Pulce non c'è |
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Un film di Giuseppe Bonito.
Con Piera Degli Esposti, Anna Ferruzzo, Giorgio Colangeli, Alberto Gimignani, Rosanna Gentili.
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Titolo originale Pulce non c'è.
Drammatico,
durata 97 min.
- Italia 2012.
- Academy Two
uscita giovedì 6 marzo 2014.
MYMONETRO
Pulce non c'è
valutazione media:
3,61
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Dialogo senza paroledi FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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domenica 9 marzo 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giovanna (Francesca Di Benedetto) è un’adolescente con una sorella speciale, Margherita, soprannominata Pulce (Ludovica Falda), una bambina autistica di nove anni. Ed ha una vita speciale quella chi ha questo tipo di problema. Padre (Pippo Del Bono), madre (Marina Massironi) e sorella scandiscono i ritmi della loro vita a seconda degli umori di Pulce, che passano dal riso al pianto, al rifiuto solo a gesti. Come le dita di una mano i tre collaborano e mantengono una difficile armonia: si deve imparare il linguaggio senza parole della bambina, se non si vuole essere tagliati fuori dalla comunicazione. Bisogna capire che un pugno agitato vuol dire “voglio sentire la musica” e una mano che batte ripetutamente il cuore significa “ho paura”. Ma c’è l’aiuto della tecnologia: una tastiera di un computer e una mano che solleva il polso della bambina autistica permetta a Pulce di scrivere e comunicare. Ma c’è un ma. Dagli stentati messaggi scritti nel computer emerge un’accusa terribile: il padre ha abusato di lei e della sorella più grande. La famiglia viene sconvolta dalla sottrazione di Pulce che viene affidata a una casa-famiglia, gestita dai servizi sociali. I contatti con madre e sorella sono permessi solo sporadicamente e il padre non può più vederla. Comincia un calvario per tutti che sfiora la tragedia. I tram di Torino lucenti nella notte, la cupola di Superga con le lucine rosse che la fanno sembrare una melagrana matura, un piazzale per skateboard popolato di adolescenti alla ricerca di una loro autonomia - sotto un ponte pedonale sospeso e rossi palazzoni popolari – che, pur edulcorato, ricorda il Paranoid Park di Gus Van Sant, una donna folle che canta canzoni di chiesa e proclama “Sono tutti matti!” costituiscono una sorta di linguaggio cinematografico autistico ed aggiungono valore ed immagine esterna ai pensieri di Giovanna. La ragazza ascolta i mutamenti nel suo corpo che diventa donna e la macchina da presa ne descrive i gesti minimi: uno sguardo, un allacciarsi di mani, un sottrarre alle occhiate critiche delle coetanee i suoi piedi nelle scarpe di donna adulta, vagamente ridicole in chi ha sempre calzato scarpe da tennis. A scuola, sulla scia delle Metamorfosi di Kafka, immagina la vita degli insetti: i ragni ai più sembrano sporchi, ma per lei conducono una vita ordinata, guidati come sono dai fili della ragnatela. Un film poetico, delicato, illuminato dai grandi occhi neri della straordinaria esordiente Di Benedetto, arricchito dalle recitazioni puntuali e misurate di tutti gli altri; il libro dal quale è tratto è di Gaia Rayneri, collaboratrice della sceneggiatura. Una regia attenta che privilegia l’illustrazione per immagini del grande cinema mantenendo un dialogo stringato ed essenziale, raccontando una storia vera vissuta quotidianamente da molte famiglie. Un ottimo film italiano, che forse avrà difficoltà nelle distribuzione. Ed è un vero peccato. Da non mancare. Valutazione *** ½ FabioFeli
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