ebru erel
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giovedì 17 ottobre 2013
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odore di felicità
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Vedere un film con protagoniste Naomi Watts e Robin Wright è cosa buona e giusta. Non solo per la straordinaria bravura di queste due quasi cinquantenni, ma per la loro candita bellezza, il profondo fascino e la fortissima sensualità che, nel caso della Wright - per me, tra le due, quella a cui è più difficile resistere - è paragonabile solo a quella di Sean Penn, suo ex marito. Ma, tralasciato il rimpianto per una coppia che separandosi ci ha spezzato gli occhi e il cuore, è d'obbligo abbandonarsi alle meraviglie dell'Australia, paese dove il film è stato interamente girato.
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Vedere un film con protagoniste Naomi Watts e Robin Wright è cosa buona e giusta. Non solo per la straordinaria bravura di queste due quasi cinquantenni, ma per la loro candita bellezza, il profondo fascino e la fortissima sensualità che, nel caso della Wright - per me, tra le due, quella a cui è più difficile resistere - è paragonabile solo a quella di Sean Penn, suo ex marito. Ma, tralasciato il rimpianto per una coppia che separandosi ci ha spezzato gli occhi e il cuore, è d'obbligo abbandonarsi alle meraviglie dell'Australia, paese dove il film è stato interamente girato. Due case, due amiche, i loro due figli, due amori incrociati e reciproci: tutti elementi duali di questo che è, indubbiamente, un inno all'amore senza regole e restrizioni. Ma la novità non è certamente questa. Qui c'è veramente tanto altro, anche oltre quel soffio leggero che si prova a sentirsi incondizionatamente desiderati. La novità è che questo film non lascia spazio ai rimpianti. È un film che come un treno tenta, a stento, di percorrere la giusta via, ma deraglia e si abbandona alle sterpaglie di una campagna, dove ci si punge, ma si sente odore di felicità.
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sophistik
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sabato 19 ottobre 2013
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l'insostenibile indissolubilità dell'appartenenza
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Il film si apre con la corsa di due bambine dai capelli d'oro verso una spiaggia assolata. Un tuffo in acqua e via in una gara di nuoto fino ad una chiatta che sarà il simbolo di tutta la storia. Due bambine in simbiosi che diventano due madri incantevoli, due figli maschi che sono il loro riflesso, una scintilla che accende l'inaspettato incrocio. Tutto intorno una natura sconvolgente, che insieme alla sconfinata magnificenza è anche isolamento e distacco. Uno scenario del genere, di incontaminato e primordiale respiro, rende plausibile una vicenda che in qualunque altro luogo sarebbe difficile accreditare.
Anne Fontaine orchestra un storia elegante e melanconica (frutto della penna di Doris Lessing), come può esserlo uno sguardo di donna ancora bella ma non più giovanissima.
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Il film si apre con la corsa di due bambine dai capelli d'oro verso una spiaggia assolata. Un tuffo in acqua e via in una gara di nuoto fino ad una chiatta che sarà il simbolo di tutta la storia. Due bambine in simbiosi che diventano due madri incantevoli, due figli maschi che sono il loro riflesso, una scintilla che accende l'inaspettato incrocio. Tutto intorno una natura sconvolgente, che insieme alla sconfinata magnificenza è anche isolamento e distacco. Uno scenario del genere, di incontaminato e primordiale respiro, rende plausibile una vicenda che in qualunque altro luogo sarebbe difficile accreditare.
Anne Fontaine orchestra un storia elegante e melanconica (frutto della penna di Doris Lessing), come può esserlo uno sguardo di donna ancora bella ma non più giovanissima. Macchina da presa al femminile dunque, che attraverso le superbe protagoniste (Naomi Watts e Robin Wright) delinea una psicologia di complicità, levità e sotterraneo turbamento. Il legame dei personaggi è inscindibile. Anime complementari le madri come i figli. Il legame è simboleggiato dalla chiatta che è il punto di arrivo delle nuotate di due generazioni, immersa in un blu senza confini eppure ancorata. Ed è proprio qui il nodo più melanconico di questo racconto che si dipana nell'arco di più di un decennio eppure è come congelato nel tempo, senza apparente possibilità di evoluzione nè di fuga. Azzeccato il finale che non sazia ma ci lascia un sapore di una insostenibile indissolubilità dell'appartenenza.
Splendida colonna sonora di Christopher Gordon ed Antony Partos.
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stefano bruzzone
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martedì 16 dicembre 2014
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un film inutile
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Il film racconta di una storia tanto scabrosa quanto curiosa ma lo fa con una leggerezza tale da renderlo noioso e poco intrigante. Lo spettatore non viene mai rapito o coinvolto nella vicenda che si trascina fiaccamente in 100 minuti tutti girati in casa o sulla spiaggia. Non bastano due bravi attrici ad alzare l'asticella di un film francamente inutile.
Voto: 5
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iankenobi
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venerdì 18 ottobre 2013
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australia avvolta nel sogno
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film tratto da 2 madri della lessing sospeso tra realta' e realta' onirica.2 donne molto amiche in un australia fotografata stupendamente e interpretate da naomi watts e robin wright,sempre bellissime e brave,si ritrovano coinvolte in storie sentimenteli con i figlio l'una dell'altra.
Purtroppo se e' abbastanza riuscita la storia della wright,in crisi matrimoniale,ho trovato affrettata quella della watts che non ha inzialmente quasi un significato logico.
Film cmq godibile per gli scenari e per le interpretazioni,se si e' in grado di lasciarsi andare ad una storia un po' avulso da un contesto sociale e da una profondita' dei sentimenti non completamente risolta.
[+] pornhub: mothers fucks son's friend
(di muttley72)
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angelo bottiroli - giornalista
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lunedì 21 ottobre 2013
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gran bel film, ma "difficile" e scabroso
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Recensione flash per questo film della regista 54enne francese Anne Fontaine (Il mio migliore incubo, l’amore prima del mito, Nathalie), tratto dal libro "The Grandmothers" di Doris Lessing.
Un film “difficile” soprattutto per gli argomenti scabrosi che vengono trattati, il rapporto strano, difficile, molto profondo, a tratti anche ambiguo tra i 4 protagonisti di un'intesità profonda che ci fa interrogare sui vari aspetti della vita, ma non voglio anticiparvi altro..
Dico subito che le scenografie sono spettacolari: le due famiglie abitano in due villette immerse nel verde e davanti al mare, a poche decine di metri, in un posti veramente da sogno di una bellezza incredibile.
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Recensione flash per questo film della regista 54enne francese Anne Fontaine (Il mio migliore incubo, l’amore prima del mito, Nathalie), tratto dal libro "The Grandmothers" di Doris Lessing.
Un film “difficile” soprattutto per gli argomenti scabrosi che vengono trattati, il rapporto strano, difficile, molto profondo, a tratti anche ambiguo tra i 4 protagonisti di un'intesità profonda che ci fa interrogare sui vari aspetti della vita, ma non voglio anticiparvi altro..
Dico subito che le scenografie sono spettacolari: le due famiglie abitano in due villette immerse nel verde e davanti al mare, a poche decine di metri, in un posti veramente da sogno di una bellezza incredibile.
Il film si snoda quasi esclusivamente sulla vita dei 4 protagonisti le due mamme e i loro due figli maschi appena ventenni.
Grande interpretazione di Naomi Watt (Diana, The Impossible, Dream House), ma soprattutto di quella che nel film è la sua amica del cuore, Robin Wright (Millenium, l’arte di vincere, The Conspirator) che qui da il meglio di se stessa.
Trattandosi di una recensione flash, non dico altro, ma solo ricordare che il film rimane in visione al Megaplex Stardust solo fino a mercoledì sera, e merita veramente di essere visto, per cui non lasciatevi scappare l’occasione.
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samanta
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martedì 16 maggio 2017
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la banalità dello scandalo
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Il film (regista Anne Fontaine) è ambientato in Australia, in 2 case prospicienti una bella spiaggia in una piccola baia, in una vivono Lil (Naomi Watts) vedova, con il figlio Ian (Xavier Samuel) e Roz (Robin Wright) con il figlio Tom (James Frencheville) e il marito Harold. Dopo un breve preambolo in cui si vede le 2 donne bambine e già amiche, il film entra nel vivo con le 2 donne sulla spiaggia che ammirano la bellezza dei 2 figli ormai diciottenni. La trama: Ian ama Roz e va a letto con lei che corrisponde al suo amore, per ripicca Tom va a letto con Lil ma anche loro si innamorano. Inizia un menage a 4 che dura circa 2 anni. Nel frattempo Harold è andato a lavorare all'Università di Sidney e si è separato da Roz che non ha voluto seguirlo.
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Il film (regista Anne Fontaine) è ambientato in Australia, in 2 case prospicienti una bella spiaggia in una piccola baia, in una vivono Lil (Naomi Watts) vedova, con il figlio Ian (Xavier Samuel) e Roz (Robin Wright) con il figlio Tom (James Frencheville) e il marito Harold. Dopo un breve preambolo in cui si vede le 2 donne bambine e già amiche, il film entra nel vivo con le 2 donne sulla spiaggia che ammirano la bellezza dei 2 figli ormai diciottenni. La trama: Ian ama Roz e va a letto con lei che corrisponde al suo amore, per ripicca Tom va a letto con Lil ma anche loro si innamorano. Inizia un menage a 4 che dura circa 2 anni. Nel frattempo Harold è andato a lavorare all'Università di Sidney e si è separato da Roz che non ha voluto seguirlo. Tom chiamato dal padre per un corso di regia conosce una giovane attrice e se ne innamora. Dopo la festa per il 21° compleanno di Tom che si sposerà tra poco, su iniziativa di Roz, con Ian infuriato e Lil piangente, i 4 decidono di terminare le relazioni amorose. In seguito anche Ian conosce una ragazza la mette incinta e poi la sposa, sia Tom che Ian avranno una bambina.La scena si sposta di alcuni anni sulla spiaggia con le due donne ormai diventate nonne, i due figli con le nuore e le due nipotine. Nella versione italiana il film termina con questa giornata al mare, salvo un'ultima inquadratura che vede i 4 sdraiati a prensdere il sole su una pedana galleggiante. In realtà è stata tagliata dalla versione originale diffusa all'estero una scena di 15 minuti in cui le famiglie ritornano a casa e Lil e Tom si appartano e fanno l'amore, li scopre Ian che va nell'altra casa e in presenza delle mogli fa una scenata a Roz perché loro hanno dovuto sacrificarsi mentre LIl e Tom anche dopo il matrimonio hanno continuato la relazione. Le mogli allibite dalla verità decidono di abbandonare la casa con le figlie e di non vedere più i loro mariti. Lil piangente spiegherà a Roz di aver mentito anche a lei perché non osava dire che continuava ad amare Tom. La trama del film è inconsistente più che scandalosa, appare torbida tenendo conto dell'esplicito rapporto lesbico almeno affettivo tra Lil e Roz, con dialoghi superficiali o penosi. Sembra una vicenda claustrofobica con i protagonisti che vivono in un microcosmo in cui non c'è posto per altri interessi, tutti vivono male il loro stato, il futuro non li riguarda, nel presente cercano di non affrontare la realtà, mentendo più che agli altri a se stessi contemplando il proprio ombellico. E' un film mal fatto privo di approfondimento psicologico o sentimentale certamente non è riuscita la tematica del rapporto tra donne mature e giovani. L'interpretazione: dei giovani è inesistente, delle due donne specie della Wrihgt mediocre. Il film fu un flop commerciale e qui va fatto un discorso: Naomi Watts sebbene attrice talentuosa dopo il 2005 ha collezionato pur con la sua propensione a spogliarsi una serie di flop commerciali adattandosi a sceneggiature approssimative (vedi Mother e Child, Dream House, Diana, Giovani si diventa ...). Quando ha recitato in film di un certo valore (come Impossible in cui ha ricevuto una nomination all'Oscar) ha dimostrato la sua capacità. Tra l'altro ha anche collezionato negli ultimi anni due nomination ai Razzie Awards. Un consiglio: ormai ha 49 anni leggere attentamente le sceneggiature, spogliarsi di meno evitando le trame pseudo drammatiche.
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eleonora panzeri
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sabato 16 aprile 2016
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perverso & onirico
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Un film strano, particolare e lento. Due bambine ed una fortissima amicizia che le tiene legate nel tempo. Le due, una volta donne, si ritrovano madri ciascuna di un figlio maschio, Lil rimane presto vedova mentre Roz è imprigionata in un rapporto che non la completa, con un marito spesso assente. In questo angolo di mondo, non ben definito, artificioso ed irrealistico, vivono queste due splendide amiche ormai mature con i loro figli, diventati giovani adulti. Il giovane Ian, figlio di Lil, rompe gli indugi e superando il pudore rivela in maniera diretta e passionale l’amore per la migliore amica della madre, Roz.
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Un film strano, particolare e lento. Due bambine ed una fortissima amicizia che le tiene legate nel tempo. Le due, una volta donne, si ritrovano madri ciascuna di un figlio maschio, Lil rimane presto vedova mentre Roz è imprigionata in un rapporto che non la completa, con un marito spesso assente. In questo angolo di mondo, non ben definito, artificioso ed irrealistico, vivono queste due splendide amiche ormai mature con i loro figli, diventati giovani adulti. Il giovane Ian, figlio di Lil, rompe gli indugi e superando il pudore rivela in maniera diretta e passionale l’amore per la migliore amica della madre, Roz. La donna, in principio stranita dalla situazione, si lascia travolgere dalla passione e dal desiderio. Un film erotico più che drammatico che mette in scena un ambiguo quartetto amoroso, arrancante ed inverosimile. Attrici troppo belle, al pari delle location eccesivamente raffinate. Un caso questo dove il troppo bello storpia e va a penalizzare la plausibilità della storia. I personaggi, nonostante il film resti introspettivo, rimangono paradossalmente sconosciuti, con emozioni e sensazioni poco chiare ed ambigue. Le loro vite restano estranee alla quotidianità ricordando una perenne ed infinita vacanza. Di sicuro impatto l’avvenenza dei giovani “seduttori” che va di pari passo con quella delle madri.
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siebenzwerg
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giovedì 24 ottobre 2013
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evasione o naufragio su una spiaggia australiana
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C'è un romanzo, "La strana vita di Ivan Osokin", scritto da Ouspensky, credo uno dei maestri di Doris Lessing (l'autrice da cui è tratto il soggetto), in cui un uomo ha la possibilità di rivivere tutta la propria vita per rimediare ai suoi errori, eppure non riesce a cambiare nulla e ripete ineluttabilmente e dolorosamente tutto quanto. Ecco mi sembra che questa filosofia dell'essere umano sia alla base di questa sceneggiatura. I personaggi sembrano prede di un destino su cui credono di avere potere ma che in realtà coscientemente subiscono. Pur non volendo, non possono fare a meno di cadere uno nelle braccia dell'altra, d'innamorarsi e poi, sempre non volendo, non possono fare a meno di farsi del male, in un modo o nell'altro.
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C'è un romanzo, "La strana vita di Ivan Osokin", scritto da Ouspensky, credo uno dei maestri di Doris Lessing (l'autrice da cui è tratto il soggetto), in cui un uomo ha la possibilità di rivivere tutta la propria vita per rimediare ai suoi errori, eppure non riesce a cambiare nulla e ripete ineluttabilmente e dolorosamente tutto quanto. Ecco mi sembra che questa filosofia dell'essere umano sia alla base di questa sceneggiatura. I personaggi sembrano prede di un destino su cui credono di avere potere ma che in realtà coscientemente subiscono. Pur non volendo, non possono fare a meno di cadere uno nelle braccia dell'altra, d'innamorarsi e poi, sempre non volendo, non possono fare a meno di farsi del male, in un modo o nell'altro. Nessuno in definitiva sembra riuscire a fare veramente quello che vuole, o almeno quello che dice di volere o non volere. In realtà per tutto il film i personaggi sembrano tormentati da dubbi e ambivalenze e le scelte che pure fanno sono quelle che "non riescono" a fare a meno di fare. E i binari della normalità infine sono più forti di tutti loro. In qualche momento mi ha ricordato l'angoscia compressa e claustrofobica di alcuni vecchi film di Bergman, senza averne la profondità. Devo dire, alla fine, per me un po' snervante. Comunque un film girato tecnicamente molto bene, con primi piani molto forti, soprattutto delle due protagoniste, senz'altro superlative.
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benedetta spampinato
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venerdì 1 novembre 2013
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l'insostenibile leggerezza del mare
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“Two mothers” è un film di Anne Fontaine basato sul romanzo della scrittrice premio Nobel Doris Lessing.
La storia si snoda lungo le coste del Nuovo Galles del Sud, in Australia: due case simili a capanne sul mare, aperte alle intemperie del lontano imprevisto, isolate, scene della consumazione di segrete voglie nascoste. Roz (Robin Wright) e Lil (Naomi Watss) vivono nella placida e imperturbabile villetta a due piani: la prima è sposata con Harold, la seconda rimane vedova. Ed è proprio la scena del funerale ad aprire il film, che segue con l’inaspettato allontanamento per lavoro del marito di Roz, Harold (Ben Mendelsohn). Così Roz inizierà una relazione con Ian (Xavier Samuel), il giovane figlio di Lil e, successivamente, Lil sarà sedotta dal fascino del figlio di Roz, Tom (James Fracheville), con il quale inizierà un relazione sessuale.
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“Two mothers” è un film di Anne Fontaine basato sul romanzo della scrittrice premio Nobel Doris Lessing.
La storia si snoda lungo le coste del Nuovo Galles del Sud, in Australia: due case simili a capanne sul mare, aperte alle intemperie del lontano imprevisto, isolate, scene della consumazione di segrete voglie nascoste. Roz (Robin Wright) e Lil (Naomi Watss) vivono nella placida e imperturbabile villetta a due piani: la prima è sposata con Harold, la seconda rimane vedova. Ed è proprio la scena del funerale ad aprire il film, che segue con l’inaspettato allontanamento per lavoro del marito di Roz, Harold (Ben Mendelsohn). Così Roz inizierà una relazione con Ian (Xavier Samuel), il giovane figlio di Lil e, successivamente, Lil sarà sedotta dal fascino del figlio di Roz, Tom (James Fracheville), con il quale inizierà un relazione sessuale.
Si genera un quadrilatero perverso, dove i protagonisti di adagiano sulla tavola di legno sul mare, godendosi l’apparente pace fuori dal mondo, quella che non bada al senso del limite già caro ai Greci (“niente in eccesso” si leggeva sul tempio di Delfi). Tutto è lecito e il canone della famiglia patriarcale viene rovesciato: adesso sono i figli a decidere le sorti della famiglia, mentre le madri obbediscono alla mera logica istintuale, facendosi trascinare dentro un vortice di follia ed irrazionalità.
Il finale tragico sarà imprevedibile, la menzogna senza fine dominerà sulle storie di nuove famiglie destinate al fallimento. Il teatro crollerà, l’ambiguità dominerà la scena. Sembra che il cinema francese sia tornato a parlarci della crisi dei valori (basti pensare al fortunato e spensierato 17 ragazze delle sorelle Coulin), con qualche richiamo al canone bertolucciano (la relazione filiale in La luna), richiamando l’attenzione su quelle donne che non vogliono invecchiare mai, apparentemente disposte a sacrificare tutto per la famiglia.
Il suggestivo titolo originale, Adore, ci suggerisce una storia quasi asfissiante, nella quale si mescolano Eros e Thanatos grazie alla regista già nota al pubblico per Coco avant Chanel e al premiato sceneggiatore Christopher Hampton (premio Oscar per Le relazioni pericolose). Quando vien a mancare la ragione, il mare può portare duri colpi e, quando si corre velocemente, c’è il rischio di scivolare. Bellissima colonna sonora.
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marco.vittorio.defilippis@gmail.com
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martedì 8 dicembre 2020
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amore oltre il (pre)giudizio
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Lil e Roz sono due bambine amiche per la pelle, anche da adulte. Ciascuna ha un figlio maschio, anche loro amici per la pelle. Vivono in un luogo incantevole in due case ciascuna all’estremo di una baia sul mare. Lil perde il marito in un incidente d’auto, mentre Roz lo perde perché troppo distante sia quando è in casa, sia quando si trasferisce per lavoro. Ciascun figlio si innamora della madre dell’amico e dopo reticenze da parte di entrambe le madri e lotta feroce dei figli in mare, le “anomale” coppie si stabilizzano: sono tutt’e quattro felici, anche se “il mondo” non approverebbe.
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Lil e Roz sono due bambine amiche per la pelle, anche da adulte. Ciascuna ha un figlio maschio, anche loro amici per la pelle. Vivono in un luogo incantevole in due case ciascuna all’estremo di una baia sul mare. Lil perde il marito in un incidente d’auto, mentre Roz lo perde perché troppo distante sia quando è in casa, sia quando si trasferisce per lavoro. Ciascun figlio si innamora della madre dell’amico e dopo reticenze da parte di entrambe le madri e lotta feroce dei figli in mare, le “anomale” coppie si stabilizzano: sono tutt’e quattro felici, anche se “il mondo” non approverebbe. L’epilogo chiude il cerchio in modo mirabile.
Il film mette in scena l’idea che il pregiudizio morale fondato sulla consuetudine, ma non su di un valore, può essere messo da parte, anche se il mondo non lo accetta. La felicità di un rapporto di coppia anomalo secondo il mondo (si veda ad esempio “Vent’anni di meno” di David Moreau) può essere vissuta, ne vale la pena e assume un connotato squisitamente umano. Certo, la location è complice di questa felicità e la favorisce in ogni modo. Questa felicità è subordinata alla realizzazione del futuro dei due giovani e la grandezza dell’amore delle “veterane” loro madri sta proprio qui, nel lasciare che i loro figli facciano una scelta successiva per fondare ciascuno la propria famiglia. Ogni ragazzo avrà dalla propria compagna una bambina e queste due bambine diventeranno amiche ripercorrendo la strada già tracciata dalle rispettive nonne. Ognuno ha diritto a vivere la propria felicità senza essere giudicato dal mondo che vede addirittura storture dove non ci sono. Emblematica la scena dello spasimante di Lil che, fraintendendo l’amicizia con Roz e impersonificando “il mondo”, capisce che le due sono unite da una relazione saffica, prendendosi un granchio liberatorio (non starà più addosso a Lil) di cui le due amiche ridono di gusto: omnia munda mundis! Ancora bellissima per il linguaggio cinematografico la scena, muta, di loro quattro che prendono un quarto di mela dal piatto centrale. I loro amori li rende un’unica realtà umana felice, anche se il giudizio del mondo (e di qualche recensore bacchettone e del Morandini che esprime un giudizio a dir poco ridicolo, come se neanche avessero visto il film) non approva che una donna di oltre quarant’anni abbia un amante di venti, specie se è il figlio della migliore amica, vedendoci quasi una sorta di “incesto”. L’amore che ciascuna donna prova per il figlio dell’altra è dunque un sentimento maturo, consapevole della propria felicità e capace di sublimarsi nell’amore delle creature che seguono, paradigma del senso di tutta l’Umanità. E l’amore di ciascun figlio per la madre dell’amico, quasi una seconda madre, è un sentimento istintivo che porta ad una maggiore e migliore comprensione di se stessi. Un film bellissimo assolutamente da vedere.
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