eugen
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martedì 23 maggio 2023
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film interessante ma"stanco"
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Flight"di Robert Zemeckis, sceneggiato da John Hatins, del 2012, vagamente ispirato alla vicnda del volo Alaska Airilines del gennaio 2000. UN pilota di sicura professionalita', ma dedito all'alcol e alla cocaina, dopo aver trascroso una notte"brava"con un'assistente di volo, pilota un aereo di linea che manifesta dei problemi, fin dall'inizio, che poi si intensificnao. Riusciraa', miraoclosamente, a salvare quasi tutti i viaggiatori e parte dell'equipaggio, ma perdera' l'assistente di volo. Acclamato come un eroe e riverito per l'atterraggio"miracoloso"verra' poi, pero', sottoposto a indagine perche'a un0analisi del sangue, risulta postivo a alcol e cocaina.
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Flight"di Robert Zemeckis, sceneggiato da John Hatins, del 2012, vagamente ispirato alla vicnda del volo Alaska Airilines del gennaio 2000. UN pilota di sicura professionalita', ma dedito all'alcol e alla cocaina, dopo aver trascroso una notte"brava"con un'assistente di volo, pilota un aereo di linea che manifesta dei problemi, fin dall'inizio, che poi si intensificnao. Riusciraa', miraoclosamente, a salvare quasi tutti i viaggiatori e parte dell'equipaggio, ma perdera' l'assistente di volo. Acclamato come un eroe e riverito per l'atterraggio"miracoloso"verra' poi, pero', sottoposto a indagine perche'a un0analisi del sangue, risulta postivo a alcol e cocaina. Dovra'dunque difendersi in ogni modo ma, alla fine del processo intentato per chiarire la vicenda, confessera' di essere alcolizzato e dedito al consumo di droga. Scontera'la pena in prigione(cinque anni)ma riuscira'finalkmente a liberarsi dalle sue dipendenze, cosa che non gli era mai riuscita neppure quando partecipava alle rinuine dgli "alcolisti anonimi". Il film di Zemerckis, che raggiunge un climax efficacissimo, nell'ultima parte entra in un anticlimax che in qualhce modo rende la vicenda "appresantita", quadi dipendente dalla vicenda narrata, di per se'interessnate ma quasi troppo ripiegata su se'stessa nell'ultima parte, Denzel Washington e'protagonista impeccabile, Kelly Reilly e'coprotagonista femminile di notevole statura, nella parte di un'eroinomane che ha una liaison snetimentale con il orotagonista e cerca di aiutarlo nel superamento delle dipendenze da alcol e droga, ma non ha fortuna in questo compito, almeno inizialmnete, Gli/le altri/e cointepreti sono comunque di ottimo livello. Eugen
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fabri
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martedì 20 luglio 2021
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un bel film
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Film ben fatto, solido e un pò alla "vecchia maniera".
Al netto che si basa su una storia vera, gli attori sono tutti a un ottimo livello e la trama è molto avvincente.
Lo consiglio.
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nico
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martedì 1 settembre 2020
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bello
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Bel film drammatico fa capire,che se non si usa la testa si fa poca strada,fare certe cose non aiuta,Denzel sempre un fenomeno.
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fabio 3121
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lunedì 4 maggio 2020
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un pilota alcolizzato
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il film si sviluppa in 2 parti: l’incidente aereo che solo grazie alla bravura del suo pilota (Denzel Washington) consentirà di far sopravvivere 96 dei 102 passeggeri; l’indagine della NSTB sul disastro aereo che vede coinvolto anche il pilota risultato positivo ai test tossicologici per uso di alcool e droghe. L’idea dello sceneggiatore tutto sommato non era male ma ritengo che sia stata sviluppata male soprattutto nel presentare il pilota in tutte le scene del film sempre con una bottiglia di alcolici tra le mani risultando inverosimile per il tipo di lavoro che lo stesso faceva. Il film ci porta il dramma più che delle 6 vittime dell’incidente quello legato alla dipendenza da alcolismo.
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il film si sviluppa in 2 parti: l’incidente aereo che solo grazie alla bravura del suo pilota (Denzel Washington) consentirà di far sopravvivere 96 dei 102 passeggeri; l’indagine della NSTB sul disastro aereo che vede coinvolto anche il pilota risultato positivo ai test tossicologici per uso di alcool e droghe. L’idea dello sceneggiatore tutto sommato non era male ma ritengo che sia stata sviluppata male soprattutto nel presentare il pilota in tutte le scene del film sempre con una bottiglia di alcolici tra le mani risultando inverosimile per il tipo di lavoro che lo stesso faceva. Il film ci porta il dramma più che delle 6 vittime dell’incidente quello legato alla dipendenza da alcolismo. Penso che il film risulta alla fine molto sopravvalutato sia nelle recensioni della critica che del pubblico. Il cast di attori è discreto ma per il resto siamo di fronte ad un film appena sufficiente appesantito in ogni caso da una eccessiva durata.
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psicosara
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lunedì 23 marzo 2020
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tutto dura poco. anche gli eroi.
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La prima volta che vidi questo film mi venne spontaneo non considerarlo un 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐬𝐭𝐞𝐫 𝐦𝐨𝐯𝐢𝐞 ma un film sulla dipendenza.
Ho preferito 𝐅𝐥𝐢𝐠𝐡𝐭 sia a Forrest Gump (1994) che a Cast Away (2000), proprio per la scelta del personaggio e per l'interessante confronto fra uomo e vizio che Zemeckis pone in essere.
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La prima volta che vidi questo film mi venne spontaneo non considerarlo un 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐬𝐭𝐞𝐫 𝐦𝐨𝐯𝐢𝐞 ma un film sulla dipendenza.
Ho preferito 𝐅𝐥𝐢𝐠𝐡𝐭 sia a Forrest Gump (1994) che a Cast Away (2000), proprio per la scelta del personaggio e per l'interessante confronto fra uomo e vizio che Zemeckis pone in essere.
Whip Whitaker (𝘿𝙖𝙣𝙯𝙚𝙡 𝙒𝙖𝙨𝙝𝙞𝙣𝙜𝙩𝙤𝙣) è un pilota di linea, forse uno dei migliori piloti che ci siano. Mentre effettua un volo di routine, un guasto fa cadere l'aereo, ma lui riesce a salvare quasi tutti i passeggeri.
Diventa per tutti un eroe.
Ma ogni eroe ha i suoi lati oscuri. E anche Whitaker deve fare i conti con le proprie debolezze. E così, l'asso eroico esaltato da tutti, finisce sotto processo in base agli esami tossicologici.
E' ciò che è accaduto nel più recente film di Clint Eastwood su 𝗥𝗶𝗰𝗵𝗮𝗿𝗱 𝗝𝗲𝘄𝗲𝗹𝗹 (2019): i demoni interiori condizionano la valutazione dell'eroe. E come si fronteggia tale contrapposizione Uomo/Eroe Versus Uomo/Prigioniero dei propri demoni?
Per tutto il film lo spettatore cerca di immedesimarsi nella psiche del protagonista chiedendosi: il comandante Whip Whitaker è da assolvere o condannare? E' un eroe che ha salvato la vita a un centinaio di persone o è uno squilibrato alcolista che ha messo in pericolo la vita di molti innocenti?
Lo stesso regista sembra non voler accusare nè assolvere nessuno.
Che altro dire? Che Denzel Washington si conferma il grande attore che è. E che 𝗔𝗹𝗮𝗻 𝗦𝗶𝗹𝘃𝗲𝘀𝘁𝗿𝗶 aggiunge un'altra colonna sonora di successo alla sua enorme lista.
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dandy
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giovedì 21 settembre 2017
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si poteva volare più in alto,ma ok.
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Zemeckis gira un film per lui insolito,la storia di un uomo che diviene capro espiatorio per i vizi che paradossalmente non lo intralciano nel lavoro nemmeno nella più estrema delle situazioni,ma dopo finiscono per fargli prendere una volta per tutte coscienza di se stesso.L'azione e gli effettoni speciali vengono concentrati nella prima mezz'ora(notevole l'impatto visivo ed emozionale dall'inizio dei problemi fino all'incidente vero e proprio),poi ci si concentra su una storia non certo nuova di autodistruzione e redenzione.Storia ben costruita,che funziona decisamente,merito dell'interpretazione di Washington(ma anche Goodman nel ruolo dell'amico/pusher Harling Mays,è irresistibile).
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Zemeckis gira un film per lui insolito,la storia di un uomo che diviene capro espiatorio per i vizi che paradossalmente non lo intralciano nel lavoro nemmeno nella più estrema delle situazioni,ma dopo finiscono per fargli prendere una volta per tutte coscienza di se stesso.L'azione e gli effettoni speciali vengono concentrati nella prima mezz'ora(notevole l'impatto visivo ed emozionale dall'inizio dei problemi fino all'incidente vero e proprio),poi ci si concentra su una storia non certo nuova di autodistruzione e redenzione.Storia ben costruita,che funziona decisamente,merito dell'interpretazione di Washington(ma anche Goodman nel ruolo dell'amico/pusher Harling Mays,è irresistibile).Però il finale è di quelli facilotti, che fanno storcere il naso,visti i tocchi scorretti che ogni tanto fanno capolino nella vicenda.Comunque un buon film.Bella colonna sonora dove si sentono tra gli altri,i Rolling Stones e i Red Hot Chili Peppers.Snobbato dagli Oscar.
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fabio57
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venerdì 18 marzo 2016
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buon film
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Robusto film che affronta con intelligenza un problema attuale.I test psico-attitudinali e i controlli che fanno ai piloti d'aereo,sono superficiali e poco frequenti e ciò comporta gravi rischi per i passeggeri.Non molto tempo fa un pilota tedesco andò a schiantarsi volutamente su una montagna uccidendo centinaia di persone.Ci vuole equilibrio, presenza di spirito,nervi saldi e soprattutto bisogna essere sobri.Impeccabile la prova di Waschington,ottima la ricostruzione scenica del disastro aereo,amaro il finale.
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ciccio300791
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domenica 10 gennaio 2016
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il genere drammatico non si addice a zemeckis
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Sentendo parlare di un film di Robert Zemeckis (regista di "Ritorno al futuro," "Chi ha incastrato Roger Rabbit," "Forrest Gump" e altri) intitolato "Flight," ci si aspetterebbe di assistere a una storia avventurosa, fantastica o, quantomeno, dotata di un forte senso dell'umorismo. Si tratta invece di un film drammatico, abbastanza monotono e ben lungi dallo stile che ha reso famoso Zemeckis tra i più giovani. L'unico pregio della pellicola è il suo messaggio contro l'alcoolismo. Probabilmente, se si fosse trattato di uno spot pubblicitario anziché di un film completo di trama, il messaggio sarebbe stato più appropriato.
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Sentendo parlare di un film di Robert Zemeckis (regista di "Ritorno al futuro," "Chi ha incastrato Roger Rabbit," "Forrest Gump" e altri) intitolato "Flight," ci si aspetterebbe di assistere a una storia avventurosa, fantastica o, quantomeno, dotata di un forte senso dell'umorismo. Si tratta invece di un film drammatico, abbastanza monotono e ben lungi dallo stile che ha reso famoso Zemeckis tra i più giovani. L'unico pregio della pellicola è il suo messaggio contro l'alcoolismo. Probabilmente, se si fosse trattato di uno spot pubblicitario anziché di un film completo di trama, il messaggio sarebbe stato più appropriato. In generale, i film drammatici e realistici non sono il punto forte di Zemeckis, bravissimo a realizzare tutt'altro.
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williamd
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venerdì 6 febbraio 2015
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eroismo ed alcolismo
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L'aviatore, chiamato comunemente anche pilota, è quella persona che per professione trasporta persone da un posto ad un altro viaggiando tra le nuvole. In aria, quando l'aereo sfreccia a velocità inaudite e ad altezze proibitive, sulle spalle dell'aviatore grava il peso della vita di molte persone, le quali affidano nelle sue mani il controllo dei comandi dell'aereo e la scelta delle manovre.
Detto ciò è facile desumere che l'aviatore deve essere sempre al meglio delle proprie condizioni psicofisiche, è non c'è bisogno di discutere che se queste vengono a mancare l'aviatore non può decollare, in quanto, data la complessità e la pericolosità di questa professione, le probabilità di insuccesso del volo aumenterebbero significativamente.
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L'aviatore, chiamato comunemente anche pilota, è quella persona che per professione trasporta persone da un posto ad un altro viaggiando tra le nuvole. In aria, quando l'aereo sfreccia a velocità inaudite e ad altezze proibitive, sulle spalle dell'aviatore grava il peso della vita di molte persone, le quali affidano nelle sue mani il controllo dei comandi dell'aereo e la scelta delle manovre.
Detto ciò è facile desumere che l'aviatore deve essere sempre al meglio delle proprie condizioni psicofisiche, è non c'è bisogno di discutere che se queste vengono a mancare l'aviatore non può decollare, in quanto, data la complessità e la pericolosità di questa professione, le probabilità di insuccesso del volo aumenterebbero significativamente.
E cosa accadrebbe se l'aviatore si presentasse in cabina di volo dopo aver fatto assunzioni di cocaina e puzzando d'alcol? E cosa accadrebbe poi se a causa di un accidentale guasto del velivolo egli riuscisse, nonostante le sue precarie e deplorevoli condizioni, a portare in salvo sé stesso ed i passeggeri grazie ad un'improbabile manovra che quasi sicuramente nessun altro aviatore sarebbe riuscito a compiere?
E' questo il dilemma portato su grande schermo da Robert Zemeckis, che aggiunge al suo bottino un ulteriore film degno di ammirazione. Whip Whitaker (Denzel Washington) è da considerarsi come un eroe per aver compiuto un'impresa quasi impossibile, o è da considerarsi come un folle che meriterebbe la galera per essersi preso il comando di un aereo da ubriaco e da drogato, mettendo a repentaglio la vita di centinaia di persone e soprattutto tradendo la loro fiducia?
La risposta non è immediata ed il film fa riflettere a lungo anche sul dramma dell'alcolismo, di uomini come Whip che a causa dell'alcol sono privati della loro libertà e della propria dignità.
Ho trovato il film molto scorrevole ed emozionante (tranne per qualche calo di tono nel secondo atto), quello che mi ha colpito è la storia in sé e la regia, discreta l'interpretazione di Denzel Washington. Un film che consiglio vivamente e a cui assegno quattro stelle!!!!
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gianleo67
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domenica 1 febbraio 2015
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il cielo americano è sempre blu...sopra le nuvole
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Dopo il disastro in cui è riuscito miracolosamente a salvare 96 delle 102 persone a bordo del Boing dal lui pilotato, il comandante Whip Whitaker (Denzel Washington) deve allontanare da sè i sospetti che l'incidente sia dovuto ai suoi vizi etilici piuttosto che alla carente manutenzione dell'aereomobile. Tallonato dall'agenzia nazionale per la sicurezza del volo e dai sensi di colpa per la morte di una hostess con cui intratteneva una relazione sentimentale, ingaggerà una dura lotta con se stesso per combattere la sua dipendenza dall'alcool e le accuse infamanti che lo condurrebbero alla sbarra. Aiutato dal sindacato piloti, più interessato a scagionare la compagnia aerea, e da una giovane e bella alcolista conosciuta in ospedale, maturerà la consapevolezza che principi fondamentali quali onore e lealtà sono ben più importanti della sua stessa libertà.
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Dopo il disastro in cui è riuscito miracolosamente a salvare 96 delle 102 persone a bordo del Boing dal lui pilotato, il comandante Whip Whitaker (Denzel Washington) deve allontanare da sè i sospetti che l'incidente sia dovuto ai suoi vizi etilici piuttosto che alla carente manutenzione dell'aereomobile. Tallonato dall'agenzia nazionale per la sicurezza del volo e dai sensi di colpa per la morte di una hostess con cui intratteneva una relazione sentimentale, ingaggerà una dura lotta con se stesso per combattere la sua dipendenza dall'alcool e le accuse infamanti che lo condurrebbero alla sbarra. Aiutato dal sindacato piloti, più interessato a scagionare la compagnia aerea, e da una giovane e bella alcolista conosciuta in ospedale, maturerà la consapevolezza che principi fondamentali quali onore e lealtà sono ben più importanti della sua stessa libertà.
Sceneggiato dal talentuoso John Gatins e prodotto dallo stesso regista, questo è un film di Zemeckis a 18 carati, nel senso che ne ripercorre immancabilmente tanto le tematiche legate all'evoluzione interiore di personaggi contraddittori e controversi, quanto l'estetica dell'action drama di grande respiro (e durata: ben 138'!) che sa affrontare le paradossali ricadute della modernità nel quadro più generale di un discorso sui principi universali di un'umanità smarrita di fronte alle fragilità delle proprie debolezze (il denaro,la carriera,le convenienze politiche,le dipendenze,la rispettabilità sociale,la moralità). Come nel più riuscito e suo ultimo lungometraggio non di animazione 'Cast Away' (2000), all'incipit da 'disaster movie' segue la parabola di caduta e redenzione di un uomo che ha smarrito la bussola di un difficile equilibrio psicologico diviso tra un fallimento matrimoniale e una pericolosa deriva esistenziale, laddove la fede nelle proprie abilità professionali non pare più sufficiente a compensare un disagio interiore che lo conduce sulla rotta inesorabile e certa della dipendenza e dell'autodistruzione. Se è vero che Zemeckis mette la sordina di un registro latamente ironico al discorso politico sull'intreccio di interessi che ruotano attorno al mondo del trasporto aereo, egli si concentra più sul versante umano e sentimentale del lato oscuro di un eroismo di facciata, su di una 'sindrome del sopravvissuto' che, come per il Bridges di 'Fearless - Senza paura' (Peter Weir - 1993), conduce il personaggio di Denzel Washington al difficile percorso di un riscatto personale che lo traghetti al di là delle secche del nichilismo e del disimpegno sociale, per farlo planare, sano e salvo, sulla pista improvvisata di un Grand Giurì in cui vuotare finalmente il sacco e liberarsi dalle bugie e dalle mezze verità che sapeva di dire prima di tutto a se stesso. Troppo imbrigliato forse in un plot da 'legal drama' e nella inevitabile sottotrama sentimentale (a fin di bene) che finiscono per monopolizzare gran parte del film, è illuminato dalla rare comparsate del vulcanico pusher di John Goodman che, da abile rianimatore improvvisato, ci guida per mano nei segreti artigianali dell'Up&Down delle sostanze psicotrope. Nomination come miglior attore protagonista a Denzel Washington e migliore sceneggiatura originale a John Gatins, imbarca strada facendo, oltre al già citato Goodman, la bella tossica di Kelly Reilly e il Bruce Greenwood di 'Passenger 57 - Terrore ad alta quota'. Finale edificante e mestamente consolatorio perchè,si sa, il cielo (americano) è (sempre) blu sopra le nuvole.
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