Cosmopolis |
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Un film di David Cronenberg.
Con Robert Pattinson, Juliette Binoche, Sarah Gadon, Mathieu Amalric, Jay Baruchel.
continua»
Titolo originale Cosmopolis.
Drammatico,
durata 105 min.
- Canada, Francia 2012.
- 01 Distribution
uscita venerdì 25 maggio 2012.
MYMONETRO
Cosmopolis
valutazione media:
3,12
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il coito interrotto del demone capitalistadi samuel darkoFeedback: 277 | altri commenti e recensioni di samuel darko |
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venerdì 1 giugno 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La follia del capitalismo espressa in 105 minuti di agonizzante attesa di una fine imminente. Incertezza vibrante di un mondo, come di una città (cosmo-polis)sull'orlo dell'implosione. Un mondo che in fin dei conti esiste solo per chi ci crede. Nessuna chiarezza, neanche per coloro che il mondo lo manipolano: solo dubbi sul mondo, mondo intessuto di dubbi. Una sfera che gira sul dito dell'economia capitalista, entità più grottesca di Hitler - richiamando Chaplin - e ne risucchia le energie come un parassita. Un'esperienza ludica, distaccata: questo è il rapporto che Erick Packer, burattinaio dell'economia planetaria, detiene col mondo. In un dramma quasi aristotelico il nostro capriccioso anti-eroe attraversa in limousine una New York in sommossa per la crisi economica, con l'inquietudine di un'anima traghettata sul fiume Stige, pur avvertito dei molteplici pericoli che lo attendono lungo il percorso. Rischi che anzi insegue, manifestando sempre più apertamente la sua pulsione di morte. La destinazione non è, come sostiene, il salone del suo barbiere di fiducia. é la morte, perchè solo in prossimità di essa può sperimentare il dolore, e dunque sentirsi realmente vivo. In quella limousine insonorizzata e blindata, una sorta di incubatrice che lo protegge dalla realtà, Packer raccoglie le inquietudini dei suoi collaboratori, come schegge di una coscienza che non ha mai avuto. Ognuno vive a modo suo le contraddizioni di questa idra cibernetica che sovrasta le vite degli uomini comuni, che nulla ha a che spartire con essi, se non la caducità. Ed è proprio quel tempo indefinito che resta da vivere l'unica cosa che conta. Il presente è solo un limbo, o un osservatorio, che sfugge al controllo, che già svaluta le cose. Packer è in fondo un bimbo visionario,"crea quello che non c'è" come un attore sul set; lo fa con i numeri, in quel mondo virtuale e disumano che determina le sorti di miliardi di persone. D'altra parte è una pedina, schiavo del sistema: burattinaio, dicevamo, ma anche burattino senz'anima. Avido, in questo scenario dove tutto è frazionabile, monetizzabile, trattabile, compresa la cappella di Rothko, che "deve essere sua a qualunque prezzo". I dialoghi serrati, astratti,vuoti, contaminati di filosofia, sezionano i sentimenti in un ambiente asettico e illuminano con dovizia di particolari il volto più oscuro dell'alienazione capitalistica. Tra i più "intensi", quelli con la moglie "Scopiamo nel bagno delle donne, o là, dietro i cassonetti...cerco di comunicare con te nel modo più convenzionale possibile." In questa discesa agli inferi il protagonista non si lascia coinvolgere emotivamente nemmeno da quei disperati che si danno fuoco per protesta, poichè l'idea non è originale, ma rubata - come una proprietà intellettuale - ai monaci tibetani. L'ultimo dialogo, tra Packer e il suo aspirante aguzzino, interminabile, ridondante, straniante, acutizza e riassume la dualità di questa tensione capitalistica all'annientamento dell'uomo e dell'umanità, tant'è che lo psicopatico, impotente Benno Levin pare incarnare l'alter-ego di Packer,proiezione e prodotto - come in Brood, la covata malefica - di uno sdoppiamento di personalità che diventa corporeo. Sesso, topi, check up ossessivi, personaggi che "vivono" solo per puntellare il mosaico di questo resoconto catastrofico sono solo alcuni degli elementi orchestrati ad arte da Cronenberg, che in quanto artista si limita a spalmare una torta in faccia. Spetta a noi premere il grilletto.
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