davidino.k.b.
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domenica 29 novembre 2015
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manca qualcosa
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Bravissimi gli attori, ma manca la credibilità della storia per far decollare il film
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bizantino73
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domenica 29 novembre 2015
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inguardabile
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Film inguardabile di una lentezza e una noia esasperanti con musiche insulse e spaccatimpani.L'idea di partenza sarebbe anche buona: squali aziendali che si dividono aziende fallite per causa di rampolli incompetenti e vanesi. Ma lo svolgimento? Dieci minuti senza dialogo con musica becera per far capire che i padroni sono morti e gli eredi adolescenti non hanno voglia di fare un cazzo? Ma il regista prende gli spettatori per scemi? E la ragazza israeliana e suonata che c'azzecca? Forse la soluzione era nel finale ma davanti a questa minestra senza senso e dilungata un milione di volte me ne sono andato prima. L'unico che si salva (ma con un ruolo misero misero) è l'avvoltoio Battiston.
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maurizio meres
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domenica 29 novembre 2015
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il cannibalismo finanziario
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Film che scava nei meandri della finanza,dove gente senza scrupoli è pronta,quasi lo prevedesse ad approfittare di un certo tipo di situazioni economiche,dove l'etica professionale perde qualsiasi valore.
I cosiddetti squali della finanza diventano dei mentori,agendo psicologicamente sia con i loro collaboratori con riunioni aziendali grottesche che con chi ignaro di tutto si affida a loro sperando in una gestione più sana e senza dolore.
Nel film però esiste una figura interpretata da Mastandrea,che pur convincendo le persone nella vendita delle proprie aziende in difficoltà,egli è convinto nella sua buona fede di salvare soprattutto,posti di lavoro,dignità aziendale e il marchio Italiano,ma la verità è un'altra cosa,è tutto il contrario di quanto lui pensava,quando incontra la purezza giovanile e una figura femminile spontanea ,e disinteressata ai soldi ,rinasce in lui la voglia di vivere aprendo gli occhi su quel mondo che non lo merita.
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Film che scava nei meandri della finanza,dove gente senza scrupoli è pronta,quasi lo prevedesse ad approfittare di un certo tipo di situazioni economiche,dove l'etica professionale perde qualsiasi valore.
I cosiddetti squali della finanza diventano dei mentori,agendo psicologicamente sia con i loro collaboratori con riunioni aziendali grottesche che con chi ignaro di tutto si affida a loro sperando in una gestione più sana e senza dolore.
Nel film però esiste una figura interpretata da Mastandrea,che pur convincendo le persone nella vendita delle proprie aziende in difficoltà,egli è convinto nella sua buona fede di salvare soprattutto,posti di lavoro,dignità aziendale e il marchio Italiano,ma la verità è un'altra cosa,è tutto il contrario di quanto lui pensava,quando incontra la purezza giovanile e una figura femminile spontanea ,e disinteressata ai soldi ,rinasce in lui la voglia di vivere aprendo gli occhi su quel mondo che non lo merita.
Il film gira tutto intorno al personaggio interpretato da Valerio Mastandrea ,bravissimo attore,dà spazio a tutte le sue doti di trasformazione espressiva passando dal serio al grottesco e soprattutto dando un volto umano al personaggio.
Bravo il regista nel dare le giuste gerarchie sia professionali che umane nella sceneggiatura,belle le sovrapposizioni sceniche danno un quadro sintetico ma efficace della trama,con ottimi cambi scena che rendono il film fluido.
Ambientazione in una bellissima Italia dell'est,per la trama del film non poteva scegliere di meglio.Colonna sonora appropriata alle varie circostanza.Consiglio di vederlo partendo dal principio che quel mondo purtroppo ci appartiene,e che la finzione cinematografica diventa solo uno strumento di comunicazione.
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adamarto
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sabato 28 novembre 2015
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emozionarsi, finalmente
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quando vado al cinema cerco emozioni. voglio uscire dalla sala pensando "questo film mi ha lasciato qualcosa". anche senza sapere bene perché, senza capire necessariamente in quale passaggio. l'elaborazione delle emozioni in fondo è anch'essa un sistema complesso. zanasi con la sua storia semplice ma preziosa ci è riuscito. applausi a lui e agli attori, tutti perfetti e straordinari.
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dinamite moro
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venerdì 27 novembre 2015
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zanasi, un regitsa di noi
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il film è finito, si spengono gli ultimi echi della colonna sonora e si accendono le luci in sala. Esco. Penso: "quella cosa non mi è ben chiara, devo rivederlo". Faccio ancora il biglietto ed entro. Sulle note di "torta di noi" esco di nuovo e penso "avevo capito bene, è un capolavoro"! Certo, si fa presto a dire capolavoro, magari non lo è, o forse non lo è fino in fondo, ma il film di Zanasi, in questo avaro e superficiale panorama italiano, è un Film con la F maiuscola. E' un film in cui la mano del regista è sempre presente, un film dove un cast di fuoriclasse riesce ad interpretare e assecondare le visioni comiche e drammatiche di un regista che lascia il segno con le sue unghie affilate, graffiando senza fare male, anzi, facendo del bene al torpore della nostra mente.
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il film è finito, si spengono gli ultimi echi della colonna sonora e si accendono le luci in sala. Esco. Penso: "quella cosa non mi è ben chiara, devo rivederlo". Faccio ancora il biglietto ed entro. Sulle note di "torta di noi" esco di nuovo e penso "avevo capito bene, è un capolavoro"! Certo, si fa presto a dire capolavoro, magari non lo è, o forse non lo è fino in fondo, ma il film di Zanasi, in questo avaro e superficiale panorama italiano, è un Film con la F maiuscola. E' un film in cui la mano del regista è sempre presente, un film dove un cast di fuoriclasse riesce ad interpretare e assecondare le visioni comiche e drammatiche di un regista che lascia il segno con le sue unghie affilate, graffiando senza fare male, anzi, facendo del bene al torpore della nostra mente. Si ride, e anche alla grande, si sorride, si pensa, si cerca di capire perché e fino a dove, fino a quando. Insomma, è un FILM. E pazienza se qualcosa nella storia sfugge, se qualche passaggio rimane confuso o incompiuto. Dietro l'angolo c'è sempre un fotogramma risolutivo che ti concilia col cinema, un'immagine, un'istantanea di puro cinema, di quello che in Italia non siamo più abituati a vedere. L'insistenza su un primo piano di pura poesia fa da contrappasso ad un piano sequenza di pura "adrenalina" e tra i due e molteplici c'è sempre qualche momento di riposo per non rimanere sopraffatti dall'esuberanza del regista. Io spettatore mi sento abbracciato ma non rincuorato, piuttosto scosso, risvegliato. Le palpebre pian piano decollano e la realtà fa capolino: non c'è più modo di accettare, non è più saggio acconsentire; è opportuno aprire, aprirsi, capire, reagire e, infine, godere, non necessariamene vincere. Ecco, questo è Zanasi, questa è la sua idea di felicità. Vediamola, capiamola, questa sua felicità, perché forse è simile alla nostra e non lo sappiamo. Viviamola, con o senza di lui, di giorno e di notte, da soli o in compagnia, facciamone tesoro, appropriamocene, ma facciamo qualcosa. "La felicità è un sistema complesso" di Gianni Zanasi è un film e, in quanto tale, è da vedere e da "sentire". Buona visione a tutti.
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[+] l'importanza dei sentimenti
(di lanzani marisa)
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siebenzwerg
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venerdì 27 novembre 2015
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artisticamente immaturo
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Perchè non mi ha convinto fino in fondo: malgrado la bravura innegabile degli attori tutti, la regia è carente. Probabilmente con un altro montaggio il film sarebbe stato più asciutto e congruente o almeno meno sgangherato, senza dilungamenti superflui. Fatto sta che Mastandrea, qui in una delle sue prove migliori, è stato mal diretto, l'ambiguità del suo personaggio, cioè la cosa principale, non viene fuori nella sua interpretazione. Altri personaggi, molti, troppo poco sviluppati. Tanto valeva non metterli affatto, e invece scavare di più nel carattere dei protagonisti. La ragazza israeliana (a parte l'attrice Halas, cos'ha d'israeliano il personaggio? Boh) rimane, fino alla fine, un fantasma di passaggio.
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Perchè non mi ha convinto fino in fondo: malgrado la bravura innegabile degli attori tutti, la regia è carente. Probabilmente con un altro montaggio il film sarebbe stato più asciutto e congruente o almeno meno sgangherato, senza dilungamenti superflui. Fatto sta che Mastandrea, qui in una delle sue prove migliori, è stato mal diretto, l'ambiguità del suo personaggio, cioè la cosa principale, non viene fuori nella sua interpretazione. Altri personaggi, molti, troppo poco sviluppati. Tanto valeva non metterli affatto, e invece scavare di più nel carattere dei protagonisti. La ragazza israeliana (a parte l'attrice Halas, cos'ha d'israeliano il personaggio? Boh) rimane, fino alla fine, un fantasma di passaggio. Carlo (Battiston), altro personaggio ambivalente, poteva essere una presenza fortissima, luciferina, e invece resta vanamente ai margini. Molto banalmente direi: tempo perso in dettagli e sottratto alle cose essenziali, che hanno tolto incisività a una storia bellissima. Solito annoso difetto del cinema italiano degli ultimi decenni, anche con delle storie interessanti, resta piatto, bidimensionale, manca di spessore emotivo e narrativo. Solo alcuni, come Avati o Sorrentino, ce la fanno. Per gli altri, speriamo in una maturazione...
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a.passito
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venerdì 27 novembre 2015
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abbastanza inutile
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Un film che esci e non hai capito cosa hai visto.
La domanda che ti fai è:embè ?
Una storiella poco interessante e a tratti noiosa.
Peccato perchè gli attori sono bravi.
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pirroligorio
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venerdì 27 novembre 2015
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clichè
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stasera ho visto la felicità è un sistema complesso. . Zanasi quando copia virzi gli viene quando ci prova con sorrentino no. Un mucchio di slow motion colonna sonora ad effetto ma banale fatta con 10 best of. Personaggi tutti dei cliche attori perfetti nei loro cliche, fatta eccezzione x mastandrea. Valerio bravo ma non è il suo. Non se mai visto un super headhunter con le braghe a cacarella che parla romanesco e la faccia da er piu. Piacera a tutti.
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berber
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giovedì 26 novembre 2015
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grandissimo mastrandrea e grandissima regia
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Ho visto questo nuovo Film di Gianni Zanasi che,a mio avviso,si è rivelato un Regista che ha sempre il coraggio di saper rappresentare le emozioni forti in una maniera particolarissima.In questo caso in una chiave poetica e quasi mistica soprattutto in alcune scene..tipo quella della Camera d'Albergo tra due dei Protagonisti.Non aggiungo particolari perchè è un Film da vedere in tutti i suoi dettagli.E'una pellicola che racconta una storia molto delicata in cui si intrecciano le esistenze di vari personaggi dove si alternano in un connubio perfetto ironia e dramma,dove i rapporti sentimentali,familiari,lavorativi tra le persone non appaiono mai scontati.Un film pieno di sorprese e di risorse.
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Ho visto questo nuovo Film di Gianni Zanasi che,a mio avviso,si è rivelato un Regista che ha sempre il coraggio di saper rappresentare le emozioni forti in una maniera particolarissima.In questo caso in una chiave poetica e quasi mistica soprattutto in alcune scene..tipo quella della Camera d'Albergo tra due dei Protagonisti.Non aggiungo particolari perchè è un Film da vedere in tutti i suoi dettagli.E'una pellicola che racconta una storia molto delicata in cui si intrecciano le esistenze di vari personaggi dove si alternano in un connubio perfetto ironia e dramma,dove i rapporti sentimentali,familiari,lavorativi tra le persone non appaiono mai scontati.Un film pieno di sorprese e di risorse.Citazione d'obbligo per le Musiche....geniali!!!
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joecondor
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mercoledì 25 novembre 2015
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straordinario mastandrea...assolutamente da vedere
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Una gran bella storia...film molto piacevole,spiazzante come giusto che sia leggero ma che assume le sembianze di una bella poesia grazie alle musiche straordinarie...che accompagnano i toni del film.Si ride ,non si ride,si è spiazzati e qui Zanassi fà centro.Non dico altro ma andatelo a vedere con Suburra 2 grandi bei film.Aggiungo una grande sceneggiatura e Valerio Mastandrea ,grandissimo attore che in questa interpretazione ci regala un'altro personaggio da ricordare Enrico Giusti.....assolutamente da premiare con David o Nastro d'Argento...contornato anche da Battiston più marginale ma bravo e Hadas Yaron,bravissima figura femminile.
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