filippo catani
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mercoledì 6 aprile 2016
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una toccante storia dei giorni nostri
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Enrico Giusti è un intermediario un po' speciale. L'uomo infatti tratta con figli di papà o capi azienda particolarmente incapaci e li convince a cedere alla sua società la propria azienda in crisi. Un giorno Giusti si deve occupare di due ragazzi che hanno ereditato l'azienda di famiglia a causa della prematura e tragica scomparsa dei genitori.
Un ritratto acuto e stridente dei nostri giorni e un po' anche del capitalismo all'italiana. Figli di papà letteralmente incapaci a capo di grandi aziende ma che passano il loro tempo a divertirsi senza curarsi degli interessi della propria azienda, degli investitori, dei fornitori ma soprattutto dei propri dipendenti.
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Enrico Giusti è un intermediario un po' speciale. L'uomo infatti tratta con figli di papà o capi azienda particolarmente incapaci e li convince a cedere alla sua società la propria azienda in crisi. Un giorno Giusti si deve occupare di due ragazzi che hanno ereditato l'azienda di famiglia a causa della prematura e tragica scomparsa dei genitori.
Un ritratto acuto e stridente dei nostri giorni e un po' anche del capitalismo all'italiana. Figli di papà letteralmente incapaci a capo di grandi aziende ma che passano il loro tempo a divertirsi senza curarsi degli interessi della propria azienda, degli investitori, dei fornitori ma soprattutto dei propri dipendenti. Poi c'è lui Enrico Giusti che se da una parte interviene per sanare questo genere di situazioni, dall'altra lo fa per fare cadere le mani nel suo fondo amministrato da una persona un po' particolare che non fa che spacchettarne le quote societarie e licenziare buona parte dei dipendenti. Giusti è provato e ancora di più lo sarà con il caso dei due ragazzi che si intreccerà fatalmente con quello della ex ragazza del fratello che è stata abbandonata appunto dal ragazzo. Un film che oltre all'intensità della trama e alla bravura di Mastandrea sa intrattenere lo spettatore con una bellissima e calibrata colonna sonora.
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liuk!
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venerdì 18 marzo 2016
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troppo sorrentiniano
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Questo film presenta al suo interno vari generi mischiati tra loro in maniera mal bilanciata: il drammatico si fonde con la commedia, la commedia col romantico ma quello che eccessivamente prevale è il surrealismo. Spingendo costantemente su metafore esistenziali, il prodotto di Zanasi fa troppo il verso a Sorrentino, ben più abile (tranne forse nel pessimo ultimo lavoro) a dosare la stilistica.
Le premesse erano buone: una storia interessante, un ottimo cast, belle location. Il risultato purtroppo non convince, troppa filosofia, troppa lentezza, molte scene inutili e senza senso. Peccato. Con una dose di ironia in più e meno sofismi, poteva risultare un'ottima pellicola.
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poldino
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venerdì 26 febbraio 2016
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la felicità vista con occhi diversi
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L'ultimo lungometraggio di Gianni Zanasi, è una commedia esistenziale che affronta temi importanti con leggerezza.
Fin dall'inizio di questo film, che mostra sinuosi movimenti di macchina, tempi sospesi e musica costante in sottofondo, lo spettatore intuisce che non si tratta né di una commedia normale, né di cinema d'autore all'europea.
Enrico Giusti (Valerio Mastandrea) avvicina per lavoro dei dirigenti totalmente incompetenti e irresponsabili che rischiano ogni volta di mandare in rovina le imprese che gestiscono. Lui li frequenta, gli diventa amico e infine li convince ad andarsene evitando così il fallimento delle aziende e la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. E’ il lavoro più strano e utile che potesse inventarsi e non sbaglia un colpo, mai.
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L'ultimo lungometraggio di Gianni Zanasi, è una commedia esistenziale che affronta temi importanti con leggerezza.
Fin dall'inizio di questo film, che mostra sinuosi movimenti di macchina, tempi sospesi e musica costante in sottofondo, lo spettatore intuisce che non si tratta né di una commedia normale, né di cinema d'autore all'europea.
Enrico Giusti (Valerio Mastandrea) avvicina per lavoro dei dirigenti totalmente incompetenti e irresponsabili che rischiano ogni volta di mandare in rovina le imprese che gestiscono. Lui li frequenta, gli diventa amico e infine li convince ad andarsene evitando così il fallimento delle aziende e la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. E’ il lavoro più strano e utile che potesse inventarsi e non sbaglia un colpo, mai. Ma una mattina un’auto cade in un lago e tutto cambia. Filippo e Camilla, due fratelli di 18 e 13 anni, rimangono orfani di un’importante coppia di imprenditori. Enrico viene chiamato col compito di impedire che due adolescenti possano diventare i dirigenti di un gruppo industriale d’importanza nazionale. Dovrebbe essere il caso più facile, il coronamento di una carriera ma tutto si complica e l’arrivo inatteso della fidanzata straniera di suo fratello rende le cose ancora più difficili. Questi due incontri, gli faranno ripensare al suo ruolo e daranno una svolta alla sua vita.
La forza del film è soprattutto la grande prova recitativa di Valerio Mastandrea (uno dei migliori attori italiani)e la capacità del regista di mantenere fluidità e freschezza dell'insieme. Sicuramente è un film che consiglio di vedere.
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andreagrifo
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lunedì 4 gennaio 2016
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mastandrea e poco altro
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il film è poco credibile, la sceneggiatura inesistente. molte scene imbarazzanti o pretenziose (l'arrivo in elicottero con gli imbecilli che ballano, la lunga scena con gli skate che significa ?!). a mio avviso il film si regge esclusivamente sulla bravura e simpatia di Mastandrea che comunque talvolta gigioneggia un po' troppo
film da poco
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essepì
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lunedì 28 dicembre 2015
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una noia mortale
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Ma ditemi: solo a me e alla mia amica non è piaciuto?! Lento, lentissimo, di difficile comprensione, pause infinite.....siamo andate per Mastrandrea che è sicuramente bravissimo.... ma che delusione il film! Ridateci i soldi
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no_data
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mercoledì 23 dicembre 2015
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bel film
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Film da vedere e riflettere . Bravo super Mastrandrea
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no_data
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martedì 22 dicembre 2015
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bellissimo! 8 e mezzo 40 revised!
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Non conoscevo Zanasi ed e' stato una bella scoperta.
Fara' grandi cose.
Il film secondo me e' una azzecatissima rappresentazione del nostro disperato Paese, privo ormai di fiducia e malato di pessimismo (...gufismo).
Emblematico il fatto che manca il minimo cenno all'erotismo. E' presente solo l'eroina.
Un po' lo stesso tema di Fellini con Otto e mezzo, e di Sorrentino con la Grande bellezza.
Lo sconosciuto Zanasi e' di livello certamente comparabile a quei due grandi maestri.
Anche Mastandrea e' bravissimo e regge il paragone con Mastroianni e Servillo.
Non manchero' ai prossimi appuntamenti di Zanasi.
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carlosantoni
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martedì 15 dicembre 2015
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la semplicità, un percorso (im)possibile
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Le prime immagini del film ci mostrano Mastandrea in parrucca, una parrucca da capellone anni ’70 o ’80, del tutto fuori luogo e fuori tempo. È come se Zanasi ci dicesse fin da subito: diffidate di ciò che vedete. In effetti Mastandrea interpreta un ruolo che "sembrerebbe" quello a lui congeniale, del brav’uomo un po’ impacciato, timido e sostanzialmente onesto e coerente. Ma lo è davvero? Non del tutto. Il suo è un personaggio ambiguo, svolge un ruolo da tessuto connettivo tra padroni irresponsabili e insensibili al destino della loro azienda, e soprattutto delle famiglie che sono obbligare a campare grazie al lavoro nella loro azienda, e cinici pescecani pronti a rilevarle ma non per risanarle, bensì per sbranarle secondo la loro convenienza.
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Le prime immagini del film ci mostrano Mastandrea in parrucca, una parrucca da capellone anni ’70 o ’80, del tutto fuori luogo e fuori tempo. È come se Zanasi ci dicesse fin da subito: diffidate di ciò che vedete. In effetti Mastandrea interpreta un ruolo che "sembrerebbe" quello a lui congeniale, del brav’uomo un po’ impacciato, timido e sostanzialmente onesto e coerente. Ma lo è davvero? Non del tutto. Il suo è un personaggio ambiguo, svolge un ruolo da tessuto connettivo tra padroni irresponsabili e insensibili al destino della loro azienda, e soprattutto delle famiglie che sono obbligare a campare grazie al lavoro nella loro azienda, e cinici pescecani pronti a rilevarle ma non per risanarle, bensì per sbranarle secondo la loro convenienza. È la storia dell’Italia da capitalismo straccione e violentemente delinquenziale degli ultimi venti e più anni. Enrico Giusti (cioè Valerio Mastandrea) per gran parte del film sembra una replica del buon samaritano, infastidisce perfino col suo buonismo a 360°: sembra si preoccupi di tutto e di tutti: di suo fratello (un’irresponsabile), della ragazza di suo fratello un po' fuori di testa, degli orfani adolescenti di una coppia di imprenditori ultramiliardari morti per incidente stradale… E sembra che nell’adempiere a questo compito risponda in qualche modo al vulnus provocato da suo padre, molto tempo prima scappato in Canada da bancarottiere fraudolento, con tanto di malloppo. “Noi non scappiamo!”, rivendica di fronte al fratello, ma quello non la intende, e scappa a gambe levate. Ma, appunto, neanche Enrico è così pulito come parrebbe, tutt’altro: scende continuamente a compromessi con la sua coscienza, dice di utilizzare le persone importanti, ma sa benissimo di essere lui al loro servizio… Finché la frequentazione dei due giovani orfani, miliardari ma "puri", e della ex fidanzata di suo fratello, non lo convincono che si possa vivere diversamente, onestamente. È ciò che alla fine sceglierà di fare. E dormirà per terra, come aveva visto fare alla ragazza.Splendida la fotografia (coi suoi movimenti lenti e avvolgenti e i suoi primissimi piani mi ricorda quella di Sorrentino), del tutto eccellente la colonna sonora. Inutile dire della bravura di Mastandrea, ma aggiungo anche della dolce Yaron e di Battiston. Da vedere senz’altro.
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no_data
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domenica 13 dicembre 2015
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molti spunti di riflessione
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Ho visto il film due volte per apprezzarlo di più. E questo mi capita di rado. Ma alla prima visione ho colto molti spunti che volevo meglio elaborare. Trama bella, ricca, che vuole (sottolineato) affrontare in modo delicato argomenti di schiacciante attualitá. Sorrido leggendo i commenti di chi lo ritiene poco legato alla realtà. Ma li leggete i quotidiani? La realtà di chi resta schiacciato dai giochi di potere delle finanziarie (la realtà supera sempre la finzione...) li avete letti in queati anni? Attualissimo questo film, attualissimo! Attori molto bravi. Il regista ha voluto, a parer mio, proporre spunti di riflessione, contando sulla sensibilità e la capacità dello spettatore di 'andare oltre'.
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Ho visto il film due volte per apprezzarlo di più. E questo mi capita di rado. Ma alla prima visione ho colto molti spunti che volevo meglio elaborare. Trama bella, ricca, che vuole (sottolineato) affrontare in modo delicato argomenti di schiacciante attualitá. Sorrido leggendo i commenti di chi lo ritiene poco legato alla realtà. Ma li leggete i quotidiani? La realtà di chi resta schiacciato dai giochi di potere delle finanziarie (la realtà supera sempre la finzione...) li avete letti in queati anni? Attualissimo questo film, attualissimo! Attori molto bravi. Il regista ha voluto, a parer mio, proporre spunti di riflessione, contando sulla sensibilità e la capacità dello spettatore di 'andare oltre'. La musica lascia spazio al non detto che ciascuno può elaborare con la propria sensibilità. Quel bel gioco di immagine e musica che ti lascia la possibilità di pensare con la tua testa e non trovare tutto sullo schermo, 'precotto'. Fantastiche musiche, bellissima fotografia. Emozionante.
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sabato 12 dicembre 2015
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tempo sprecato
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Un film confuso e che confonde....!!!
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