jessepinkman
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domenica 28 gennaio 2018
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anche gli italiani sanno fare film così...
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Bello bello veramente bello! Non sono amante di film italiani ma questo è fatto veramente bene. Divertente non annoia un attimo e ci sono colpi di scena. Guardatelo ;)
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stefanocapasso
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mercoledì 17 gennaio 2018
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quando la verità non fa crescere
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Tre coppie e un single si incontrano a cena per il consueto ritrovo tra amici. E’ prevista l’eclissi di luna per quella sera e c’è attesa per l’evento. Quando il discorso cade sulle identità che ognuno può nascondere viene proposto di fare un gioco; condividere con tutti ogni messaggio, notizia e notifica che arriva sul proprio telefono. Col passare della serata le cose prendono una piega drammatica.
Film corale di Paolo Genovese che riflette sulla verità, e sui modi che ognuno usa per costruire la propria. In un crescendo di rivelazioni chi più, chi meno, dimostra di avere un territorio personale che vuole proteggere. E dovrebbe essere un territorio invalicabile, perché è quello che assicura protezione alla persona… Probabilmente proprio la persona che più di tutti è consapevole dei bisogni dell’uomo, Rocco che sta seguendo un percorso psicoterapeutico, ha il buonsenso di interrompere il gioco prima che inizi.
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Tre coppie e un single si incontrano a cena per il consueto ritrovo tra amici. E’ prevista l’eclissi di luna per quella sera e c’è attesa per l’evento. Quando il discorso cade sulle identità che ognuno può nascondere viene proposto di fare un gioco; condividere con tutti ogni messaggio, notizia e notifica che arriva sul proprio telefono. Col passare della serata le cose prendono una piega drammatica.
Film corale di Paolo Genovese che riflette sulla verità, e sui modi che ognuno usa per costruire la propria. In un crescendo di rivelazioni chi più, chi meno, dimostra di avere un territorio personale che vuole proteggere. E dovrebbe essere un territorio invalicabile, perché è quello che assicura protezione alla persona… Probabilmente proprio la persona che più di tutti è consapevole dei bisogni dell’uomo, Rocco che sta seguendo un percorso psicoterapeutico, ha il buonsenso di interrompere il gioco prima che inizi. Le conseguenze della verità che ognuno di noi può rivelare non sono gestibili fintanto che non si è pronti a farlo. Ogni cosa che viene scoperta forzatamente in realtà non produce quella che è la cosa più importante per l’essere umano: il cambiamento evolutivo. Il percorso dello svelamento forzato non si adatta ad una giusta evoluzione della persona
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fedezena
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lunedì 15 gennaio 2018
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da non perdere, divertente intrigante e riflessivo
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Davvero bello, sono sempre stato prevenuto contro i film italiani per pregiudizio.
Ma devo ricredermi, il film è pieno di suspence e colpi di scena, ma ben studiati,. Un film che forse non si discosta molto dalla realtá, e proprio per questo, ti tiene incollato alla poltrona fino alla fine, sopratutto se avete qualcosa da nascondere ! :-)
L'idea è stupenda, se facessimo questo gioco, probabilmemte le cose andrebbero cosí.
Da non perdere.
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diabolik0
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mercoledì 7 giugno 2017
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brillante e caustico
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Internet e i cellulari ci hanno cambiato la vita.Profondamente,radicalmente.Quando ero ragazzo e volevo sapere un'informazione, dovevo raggiungere casa,consultare l'enciclopedia TRECCANI, quella cartacea, la digitale ovviamente non esisteva ancora e forse avrei trovavo la risposta.Quando uscivo di casa,i miei mi chiedevano di fare perlomeno una telefonata, nell'arco della serata,per sapere se fossi ancora vivo,ma siccome esisteva solo il telefono fisso,il più delle volte me ne dimenticavo o non trovavo la cabina o non avevo il gettone,comunque i miei non hanno mai chiamato il 113 o il 118.Sembra preistoria, invece accadeva soltanto 30/35 anni fa.Quanto questi due strumenti hanno cambiato le nostre vite è sotto gli occhi di tutti,ma soprattutto di chi non è nato nella generazione digitale e ha potuto vedere i cambiamenti che hanno prodotto.
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Internet e i cellulari ci hanno cambiato la vita.Profondamente,radicalmente.Quando ero ragazzo e volevo sapere un'informazione, dovevo raggiungere casa,consultare l'enciclopedia TRECCANI, quella cartacea, la digitale ovviamente non esisteva ancora e forse avrei trovavo la risposta.Quando uscivo di casa,i miei mi chiedevano di fare perlomeno una telefonata, nell'arco della serata,per sapere se fossi ancora vivo,ma siccome esisteva solo il telefono fisso,il più delle volte me ne dimenticavo o non trovavo la cabina o non avevo il gettone,comunque i miei non hanno mai chiamato il 113 o il 118.Sembra preistoria, invece accadeva soltanto 30/35 anni fa.Quanto questi due strumenti hanno cambiato le nostre vite è sotto gli occhi di tutti,ma soprattutto di chi non è nato nella generazione digitale e ha potuto vedere i cambiamenti che hanno prodotto.Genovese con questo film graffiante e caustico, si diverte a proporre un gioco,perlomeno sembra tale,degli amici si riuniscono per una cena e poi mettono i telefonini sul tavolo rispondendo a viva voce a messaggi e chiamate,succederà di tutto,bugie,rivelazioni scottanti, tradimenti e quant'altro, un gioco al massacro, peraltro alla fine paradossalmente tutto sembrerà rientrare nella norma.Idea stravagante, ma efficace per dimostrarci come dice giustamente Giallini nel film,che i cellulari sono diventati la scatola nera,della nostra esistenza,raccolgono ii nostri segreti,le nostre paure.Una volta si affidavano ai i diari le proprie confidenze intime, che le adolescenti conservavano gelosamente e che puntualmente le mamme trovavano e leggevano,oggi no se vuoi capire con chi hai a che fare devi vedere il suo profilo "linkedin" se vuoi sapere quanti "amici" hai, devi guardare"facebook" e se vuoi sapere quanto la gente ti apprezzi dai una scorsa a "twitter" e poi per dimostrare che esisti, devi postare fotografie su istagram,se poi vuoi avere una vita sociale intensa, devi avere svariati gruppi "wathapp", con i quali condividere esperienze,osservazioni,confidenze e quant'altro.Possiamo parlare di aberrazione della comunicazione,io direi proprio di si,non sono un dinosauro attaccato come una sanguisuga alle tradizioni,ma onestamente ritengo che tutto questo non fa altro che accrescere il senso di soltudine e l'alienazione che ci attanaglia.
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no_data
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mercoledì 8 marzo 2017
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ottimo film, con una sceneggiatura eccellente
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Leggere critiche a questo film è paradossale. I dialoghi sono eccellenti e l'attenzione alla sceneggiatura (finalmente!) lo eleva nettamente al di sopra di molti altri film italiani che restano sempre un po' incompiuti. La storia parte da un assunto già visto, la cena fra amici, ma si dipana in qualcosa di diverso e a tratti molto profondo. Bisogna essere terribilmente superficiali per non apprezzare i dialoghi di un Giallini finalmente nella parte del buono (e saggio) padre e marito. Ho apprezzato anche che ci siano personaggi assolutamente negativi al di là del tema di fondo, che parla in modo efficace di come la tecnologia abbia disumanizzato il mondo. Non solo perché ci ha devastato l'esistenza, ma anche perché ci rende sempre più fragili di fronte a noi stessi.
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Leggere critiche a questo film è paradossale. I dialoghi sono eccellenti e l'attenzione alla sceneggiatura (finalmente!) lo eleva nettamente al di sopra di molti altri film italiani che restano sempre un po' incompiuti. La storia parte da un assunto già visto, la cena fra amici, ma si dipana in qualcosa di diverso e a tratti molto profondo. Bisogna essere terribilmente superficiali per non apprezzare i dialoghi di un Giallini finalmente nella parte del buono (e saggio) padre e marito. Ho apprezzato anche che ci siano personaggi assolutamente negativi al di là del tema di fondo, che parla in modo efficace di come la tecnologia abbia disumanizzato il mondo. Non solo perché ci ha devastato l'esistenza, ma anche perché ci rende sempre più fragili di fronte a noi stessi. Ci fa perdere la strada, il senso della realtà. Ci fa dimenticare che cosa è veramente importante. La bravura degli attori contribuisce al risultato, davvero sorprendente, così come i tempi cinematografici, ben calcolati e senza lungaggini. La fotografia è un filo troppo pulita, avrei preferito qualcosa di più sporco e sofferto, ed è il solo vero limite del film. Che è un film importante e profondo, senza le smancerie e gli intellettualismi inutili di tanti prodotto d'Oltrefrontiera che piacciono tanto alla vulgata radical-chic.
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vepra81
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venerdì 24 febbraio 2017
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dipendenti da un telefono
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pensavo fosse un film leggero per una serata di cinema. Invece ha svelato una realtà sociale di oggi ovvero quanto mettiamo dentro al nostro cellulare. Forse non storie come nel film ma tante cose personali come pass foto e tanto altro. Un film mono set che xo non stufa.
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domenica 22 gennaio 2017
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un inizio diesel, che mette il turbo col passare d
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Ritmi piuttosto lenti, soprattutto in avvio, che fanno presagire ad un film che potrebbero risultare noioso e banale. Col passare del tempo però è facilissimo ricredersi. Il film assume un dinamismo concettuale notevole, non mancano le risate ma al tempo stesso è ben improntato a trasmettere una lezione sui pregiudizi, sulla fiducia e sui rapporti sia in ambito di amicizia, d'amore e tra genitori e figli. Finale abbastanza sorprendente, e di gusto soggettivo, personalmente mi aspettavo un finale diverso. In conclusione, film da vedere e discreto, un ruolo fondamentale va attribuito alla bravura degli attori, un cast completo e all'altezza.
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shingo tamai
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mercoledì 11 gennaio 2017
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segretamente sincero
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Non è proprio originalissimo diciamo la verità,queste cene tra amici o parenti che poi prendono una brutta piega sono televisivamente all'ordine del giorno.
Di contro fa un certo piacere vedere pellicole concentrarsi quasi essenzialmente sui dialoghi e sulla bravura degli attori senza effetti speciali o ambientazioni da budget illimitato che spesso catturano l'attenzione degli spettatori più "distratti".
Il tema trattato è essenzialmente unico,quelli dei piccoli o grandi segreti che ognuno di noi conserva gelosamente.
Personalmente non credo che dire sempre la verità o dire "proprio tutto" al compagno,all'amico,al figlio di turno sia necessario o consigliabile,qualche piccola bugia è necessaria per salvare un rapporto o per non entrare in inutili conflitti.
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Non è proprio originalissimo diciamo la verità,queste cene tra amici o parenti che poi prendono una brutta piega sono televisivamente all'ordine del giorno.
Di contro fa un certo piacere vedere pellicole concentrarsi quasi essenzialmente sui dialoghi e sulla bravura degli attori senza effetti speciali o ambientazioni da budget illimitato che spesso catturano l'attenzione degli spettatori più "distratti".
Il tema trattato è essenzialmente unico,quelli dei piccoli o grandi segreti che ognuno di noi conserva gelosamente.
Personalmente non credo che dire sempre la verità o dire "proprio tutto" al compagno,all'amico,al figlio di turno sia necessario o consigliabile,qualche piccola bugia è necessaria per salvare un rapporto o per non entrare in inutili conflitti.
Probabilmente qualcuno troverà i temi trattati interessanti e qualcuno li troverà banali,tuttavia ci sono un paio di certezze.
La prima è che i telefonini con i vari "social" annessi hanno rivoluzionato le nostre esistenze,la seconda che in molti dopo la visione sono andati a cancellare "vecchi"messaggini con il timore che a qualcuno fosse venuta la voglia di indagare.....
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giovanni
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lunedì 9 gennaio 2017
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un dramma tragicomico da dimenticare
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Qualche sera fa, durante il consueto zapping, sono incappato in questo film acclamato dal pubblico italiano e dalla critica italiana. Sin dalle prime battute, il tema della incomunicabilità tra esseri umani e della fortuità dell’esistenza mi è sembrato un “déjà vu” apprezzato in altri film come “Cena tra amici” dei francesi Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte del 2012 e “Sliding doors” dell’inglese Peter Howitt del 1998. Il cast di attorini e attricette, cani e cagne, tanto per intenderci, con l’unica eccezione del bravo Marco Giallini, mi si è subito imposto all’attenzione per l’innaturalezza della recitazione, resa ancora più drammatica da una sceneggiatura che sembrava scritta da un principiante allo sbaraglio.
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Qualche sera fa, durante il consueto zapping, sono incappato in questo film acclamato dal pubblico italiano e dalla critica italiana. Sin dalle prime battute, il tema della incomunicabilità tra esseri umani e della fortuità dell’esistenza mi è sembrato un “déjà vu” apprezzato in altri film come “Cena tra amici” dei francesi Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte del 2012 e “Sliding doors” dell’inglese Peter Howitt del 1998. Il cast di attorini e attricette, cani e cagne, tanto per intenderci, con l’unica eccezione del bravo Marco Giallini, mi si è subito imposto all’attenzione per l’innaturalezza della recitazione, resa ancora più drammatica da una sceneggiatura che sembrava scritta da un principiante allo sbaraglio. Durante la visione del film ho provato imbarazzo per quei poveretti di pseudo-attori, immaginando che cosa avrebbero pensato e detto i grandi attori italiani degli anni ’50, ’60 e ’70 (Mastroianni, Gassman, Tognazzi, Manfredi, Sordi, Volontè, Giannini, Magnani, Cortese, Valli, ecc.) e i grandi registi di quegli stessi anni (Fellini, De Sica, Risi, Monicelli, Antonioni, Pasolini, Visconti, Leone, Scola, Avati, Rossellini, Germi, ecc.) difronte a quello spettacolo patetico. Ho sorriso alle pietose battutine per non piangere di vergogna, per poi alzarmi disperato dal sofà al gran finale del film, che non vi anticipo, ma la cui visione non augurerei al peggior nemico, perché davvero a quel punto vorresti sprofondare in un buco nero per dimenticare i 97 minuti spesi inutilmente davanti al tubo catodico.
Per concludere vorrei dire che forse ci sarebbe un modo di apprezzare il filmetto, indossando i panni di Mario Bambea, il famoso intellettuale della sinistra italiana – frutto della mente diabolica del più brillante attore comico italiano, Corrado Guzzanti - il quale, dopo un grave incidente, inizia a lasciar spazio a un bizzarro alter ego, il comico di quart'ordine Bizio Capoccetti. Bambea saprebbe trovare le giuste parole per celebrare la fatua bravura di cani e cagne. Peccato, però, che io mi senta più vicino al suo alter ego, Capoccetti, e che come lui commentando il film risponderei: MA VATTE A DA’ ALL’IPPICA COR CAVALLO A DONDOLO!!!
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florentin
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domenica 8 gennaio 2017
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cose vecchie.
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(Rivisto in tv)
Insomma:
alla fine -le corna fra etero sono di routine ormai e non interessano più nessuno, a parte, forse, chi le subisce- viene fuori la solita storia del gay incompreso.
Che palle, se proprio si vuole commentare al di là del bon ton di maniera.
L'unico frame interessante è quando una si alza la gonna per far vedere che le mutande non le porta (come aveva detto in chat demenziale a un suo liker-sic), e che poi tornata a casa se le mette,che mi chiedo cosa vorrà mai dire: se le ritoglie poi davanti al marito ormai inerte in quel senso?
Un altro regista, più coraggioso, avrebbe fatto partecipare anche noi alla scena, ma non ci sono più i registi di una volta ahimé...è tutto virtuale,diventata tale anche 'quella cosa' lì pare; tutti su youporn, ma de visu no: anche qui cosa vorrà dire? Timidezza? Femminilizzazione progressiva del genere umano una volta ricco di testosterone non solo a parole?
Poi un altro (più o meno) dice indicando lo smartphone: "Abbiamo concentrato tutta la nostra vita in questa cosa qui (no, non 'quella cosa là',cosa avete capito)".
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(Rivisto in tv)
Insomma:
alla fine -le corna fra etero sono di routine ormai e non interessano più nessuno, a parte, forse, chi le subisce- viene fuori la solita storia del gay incompreso.
Che palle, se proprio si vuole commentare al di là del bon ton di maniera.
L'unico frame interessante è quando una si alza la gonna per far vedere che le mutande non le porta (come aveva detto in chat demenziale a un suo liker-sic), e che poi tornata a casa se le mette,che mi chiedo cosa vorrà mai dire: se le ritoglie poi davanti al marito ormai inerte in quel senso?
Un altro regista, più coraggioso, avrebbe fatto partecipare anche noi alla scena, ma non ci sono più i registi di una volta ahimé...è tutto virtuale,diventata tale anche 'quella cosa' lì pare; tutti su youporn, ma de visu no: anche qui cosa vorrà dire? Timidezza? Femminilizzazione progressiva del genere umano una volta ricco di testosterone non solo a parole?
Poi un altro (più o meno) dice indicando lo smartphone: "Abbiamo concentrato tutta la nostra vita in questa cosa qui (no, non 'quella cosa là',cosa avete capito)"...che poi invece si sa salvo eccezioni che è 'quella cosa là' che muove il mondo.
Oggi invece è lo smartphone il giocattolo imprescindibile che verrebbe da dire se uno proprio volesse sdrammatizzare certi comportamenti demenziali di dipendenza da quell'aggeggio ormai di mass... attento però ,che quando tu fantastichi giochicchiando con quell'aggeggio qualcuno ti potrebbe scopare la moglie davvero, e non sulla 'nuvola'.
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