daedo23
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martedì 29 maggio 2012
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inspiegabile!!!
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Entrando in sala speravo di godermi un bel film...ma così non è stato! Dopo metà del film ho pensato che forse non ero dello stato d' animo giusto per guardare una pellicola di questo genere, subito dopo però della gente si alzata ed è uscita di sala!
Noioso, insulso, brutto e a tratti imbarazzante!
Andate a vederlo!
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g. c.
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martedì 29 maggio 2012
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film impegnativo, ma da vedere
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L'attore Robert Pattinson ha fatto decisamente un salto in lungo e in avanti con la sua carriera.
"Cosmopolis" è un film decisamente NON adatto a tutti, NON adatto a chi vuole passare un'ora e mezza circa di svago in quanto il film non è leggero, anzi è un film molto impegnativo e cupo.
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L'attore Robert Pattinson ha fatto decisamente un salto in lungo e in avanti con la sua carriera.
"Cosmopolis" è un film decisamente NON adatto a tutti, NON adatto a chi vuole passare un'ora e mezza circa di svago in quanto il film non è leggero, anzi è un film molto impegnativo e cupo.
Pattinson ha saputo calarsi perfettamente nel ruolo di Eric Packer, giovane rampante con una carriera in ascesa, attraversa Manhattan a bordo di una limousine bianca per raggiungere il vecchio barbiere del padre, da cui intende farsi tagliare i capelli. Durante il tragitto riceve nella sua auto i consulenti della sua azienda per affrontare una crisi finanziaria. Contemporaneamente si trova in una grossa manifestazione di massa anticapitalista durante la quale arriva una minaccia alla sua persona.
Ambientazione cupa, serrata e dai dialoghi non continui ma significativi, significativi almeno quanto i personaggi che ruotano attorno alla figura di Eric, ci sono anche alcune scene decisamente spinte e che conferiscono all'attore un aspetto molto erotico.
Quindi a mio modo di vedere sì, è un film da vedere, da vedere con attenzione perché ne vale la pena.
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thismustbetheplace
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martedì 29 maggio 2012
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claustrofobico. come la vita.
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Troppo verbale. frasi come scioglilingua ma alla fine molto efficace per il senso di follia che trasmette. Un grande Paul Giamatti.
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weach
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lunedì 28 maggio 2012
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un tentativo di disgregazione riuscito
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L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo, stimola il progresso, facendo nascere l'evoluzione(Albert Einstein).
Credo al Dio di Spinoza che si rivela nell'armonia di tutto ciò che esiste,Ma non in un Dio che si occupa del destino e delle azioni degli esseri umani ( Albert Einstein)
Spesso Immaginiamo un Dio che pensa, un Dio che agisce etcc , tutte cose tipiche degli esseri umani.
Dio per molti di noi non è altro che un essere come noi , si ma con i super poteri.
Spinoza rifiuta questo concetto per lui Dio è un essere totalmente differente da come riusciamo ad immaginarlo;possiamo solo considerarlo come qualcosa da cui tutto deriva e che è presente in tutto ( in questo senso noi siamo Dio ,siamo parte dell' uno).
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L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo, stimola il progresso, facendo nascere l'evoluzione(Albert Einstein).
Credo al Dio di Spinoza che si rivela nell'armonia di tutto ciò che esiste,Ma non in un Dio che si occupa del destino e delle azioni degli esseri umani ( Albert Einstein)
Spesso Immaginiamo un Dio che pensa, un Dio che agisce etcc , tutte cose tipiche degli esseri umani.
Dio per molti di noi non è altro che un essere come noi , si ma con i super poteri.
Spinoza rifiuta questo concetto per lui Dio è un essere totalmente differente da come riusciamo ad immaginarlo;possiamo solo considerarlo come qualcosa da cui tutto deriva e che è presente in tutto ( in questo senso noi siamo Dio ,siamo parte dell' uno).
Questo Dio non pensa, non agisce come un uomo semplicemente è ,senza soluzione di discontinuità.
E Dio ti ascolta perché tu sei Dio senza discontinuità.
Quando riesci a volare senza le ali sei libero ed esplode il Dio che è in te e la grandiosità riaffiora in te e tutta la sua mirabile perfezione.
L'illuminazione è di chi ritrova la via maestra e la propria essenza Divina, tutto il resto è nulla.
Ecco noi siamo ora l'inizio , tutto il creato , tutto ,ogni forma di energia che si ridefinisce nella sua perfetta circolarità.
Mi dirai ma coso c'entra tutto ciò con il film??????????
Ma David Cronenberg parla di questo ?
Direi di si o per lo meno lo ho sperato sino all'ultimo fotogramma.
Una ricerca estetica di sicuro rilievo, un 'ambientazione surreale sono il corollario di questa storia che appare prevalentemente introspettiva.,onirica, trasognata, infelice .
Cosa vogliamo conservare di questo lavoro , comunque intenso come sempre???
Il vuoto che circonda noi tutti nel momento delle nostre assenze.
buona visione
weach illiminati
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tiamaster
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lunedì 28 maggio 2012
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il denaro che distrugge l'anima.
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Per quanto mi riguarda i migliori film sul consumismo resteranno FIGHT CLUB e INTO THE WILD (tra l'altro entrambi sono tra i miei film preferiti).Cosmopolis colpisce subito per tutta una serie di motivi.Prima di tutto la claustrofobia che trasmette la pellicola,cupa e angosciante sia dentro la limousine,che fuori.Anche la regia è incredibile,e il talento visionario di cronenberg,come tutti ben sanno,è incredibile.Il film vanta ottime interpretazioni,inutile citare PAUL GIAMATTI,che qui meriterebbe almeno una NOMINATION AI PROSSIMI OSCAR.Efficace,potente,ottimamente realizato,geniale,visionario ma non pienamente soddisfacente.Nonostante tutto la visione è imperdibile.
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Per quanto mi riguarda i migliori film sul consumismo resteranno FIGHT CLUB e INTO THE WILD (tra l'altro entrambi sono tra i miei film preferiti).Cosmopolis colpisce subito per tutta una serie di motivi.Prima di tutto la claustrofobia che trasmette la pellicola,cupa e angosciante sia dentro la limousine,che fuori.Anche la regia è incredibile,e il talento visionario di cronenberg,come tutti ben sanno,è incredibile.Il film vanta ottime interpretazioni,inutile citare PAUL GIAMATTI,che qui meriterebbe almeno una NOMINATION AI PROSSIMI OSCAR.Efficace,potente,ottimamente realizato,geniale,visionario ma non pienamente soddisfacente.Nonostante tutto la visione è imperdibile.I dialoghi sono geniali.Più che buono.
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il foratto
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lunedì 28 maggio 2012
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pattinson, eterno vampiro
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La trama è quanto di più semplice e lineare si possa chiedere ad un film che va inserito in quel grande ed elitario cinema definito “impegnato” e “d’autore”.
Un giovanissimo ultramilionario americano, di quelli della peggior specie, decide, nonostante i vani tentativi di dissuasione da parte dei propri agenti di sicurezza che temono per la di lui incolumità, di attraversare l’intera città di New York (città quest’ultima, in preda alla più grande crisi economica di sempre) a bordo della sua super limousine/appartamento/ufficio/centro ospedaliero, per farsi sistemare il taglio dei capelli dal proprio barbiere di fiducia.
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La trama è quanto di più semplice e lineare si possa chiedere ad un film che va inserito in quel grande ed elitario cinema definito “impegnato” e “d’autore”.
Un giovanissimo ultramilionario americano, di quelli della peggior specie, decide, nonostante i vani tentativi di dissuasione da parte dei propri agenti di sicurezza che temono per la di lui incolumità, di attraversare l’intera città di New York (città quest’ultima, in preda alla più grande crisi economica di sempre) a bordo della sua super limousine/appartamento/ufficio/centro ospedaliero, per farsi sistemare il taglio dei capelli dal proprio barbiere di fiducia. Durante il viaggio il protagonista incontrerà una serie di personaggi, strettamente legati alla sua posizione, e verrà informato di essere in pericolo di vita.
Il film è senza dubbio lento, lentissimo, quasi fermo, e l’incedere affannato dell’auto, nella quale si svolge gran parte della trama, non fa altro che accentuare questa quasi immobilità resa comunque di grande effetto dall’esperto regista.
A David Cronenberg, storico e maniacale sezionatore del corpo in tutti gli aspetti, vanno sicuramente riconosciuti almeno due meriti:
Il primo sicuramente è quello di aver centrato in pieno, la scelta dell’attore principale, tanto che, la parte del protagonista è l’aspetto più riuscito del film. Robert Pattinson, dal canto suo, ha già qualche anno di esperienza alle spalle circa il ruolo del vampiro di turno.
L’unica differenza questa volta risiede solamente nel fatto che ad un’ingordigia di sangue, romantica e di stokeriana memoria (mediocremente riuscita con Twilight), si lascia il posto ad una cinica, molto più antica e nello stesso tempo ultra contemporanea, sete atavica di potere e ricchezza.
L’altro merito che bisogna rilevare è il coraggio con il quale il regista ha voluto affrontare la vicenda, concentrandosi (non senza esagerare purtroppo) sul come, sul modo in cui trattarla piuttosto che sul cosa raccontare in sé.
L’errore di valutazione quindi, secondo me, è stato quello di ritenere accattivanti per il cinema (in maniera quasi ossessiva) dei dialoghi a volte a dir poco estenuanti (ricopiandoli per intero dal romanzo di De Lillo), col risultato di tediare, quasi inevitabilmente, uno spettatore già poco aiutato da una linearità (leggi monotonia) della trama.
Credo, però, che il più grosso difetto di questo film stia nell’essere fin troppo pieno di morali, che a mio parere risultano soltanto “stantìe” (chi troppo vuole nulla stringe, non si può avere tutto dalla vita, ecc.) e che lasciano poco o nulla ad uno spettatore che, per l’attenzione dedicata, meriterebbe qualcosa in più.
Da accentare, infine, la prova magnifica del vero grande attore della pellicola, Paul Giamatti.
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clafiore
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lunedì 28 maggio 2012
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rappresentare la crisi creandola in sala
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I film belli, quelli con frasi ad effetto, quelli a cui ripensi per giorni dopo averli visti, ci sono. Questo non è sicuramente tra quelli. Cronenberg cerca di interpretare il nuovo millennio, ma non ci riesce, gli sfugge il senso, sbaglia la rappresentazione, annoia. Ci troviamo dentro ad una limousine con una genio della finanza, il suo distacco dal mondo dovrebbe rappresentare il distacco dell'economia di oggi dalla gente di oggi, e qui ci sto, lo apprezzo, è realmente così. Ma poi ci aspettiamo magari una descrizione migliore, una vicenda che ci colpisca e ci aspettiamo di pensare "accidenti è proprio così", invece niente, rimaniamo delusi e confusi, forse è la sensazione del nuovo millennio, ma in quelle due ore più che il nuovo millennio è il film a scombussolare, a confondere più di prima.
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I film belli, quelli con frasi ad effetto, quelli a cui ripensi per giorni dopo averli visti, ci sono. Questo non è sicuramente tra quelli. Cronenberg cerca di interpretare il nuovo millennio, ma non ci riesce, gli sfugge il senso, sbaglia la rappresentazione, annoia. Ci troviamo dentro ad una limousine con una genio della finanza, il suo distacco dal mondo dovrebbe rappresentare il distacco dell'economia di oggi dalla gente di oggi, e qui ci sto, lo apprezzo, è realmente così. Ma poi ci aspettiamo magari una descrizione migliore, una vicenda che ci colpisca e ci aspettiamo di pensare "accidenti è proprio così", invece niente, rimaniamo delusi e confusi, forse è la sensazione del nuovo millennio, ma in quelle due ore più che il nuovo millennio è il film a scombussolare, a confondere più di prima. Cronenberg cerca un senso che non c'è e nella sua ricerca si confonde tra le troppe allegorie e le troppe frasi e non lo coglie, non lo sfiora nemmeno, forse non aveva neanche iniziato a cercarlo. Troppa pubblicità per poca sostanza.
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zoom e controzoom
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lunedì 28 maggio 2012
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prostata assimetrica
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I primi dieci minuti del film danno un senso di scollamento tale da desiderare di essere altrove : quello che dicono i due personaggi dentro la limousine, è assolutamente incomprensibile. L'atmosfera ovattata del lussuoso interno location clautrofobica, l'assenza di rumori - la musica non inizia subito e si nota molto quando questo accade -, la lentezza e la monotonia del ripetersi del clichè rapporto uomo/donna, fanno sprofondare in un annullamento della reattività che si riesce ad accettare solo quando si può mettere a fuoco di che cosa si sta trattanto. Indubbiamente un film di alto livello, non facilmente assimilabile e non per tutti, anche se la terza parte fotograficamente è più attraente e precisa nei ritagli degli spazi, nelle inquadrature dei personaggi, nei cromatismi piuttosto densi e dai toni caldi, e per il ritmo che leggermente si anima.
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I primi dieci minuti del film danno un senso di scollamento tale da desiderare di essere altrove : quello che dicono i due personaggi dentro la limousine, è assolutamente incomprensibile. L'atmosfera ovattata del lussuoso interno location clautrofobica, l'assenza di rumori - la musica non inizia subito e si nota molto quando questo accade -, la lentezza e la monotonia del ripetersi del clichè rapporto uomo/donna, fanno sprofondare in un annullamento della reattività che si riesce ad accettare solo quando si può mettere a fuoco di che cosa si sta trattanto. Indubbiamente un film di alto livello, non facilmente assimilabile e non per tutti, anche se la terza parte fotograficamente è più attraente e precisa nei ritagli degli spazi, nelle inquadrature dei personaggi, nei cromatismi piuttosto densi e dai toni caldi, e per il ritmo che leggermente si anima.
Le figure femminili sono donne di/per fare sesso, il tono della conversazione tra loro ed Erick, è decisamente variato se è in fase attiva ssessuale o se conversano di affari.
Le figure maschili vivono all'interno di un'apatia esistenziale, animata al massimo da una minaccia o da un mito defunto, e sono tutte conseguenti ad un non senso, ad un tedio esistenziale nel quale sono immersi saturi, senza mezze misure, di benessere o di malstare.
L'unico personaggio che si salva da tutta questa devastante "depravazione futurista",è il barbiere che ancora conserva in sè, e la poltroncina ad automobilina per bambini ne è il testimone, i ricordi di un'altra vita con un rapporto sociale più consolidato e fertile.
Il film si regge su di un forte simbolismo non immediato e i lunghi dialoghi non aiutano ad entrare nel contesto : troppo intelettualizzati, Antonioni docet, anche se proiettati in un ben smunto futuro molto umanamente desolante.
L'assimetria in un mondo privato delle spinte di affettività, di motivazioni, è un pregio in quanto rarità non omologata, ma il ricco Erick è troppo giovane per saperne non solo il significato letterale, ma pure il senso più profondo.
Lo troverà attraverso la morte ? il finale è ambiguo, ma troncato di netto come la chiusura di un libro più che un punto di domanda, ma lascia aperta la domanda a chi vivrà domani se effettivamente si stia andando verso quella qualità della vita.
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[+] ottima analisi del film
(di crash76)
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massib5
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lunedì 28 maggio 2012
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lentissimo, senza inizio nè fine.
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Potrei dire che il 90% delle scene sembrano girate per soddisfare qualche desiderio di originalità del regista, potrei dire che non si coglie nè l'inizio nè la conclusione del film, potrei dire che gli attori non convincono, oppure che non coinvolge nemmeno per 5 minuti, ma più di tutto credo che renda l'idea l'abbandono della sala di 5 spettatori prima dell'intervallo e di 2 nella seconda metà su 35 persone paganti. Rivoglio i miei soldi.
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scappini
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lunedì 28 maggio 2012
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recensione alla fracchia
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Probabilmente il limite è mio e non di Cronemberg, ma ricordate Paolo Villaggio (alias Fracchia) quando commentava la visione al cineforum de "La corazzata Potiomkin" con un lapidario "una ca...a pazzesca".
Ebbene, capisco la metafora sul crepuscolo del capitalismo e non sono neanche uno di quelli che al cinema si vogliono divertire a tutti i costi, le pellicole possono anche far riflettere, ma io giudico questo film invedibile, ho dovuto
farmi violenza per non abbandonare la sala prima della fine.
Ripeto, il limite forse è mio, ma credo si siano annoiati in molti.
[+] fantozzi
(di vandamme84)
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