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giampituo
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sabato 19 dicembre 2015
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grande regia e interpretazioni. autoreferenziale
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il ponte delle spie. Parliamo di Spielberg e Tom Hanks. E’ questo che forse mi ha fregato. Le aspettative sono grandi. Il film non delude. Dal punto di vista del racconto è diviso in due parti. La prima un legal. La seconda una spy story. Ma messe in scena da un grande maestro e fatte vivere da un grandissimo, immenso attore.
La storia si basa sulla autocelebrazione della democrazia americana a confronto con il totalitarismo sovietico negli anni della guerra fredda. La difesa in tribunale parte di un difensore di ufficio che svolge il suo ruolo dimenticando di difendere una spia sovietica in America e onorando il suo giuramento come se si trattasse du un normale cittadino americano.
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il ponte delle spie. Parliamo di Spielberg e Tom Hanks. E’ questo che forse mi ha fregato. Le aspettative sono grandi. Il film non delude. Dal punto di vista del racconto è diviso in due parti. La prima un legal. La seconda una spy story. Ma messe in scena da un grande maestro e fatte vivere da un grandissimo, immenso attore.
La storia si basa sulla autocelebrazione della democrazia americana a confronto con il totalitarismo sovietico negli anni della guerra fredda. La difesa in tribunale parte di un difensore di ufficio che svolge il suo ruolo dimenticando di difendere una spia sovietica in America e onorando il suo giuramento come se si trattasse du un normale cittadino americano. E questo mentre la gran parte della gente gli è contro. Contro il comunismo. Lo straniero. Ma lui va per la sua strada. Perché ci crede. Sta difendendo una persona non una spia russa. E lo fa senza tentennamenti. Come fosse un ragazzo pieno di ideali e basta. Ed evitandogli la pena di morte attraverso varie peripezie organizza uno scambio ai confini tra est e ovest con una spia americana prigioniera in Russia- DDR. Si assiste al momento storico della messa in opera del muro. Ma questo conta poco. Almeno non mi ha lasciato il segno.Credo che nella storia tutto si basi sull’uomo avvocato. Sulla democrazia. Sulla grandezza della carta costituzionale.Forse anche cavalcando troppo l’onda dell’autoreferenzialità. Infine da ricordare la grande interpretazione dell’attore inglese che interpreta la spia russa forse anche più grande di quella di Tom Hanks , probabilmente perché inaspettata. E a tratti poetica. Ironica. Mi sono dilungato. Pazienza.
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flyanto
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mercoledì 23 dicembre 2015
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un avvocato idealista in una difficile difesa
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Un altro grosso nome, come quello di Steven Spielberg, compare nelle sale cinematografiche sotto le feste di Natale con l'uscita del suo ultimo film "Il Ponte delle Spie".
La storia, sembrerebbe realmente accaduta, riguarda un avvocato di New York (Tom Hanks) il quale deve difendere un uomo (Mark Rylance) ritenuta una spia russa. Poichè siamo all'inizio degli anni '60. e precisamente ai tempi della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Russi, ovviamente i rapporti tra le due grosse potenze mondiali non sono ottimali. L'avvocato in questione si adopera in ogni modo al fine di non fare condannare il proprio assistito e, quando viene catturato in territorio nemico una giovane spia della Cia e a Berlino Est anche uno studente americano, la situazione si complica notevolmente per ciò che riguarda i rapporti diplomatici tra le due potenze mondiali, e la sua azione di difesa si rivela essere ancora più difficile e complicata.
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Un altro grosso nome, come quello di Steven Spielberg, compare nelle sale cinematografiche sotto le feste di Natale con l'uscita del suo ultimo film "Il Ponte delle Spie".
La storia, sembrerebbe realmente accaduta, riguarda un avvocato di New York (Tom Hanks) il quale deve difendere un uomo (Mark Rylance) ritenuta una spia russa. Poichè siamo all'inizio degli anni '60. e precisamente ai tempi della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Russi, ovviamente i rapporti tra le due grosse potenze mondiali non sono ottimali. L'avvocato in questione si adopera in ogni modo al fine di non fare condannare il proprio assistito e, quando viene catturato in territorio nemico una giovane spia della Cia e a Berlino Est anche uno studente americano, la situazione si complica notevolmente per ciò che riguarda i rapporti diplomatici tra le due potenze mondiali, e la sua azione di difesa si rivela essere ancora più difficile e complicata. Una volta recatosi a Berlino Est l'avvocato riesce, dopo lunghe trattative, finalmente a patteggiare per lo scambio definitivo del prigioniero russo con i due americani ed a ritornarsene in patria quasi come un eroe.
Questo episodio, ripeto, realmente accaduto e ripreso da Spielberg, probabilmente è stato anche da quest' ultimo abbondantemente romanzato o, per lo meno, ciò è quello che sembra. Infatti, la storia in generale si svolge, e soprattutto si conclude, in una maniera troppo semplicistica e, dunque, poco realistica ed infatti nel suo insieme la pellicola risulta migliore nella sua prima parte, che nella seconda dove non c'è approfondimento e troppa faciloneria nella risoluzione del caso. Un vero peccato perchè ciò determina una scarsa credibilità dell'intera pellicola. In ogni caso essa si dimostra essere molto ben fatta per la sua ricostruzione ambientale ed epocale, oltre alla sagace scelta da parte di Spielberg degli attori per i personaggi. Tom Hanks si rivela essere un bravissimo attore, molto ben calato nel suo ruolo di avvocato giusto e leale, forse anche un poco idealista ma tenace e fortemente convintonel suo compito di difensore , Mark Rylance anche, in quella della spia russa dal viso imperscrutabile e molti altri....
Pertanto, a parte, ripeto, il finale troppo semplicistico, il film è altamente consigliabile per la regia di Spielberg che è sempre impeccabile e per l'andamento incalzante ed altamente avvincente.
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maurizio meres
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mercoledì 16 dicembre 2015
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un quadro perfetto
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Centoquaranta minuti di grande cinema ,Spielberg ancora una volta scava nei meandri di un epoca non troppo lontana e sempre presente nella mentalità dei preconcetti politici di un potere nascosto autorizzato nell'occultamento della verità dove i muri dell'emarginazione non sono più visibili ma esistono più di prima,facendo parte ormai nell'integrazione sociale.
Film curato nei minimi particolari dove una perfetta ambientazione fa rivivere allo spettatore quel momento,scene molto significative che creano una emozione in alcune di esse davvero forti,la costruzione del muro ritengo la più dura ma anche la più emozionante,essa fa parte della nostra cultura,talmente reale da far rabbrividire.
La trama si basa sui concetti primari della costituzione degli Stati Uniti,dove ogni essere umano a il diritto di essere difeso nel più assoluto rispetto della sua dignità,dove l'etica professionale e al di sopra delle parti e con la solita esaltazione idilliaca dell'essere Americano.
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Centoquaranta minuti di grande cinema ,Spielberg ancora una volta scava nei meandri di un epoca non troppo lontana e sempre presente nella mentalità dei preconcetti politici di un potere nascosto autorizzato nell'occultamento della verità dove i muri dell'emarginazione non sono più visibili ma esistono più di prima,facendo parte ormai nell'integrazione sociale.
Film curato nei minimi particolari dove una perfetta ambientazione fa rivivere allo spettatore quel momento,scene molto significative che creano una emozione in alcune di esse davvero forti,la costruzione del muro ritengo la più dura ma anche la più emozionante,essa fa parte della nostra cultura,talmente reale da far rabbrividire.
La trama si basa sui concetti primari della costituzione degli Stati Uniti,dove ogni essere umano a il diritto di essere difeso nel più assoluto rispetto della sua dignità,dove l'etica professionale e al di sopra delle parti e con la solita esaltazione idilliaca dell'essere Americano.
Tutto il film scorre benissimo con una sceneggiatura forte dove le varie situazioni si sovrappongono dando allo spettatore sempre il quadro completo dell'intreccio,non ci sono certezze nel film ma solo dubbi calcolati,e mai nascosti ,dialogato alla perfezione si sente che i personaggi sono reali non inventati,uomini capaci ,idealisti subordinati soltanto alla loro coscienza e al loro credo,merito questo della collaborazione dei fratelli Coen.
Come attore principale per questo film serviva una figura imponente,espressivo è sicuro di se in ogni circostanza,con una dose giusta di drammaticità,senza mai essere di cattivo umore,e con un pizzico d'ironia in questo Tom Hanks è stato perfetto la sua professionalità sfiora la perfezione,difficile dopo aver visto il film immaginare un'altra attore."nei grandi film è sempre così"
Spielberg disegna il film con una fotografia fatta di luci ed ombre,in una mescolanza di colori pastello,l'oscurità della notte con dei grigi perfetti completano il quadro.
Per i grandi amanti del cinema d'autore è imperdibile,sicuramente entrerà nei film che si potranno vedere e rivedere senza essere mai banali e trovare ogni volta qualcosa di nuovo.
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filippo catani
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domenica 27 dicembre 2015
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un'arma spuntata
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1957. Un pittore viene arrestato a New York con l'accusa di essere una spia sovietica. Un avvocato che normalmente si occupa di assicurazioni, viene incaricato della sua difesa. Nel frattempo il pilota americano di un aereo spia viene abbattuto e catturato dai russi. Da una storia vera.
Trattandosi di fatti realmente accaduti è chiaro che il margine di manovra per raccontarli non sia così ampio. Resta il fatto che c'è modo e modo di raccontare una storia e a mio avviso Spielberg ne sceglie uno sbagliato o per meglio dire abusato. E' chiaro che all'occhio attento non possono scappare i riferimenti all'attualità tra caccia alle streghe e ossessione per lo spionaggio ma resta il fatto che la pellicola si inserisce in un filonme già quasi del tutto saturo e non aggiunge nulla di nuovo.
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1957. Un pittore viene arrestato a New York con l'accusa di essere una spia sovietica. Un avvocato che normalmente si occupa di assicurazioni, viene incaricato della sua difesa. Nel frattempo il pilota americano di un aereo spia viene abbattuto e catturato dai russi. Da una storia vera.
Trattandosi di fatti realmente accaduti è chiaro che il margine di manovra per raccontarli non sia così ampio. Resta il fatto che c'è modo e modo di raccontare una storia e a mio avviso Spielberg ne sceglie uno sbagliato o per meglio dire abusato. E' chiaro che all'occhio attento non possono scappare i riferimenti all'attualità tra caccia alle streghe e ossessione per lo spionaggio ma resta il fatto che la pellicola si inserisce in un filonme già quasi del tutto saturo e non aggiunge nulla di nuovo. Abbiamo il classico bravo avvocato americano con famiglia che accetta un caso che nessuno vorrebbe e piano piano cerca di non farsi vincere dall'odio e diventa un piccolo eroe. Ovviamente coloro che lo guardavano con sguardo torvo durante il processo lo guarderanno poi con il sorriso una volta portato a casa "uno dei nostri". Insomma sul genere abbiamo visto e letto di molto meglio e quando c'è di mezzo un regista come Spielberg è lecito aspettarsi qualcosina in più di una lezioncina da sussidiario di Guerra Fredda. Era dai tempi di Munich che non rimanevo così deluso da un film storico del regista americano. Peccato perchè le atmosfere e le ricostruzioni sono molto belle e Hanks è bravo e crede molto nel suo personaggio ma dopo oltre due ore di noia anche questo finisce per passare in cavalleria. Delusione.
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mario nitti
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sabato 19 dicembre 2015
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spielberg sa come si il buon cinema
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Diavolo di uno Spielberg. Ma quante ne sa?
Con “Il ponte delle Spie” aggiunge un altro pezzo pregiato alla collezione dei suoi capolavori.
Un avvocato viene incaricato di difendere una spia sovietica: dev’essere solo un lavoro di facciata, propaganda per dimostrare che l’America garantisce un giusto giudizio anche ai nemici. Per tutti gli altri questa è solo retorica, ma per lui è vero. Non ci sono giochi senza regole, c’è una Costituzione e quella dobbiamo servire. L’avversario riconosce in lui l’uomo “tutto d’un pezzo”, capace di dimostrare che la sua visione non è né ingenua, né buonista (come va di moda oggi questa parola), ma intelligente e efficace.
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Diavolo di uno Spielberg. Ma quante ne sa?
Con “Il ponte delle Spie” aggiunge un altro pezzo pregiato alla collezione dei suoi capolavori.
Un avvocato viene incaricato di difendere una spia sovietica: dev’essere solo un lavoro di facciata, propaganda per dimostrare che l’America garantisce un giusto giudizio anche ai nemici. Per tutti gli altri questa è solo retorica, ma per lui è vero. Non ci sono giochi senza regole, c’è una Costituzione e quella dobbiamo servire. L’avversario riconosce in lui l’uomo “tutto d’un pezzo”, capace di dimostrare che la sua visione non è né ingenua, né buonista (come va di moda oggi questa parola), ma intelligente e efficace. Un uomo che non si arresta quando gli altri si fermerebbero, considerando il risultato accettabile perché, dove gli altri agiscono in base a calcoli di convenienza lui vede persone, i loro diritti, la loro umanità al di là del ruolo.
In sintesi bella storia, ben racconta, ottimi attori, ottimi costumi, grande montaggio: c’è poco da dire Spielberg sa davvero fare buon cinema.
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marco michielis
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lunedì 21 dicembre 2015
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la guerra fredda secondo spielberg
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Una figura anomala per i tempi attraversa le fitte trame politiche del conflitto silenzioso tra USA e URSS guidata da un ferreo sentimento di rettitudine e da uno spontaneo e genuino fastidio per i piani di spionaggio e le tensioni dell'epoca. In una realtà storica dove le due potenze rivali, come Spielberg ci ricorda con puntuali giochi di specchi di fronte alla cinepresa e con raccordi spesso brutali che rimbalzano l'azione da una parte all'altra, si equivalgono e si rassom[+]
Una figura anomala per i tempi attraversa le fitte trame politiche del conflitto silenzioso tra USA e URSS guidata da un ferreo sentimento di rettitudine e da uno spontaneo e genuino fastidio per i piani di spionaggio e le tensioni dell'epoca. In una realtà storica dove le due potenze rivali, come Spielberg ci ricorda con puntuali giochi di specchi di fronte alla cinepresa e con raccordi spesso brutali che rimbalzano l'azione da una parte all'altra, si equivalgono e si rassomigliano in tutto e per tutto dal punto di vista delle strategie messe in atto, l'avvocato Donovan rappresenta la persistenza di uno spirito umano che non si arrende e non si piega di fronte ai pregiudizi e alle paure dell'altro diffuse tra i più. Il tutto rappresentato con una gestione magistrale del genere thriller e con un finale un po' stucchevole che, però, era ampiamente prevedibile.
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alex62
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domenica 20 dicembre 2015
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onore
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Spielberg, dopo lunga vacanza, è tornato e in forma smagliante e...rinunciando ai facili effetti dei risvolti crudeli che avevano siglato molti suoi film. Per esempio la lama interminabile che s'immergeva nel petto del soldato ebreo statunitense, mentre il commilitone che avrebbe dovuto salvarlo era paralizzato dalla paura, in “Salvate il soldato Ryan”. Oppure il tiro a segno grottesco del pazzo comandante del lager sulla sua schiava personale ebrea in “Schindler's list”; o il cappottino rosso della bimba che scompariva, nello stesso film. Insomma nessun effettaccio da parte del più autorevole regista della II Guerra Mondiale e Guerra fredda. Nessuno meglio di lui sa mantenere la suspense...
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Spielberg, dopo lunga vacanza, è tornato e in forma smagliante e...rinunciando ai facili effetti dei risvolti crudeli che avevano siglato molti suoi film. Per esempio la lama interminabile che s'immergeva nel petto del soldato ebreo statunitense, mentre il commilitone che avrebbe dovuto salvarlo era paralizzato dalla paura, in “Salvate il soldato Ryan”. Oppure il tiro a segno grottesco del pazzo comandante del lager sulla sua schiava personale ebrea in “Schindler's list”; o il cappottino rosso della bimba che scompariva, nello stesso film. Insomma nessun effettaccio da parte del più autorevole regista della II Guerra Mondiale e Guerra fredda. Nessuno meglio di lui sa mantenere la suspense...senza fare quasi nulla. O meglio: c'è il suo maestro e ispiratore non solo suo, ma di oltre cinquant'anni di cinema, cioè Alfred Hitchcock, che però appartiene all'empireo...è irraggiungibile e quindi imbattibile.
C'è un avvocato new-yorkese qualunque, la cui unica qualità forse è un'ottima dose di faccia tosta e la negoziazione e l'etica, insomma tre qualità che ne fanno una. Lui mette insieme, in un portentoso equilibrio, il gusto dell'azzardo di un giocatore di poker, di quella razza che non contempla mai la sconfitta, con un'integrità morale il cui specchio è una famiglia meravigliosa e...normale!
Non può accettare di cedere alle lusinghe di una divisione del mondo in BUONI-CATTIVI, no, per lui il dovere di un avvocato è DIFENDERE, che significa prendersi cura di chiunque gli venga affidato. Non può accettare di perdere questa che rappresenta l'unica “partita” decisiva della sua vita. E allora, il suo istinto di uomo navigato ma onesto, sempre onesto, lo spinge a rilanciare contro tutti i pronostici, convinto che la vittoria bacerà gli audaci. E lui è davvero un eroe, è un eroe vero in quanto non spaccia vite, ma le salva!
Gli USA avrebbero voluto salvare 1.000 cittadini americani, incarcerati dopo l'agguato della baia dei porci, a Cuba, e lui ne ottiene 10.000 !!!
Ecco la tempra del nostro eroe normale, nel quale possiamo rispecchiarci tutti noi.
Allora, lo spettatore, sui titoli di coda, si sente assalire da un'immensa nostalgia e comincia a interrogarsi: sarà perché quel mondo era elegantissimo, perché le persone sembravano tutte “perbene” e forse lo erano davvero...molto più di noi! Oppure per le Trabant e la perfetta, ossessiva scenografia, i costumi proprio maniacali?!
Macché!
Una mastodontica onda di nostalgia affoga il cuore dello spettatore e trabocca dai suoi occhi, inondando il viso di lacrime: finalmente lo spettatore comprende, grazie al sottile calore di quelle lacrime...
Che si sta ricordando di cos'è l'Onore.
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vincenzo ambriola
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venerdì 18 dicembre 2015
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paura termonucleare
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Siamo nel 1957 a Brooklyn. L'avvocato Donovan deve difendere un cittadino inglese accusato di essere una spia sovietica. Deontologicamente corretto e fermamente ispirato ai valori democratici della Costituzione, Donovan porta avanti la sua difesa nonostante l'avversione ideologica e politica di tutti. Poi un militare americano è catturato dai sovietici e si rende necessario organizzare lo scambio, a Berlino naturalmente. Donovan gestisce questo delicato compito, in un contesto difficile, diffidente e diplomaticamente articolato. Spielberg approfitta di una storia vera per affrontare il tema della lealtà alla nazione, agli ideali democratici, alle regole professionali. Lo fa in maniera magistrale, affidando a Tom Hanks il compito di non essere mai ovvio o scontato, di esprimere mimicamente emozioni che richiederebbero mille parole per essere spiegate.
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Siamo nel 1957 a Brooklyn. L'avvocato Donovan deve difendere un cittadino inglese accusato di essere una spia sovietica. Deontologicamente corretto e fermamente ispirato ai valori democratici della Costituzione, Donovan porta avanti la sua difesa nonostante l'avversione ideologica e politica di tutti. Poi un militare americano è catturato dai sovietici e si rende necessario organizzare lo scambio, a Berlino naturalmente. Donovan gestisce questo delicato compito, in un contesto difficile, diffidente e diplomaticamente articolato. Spielberg approfitta di una storia vera per affrontare il tema della lealtà alla nazione, agli ideali democratici, alle regole professionali. Lo fa in maniera magistrale, affidando a Tom Hanks il compito di non essere mai ovvio o scontato, di esprimere mimicamente emozioni che richiederebbero mille parole per essere spiegate. Lo fa ricostruendo il clima di quel periodo, la paura della bomba termonucleare, solo pochi anni prima usata per piegare il fortissimo spirito patriottico del Giappone. E ci regala un film meraviglioso, ricco di immagini poetiche, ma anche di spunti sociali da riprendere nel nostro presente per ricordarci che la storia passata è la migliore lente da usare per vedere il futuro.
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gpistoia39
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venerdì 18 dicembre 2015
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sarebbe bravissimo se fosse meno nazionalista
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Che dire, bello ma mi sono annoiata. Spielberg è sempre un grande anche se come stavolta, si è lasciato prendere un po' troppo la mano dal suo nazionalismo americano. Anche in "Salvate il soldato Ryan" c'era questa retorica del "noi americani siamo i migliori, la nostra democrazia è la migliore, noi andiamo per il mondo e ci sacrifichiamo e moriamo per gli altri", ma lì mi andava meglio perché devo effettivamente loro, gli americani, ci hanno davvero salvato il c....in tutti i sensi. Io ho voluto andare personalmente in Normandia, in quel cimitero e mi sono molto commossa. Ma qui, in questo film, che non ha nulla del thriller, forse ha molto noir, vedi le scene cupe girate a Berlino Est, che comunque lui ha molto "copiate" dalla Spia che venne dal freddo con Burton, grande film quello, non mi ricordo il nome del regista.
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Che dire, bello ma mi sono annoiata. Spielberg è sempre un grande anche se come stavolta, si è lasciato prendere un po' troppo la mano dal suo nazionalismo americano. Anche in "Salvate il soldato Ryan" c'era questa retorica del "noi americani siamo i migliori, la nostra democrazia è la migliore, noi andiamo per il mondo e ci sacrifichiamo e moriamo per gli altri", ma lì mi andava meglio perché devo effettivamente loro, gli americani, ci hanno davvero salvato il c....in tutti i sensi. Io ho voluto andare personalmente in Normandia, in quel cimitero e mi sono molto commossa. Ma qui, in questo film, che non ha nulla del thriller, forse ha molto noir, vedi le scene cupe girate a Berlino Est, che comunque lui ha molto "copiate" dalla Spia che venne dal freddo con Burton, grande film quello, non mi ricordo il nome del regista.
Si certo Spielberg è un grande, spesso riesce anche a sconvolgerti per mesi, ricordo il suo "Intelligenza artificiale" che mi ha fatto venire il "torcibudella" e stavo male ogni volta che ripensavo al quel film. Spielberg grande artista quando non introduce la retorica, che come tutte le retoriche da fastidio. Come faccio a dire che questo è un bel film, se è pieno di retorica, di cliche, di modelli standardizzati?
Altra cosa il film " Shindler List", girata quasi completamente a Cracovia, proprio dove era stata veramente la fabbrica, niente retorica, solo fatti storici rappresentati meravigliosamente in quel fantastico bianco e nero.
Il Ponte delle spie, un film di cassetta?
Vogliamo parlare di veri film di denuncia non retorici fatti da altri registi americani? La Valle di Elat, per esempio, Gran Torino, Platoon, sono solo alcuni esempi di modi diversi di trattare certi argomenti, per non parlare della Vita degli altri.
Va be, io la penso così. Non amo il fanatismo, anche rivestito dell'arte di una Spielberg.
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barracuda argento
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domenica 20 dicembre 2015
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spielberg sta invecchiando?
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Sarò breve: nulla di particolare.
Sulla trama non posso dire nulla, poichè è tratta da una storia realmente accaduta, anche se la sceneggiatura inciampa in due occasioni.
Regia più che discreta, ma sembra mancare il tocco di spielberg che trasforma il cinema in magia.
La fotografia sembra curata da due persone diverse: in alcune scene abbonda l'utilizzo del grandangolo (distorto, badate bene, fastidiosamente distorto) accompagnato da una bruciatura dell'immagine assolutamente fastidiosa, mentre in altre scene tutto è perfettamente curato, con un' alternanza spettacolare di luci calde e fredde.
Infine non posso fare finta che l'abbondante dose di "america" non vi sia.
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Sarò breve: nulla di particolare.
Sulla trama non posso dire nulla, poichè è tratta da una storia realmente accaduta, anche se la sceneggiatura inciampa in due occasioni.
Regia più che discreta, ma sembra mancare il tocco di spielberg che trasforma il cinema in magia.
La fotografia sembra curata da due persone diverse: in alcune scene abbonda l'utilizzo del grandangolo (distorto, badate bene, fastidiosamente distorto) accompagnato da una bruciatura dell'immagine assolutamente fastidiosa, mentre in altre scene tutto è perfettamente curato, con un' alternanza spettacolare di luci calde e fredde.
Infine non posso fare finta che l'abbondante dose di "america" non vi sia. Incontriamo in numerose occasioni l'elogio verso gli stati uniti paragonati alle altre potenze mondiali.
Se consideriamo la carriera di un tale regista, possiamo tranquillamente buttarci alle spalle questa pellicola.
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