un simpatico gioco: lasciare i telefoni sul tavolo e rendere pubblici a tutti ogni messaggio ed ogni conversazione. E' incredbile quello a cui si andrà incontro nell'arco della serata. Commedia amara ma realistica sull'uso dei cellulari ai giorni nostri, perchè diciamocelo chiaramente: ognuno di noi ha dei segreti in quei piccoli e malefici aggeggi che ci allontanano sempre più dalla vita reale.
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Che ormai il cellulare sia divenuto una parte integrante del nostro corpo questo è accertato, ma soprattutto, quanti segreti, quanti misteri si celano dentro a quella piccola scatola nera, definita così proprio dai protagonisti di questa brillante commedia che una sera tutti riuniti a cena decidono di fare un simpatico gioco: lasciare i telefoni sul tavolo e rendere pubblici a tutti ogni messaggio ed ogni conversazione. E' incredbile quello a cui si andrà incontro nell'arco della serata. Commedia amara ma realistica sull'uso dei cellulari ai giorni nostri, perchè diciamocelo chiaramente: ognuno di noi ha dei segreti in quei piccoli e malefici aggeggi che ci allontanano sempre più dalla vita reale.
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sally1994
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mercoledì 24 agosto 2016
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film che fa rifelttere
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Me lo ero perso al cinema, ed allora ho deciso di comprarlo in dvd. Che dire, un film bellissimo, modernissimo, che riflette i tempi che viviamo e che mi ha lasciato decisamente soddisfatta. Cosa succederebbe se potessimo leggere i segreti che stanno sul cellulare altrui? E quali segreti nascondiamo noi stessi? La sceneggiatura (ma tutto funziona: regia, attori, montaggio...) è davvero impeccabile. Forse, se posso muovere un piccolo difetto, alla fine tutto sembra esagerato (non posso raccontare, ma gli altarini che vengono fuori sono davvero tanti, troppi e a volte grotteschi). Però forse ci sono una serie di esagerazioni che servono per far riflettere maggiormente lo spettatore.
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Me lo ero perso al cinema, ed allora ho deciso di comprarlo in dvd. Che dire, un film bellissimo, modernissimo, che riflette i tempi che viviamo e che mi ha lasciato decisamente soddisfatta. Cosa succederebbe se potessimo leggere i segreti che stanno sul cellulare altrui? E quali segreti nascondiamo noi stessi? La sceneggiatura (ma tutto funziona: regia, attori, montaggio...) è davvero impeccabile. Forse, se posso muovere un piccolo difetto, alla fine tutto sembra esagerato (non posso raccontare, ma gli altarini che vengono fuori sono davvero tanti, troppi e a volte grotteschi). Però forse ci sono una serie di esagerazioni che servono per far riflettere maggiormente lo spettatore. Gli attori, davvero tutti bravi: ma forse i migliori sono Mastandrea - Battiston, già ammirati nella deliziosa commedia "Non pensarci". Uno scambio di ruoli tra i due (l'uno diventa l'altro proprio per via dello scambio di cellulari) che all'inizio fa ridere, poi lascerà l'amaro in bocca. Comunque bravissimi davvero tutti (la Rohrwacher una certezza). Assolutamente consigliato.
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