Il film nella prima parte sembra essere un'apologia dell'ipocrisia, nel
senso che senza è impossibile vivere. . Nella seconda, toccato un fondo dal
quale sembra impossibile risalire, la magia della parola fa affiorare verità
e opera il miracolo. Eva (psicologa) che finalmente scopre di avere un
marito come si deve. Mastrandrea è bravo nel coprire l'amico omosessuale e
prova sulla sua pelle cosa vuol dire essere gay in questa società.Cosimo,
marito della Rowacher , è il più squallido e la moglie ha perso le sue
sicurezze nel loro matrimonio. Peppe il gay è finalmente felice per il suo
outing che non avrebbe mai avuto il coraggio di fare da solo. Mi era
sembrato di capire che la chiarificazione ottenuta attraverso l'effetto
terapeutico della parola avesse fatto affiotrare una verità liberatoria.
Qui, per me film poteva chiudersi. Ma il regista vuole strafare e in una
sua intervista dice che il film non poteva terminare con il massacro :Volevo
che il film non finisse dentro il film ma fuori. addosso allo spettatore. Se
finiva là dentro e vedevi il massacro finale. il pubblico si sarebbe alzato
rassicurato.
Sono totalmente in disaccordo. Il finale accomodante molti non l'hanno
capito e pertanto rimangono con dubbi insoluti che non portano a nulla. Chi
lo ha capito dice che allora il film è solo l'esibizione di un'abile
sceneggiatura e tutto finisce lì mentre il film, volente o nolente solleva
problemi seri Un regista meno egocentrico e più rispettoso del pubblico
avrebbe preferito un finale aperto. .
Interessante sarebbe fare ora un film che partisse dalla nuova realtà che
i sette hanno scoperto e vedere come si è modificato il loro quotidiano.
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