matteo
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giovedì 14 dicembre 2023
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i clichè del capitalismo a passo di torpore
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Sono rimasto molto deluso da questo film di Cronenberg, le aspettative, lo ammetto, erano piuttosto alte. I film basato sui dialoghi ci può stare ma in questo direi che sono stati alquanto banali e stereotipai. La limousine, il cinismo del capiatale, il sesso come potere direi che non aggiungono niente di nuovo a ciò che già ci è stato presentato e soprattutto a ciò che possiamo immaginare essere. La critica al capitalismo diventa un gioco narcisistico di specchi dove il tempo corre troppo lento e la trama diventa insopportabile.Neanche la pulsione di morte del protagonista risveglia una riflessione audace. Di certo Cronenberg non verrà ricordato per questo.
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marcloud
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martedì 26 maggio 2020
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la profezia di cronenberg
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Osservare la crisi del capitalismo all'interno della limousine di Erick Packer, ricchissimo 28enne, mago dell'alta finanza. David Cronenberg porta in scena l'omonimo racconto di Don DeLillo, infarcito di dialoghi e prolisso dall'inizio alla fine. Lo spettro del capitalismo si aggira in un mondo ormai completamente soggiogato dai numeri della finanza e dalla tecnologia. Un film inesorabile dove il conflitto si esaurisce nel freddo calcolo davanti la morte (Pattinson) e la solitudine dell'individuo impotente al cospetto del sistema (Giamatti). Un film sicuramente non facile da digerire.
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francismetal
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mercoledì 21 giugno 2017
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morte al capitalismo!
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In questo film Cronenberg è riuscito a far recitare in maniera azzeccata l'idolo delle teenager della mia generazione... un film che loro nemmeno ora che sono in teoria adulte vedrebbero mai.
Mi ricorda "Il Giorno" dell'abate Parini, mostra minuziosamente tutti i capricci e i vizi di un giovane ricchissimo.
E' assolutamente surreale come questo ragazzo viva la sua vita, tra esami medici quotidiani per vivere più a lungo possibile, una moglie giovane e bellissima che conosce a malapena che ha visto poche volte, tutti i rapporti extraconiugali, il taglio di capelli, fino alla sua totale follia...
Quell'auto sembra una bolla di vetro, lì è al sicuro, mentre fuori c'è il mondo che lo c
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In questo film Cronenberg è riuscito a far recitare in maniera azzeccata l'idolo delle teenager della mia generazione... un film che loro nemmeno ora che sono in teoria adulte vedrebbero mai.
Mi ricorda "Il Giorno" dell'abate Parini, mostra minuziosamente tutti i capricci e i vizi di un giovane ricchissimo.
E' assolutamente surreale come questo ragazzo viva la sua vita, tra esami medici quotidiani per vivere più a lungo possibile, una moglie giovane e bellissima che conosce a malapena che ha visto poche volte, tutti i rapporti extraconiugali, il taglio di capelli, fino alla sua totale follia...
Quell'auto sembra una bolla di vetro, lì è al sicuro, mentre fuori c'è il mondo che lo contesta per i suoi crimini capitalisti
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howlingfantod
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martedì 15 marzo 2016
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il cupo cosmo
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Che uno poi non se lo aspetta un attore mainstream come Robert Pattinson divo osannato dalle teenager di tutto il modo per la sua tenebrosa aria da vampiro nella saga di Twilight e qui alle prese con un cinema d'autore e che riesca pure a superare egregiamente la prova nel ruolo di un giovanissimo multimiliardario paranoico, anaffettivo speculatore finanziario, che vuole a tutti i costi attraversare una New York paralizzata per farsi tagliare i capelli dal suo barbiere che sta dalla parte opposta. Un mondo fantastico, grottesco surreale e metafisico come solo un grande visionario come Cronenberg sa rendere e che trae spunto da un romanzo del suo simile De Lillo. ll regista che ha sempre avuto a genio ed a che fare con mostri, creature aliene e del doppio, in un mondo dove regna la violenza come componente caratteristica di ogni esperienza umana e società, qui si misura con la mistica potenza del denaro che corre nei circuiti digitali come come un mostro immateriale che avvelena e modifica le anime geneticamente.
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Che uno poi non se lo aspetta un attore mainstream come Robert Pattinson divo osannato dalle teenager di tutto il modo per la sua tenebrosa aria da vampiro nella saga di Twilight e qui alle prese con un cinema d'autore e che riesca pure a superare egregiamente la prova nel ruolo di un giovanissimo multimiliardario paranoico, anaffettivo speculatore finanziario, che vuole a tutti i costi attraversare una New York paralizzata per farsi tagliare i capelli dal suo barbiere che sta dalla parte opposta. Un mondo fantastico, grottesco surreale e metafisico come solo un grande visionario come Cronenberg sa rendere e che trae spunto da un romanzo del suo simile De Lillo. ll regista che ha sempre avuto a genio ed a che fare con mostri, creature aliene e del doppio, in un mondo dove regna la violenza come componente caratteristica di ogni esperienza umana e società, qui si misura con la mistica potenza del denaro che corre nei circuiti digitali come come un mostro immateriale che avvelena e modifica le anime geneticamente. L' espediente della Limousine, il suo incedere lento e fantasmatico, i dialoghi scavati e criptici, forse anche troppo dilatati, danno un tocco metafisico ed angosciante in linea con la narrazione. Cupo e misterioso.
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alberto pezzi
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lunedì 18 gennaio 2016
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la nostra epoca dalla "a" alla "z"
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RECENSIRE QUESTO FILM E’ DIFFICILE. E’ DIFFICILE PERCHE’ NON E’ PER TUTTI. HO LETTO PARECCHIE RECENSIONI NEGATIVE, A MIO PARERE FUORI LUOGO, CHE SECONDO ME NON HANNO CENTRATO NEANCHE LONTANAMENTE L’ OBIETTIVO DEL FILM. QUESTA PELLICOLA DI CRONENBERG (TRATTA DAL ROMANZO DI DON DELILLO) E’ UN ASSOLUTO CAPOLAVORO. OGNI PAROLA, OGNI FRASE, OGNI SILLABA PRONUNCIATA ALL’ INTERNO DEL FILM MERITA ASSOLUTA ATTENZIONE. IL FILM APRE MILLE PARENTESI SU ALTRETTANTI CANALI ENORMI DA ESPLORARE. ILLUMINATI, CAPITALISMO, TEMPO, MALATTIE MENTALI. L’ HO GUARDATO DUE VOLTE PER CERCARE DI CAPIRLO AL MEGLIO, MA NON C’E’ STORIA. SI POTREBBE PARLARE DEI CONCETTI E DEI MESSAGGI ESPRESSI DA QUEST’ OPERA PER ANNI.
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RECENSIRE QUESTO FILM E’ DIFFICILE. E’ DIFFICILE PERCHE’ NON E’ PER TUTTI. HO LETTO PARECCHIE RECENSIONI NEGATIVE, A MIO PARERE FUORI LUOGO, CHE SECONDO ME NON HANNO CENTRATO NEANCHE LONTANAMENTE L’ OBIETTIVO DEL FILM. QUESTA PELLICOLA DI CRONENBERG (TRATTA DAL ROMANZO DI DON DELILLO) E’ UN ASSOLUTO CAPOLAVORO. OGNI PAROLA, OGNI FRASE, OGNI SILLABA PRONUNCIATA ALL’ INTERNO DEL FILM MERITA ASSOLUTA ATTENZIONE. IL FILM APRE MILLE PARENTESI SU ALTRETTANTI CANALI ENORMI DA ESPLORARE. ILLUMINATI, CAPITALISMO, TEMPO, MALATTIE MENTALI. L’ HO GUARDATO DUE VOLTE PER CERCARE DI CAPIRLO AL MEGLIO, MA NON C’E’ STORIA. SI POTREBBE PARLARE DEI CONCETTI E DEI MESSAGGI ESPRESSI DA QUEST’ OPERA PER ANNI. TUTTO E’ TREMENDAMENTE ATTUALE, CONTEMPORANEO, TUTTO E’ TERRIBILMENTE ASSURDO E VERO. COMPRESA LA MALATTIA DEL PROTAGONISTA, CHE PER NON SPAVENTARE, E’ MEGLIO NON APPROFONDIRE. TUTTO IN QUESTO FILM E’ TALMENTE LIMPIDO E NITIDO DA FAR RABBRIVIDIRE. LO CONSIGLIO A TUTTI. PATTINSON E’ STRAORDINARIO NEL SUO RUOLO, IL CAST E’ PERFETTO CON LA CHICCA PAUL GIAMATTI. CRONENBERG SI CONFERMA UNO DEI PIU’ GRANDI REGISTI ESISTENTI. PER ME, FILM ASSOLUTAMENTE STRAORDINARIO, CHE GIORNO DOPO GIORNO SI RADICHERA’ SEMPRE PIU’ NELLE NOSTRE VITE. PER QUESTO BISOGNA STARE ATTENTI. GUARDATELO!!
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marione
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venerdì 11 settembre 2015
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piatto e noioso
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Cercando di raccontare la crisi caotica della società moderna Cronemberg ne diventa complice proponendo un film piatto, sciatto e confuso il cui maggior difetto è di essere profondamente noioso. Il mondo moderno, pieno di contraddizioni, è molto più complesso, problematico, colorato, variegato, doloroso di quanto viene raccontato in questo brutto grigio film.
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cri883
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domenica 17 maggio 2015
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film da evitare
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Ciao..sono imbattuta x caso in questo film..film decisamente da evitare tra i peggiori che ho mai visto senza capo ne coda...film lento si svolge per lo piu su una limousine ,con eventi e dialoghi improbabili e lenti..
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dandy
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domenica 19 aprile 2015
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pilota un pò automatico.
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Dopo "A Dangerous Method",Cronenberg sceneggia e adatta con poche libertà l'omonimo romanzo di Don DeLillo(che nel 2004 aveva intuito la crisi finanziaria e anticipato i movimenti di protesta contro "Wall Street").L'itinerario nell'arco di un giorno intero di uno squalo finanziario che poco a poco prende inutilmente coscienza di sè e dei propri errori,in una New York impraticabile e forsennata(in realtà una Tornoto molto ben camuffata).Un'altra storia "normale" per il regista,che rende con abilità la discesa agli inferi del protagonista sfruttando gli spazi angusti della limo dove si svolge gran parte della vicenda e usa il campo/controcampo in modo magistrale.
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Dopo "A Dangerous Method",Cronenberg sceneggia e adatta con poche libertà l'omonimo romanzo di Don DeLillo(che nel 2004 aveva intuito la crisi finanziaria e anticipato i movimenti di protesta contro "Wall Street").L'itinerario nell'arco di un giorno intero di uno squalo finanziario che poco a poco prende inutilmente coscienza di sè e dei propri errori,in una New York impraticabile e forsennata(in realtà una Tornoto molto ben camuffata).Un'altra storia "normale" per il regista,che rende con abilità la discesa agli inferi del protagonista sfruttando gli spazi angusti della limo dove si svolge gran parte della vicenda e usa il campo/controcampo in modo magistrale.La quasi totale mancanza di azione e i dialoghi(arguti va detto)finisco però per appesantire,e il finale appare irrisolto.Insomma manca il tocco personale di un regista che ha saputo trarre dalle proprie ossessioni alcuni dei film più memorabili di sempre.I fan(e non solo)disapproveranno,ma almeno per la prima volta Robert Pattinson si comporta da attore,ossia recita.E non si tira indietro di fronte a un esame alla prostata!Ma naturalmente non poteva non tornare a a fare il vampiro(si fa per dire)nella saga di Twilight subito dopo questo film.....
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dario
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martedì 24 marzo 2015
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claustrofobico
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La tesi per cui il capitalismo è il male assoluto è vecchia e solitamente trattata in modo superficiale. Qui è anche peggio. Non è cosa per la fantasia di Cronenberg, il quale, alla pari di Eastwood e del cinema americano, non se la cava allointandosi dall'azione, vuoi reale vuoi metaforica. Cronenberg insiste e ci dà un prodotto verboso, claustrofobico, zeppo di citazioni da quattro soldi, allucinato in modo artificale. Non aiutano un Pattinson spiritato e un Giamatti gigione anche perchè la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti, non ci sono idee. E' un mortorio dall'inizio alla fine. Cronenberg non sa bene di cosa sta parlando. Una noia patinata.
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La tesi per cui il capitalismo è il male assoluto è vecchia e solitamente trattata in modo superficiale. Qui è anche peggio. Non è cosa per la fantasia di Cronenberg, il quale, alla pari di Eastwood e del cinema americano, non se la cava allointandosi dall'azione, vuoi reale vuoi metaforica. Cronenberg insiste e ci dà un prodotto verboso, claustrofobico, zeppo di citazioni da quattro soldi, allucinato in modo artificale. Non aiutano un Pattinson spiritato e un Giamatti gigione anche perchè la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti, non ci sono idee. E' un mortorio dall'inizio alla fine. Cronenberg non sa bene di cosa sta parlando. Una noia patinata.
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fujiko nime
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martedì 14 ottobre 2014
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la contaminazione del denaro
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Cronemberg accosta al suo consueto simbolismo una nuova visione del mondo e ne descrive la follia raccontando il metaforico viaggio in limousine di un giovani multi milionario ossessionato dalla simmetria. L' auto, strumento simbolo del progresso e status symbol, è il mezzo con cui il protagonista muove la sua metamorfosi interiore che lo porterà all' autodistruzione; un viaggio in una città sconvolta da proteste, da parate di potere e dalla morte di un artista, un viaggio fatto di incontri di affari e di sesso, un viaggio di affari e di fame. Già fame, fame di potere, fame di vita, fame di denaro, fame di sesso, fame di controllo e di proprietà. Un desiderio di quel tutto che si traduce in follia, una follia asettica e quasi vacua.
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Cronemberg accosta al suo consueto simbolismo una nuova visione del mondo e ne descrive la follia raccontando il metaforico viaggio in limousine di un giovani multi milionario ossessionato dalla simmetria. L' auto, strumento simbolo del progresso e status symbol, è il mezzo con cui il protagonista muove la sua metamorfosi interiore che lo porterà all' autodistruzione; un viaggio in una città sconvolta da proteste, da parate di potere e dalla morte di un artista, un viaggio fatto di incontri di affari e di sesso, un viaggio di affari e di fame. Già fame, fame di potere, fame di vita, fame di denaro, fame di sesso, fame di controllo e di proprietà. Un desiderio di quel tutto che si traduce in follia, una follia asettica e quasi vacua.
Il topo, portatore di malattia, diviene la protezione della moneta mondiale, il topo come oggetto di scambio. La trasmutazione del corpo è questa volta non più corporea, la prostata asimmetrica è una normale imperfezione, ma genera una perdita di controllo totale e un' infezione che definirei "sociale".
Un Coronemberg forse criptico, ma sempre nel pieno della sua forma, forse incomprensibile ai più ma d' altro canto i suoi film non sono per tutti.
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