Titolo originale | La cinquième saison |
Anno | 2012 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Belgio, Paesi Bassi, Francia |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Peter Brosens, Jessica Woodworth |
Attori | Aurélia Poirier, Django Schrevens, Sam Louwyck, Gill Vancompernolle, Peter Van den Begin Bruno Georis, Nathalie Laroche, Damien Marchal. |
Uscita | giovedì 27 giugno 2013 |
Tag | Da vedere 2012 |
Distribuzione | Nomad Film |
MYmonetro | 3,36 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 16 novembre 2017
Alice,Thomas e l'adulto Pol lottano per dare un senso alla vita del loro paese, colpito da una calamità climatica senza precedenti. In Italia al Box Office La quinta stagione ha incassato 857 .
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CONSIGLIATO SÌ
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Una misteriosa calamità colpisce un paesino delle Ardenne: l'inverno non se ne vuole andare e il ciclo della natura ne è presto sconvolto. I bambini Alice e Thomas, trovando riparo sotto l'ala dell'adulto Pol, un apicoltore itinerante con un figlio disabile, lottano per dare un senso alla vita, mentre attorno ogni gioia si spegne. Così facendo, però, suscitano la rabbia e l'invidia del resto degli abitanti.
Dopo aver girato in Mongolia e Perù, Peter Brosens e Jessica Woodworth scelgono la loro terra, il Belgio, per raccontare la storia di una crisi, umana e sistemica. Una storia ambientata in un futuro troppo vicino, dove un venditore di fiori porta ancora, fino ad un certo punto, un residuo e di colore e di profumo, ma la terra si è ormai fatta sterile e - quando anche l'ultimo barlume d'innocenza, rappresentato dai bambini - viene corrotto e ridotto al silenzio, la violenza è destinata ad esplodere e l'avidità a trasformare gli uomini in creature mostruose che si proteggono l'un l'altro, omertosi, facendo(si) massa.
Anche se il genere è fantapolitico, e dunque astratto, vien da pensare che l'ambientazione non sia in realtà scelta per pura comodità o esclusive ragioni di budget, perché il Belgio è storicamente tutt'altro che una terra neutrale in materia di convivenza tra persone e culture diverse, di accoglienza ma anche xenofobia.
Meravigliosamente fotografato da Hans Bruch Jr., che toglie i colori strada facendo,
il film ricorda un po' l'esordio del nostro Frammartino, un po' Bruegel e Bosch, e molto "Io sono Febbraio", fiaba per adulti firmata Shane Jones (ne ha acquisito i diritti cinematografici Spike Jonze), con la quale condivide la premessa e alcune immagini (la maschera), ma non l'epilogo. Sono ispirazioni e nulla più, fors'anche inconsapevoli, perché il film trova in realtà la sua forza d'impatto in una forma visiva originale, tutt'altro che esplorata, che risponde all'allegoria sulla libertà del piano narrativo con un piano visivo altrettanto simbolico e cerebrale.
Dalla pittura degli illustri conterranei, gli autori riprendono però di certo la meditazione sulla vita rurale, l'idea di una deformazione fisica di ciò che sfugge la morale,e persino un senso del sacro tra i profani, che inscrive la figura di Pol e l'iconografia a lui associata, in quella tradizionale del martire.
AVVISO: Contiene informazioni sul finale del film. La Cinquième Saison è l'ultimo capitolo della trilogia, dedicata al rapporto uomo-natura, creata dalla coppia di registi Peter Brosens e Jessica Woodworth. La storia è ambientata in una piccola comunità che vive coltivando i prodotti della terra, dipendendo completamente dalla natura; ed è proprio la [...] Vai alla recensione »
Bell'idea iniziale, che ricorda alla lontana film come "E venne un giorno" di Night Shyamalan: il genere umano castigato dalla Natura. In un paese della campagna belga all'improvviso la Natura cessa di fare ciò che ha sempre fatto: creare, dare la vita. Tutto muore, le mucche non danno latte, le api scompaiono e il falò che dovrebbe bruciare il fantoccio dell'inverno [...] Vai alla recensione »
La prima parte del film è effettivamente spensierata e il candore del cielo ammira dall’alto il rincorrersi di due giovani innamorati nella foresta. E’ inverno, come ci annuncia una scritta sullo schermo e l’assenza di foglie sugli alberi, e nel villaggio sono ormai ultimati i festosi preparativi per il consueto rito che saluta la stagione più fredda dell’anno per dare il benvenuto alla primavera. Vai alla recensione »
In un piccolo e isolato villaggio delle Ardenne il rito di saluto all'inverno è andato male, la natura perde la ciclicità delle stagioni ammantando le vite degli abitanti di grigiore, pioggia e morte: le mucche non danno più latte, i semi non germogliano più, gli alberi muoiono. La reazione umana è lo scoramento, la resa, la follia, la violenza di gruppo che si scaglia su un uomo in roulotte e su suo [...] Vai alla recensione »
Già mentre guardavo questo "horror quieto" o film di fantapolitica", come è stato definito, ho pensato che il fim piacerebbe a registi come Bergman, a Buñuel, a Godard, a Jodoroskij (sicuramente! ed a cui si potrebbe chiedere). Quello che mi è piaciuto ma allo stesso tempo mi ha dato fastidio è la FOTOGRAFIA, ricerca troppo perfetta e statica della pittura quasi in ogni fotogramma, nei movimenti [...] Vai alla recensione »
La quinta stagione è un tempo che non esiste, inventato dalla natura in un paesino del Belgio, è un inverno che rifiuta di essere scacciato via per mezzo di quella cerimonia comune a tanti luoghi dove si vive d’agricoltura (la catasta di legna bruciata con i pupazzi di cartapesta), che a latitudini venete si chiama “brusar la vecia”. E’ una piccola fine del mondo, la natura che si rifiuta di andare [...] Vai alla recensione »
Attraverso il racconto di piccole storie individuali all’interno di una comunità rurale della campagna belga, “La quinta stagione” con un linguaggio paradossale di citazioni e simboli descrive cosa accade quando, per un incidente, la vita rimane imprigionata dentro l’inverno. Le stagioni che seguono, pur mantenendo il loro carattere, portano a sviluppi inaspettati. [...] Vai alla recensione »
Attraverso il racconto di piccole storie individuali all’interno di una comunità rurale della campagna belga, “La quinta stagione” con un linguaggio paradossale di citazioni e simboli descrive cosa accade quando, per un incidente, la vita rimane imprigionata dentro l’inverno. Le stagioni che seguono, pur mantenendo il loro carattere, portano a sviluppi inaspettati. [...] Vai alla recensione »
"La quinta stagione" è un film sui rapporti umani e sulla società rurale che, in caso di mali estremi, ritorna agli estremi rimedi del Medioevo. Fotografia affascinante, ma la noia regna sovrana. Si poteva fare di meglio.
Quando la natura decide di farsi beffe di tutto e di tutti (anche di se stessa), gli abitanti di un piccolo villaggio rurale che vivono di essa, vengono sconvolti al punto da abbandonare anche loro, qualsiasi comportamento naturale. Un film raro con una fotografia eccezionale, dove tutto è fermo (anche la macchina da presa). Questa perenne immobilità però appesantisce troppo un film già statico e che [...] Vai alla recensione »
Idea buona ma sviluppata in un modo che Fantozzi commenterebbe come ha fatto con la corazzata potemkin. Cineasti che parlano più al loro ombelico che allo spettatore, tristezza persino gratuita.
Francamente ho trovato questo film inguardabile, e non ho saputo trovare le parole per gustificarmi con l'amico cui l'avevo proposto. Atmosfera pesante, simbolismi onirici incomprensibili. Da evitare.
Cugino inquieto del Nastro bianco, La quinta stagione di Jessica Hope Woodworth e Peter Brosens dipinge un asciutto, assurdo e gradualmente sempre più inquietante resoconto di come l'equilibrio tra uomo e natura potrebbe tranquillamente incrinarsi. In un villaggio senza nome della campagna belga, la popolazione festeggia la fine dell'inverno con un gigantesco falò.