k. s. stanislavskij
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lunedì 28 maggio 2012
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il film più inutile e scassac.. degli ultimi anni
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contenuti inesistenti, banalissimi e privi di profondità per forme velleitarie e vuote, che si vorrebbero teatrali iper-surreal cerebrali, ma sono solo una rottura di cugghiuna micidiale..
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filippo catani
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lunedì 28 maggio 2012
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schiavo del denaro
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Un giovane rampante della finanza newyorchese passa le sue giornate in giro con la propria limousine dotata di ogni confort ma soprattutto dotata di pannelli per tenere sotto controllo le borse mondiali. Una mattina, nonostante la presenza del presidente degli USA in città e di un corteo di protesta, il giovane intende attraversare New York per sistemare il taglio di capelli. Lungo il tragitto avrà modo di confrontarsi con diversi interlocutori.
Riducendo il tema del film all'osso si potrebbe dire che la pellicola riprende il vecchio adagio che i soldi non fanno la felicità. Certo è che di spunti interessanti ce ne sono eccome. Intanto partendo dal protagonista si può vedere un giovane di 28 anni che apparentemente potrebbe e può avere tutto ciò che vuole ma che è finito per essere annientato dalla vita.
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Un giovane rampante della finanza newyorchese passa le sue giornate in giro con la propria limousine dotata di ogni confort ma soprattutto dotata di pannelli per tenere sotto controllo le borse mondiali. Una mattina, nonostante la presenza del presidente degli USA in città e di un corteo di protesta, il giovane intende attraversare New York per sistemare il taglio di capelli. Lungo il tragitto avrà modo di confrontarsi con diversi interlocutori.
Riducendo il tema del film all'osso si potrebbe dire che la pellicola riprende il vecchio adagio che i soldi non fanno la felicità. Certo è che di spunti interessanti ce ne sono eccome. Intanto partendo dal protagonista si può vedere un giovane di 28 anni che apparentemente potrebbe e può avere tutto ciò che vuole ma che è finito per essere annientato dalla vita. Le sue uniche ambizioni sono la speculazione valutaria, intrattenere rapporti con giovani che sognano di diventare come lui e intrattenere rapporti sessuali solo per il gusto di farlo ma che alla lunga non gli procurano nessun tipo di appagamento. Vive in una lussuosa campana di vetro rappresentata dalla limousine blindata e ricoperta di sughero che gli serve per sfuggire dal mondo e dai suoi nemici e per non vedere o fingere di non vedere ciò che gli accade intorno (ad esempio quando si trova in mezzo alla manifestazione). Il ragazzo è alla ricerca di emozioni sempre più forti per cercare di sfuggire al torpore esistenziale in cui si trova (tipo cercare di farsi sparare con un taser) ed è convinto di poter comprare qualsiasi cosa (come nel caso della collezione d'arte dicendo che non è un patrimonio di tutti ma solo di chi fa un'offerta più alta). Il tutto è arricchito da numerose frasi a effetto come quando il miliardario si chiede se abbia ancora un senso che esistano persone intenzionate ad uccidere il presidente degli Usa dal momento che (sottointeso) sono altri i poteri forti che muovono il mondo (fondi di investimento). In questo viaggio che compie lungo la città e metaforicamente dentro se stesso il supermiliardario Pattinson finirà per incontrare la sua nemesi Giamatti che rappresenta colui che è stato ad un passo dalla ricchezza ma è impazzito ed è stato spazzato via. Posto che questa sequenza finale poteva anche essere leggermente accorciata, è possibile fare un plauso sia allo strepitoso Giamatti ma anche a un Pattinson alla disperata ricerca di liberrasi dal ruolo del vampiro idolo delle teenagers e che pare ci stia riuscendo regalando una buona interpretazione.
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hidalgo
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lunedì 28 maggio 2012
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la nostra buia era secondo cronenberg
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Lo spettro del (cyber) capitalismo si aggira per il mondo ed Eric Packer, giovane ed annoiato multimilionario, gira per le strade impazzite di New York rintanato nella sua limousine con l'unico scopo di arrivare dal suo barbiere di fiducia per farsi aggiustare il taglio. E magari di sopravvivere a un misterioso attentatore che lo vuole morto. Cosmopolis è uno dei film più difficili e freddi del Maestro Cronenberg; una parabola visionaria e angosciante sulla tragicità dei nostri tempi, segnati dal capitalismo e dal cinismo e dall'ambizione sfrenata che ci rende avidi e insensibili al mondo. La limousine bianca di Packer è la metafora di una chiusura a questo mondo, di un luogo sicuro ed inviolabile dove il protagonista si estranea alla relatà e vive la sua vita fatta di continui check up, di sesso e di noccioline.
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Lo spettro del (cyber) capitalismo si aggira per il mondo ed Eric Packer, giovane ed annoiato multimilionario, gira per le strade impazzite di New York rintanato nella sua limousine con l'unico scopo di arrivare dal suo barbiere di fiducia per farsi aggiustare il taglio. E magari di sopravvivere a un misterioso attentatore che lo vuole morto. Cosmopolis è uno dei film più difficili e freddi del Maestro Cronenberg; una parabola visionaria e angosciante sulla tragicità dei nostri tempi, segnati dal capitalismo e dal cinismo e dall'ambizione sfrenata che ci rende avidi e insensibili al mondo. La limousine bianca di Packer è la metafora di una chiusura a questo mondo, di un luogo sicuro ed inviolabile dove il protagonista si estranea alla relatà e vive la sua vita fatta di continui check up, di sesso e di noccioline. Ma la vita reale è la fuori, dove i "topi" impazzano e la gente muore ed Eric versa una lacrima per il suo amico rapper, forse anche deluso dal fatto che sia morto semplicemente di morte naturale. Packer ha tutto, è convinto di poter dominare il mondo e se ne frega se le strade di New York sono bloccate perchè il Presidente degli Stati Uniti è in città; lui vuole raggiungere il suo barbiere. E' abituato ad avere tutto, avrà anche questo ma il suo mondo "virtuale" e il suo impero economico crolleranno a causa dello yen e così il "golden boy" abbandonerà la sua limousine per "scendere" nel mondo di tutti noi,uccidendo la sua guardia del corpo perchè quello è l'unico modo di liberarlo e cercando lui stesso la medesima liberazione nell'incontro finale con la sua Nemesi. Cronenberg immagina, vede il crollo dell'economia. Dipinge una New York esasperata e mai così cupa, spinge il piede sul pedale del verbo e imbottisce la sua opera di dialoghi da seguire con estrema concentrazione e da immagazzinare nella memoria come merce preziosa. Si assume un bel rischio scegliendo come protagonista l'ex vampiro Robert Pattinson che non sfigura ma nemmeno regala una prestazione degna di nota. Un film che propabilmente non sbancherà i botteghini e forse non sarà nemmeno capito appieno, ma i fan di Cronenberg possono ritenersi più che soddisfatti.
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flyanto
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lunedì 28 maggio 2012
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una metafora sul capitalismo contemporaneo ormai i
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Film ambientato tutto all'interno di una limousine nel corso di un'intera giornata lavorativa di un ricco magnate. La fin troppo chiara metafora della crisi del capitalismo contemporaneo (di cui è simbolo il giovane e ricco magnate interpretato da Robert Pattinson) viene abbondantemente intrisa da dialoghi ricchi di metafore e di massime che rendono la realizzazione ed il contenuto della pellicola artificiosa e sovrabbondante. Strutturato quasi come una pièce teatrale appartenente al teatro dell'assurdo il film trova finalmente il suo epilogo nel finale dialogo tra Pattinson e il bravo Paul Giamatti, ma nel complesso esso, a me personalmente, pare solo essere solo un esercizio di stile da parte del regista David Cronenemberg e nulla di più.
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Film ambientato tutto all'interno di una limousine nel corso di un'intera giornata lavorativa di un ricco magnate. La fin troppo chiara metafora della crisi del capitalismo contemporaneo (di cui è simbolo il giovane e ricco magnate interpretato da Robert Pattinson) viene abbondantemente intrisa da dialoghi ricchi di metafore e di massime che rendono la realizzazione ed il contenuto della pellicola artificiosa e sovrabbondante. Strutturato quasi come una pièce teatrale appartenente al teatro dell'assurdo il film trova finalmente il suo epilogo nel finale dialogo tra Pattinson e il bravo Paul Giamatti, ma nel complesso esso, a me personalmente, pare solo essere solo un esercizio di stile da parte del regista David Cronenemberg e nulla di più.
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catarsiaffa
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lunedì 28 maggio 2012
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"tedium vitae" nel nuovo millennio
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Dialoghi ermetici. Termini tecnici. Risposte pronte. Retorica pungente.
Questi sono gli ingredienti per essere un leader nel nuovo millennio ed Erick Parker sembra esserne al corrente.
Per avere successo devi crescere repentinamente, devi catapultarti nel mondo degli adulti che fino a poco tempo prima ti sembrava irraggiungibile, devi dimenticare la tua età anagrafica per fare spazio ad un'età sociorelazionale che non ha alcun tipo di legame con la prima.
Devi lasciarti alle spalle il passato per proiettarti nel futuro, nel caos plastico degli affari, dell'innovazione, del denaro, dei giochi di potere.
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Dialoghi ermetici. Termini tecnici. Risposte pronte. Retorica pungente.
Questi sono gli ingredienti per essere un leader nel nuovo millennio ed Erick Parker sembra esserne al corrente.
Per avere successo devi crescere repentinamente, devi catapultarti nel mondo degli adulti che fino a poco tempo prima ti sembrava irraggiungibile, devi dimenticare la tua età anagrafica per fare spazio ad un'età sociorelazionale che non ha alcun tipo di legame con la prima.
Devi lasciarti alle spalle il passato per proiettarti nel futuro, nel caos plastico degli affari, dell'innovazione, del denaro, dei giochi di potere.
Difficile però riuscire a sopire l'inconscio, riuscire ad acquietare la voglia di non separarsi dalle sensazioni, dai luoghi che ti ricordano l'infanzia e che ti fanno percepire un po' di quel calore umano che adesso è soltanto un lontano ricordo.
Parker apparentemente ci è riuscito.
Ha un lavoro prestigioso, una limousine dotata di ogni comfort immaginabile, un autista, delle guardie del corpo, una quantità incommensurabile di soldi, una moglie bellissima, numerose amanti, dei collaboratori fidati, degli amici.
Sotto questa patina dorata si cela però un "tedium vitae" che attanaglia la sua esistenza, che lo spinge a cercare nuovi stimoli, a fare nuove esperienze, a raggiungere il culmine del piacere ed il culmine del dolore senza però acquietare un male di vivere assai radicato.
Mente complessa, travagliata da riflessioni sulla morte e sull'esistenza, spiccata sensibilità a tratti malcelata, comportamenti spesso bambineschi che stridono con il ruolo che ricopre, Erick decide una mattina di "andare ad aggiustare il taglio" dall'altra parte della città, dal barbiere che l'ha visto nascere, perfettamente consapevole del fatto che ciò lo costringerà a passare l'intera giornata all'interno della propria limo. New York è infatti paralizzata da manifestazioni, dal timore che si verifichino degli attentati contro il presidente, dal traffico inevitabilmente congestionato che scorre a passo d'uomo.
Nell'arco di 24 ore, tramite scene sconnesse, flash di una quotidianità che si ripete periodicamente, ricostruiamo il puzzle di un'esistenza rappresentativa del secolo che stiamo vivendo: l'incomunicabilità tra le persone, la totale mancanza della condivisione, la corsa contro il tempo per anticipare le tendenze socio-economiche, il tentativo di preservarsi dalla morte tramite dei controlli medici eccessivi, il legame ormai quasi inesistente sesso-amore ed amore-sesso, la ricerca della perfezione vista come simmetria, inflessibilità, ordine, quando di fatto la soluzione "è sempre stata l'asimmetria".
Un Robert Pattinson credibile, il giusto compromesso tra un adulto ed un ragazzino, il giusto compromesso tra una buona recitazione ed una sensualità accattivante. Dopotutto, "virtus in medio stat".
Una Juliette Binoche carismatica, sebbene si tratti di una fugace apparizione.
Una algida Sarah Gadon perfettamente calata nel ruolo della ricca intellettuale, moglie di Parker.
Un Paul Giamatti che non delude, intenso, disperato, lucidamente folle.
Un David Cronenberg che fa discutere, che spacca la critica anche a Cannes, che dopo "A Dangerous Method" è riuscito a rinnovarsi ulteriormente.
Consiglio caldamente di andarlo a vedere, quantomeno per percepirne la portata innovativa, indipendentemente dal fatto che questa risulti o meno di vostro gradimento.
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[+] "tedium vitae"ok
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mucixx
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lunedì 28 maggio 2012
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ma come si fa a proporre un film cosi?
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Un pessimo film. Voleva essere un grande film ed è uscita una grande cavolata. Spendete i soldi e soprattutto il tempo in altro.
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i'libano
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lunedì 28 maggio 2012
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attuale!
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Film veramente molto attuale,certo non per tutti.
Estremamente attuale e originale,l'intera vicenda è basata su dialoghi e incontri con persone affiancate al Capitalismo.
Siamo tutti vittime del capitalismo,una società lasciata "a se stessa" non esistono più valori,non esiste più niente.
comanda il dio denaro e con se distrugge ogni tipo di speranza.quando l'era del capitalismo finirà(e non tra molto) ci sarà un completo abbandono a noi stessi,un ritorno alle origini umane.CONSIGLIATISSIMO NON ASPETTATEVI UN FILM CON UNA TRAMA SPECIFICA.
IL FILM VUOLE RACCONTARE UN'IDEA,UN'EPOCA,UN PRESENTE insignificante!
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bandy
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domenica 27 maggio 2012
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grande delusione
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Ho trovato questo film molto noioso,con una trama abbastanza strampalata.
Alcuni spettatori sono usciti a metà film,volevo fare lo stesso.
In compenso io mi sono addormentato.
Andate a vedere qualcos' altro non buttate via i soldi....
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marco michielis
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domenica 27 maggio 2012
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lo spettro del capitalismo
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Nel giorno del trionfo di "Amour" di Haneke a Cannes, sono andato a vedermi "Cosmopolis" di Cronenberg, altro film in concorso al festival.
La ricerca tutta personale avviata dal regista canadese nei suoi ultimi film prosegue, e questa volta, dopo che era stata affrontata la psicoanalisi, tocca al capitalismo e alla nostra società essere indagati. In una New York presentataci come il simbolo del nostro mondo corrotto (Cosmopolis, per l'appunto, città e cosmo), lo"spettro del capitalismo", come lo definisce Cronenberg, seppur in maniera indiretta, scimmiottando Marx, Eric Packer, incontra diversi personaggi, anch'essi simboli, dell'avidità, della purezza, della passione smodata, ecc, fino a ritrovarsi faccia a faccia con l'uomo che da tantissimo tempo minaccia di ucciderlo.
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Nel giorno del trionfo di "Amour" di Haneke a Cannes, sono andato a vedermi "Cosmopolis" di Cronenberg, altro film in concorso al festival.
La ricerca tutta personale avviata dal regista canadese nei suoi ultimi film prosegue, e questa volta, dopo che era stata affrontata la psicoanalisi, tocca al capitalismo e alla nostra società essere indagati. In una New York presentataci come il simbolo del nostro mondo corrotto (Cosmopolis, per l'appunto, città e cosmo), lo"spettro del capitalismo", come lo definisce Cronenberg, seppur in maniera indiretta, scimmiottando Marx, Eric Packer, incontra diversi personaggi, anch'essi simboli, dell'avidità, della purezza, della passione smodata, ecc, fino a ritrovarsi faccia a faccia con l'uomo che da tantissimo tempo minaccia di ucciderlo. Tratto dall'omonimo romanzo di Don DeLillo, il film si presenta come una forte critica alla società del nostro tempo, divisa tra sfruttatori, chiusi nel loro mondo preciso, ricco e perfetto come l'interno di una limousine, e sfruttati. Ma tale universo, pur contraddittorio, è in profonda crisi, ed è così che il carnefice, Eric, interpretato bene da un Pattinson che, del resto, anche qui deve perlopiù fare la parte del bel tenebroso, può ritrovarsi facilmente alla mercè della vittima (Paul Giamatti), avendo ormai constatato la crisi dei propri viziosi ideali ed essendosi immerso in un processo di irrimediabile autodistruzione. Sceneggiatura eccezzionale, peccato per l'insolita scarsa creatività stilistica di Cronenberg. Molto consigliato, in ogni caso.
P.S. Molti elementi di quet'opera rimandano a Taxi driver (l'inquadratura iniziale del paraurti, la pistola, il tentativo di omicidio in una palazzina, la colazione con la moglie), sembra quasi che la vicenda di Travis sia stata ribaltata. Non dovrei essere stato l'unico a notarlo, spero me lo confermiate, fino ad adesso non ho ancora trovato una recensione che evidenzi il parallelo.
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[+] martin scorsese e e david cronenberg!!!!????? si
(di weach )
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gianbond
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domenica 27 maggio 2012
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meglio una kronenburg
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Era da tempo che non vedevo un film così inutile e noioso. La noiosità di un film la valuto in quante volte guardo l'ora durante la proiezione. Neanche una volta= capolavoro, 1 volta=bel film, 2 volte= abbastanza bello e così via. Per Cosmopolis penso di aver guardato il quadrante dell'orologio una decina di volte= come la corazzata Potemkin secondo Fantozzi, che invece è un gran bel film al confronto.
Probabilmente Cronenberg si sente un gran figo a fare certi film che capisce solo lui, ma a parte l'ottima fotografia il film non trasmette alcunchè. Pensavo di trarre delle lezioni sulla fine del capitalismo e sui possibili rimedi, invece ho assistito solo a dialoghi assurdi al limite della paranoia e a una trama inesistente.
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Era da tempo che non vedevo un film così inutile e noioso. La noiosità di un film la valuto in quante volte guardo l'ora durante la proiezione. Neanche una volta= capolavoro, 1 volta=bel film, 2 volte= abbastanza bello e così via. Per Cosmopolis penso di aver guardato il quadrante dell'orologio una decina di volte= come la corazzata Potemkin secondo Fantozzi, che invece è un gran bel film al confronto.
Probabilmente Cronenberg si sente un gran figo a fare certi film che capisce solo lui, ma a parte l'ottima fotografia il film non trasmette alcunchè. Pensavo di trarre delle lezioni sulla fine del capitalismo e sui possibili rimedi, invece ho assistito solo a dialoghi assurdi al limite della paranoia e a una trama inesistente.
Al posto di una palma anche solo di legno, possiamo consegnare a Cronenberg al massimo un dattero. E nemmeno dei più maturi.
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[+] cambia genere
(di hidalgo)
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