Two Mothers |
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Un film di Anne Fontaine.
Con Naomi Watts, Robin Wright, Xavier Samuel, James Frecheville, Ben Mendelsohn.
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Titolo originale Adore.
Drammatico,
durata 100 min.
- Francia, Australia 2013.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 17 ottobre 2013.
MYMONETRO
Two Mothers
valutazione media:
2,76
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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l'insostenibile indissolubilità dell'appartenenzadi SophistikFeedback: 206 | altri commenti e recensioni di Sophistik |
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sabato 19 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film si apre con la corsa di due bambine dai capelli d'oro verso una spiaggia assolata. Un tuffo in acqua e via in una gara di nuoto fino ad una chiatta che sarà il simbolo di tutta la storia. Due bambine in simbiosi che diventano due madri incantevoli, due figli maschi che sono il loro riflesso, una scintilla che accende l'inaspettato incrocio. Tutto intorno una natura sconvolgente, che insieme alla sconfinata magnificenza è anche isolamento e distacco. Uno scenario del genere, di incontaminato e primordiale respiro, rende plausibile una vicenda che in qualunque altro luogo sarebbe difficile accreditare. Anne Fontaine orchestra un storia elegante e melanconica (frutto della penna di Doris Lessing), come può esserlo uno sguardo di donna ancora bella ma non più giovanissima. Macchina da presa al femminile dunque, che attraverso le superbe protagoniste (Naomi Watts e Robin Wright) delinea una psicologia di complicità, levità e sotterraneo turbamento. Il legame dei personaggi è inscindibile. Anime complementari le madri come i figli. Il legame è simboleggiato dalla chiatta che è il punto di arrivo delle nuotate di due generazioni, immersa in un blu senza confini eppure ancorata. Ed è proprio qui il nodo più melanconico di questo racconto che si dipana nell'arco di più di un decennio eppure è come congelato nel tempo, senza apparente possibilità di evoluzione nè di fuga. Azzeccato il finale che non sazia ma ci lascia un sapore di una insostenibile indissolubilità dell'appartenenza. Splendida colonna sonora di Christopher Gordon ed Antony Partos.
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