aratos
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lunedì 21 marzo 2016
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consigliato a tutti
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Ci sono parecchi motivi per cui varrebbe la pena vedere questo film.
In primis, è un valido film italiano, e lo è qualitativamente e oggettivamente, ben diretto, con attori capaci e, nella sua semplicità, non presenta lacune.
In secondo luogo è un film meravigliosamente (e pericolosamente) attuale e reale. Dopo averlo visto, migliaia di coppie si guarderanno per un momento negli occhi e balzerà a entrambi in mente la domanda "e se anche io dessi il mio smartphone in mano al mio partner?".
Un film breve, schietto, diretto ed esaudiente. In quell'ora e mezzo affronta parecchi temi delicati e lo fa in grande stile, senza far sembrare la cosa forzata o illogica.. Perché si, in ciascuna coppia tra quelle coppie sedute sulle poltrone del cinema può riconoscersi almeno uno dei tanti segreti che si smascherano in questo film.
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Ci sono parecchi motivi per cui varrebbe la pena vedere questo film.
In primis, è un valido film italiano, e lo è qualitativamente e oggettivamente, ben diretto, con attori capaci e, nella sua semplicità, non presenta lacune.
In secondo luogo è un film meravigliosamente (e pericolosamente) attuale e reale. Dopo averlo visto, migliaia di coppie si guarderanno per un momento negli occhi e balzerà a entrambi in mente la domanda "e se anche io dessi il mio smartphone in mano al mio partner?".
Un film breve, schietto, diretto ed esaudiente. In quell'ora e mezzo affronta parecchi temi delicati e lo fa in grande stile, senza far sembrare la cosa forzata o illogica.. Perché si, in ciascuna coppia tra quelle coppie sedute sulle poltrone del cinema può riconoscersi almeno uno dei tanti segreti che si smascherano in questo film. E qui si giunge alla pesantissima e crudele morale: vale veramente la pena scoprire tutte le carte nella coppia?
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goldy
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lunedì 21 marzo 2016
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apologia dell'ipocrisia
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Il film nella prima parte sembra essere un'apologia dell'ipocrisia, nel senso che senza è impossibile vivere. La nostra condizione umana è troppo iniqua e forse dobbiamo arrenderci all'evidenza di non essere fatti per vivere secondo regole virtuose e nobili principi. . Nella seconda parte tutto si ribalta. Si tocca un fondo dal quale sembra impossibile risalire e invece la magia della parola e la forza della verità fanno il miracolo. Forse è un po' semplicistico nella conclusione ma non è lontano dal vero. Io che credo nella forza terapeutica della parola e del dialogo non posso che sostenere il film.
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Il film nella prima parte sembra essere un'apologia dell'ipocrisia, nel senso che senza è impossibile vivere. La nostra condizione umana è troppo iniqua e forse dobbiamo arrenderci all'evidenza di non essere fatti per vivere secondo regole virtuose e nobili principi. . Nella seconda parte tutto si ribalta. Si tocca un fondo dal quale sembra impossibile risalire e invece la magia della parola e la forza della verità fanno il miracolo. Forse è un po' semplicistico nella conclusione ma non è lontano dal vero. Io che credo nella forza terapeutica della parola e del dialogo non posso che sostenere il film.
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enrico danelli
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sabato 19 marzo 2016
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perfettamente inutile, ma divertente
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Niente di nuovo. Il messaggio è trito e ritrito: vizi privati e pubbliche virtù. L'accelaratore di emozioni (cellulare, ipad, etc.) deve per forza entrare in gioco prepotentemente per far effetto sullo spettatore (soprattutto sul suo lato consciamente inconfessabile che lo porta per forza ad identificarsi nella vicenda per qualche aspetto). Il cellulare nel film da solo sembra mandare in frantumi famiglie e amicizie consolidate: è solo apparenza. Di fatto succede nè più e nè meno quello che succede da secoli, ben prima dell'avvento dei moderni aggeggi infernali: una lettera tenuta nascosta in un cassetto e ritrovata da chi non non doveva leggerla, mandava a monte fidanzamenti, accordi, relazioni di fiducia e quant'altro.
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Niente di nuovo. Il messaggio è trito e ritrito: vizi privati e pubbliche virtù. L'accelaratore di emozioni (cellulare, ipad, etc.) deve per forza entrare in gioco prepotentemente per far effetto sullo spettatore (soprattutto sul suo lato consciamente inconfessabile che lo porta per forza ad identificarsi nella vicenda per qualche aspetto). Il cellulare nel film da solo sembra mandare in frantumi famiglie e amicizie consolidate: è solo apparenza. Di fatto succede nè più e nè meno quello che succede da secoli, ben prima dell'avvento dei moderni aggeggi infernali: una lettera tenuta nascosta in un cassetto e ritrovata da chi non non doveva leggerla, mandava a monte fidanzamenti, accordi, relazioni di fiducia e quant'altro. il film che non ha nessun effetto dirompente quindi scade a simpatica commediola proposta da un ottimo regista pubblicitario che sa compiacere lo spettatore in modo facile facile, senza mai scadere nel volgare (onore al merito) e con qualche nota di poesia (la luna che si oscura sempre più in concomitanza con il deteriorarsi dei rapporti personali). Non poteva mancare l'immancabile storia lacrimosa e personale del gay incompreso ed emarginato, quasi che sia rappresentativa dei più diffusi segreti inconfessabili di oggigiorno. Recitazioni deludenti (Smutniak).
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mauro
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giovedì 17 marzo 2016
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non ci abbiamo messo niente
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E' un film agghiacciante perchè scava in una realtà moderna fatta di disumanità, di egoismo, di disperato bisogno di qualcosa che non si riesce a volte nemmeno a definire e per il quale si rovinano rapporti, si mettono in discussione affetti molto veri, importanti. Questo è un film sulla gente che tutti i giorni si aspetta la botta dalla vita che non riesce ad accettare la sua naturalezza e allora si inventa casini per sentirsi vivo. L'idea è bella e fare un film in una stanza o poco più aggrappandosi ad una situazione molto statica e concettuale è sicuramente un rischio ed un'ambizione enormi. Il film è riuscito, ma è di una freddezza da far gelare il sangue nelle vene.
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E' un film agghiacciante perchè scava in una realtà moderna fatta di disumanità, di egoismo, di disperato bisogno di qualcosa che non si riesce a volte nemmeno a definire e per il quale si rovinano rapporti, si mettono in discussione affetti molto veri, importanti. Questo è un film sulla gente che tutti i giorni si aspetta la botta dalla vita che non riesce ad accettare la sua naturalezza e allora si inventa casini per sentirsi vivo. L'idea è bella e fare un film in una stanza o poco più aggrappandosi ad una situazione molto statica e concettuale è sicuramente un rischio ed un'ambizione enormi. Il film è riuscito, ma è di una freddezza da far gelare il sangue nelle vene. A mio parere calca un po' troppo la mano sulle esagerazioni, bastava anche meno per arrivare allo spettatore. Il telefonino è un diario e nel contempo un bidone della spazzatura dove qualcuno butta la parte di se stesso che non gli piace, insieme alla parte più vera però. Sì direi che il limite sia proprio l'esagerazione, ma anche trattare il tema dell'omosessualità mi pare troppo, troppa carne al fuoco. Comunque ci lascia una speranza, nel senso che ogni tot persone una senza pesanti scheletri nell'armadio esiste!
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deborah
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mercoledì 16 marzo 2016
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molto molto bello!
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Premetto che non apprezzo molto spesso i film italiani, ma per questa pellicola mi sono proprio dovuta ricredere! Credo che sia stata sviluppata davvero molto bene.. i dialoghi sono continui, non lasciano spazio a tempi morti o a banalità! Tra un discorso e l'altro (si parla di moltissimi argomenti: lavoro, figli, matrimonio, omosessualità, analisi..ecc) c'è spazio sia per qualche risata che per qualche riflessione.. a volte un po' amara, ma purtroppo ci si rende conto che è un po' questa la vita vera.. e non quella che molti film ci vogliono far credere! Non voglio spoilerare nulla, quindi non vado oltre..
comunque davvero ben fatto.. sorprendente, a tratti profondo, con colpi di scena e con molte risate! Una speranza per la commedia italiana.
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Premetto che non apprezzo molto spesso i film italiani, ma per questa pellicola mi sono proprio dovuta ricredere! Credo che sia stata sviluppata davvero molto bene.. i dialoghi sono continui, non lasciano spazio a tempi morti o a banalità! Tra un discorso e l'altro (si parla di moltissimi argomenti: lavoro, figli, matrimonio, omosessualità, analisi..ecc) c'è spazio sia per qualche risata che per qualche riflessione.. a volte un po' amara, ma purtroppo ci si rende conto che è un po' questa la vita vera.. e non quella che molti film ci vogliono far credere! Non voglio spoilerare nulla, quindi non vado oltre..
comunque davvero ben fatto.. sorprendente, a tratti profondo, con colpi di scena e con molte risate! Una speranza per la commedia italiana...
Ottimo lavoro!
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raffele
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lunedì 14 marzo 2016
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tappatevi il naso e chiamatevi amore
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è il film più realistico e drammatico che abbia mai visto: realistico perché è tutto vero, drammatico perché pesa come la pietra dura d’un significato spietato: la lealtà fra le persone è una finzione quotidiana, e questa finzione non necessita di circostanze supreme che ci mettano a dura prova: si nutre delle tentazioni leggere di tutti i giorni per l’appunto. Unico afflato fra le persone è la complicità del momento, l’appoggio, il puntello che si offre all’amico solo nell’attimo in cui si incrociano gli occhi, quando sei costretto, come si suol dire, a metterci la faccia; ma non scegli questo o quello per maggiore stima o amicizia: è casuale. Sei solidale col gruppo che fa capannello in quel momento, vai controcorrente se credono di colpire un altro col quale hai scambiato il telefonino rivelatore e senza saperlo colpiscono te.
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è il film più realistico e drammatico che abbia mai visto: realistico perché è tutto vero, drammatico perché pesa come la pietra dura d’un significato spietato: la lealtà fra le persone è una finzione quotidiana, e questa finzione non necessita di circostanze supreme che ci mettano a dura prova: si nutre delle tentazioni leggere di tutti i giorni per l’appunto. Unico afflato fra le persone è la complicità del momento, l’appoggio, il puntello che si offre all’amico solo nell’attimo in cui si incrociano gli occhi, quando sei costretto, come si suol dire, a metterci la faccia; ma non scegli questo o quello per maggiore stima o amicizia: è casuale. Sei solidale col gruppo che fa capannello in quel momento, vai controcorrente se credono di colpire un altro col quale hai scambiato il telefonino rivelatore e senza saperlo colpiscono te. In uno scenario come questo ben tre personaggi puri (Rocco, Peppe e Bianca) sembrano alternarsi più come riferimenti ad una ipotetica limpidezza che è l’eccezione, non la norma. Bianca si spiega perché è timida e ingenua, Peppe vive il travaglio di una identità incerta. Rocco, pur di sesso maschile, nonché professionista affermato e dal piglio sapiente, non ha amanti. Ha imparato a “disinnescare” il viluppo di un litigio in piena crisi di coppia, è illuminato da un pacato buon senso, sa guadagnarsi le confidenze di una figlia diciassettenne: un mostro.
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rongiu
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giovedì 10 marzo 2016
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il tempo di un eclissi
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Il regista Paolo Genovese con gli altri sceneggiatori \ Filippo Bologna, Paola Mammini, Paolo Costella e Rolando Ravello / hanno dato vita ad una scrittura intrigante ed avvincente oltre che appassionante; per i contenuti proposti ed il modo. Un lavoro del genere, come tanti altri, non nasce all’improvviso. Ma, è frutto di una ricerca più o meno lunga, associata all’azione. Quindi, ricerca-azione. E, sicuramente, lo strumento utilizzato per proporre l’/gli argomento/i trattati non sono inseriti in un ambiente, come dire “neutro” e compagnia bella. Nel senso che, il cinema e questo film possono produrre o no, “cambiamenti” in base alle riflessioni che esso stimola.
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Il regista Paolo Genovese con gli altri sceneggiatori \ Filippo Bologna, Paola Mammini, Paolo Costella e Rolando Ravello / hanno dato vita ad una scrittura intrigante ed avvincente oltre che appassionante; per i contenuti proposti ed il modo. Un lavoro del genere, come tanti altri, non nasce all’improvviso. Ma, è frutto di una ricerca più o meno lunga, associata all’azione. Quindi, ricerca-azione. E, sicuramente, lo strumento utilizzato per proporre l’/gli argomento/i trattati non sono inseriti in un ambiente, come dire “neutro” e compagnia bella. Nel senso che, il cinema e questo film possono produrre o no, “cambiamenti” in base alle riflessioni che esso stimola. I temi trattati, devono essere captati non solo nel loro valore informativo, ma anche come “situazione lampo” per un avvio di discussione sul “cosa ne pensi se…?” Quindi, la ricerca-azione si tramuta in riflessione-discussione-rielaborazione. E, scusate, se è poco.
Di Paolo Genovese, dei suoi lavori, dei suoi premi e compagnia bella si conosce tanto; chi desidera, può approfondire. Ma di questi “sconosciuti”, per giunta “perfetti” cosa si sa? Si sa che, sono un gruppo di “amici” forse, che si riuniscono, in casa di uno di loro, del dott. Rocco \ Marco Giallini / chirurgo plastico, (non figlio di medici) e sposato con la dott.ssa Eva \ Kasia Smutniak / figlia di medici (questo è un particolare interessante, da non sottovalutare, mi par di capire e suggerire). I due, hanno una figliola 17enne che quando ha da “comunicare” con i genitori, lo fa solo con uno dei due. Banale? Forse, ma non tanto.
La seconda coppia presente alla incredibile cena, è formata da Bianca e Cosimo \ Alba Rohrwacher (futuro premio Oscar) – Edoardo Leo /. Una veterinaria preparata, innamorata del proprio lavoro e del marito. La sua concezione lineare del tempo, è rappresentata da un freccia che corre impetuosamente verso il futuro ed un futuro sereno (importantissimo, è appena sposata). Il marito Cosimo, attualmente tassista, “probabilmente” in un prossimo futuro coglierà l’occasione per un “salto di qualità”. Le idee, nella sua mente, si muovono veloci come gli atomi. Quando ha conosciuto Bianca, (che proprio non ne voleva sapere di altre storie, matrimonio e compagnia bella) il salto, quello di qualità ha pensato di farlo per d’avvero. Ma poi?
La terza coppia, è formata da Lele e da Carlotta \ Valerio Mastrandrea e Anna Foglietta /. Funzionario lui, casalinga a tempo pieno lei. Probabilmente il loro è un matrimonio come dire, “part-time”, (interessantissima coppia).
Beppe, è l’unico presente alla cena da single, ma perché? Perché la nuova fidanzata che in questo contesto sarebbe stata presentata agli amici, è a letto con la febbre. Dimenticavo, Beppe è un docente di ginnastica e “per motivi a non tutti noti” è alla ricerca di un nuovo lavoro.
Ognuno di questi personaggi, attraverso il gioco (si fa’ per dire) in cui è coinvolto, tirerà fuori da se stesso un segreto importante, un “non detto” ma anche, la consapevolezza che pur conoscendosi da tempo, si ritroveranno ad essere dei “perfetti sconosciuti”.
Ricordate “Il cilindro” di Eduardo de Filippo? In via dei Cristallini, a Napoli, dove la commedia è ambientata , Agostino Muscariello \ Eduardo De Filippo / presenta un personaggio, Agostino, appunto, come una sorta di “maschera pirandelliana”. Ma perché? Perché Agostino vuole difendersi da qualche cosa o vuole “essere qualche cosa?” AGOSTINO: Non si parte dal cappello a cilindro, ci si arriva. [...] Prima di tutto, la potenza di questo cappello la potranno capire solamente gli uomini istruiti. Gli analfabeti lo troveranno esagerato per la loro condizione, e non si permetteranno mai, non dico di portarlo abitualmente, ma neppure di metterselo in testa per un solo momento. [...] Insomma, caro Rodolfo questo è un cappello eterno e miracoloso. E ogni famiglia bisognosa ne dovrebbe tenere uno, sempre pronto, appeso alla cappelliera. Io me lo tengo geloso, e lo porto sempre in testa, perché mi ha salvato in diverse occasioni.
Ed oggi, cosa può sostituire il cappello eterno e miracoloso? A voi la risposta. Alcune cose sono certe: - il rapporto di coppia è sempre più difficile da gestire. Si litiga, si urla, l’incomprensione è a “portata di mano”. Ed allora, c’è un analfabetismo emotivo-relazionale? Si educa alla buona comunicazione? Costruire una relazione non è cosa facile, nessuno è maestro in questo. Qual è la funzione sociale del matrimonio, oggi? Le domande sono tante, tantissime ed altrettanto le risposte degli studiosi. Vedi letteratura sul tema (miliardi di pagine). Ma cosa centra il cappello a cilindro. C’entra perché come per magia ne escono fuori uno dietro l’altro, quelli che nel 1965 non esistevano.
I cellulari.
I cellulari con i loro contenuti che nascondono, come in un cappello magico, tantissime cose belle, buone, brutte, dolci, raccapriccianti, affascinanti, ammalianti, rimbombanti, amare e compagnia bella. E…
e vengono messi lì sul tavolo; dove insieme alle portate per la cena dove ognuno può esprimere il - mi piace o no- del piatto servito e nessuno ne fa un dramma; diversa cosa avviene se… nel mentre gusto un vinello bianco arriva un SMS. Allora le cose cambiano, diventano serie. Gli animi, gli umori diventati ormai veementi, fanno i conti con realtà fino ad allora “perfettamente sconosciute” ed il tutto, giusto il tempo di un’eclissi. Giusto il tempo di vedere, affacciati ad un balcone, come un cono d’ombra nasconda tantissime fragilità.
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tamburel
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martedì 8 marzo 2016
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che goduria
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Cosa darei se ogni volta che vado al cinema vedessi un film così coinvolgente!!!
Grazie Genovese e company!!!
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michela v.
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lunedì 7 marzo 2016
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paure nascoste
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Mi è piaciuta la scena, tutto accade attorno ad un tavolo, in una stanza. La coincidenza con un'eclissi di luna, secondo me di grande impatto e significato: l'oscurarsi e il rischiararsi di ciò che di nascosto ci portiamo dentro, celato, schermato tra bite di uno smartphone. La simulazione così reale di un gioco che alla fine non è stato accettato. La realtà di ciò che poteva essere condiviso, criticato, deriso dagli amici più cari, amici di una vita. Non ci si dice proprio tutto, è verissimo! Altrettanto vero è proteggere chi ami: bugie giustificate, verità nascoste.
Mi è piaciuto tutto il cast, l'interpretazione di qualità! Ottima storia! Complimenti al regista e al cast per intero! Inoltre, quante compagnie di amici restano così legate per anni? Ho apprezzato moltissimo il loro legame così duraturo e forse è cosa proprio vera e saggia: mai leggere i messaggi di un telefono non tuo.
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Mi è piaciuta la scena, tutto accade attorno ad un tavolo, in una stanza. La coincidenza con un'eclissi di luna, secondo me di grande impatto e significato: l'oscurarsi e il rischiararsi di ciò che di nascosto ci portiamo dentro, celato, schermato tra bite di uno smartphone. La simulazione così reale di un gioco che alla fine non è stato accettato. La realtà di ciò che poteva essere condiviso, criticato, deriso dagli amici più cari, amici di una vita. Non ci si dice proprio tutto, è verissimo! Altrettanto vero è proteggere chi ami: bugie giustificate, verità nascoste.
Mi è piaciuto tutto il cast, l'interpretazione di qualità! Ottima storia! Complimenti al regista e al cast per intero! Inoltre, quante compagnie di amici restano così legate per anni? Ho apprezzato moltissimo il loro legame così duraturo e forse è cosa proprio vera e saggia: mai leggere i messaggi di un telefono non tuo...." se hai un amante, non lo voglio sapere!"
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garfy
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lunedì 7 marzo 2016
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un film falso e superficiale
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Mettiamola così: quattro sceneggiatori (dico quattro tanto per dire) si mettono a tavolino e, con lo scopo di far ridere di più (ma con la malcelata ambizione anche di dire anche cose profonde) creano una trama irreale e banale, inscenando una cena tra amici (così si risparmia anche sugli esterni, che non servono). Ognuno degli amici ha qualcosa da nascondere agli altri in un intreccio che riguarda le loro vite e quelle di altri. Ebbene, raramente ricordo di aver visto un film così insulso, banale e superficiale. E la mia rabbia è tanto più forte se penso che il regista (e gli sceneggiatori) hanno anche l'ambizione di parlare di massimi sistemi (la privacy, l'uso dei telefonini come appendici esterne del sé, la sincerità, il rapporto tra coniugi, tra genitori e figli.
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Mettiamola così: quattro sceneggiatori (dico quattro tanto per dire) si mettono a tavolino e, con lo scopo di far ridere di più (ma con la malcelata ambizione anche di dire anche cose profonde) creano una trama irreale e banale, inscenando una cena tra amici (così si risparmia anche sugli esterni, che non servono). Ognuno degli amici ha qualcosa da nascondere agli altri in un intreccio che riguarda le loro vite e quelle di altri. Ebbene, raramente ricordo di aver visto un film così insulso, banale e superficiale. E la mia rabbia è tanto più forte se penso che il regista (e gli sceneggiatori) hanno anche l'ambizione di parlare di massimi sistemi (la privacy, l'uso dei telefonini come appendici esterne del sé, la sincerità, il rapporto tra coniugi, tra genitori e figli.ecc.). Putroppo la superficialità arriva anche agli interpreti, che non vorrei giudicare per le loro qualità intrinseche ma soltanto in relatione a una trama esile e a dei dialoghi scontati e banali, arrivando a inficiare le loro performance (anche quella di Alba Rochwahler, che forse teoricamente potrebbe essere la più dotata tra i presenti). Sono costernato: al cinema c'è stato alla fine qualcuno che ha tentato di applaudire: ebbene, non mento se dico che in tanti anni di "nuovo" cinema italiano considero questo uno dei film peggiori proprio perché non vuole soltanto (malamente) far ridere (e fin qui sarebbe persino scusabile) ma perché pretende di avere una morale più alta da raccontare. Putroppo il cinema italiano è molto debole ma io continuo a cercare qualcosa e ogni tanto, di quando in quando, si vede anche. Per esempio, proprio nei giorni scorsi ho visto "Lo chiamavano Jeeg Robot", un film certo non eccelso ma che ha almeno un'orginalità nella trama e per fortuna anche negli attori, meno visti e rivisti e scontati di quelli di "Perfetti sconosciuti". Consiglio a tutti coloro che hanno dato di questo film giudizi entusiastici di andare a riguardarsi non soltanto i classici del cinema italiano del dopoguerra ma anche a quelle commedie dolci-amare che ci hanno lasciato indimenticabili ricordi ma anche una storia della nostra filmografia che vivrà per sempre. Così facendo, avranno anche un termine di paragone su cui misurare tentativi stonati e cacofonici come quello di "Perfetti sconosciuti".
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[+] secondo me non hai capito il film!!
(di ska82)
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[+] secondo me gli rode ;)
(di stellab)
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