writer58
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domenica 27 maggio 2012
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top world
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Alcune parole-chiave, quasi delle associazioni, che mi sono venute in mente subito dopo la visione di "Cosmopolis", ultimo lavoro di Cronenberg tratto dall'omonimo romanzo di De Lillo.
Bulimia: il protagonista è un giovane di 28 anni, ai vertici del capitalismo finanziario americano, una sorta di Zuckerberg di Wall Steeet, che ha accumulato un patrimonio di miliardi. E' affetto da una voracità compulsiva: di emozioni, di soldi, di proprietà, di sesso, di tempo, di controllo sul mondo, ma non è mai appagato. Più si "nutre", più l'insoddisfazione aumenta.
Catastrofe: nella doppia accezione della pulsione di morte che s'impossessa del protagonista (un buon Pattinson che si è liberato dal ruolo del vampiro :-) e che ne determina l'autodistruzione e del collasso sociale, prefigurato da una New Iork scossa da movimenti insurrezionali e proteste situazioniste, come quella dei topi lanciati sugli avventori di una tavola calda.
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Alcune parole-chiave, quasi delle associazioni, che mi sono venute in mente subito dopo la visione di "Cosmopolis", ultimo lavoro di Cronenberg tratto dall'omonimo romanzo di De Lillo.
Bulimia: il protagonista è un giovane di 28 anni, ai vertici del capitalismo finanziario americano, una sorta di Zuckerberg di Wall Steeet, che ha accumulato un patrimonio di miliardi. E' affetto da una voracità compulsiva: di emozioni, di soldi, di proprietà, di sesso, di tempo, di controllo sul mondo, ma non è mai appagato. Più si "nutre", più l'insoddisfazione aumenta.
Catastrofe: nella doppia accezione della pulsione di morte che s'impossessa del protagonista (un buon Pattinson che si è liberato dal ruolo del vampiro :-) e che ne determina l'autodistruzione e del collasso sociale, prefigurato da una New Iork scossa da movimenti insurrezionali e proteste situazioniste, come quella dei topi lanciati sugli avventori di una tavola calda.
Claustrofobia: quasi tutto il film si svolge dentro una limousine superaccessoriata che mi muove a passo d'uomo in una città paralizzata dal traffico. In quell'ambito Parker, il giovane miliardario, riceve le visite del medico, dell'amante, della consulente di teoria, di membri dello staff, della guardia del corpo. Un universo totalizzante e concentrazionario, dove la realtà è subalterna alle esigenze del magnate e non viceversa, acquisisce pregnanza solo se viene a contatto con le sue esigenze.
Postmoderno: i dialoghi tra i personaggi sono irritanti e improbabili, cerebrali e intellettualistici, nella tradizione del miglior (o peggior, dipende dai punti di vista) De Lillo. Emerge un forte senso di straniamento che si associa agli scenari apocalittici evocati. La parola pare quasi sempre autoreferenziale, al di fuori di essa c'è solo la rottura violenta.
Asimmetria: la prostata del protagonista, il taglio dei capelli da un solo lato (la limousine si muove nel traffico convulso per raggiungere il barbiere di fiducia di Parker), il tentativo fallito di destabilizzare lo yuan, la moneta cinese, tutto ciò evoca un'asimmetria programmatica che compendia e rappresenta lo squilibrio principale, quello di un capitale che si riproduce ignorando le leggi del valore.
Il film di Cronenberg è cupo, potente, disturbante. Sarebbe un'opera grandiosa, se non fosse ispirata da un romanzo di un autore che non amo e che mi appare decisamente sopravvalutato. Tuttavia, come in "Crash" e in "Il pasto nudo", Cronenberg riesce a travalicare i limiti dei testi di riferimento e proporre lavori che godono di una piena autonomia e di un linguaggio proprio. Un linguaggio che rende il meastro canadese uno dei più grandi registi in circolazione.
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marco michielis
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domenica 27 maggio 2012
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lo spettro del capitalismo
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Nel giorno del trionfo di "Amour" di Haneke a Cannes, sono andato a vedermi "Cosmopolis" di Cronenberg, altro film in concorso al festival.
La ricerca tutta personale avviata dal regista canadese nei suoi ultimi film prosegue, e questa volta, dopo che era stata affrontata la psicoanalisi, tocca al capitalismo e alla nostra società essere indagati. In una New York presentataci come il simbolo del nostro mondo corrotto (Cosmopolis, per l'appunto, città e cosmo), lo"spettro del capitalismo", come lo definisce Cronenberg, seppur in maniera indiretta, scimmiottando Marx, Eric Packer, incontra diversi personaggi, anch'essi simboli, dell'avidità, della purezza, della passione smodata, ecc, fino a ritrovarsi faccia a faccia con l'uomo che da tantissimo tempo minaccia di ucciderlo.
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Nel giorno del trionfo di "Amour" di Haneke a Cannes, sono andato a vedermi "Cosmopolis" di Cronenberg, altro film in concorso al festival.
La ricerca tutta personale avviata dal regista canadese nei suoi ultimi film prosegue, e questa volta, dopo che era stata affrontata la psicoanalisi, tocca al capitalismo e alla nostra società essere indagati. In una New York presentataci come il simbolo del nostro mondo corrotto (Cosmopolis, per l'appunto, città e cosmo), lo"spettro del capitalismo", come lo definisce Cronenberg, seppur in maniera indiretta, scimmiottando Marx, Eric Packer, incontra diversi personaggi, anch'essi simboli, dell'avidità, della purezza, della passione smodata, ecc, fino a ritrovarsi faccia a faccia con l'uomo che da tantissimo tempo minaccia di ucciderlo. Tratto dall'omonimo romanzo di Don DeLillo, il film si presenta come una forte critica alla società del nostro tempo, divisa tra sfruttatori, chiusi nel loro mondo preciso, ricco e perfetto come l'interno di una limousine, e sfruttati. Ma tale universo, pur contraddittorio, è in profonda crisi, ed è così che il carnefice, Eric, interpretato bene da un Pattinson che, del resto, anche qui deve perlopiù fare la parte del bel tenebroso, può ritrovarsi facilmente alla mercè della vittima (Paul Giamatti), avendo ormai constatato la crisi dei propri viziosi ideali ed essendosi immerso in un processo di irrimediabile autodistruzione. Sceneggiatura eccezzionale, peccato per l'insolita scarsa creatività stilistica di Cronenberg. Molto consigliato, in ogni caso.
P.S. Molti elementi di quet'opera rimandano a Taxi driver (l'inquadratura iniziale del paraurti, la pistola, il tentativo di omicidio in una palazzina, la colazione con la moglie), sembra quasi che la vicenda di Travis sia stata ribaltata. Non dovrei essere stato l'unico a notarlo, spero me lo confermiate, fino ad adesso non ho ancora trovato una recensione che evidenzi il parallelo.
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[+] martin scorsese e e david cronenberg!!!!????? si
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vales.
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venerdì 9 agosto 2013
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l'ultimo viaggio nel cosmo di uomo in crisi
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Un film di non immediata comprensione (ma il suo fascino forse sta soprattutto qui), pieno di dialoghi memorabili per la loro originalità (forse troppi per chi non è abituato a pellicole così ) e retto quasi unicamente dalla prova di inattesa efficacia del protagonista Robert Pattinson. Il suo Eric Packer, un genio della finanza in crisi esistenziale, con mille paranoie, che si sente vivo solo se supera tutti i limiti, è un personaggio complesso da interpretare , oltre che da capire, specialmente se non se ne conoscono tutte le sfumature tramite il libro di Don De Lillo da cui è tratta l’opera di Cronenberg. Quest’ultima restituisce comunque più che bene l’essenza della fonte cartacea, rispettandone quasi al 100% i dialoghi e tralasciando solo pochissime scene.
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Un film di non immediata comprensione (ma il suo fascino forse sta soprattutto qui), pieno di dialoghi memorabili per la loro originalità (forse troppi per chi non è abituato a pellicole così ) e retto quasi unicamente dalla prova di inattesa efficacia del protagonista Robert Pattinson. Il suo Eric Packer, un genio della finanza in crisi esistenziale, con mille paranoie, che si sente vivo solo se supera tutti i limiti, è un personaggio complesso da interpretare , oltre che da capire, specialmente se non se ne conoscono tutte le sfumature tramite il libro di Don De Lillo da cui è tratta l’opera di Cronenberg. Quest’ultima restituisce comunque più che bene l’essenza della fonte cartacea, rispettandone quasi al 100% i dialoghi e tralasciando solo pochissime scene. Tutto il cast, in generale, da una buona interpretazione delle numerose, strambe figure che girano attorno ad Eric, senza fare veramente parte della sua vita. Offre inoltre più spunti di riflessione, dal tramonto del valore dei soldi alla follia, alla dipendenza dell’uomo moderno dalla tecnologia, per esempio. L’unico difetto è forse la mancanza di quel carattere quasi fantascientifico presente nel libro che avrebbe reso il film ancora più affascinante.
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hidalgo
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lunedì 28 maggio 2012
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la nostra buia era secondo cronenberg
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Lo spettro del (cyber) capitalismo si aggira per il mondo ed Eric Packer, giovane ed annoiato multimilionario, gira per le strade impazzite di New York rintanato nella sua limousine con l'unico scopo di arrivare dal suo barbiere di fiducia per farsi aggiustare il taglio. E magari di sopravvivere a un misterioso attentatore che lo vuole morto. Cosmopolis è uno dei film più difficili e freddi del Maestro Cronenberg; una parabola visionaria e angosciante sulla tragicità dei nostri tempi, segnati dal capitalismo e dal cinismo e dall'ambizione sfrenata che ci rende avidi e insensibili al mondo. La limousine bianca di Packer è la metafora di una chiusura a questo mondo, di un luogo sicuro ed inviolabile dove il protagonista si estranea alla relatà e vive la sua vita fatta di continui check up, di sesso e di noccioline.
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Lo spettro del (cyber) capitalismo si aggira per il mondo ed Eric Packer, giovane ed annoiato multimilionario, gira per le strade impazzite di New York rintanato nella sua limousine con l'unico scopo di arrivare dal suo barbiere di fiducia per farsi aggiustare il taglio. E magari di sopravvivere a un misterioso attentatore che lo vuole morto. Cosmopolis è uno dei film più difficili e freddi del Maestro Cronenberg; una parabola visionaria e angosciante sulla tragicità dei nostri tempi, segnati dal capitalismo e dal cinismo e dall'ambizione sfrenata che ci rende avidi e insensibili al mondo. La limousine bianca di Packer è la metafora di una chiusura a questo mondo, di un luogo sicuro ed inviolabile dove il protagonista si estranea alla relatà e vive la sua vita fatta di continui check up, di sesso e di noccioline. Ma la vita reale è la fuori, dove i "topi" impazzano e la gente muore ed Eric versa una lacrima per il suo amico rapper, forse anche deluso dal fatto che sia morto semplicemente di morte naturale. Packer ha tutto, è convinto di poter dominare il mondo e se ne frega se le strade di New York sono bloccate perchè il Presidente degli Stati Uniti è in città; lui vuole raggiungere il suo barbiere. E' abituato ad avere tutto, avrà anche questo ma il suo mondo "virtuale" e il suo impero economico crolleranno a causa dello yen e così il "golden boy" abbandonerà la sua limousine per "scendere" nel mondo di tutti noi,uccidendo la sua guardia del corpo perchè quello è l'unico modo di liberarlo e cercando lui stesso la medesima liberazione nell'incontro finale con la sua Nemesi. Cronenberg immagina, vede il crollo dell'economia. Dipinge una New York esasperata e mai così cupa, spinge il piede sul pedale del verbo e imbottisce la sua opera di dialoghi da seguire con estrema concentrazione e da immagazzinare nella memoria come merce preziosa. Si assume un bel rischio scegliendo come protagonista l'ex vampiro Robert Pattinson che non sfigura ma nemmeno regala una prestazione degna di nota. Un film che propabilmente non sbancherà i botteghini e forse non sarà nemmeno capito appieno, ma i fan di Cronenberg possono ritenersi più che soddisfatti.
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samuel darko
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venerdì 1 giugno 2012
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il coito interrotto del demone capitalista
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La follia del capitalismo espressa in 105 minuti di agonizzante attesa di una fine imminente. Incertezza vibrante di un mondo, come di una città (cosmo-polis)sull'orlo dell'implosione. Un mondo che in fin dei conti esiste solo per chi ci crede. Nessuna chiarezza, neanche per coloro che il mondo lo manipolano: solo dubbi sul mondo, mondo intessuto di dubbi. Una sfera che gira sul dito dell'economia capitalista, entità più grottesca di Hitler - richiamando Chaplin - e ne risucchia le energie come un parassita.
Un'esperienza ludica, distaccata: questo è il rapporto che Erick Packer, burattinaio dell'economia planetaria, detiene col mondo.
In un dramma quasi aristotelico il nostro capriccioso anti-eroe attraversa in limousine una New York in sommossa per la crisi economica, con l'inquietudine di un'anima traghettata sul fiume Stige, pur avvertito dei molteplici pericoli che lo attendono lungo il percorso.
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La follia del capitalismo espressa in 105 minuti di agonizzante attesa di una fine imminente. Incertezza vibrante di un mondo, come di una città (cosmo-polis)sull'orlo dell'implosione. Un mondo che in fin dei conti esiste solo per chi ci crede. Nessuna chiarezza, neanche per coloro che il mondo lo manipolano: solo dubbi sul mondo, mondo intessuto di dubbi. Una sfera che gira sul dito dell'economia capitalista, entità più grottesca di Hitler - richiamando Chaplin - e ne risucchia le energie come un parassita.
Un'esperienza ludica, distaccata: questo è il rapporto che Erick Packer, burattinaio dell'economia planetaria, detiene col mondo.
In un dramma quasi aristotelico il nostro capriccioso anti-eroe attraversa in limousine una New York in sommossa per la crisi economica, con l'inquietudine di un'anima traghettata sul fiume Stige, pur avvertito dei molteplici pericoli che lo attendono lungo il percorso. Rischi che anzi insegue, manifestando sempre più apertamente la sua pulsione di morte. La destinazione non è, come sostiene, il salone del suo barbiere di fiducia. é la morte, perchè solo in prossimità di essa può sperimentare il dolore, e dunque sentirsi realmente vivo.
In quella limousine insonorizzata e blindata, una sorta di incubatrice che lo protegge dalla realtà, Packer raccoglie le inquietudini dei suoi collaboratori, come schegge di una coscienza che non ha mai avuto. Ognuno vive a modo suo le contraddizioni di questa idra cibernetica che sovrasta le vite degli uomini comuni, che nulla ha a che spartire con essi, se non la caducità. Ed è proprio quel tempo indefinito che resta da vivere l'unica cosa che conta. Il presente è solo un limbo, o un osservatorio, che sfugge al controllo, che già svaluta le cose.
Packer è in fondo un bimbo visionario,"crea quello che non c'è" come un attore sul set; lo fa con i numeri, in quel mondo virtuale e disumano che determina le sorti di miliardi di persone. D'altra parte è una pedina, schiavo del sistema: burattinaio, dicevamo, ma anche burattino senz'anima. Avido, in questo scenario dove tutto è frazionabile, monetizzabile, trattabile, compresa la cappella di Rothko, che "deve essere sua a qualunque prezzo".
I dialoghi serrati, astratti,vuoti, contaminati di filosofia, sezionano i sentimenti in un ambiente asettico e illuminano con dovizia di particolari il volto più oscuro dell'alienazione capitalistica. Tra i più "intensi", quelli con la moglie "Scopiamo nel bagno delle donne, o là, dietro i cassonetti...cerco di comunicare con te nel modo più convenzionale possibile."
In questa discesa agli inferi il protagonista non si lascia coinvolgere emotivamente nemmeno da quei disperati che si danno fuoco per protesta, poichè l'idea non è originale, ma rubata - come una proprietà intellettuale - ai monaci tibetani. L'ultimo dialogo, tra Packer e il suo aspirante aguzzino, interminabile, ridondante, straniante, acutizza e riassume la dualità di questa tensione capitalistica all'annientamento dell'uomo e dell'umanità, tant'è che lo psicopatico, impotente Benno Levin pare incarnare l'alter-ego di Packer,proiezione e prodotto - come in Brood, la covata malefica - di uno sdoppiamento di personalità che diventa corporeo.
Sesso, topi, check up ossessivi, personaggi che "vivono" solo per puntellare il mosaico di questo resoconto catastrofico sono solo alcuni degli elementi orchestrati ad arte da Cronenberg, che in quanto artista si limita a spalmare una torta in faccia. Spetta a noi premere il grilletto.
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pepito1948
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giovedì 5 luglio 2012
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asimmetria della prostata, simbologia geniale
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L’asimmetria della prostata e un taglio dei capelli lasciato a metà sono i marchi (l’uno diagnosticato e l’altro fisicamente visibile) che, da un certo punto del suo viaggio, connotano la vita del miliardario e big della finanza Eric Packer, simboli di disarmonia e di irregolarità che lo condurranno a svelare il mistero di un evento sconvolgente: perché, contro ogni previsione ed ogni simulazione economica, l’acquisto di un ingente quantitativo di youan ha portato il nostro giovane plutocrate ad una perdita multimiliardaria? Perché il ricorso a tutti gli ausilii tecnologici, teorici ed applicativi è miseramente fallito?
Eric viaggia nel silenzio ovattato e quasi astrale di una Limousine, come in un’astronave che galleggia in movimento costante nello spazio, apparentemente isolata dal mondo reale, e dotata di ogni comfort e supporto tecnologico che gli consentono piena autonomia dalla realtà esterna, di cui sono percepibili solo minacciosità ed ostilità.
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L’asimmetria della prostata e un taglio dei capelli lasciato a metà sono i marchi (l’uno diagnosticato e l’altro fisicamente visibile) che, da un certo punto del suo viaggio, connotano la vita del miliardario e big della finanza Eric Packer, simboli di disarmonia e di irregolarità che lo condurranno a svelare il mistero di un evento sconvolgente: perché, contro ogni previsione ed ogni simulazione economica, l’acquisto di un ingente quantitativo di youan ha portato il nostro giovane plutocrate ad una perdita multimiliardaria? Perché il ricorso a tutti gli ausilii tecnologici, teorici ed applicativi è miseramente fallito?
Eric viaggia nel silenzio ovattato e quasi astrale di una Limousine, come in un’astronave che galleggia in movimento costante nello spazio, apparentemente isolata dal mondo reale, e dotata di ogni comfort e supporto tecnologico che gli consentono piena autonomia dalla realtà esterna, di cui sono percepibili solo minacciosità ed ostilità. Un mondo artificiale in cui, dopo lo smacco, Eric si rinchiude con l’ostinato proposito di andare dalla parte opposta della città, in preda a contestazioni e pericoli di ogni genere, per “aggiustare il taglio”. Unici contatti con l’esterno sono la guardia del corpo, che fa di tanto in tanto capolino dal finestrino per informarlo sui livelli crescenti dei rischi (tra cui qualcuno che ce l’ha con lui), e alcune donne incontrate per strada sue referenti su specifiche tematiche, con cui preferisce interagire, negoziare, confrontarsi tramite quella formidabile arma di comunicazione diretta che è il sesso. Tranne che con la moglie, con cui paradossalmente tale arma non funziona. Ma, espletata l’incombenza-barbiere, Eric sa che il suo viaggio non è finito, sente che la soluzione del suo dilemma è strettamente legata all’incontro con chi lo sta cercando per togliergli la vita. Accetta il rischio ed affronta il potenziale assassino in uno squallido edificio di periferia. Ed è proprio lui, il Nulla, la Mediocrità, la Piccola Normalità dell’ometto senza eccellenze e senza pretese, che gli svelerà la risposta, una risposta inaspettata, destabilizzante e paralizzante; adesso è lui –l’omuncolo spelacchiato, grassoccio e sgraziato- che sale in cattedra, inverte il rapporto di forza, si appropria del destino dell’altro, diviene dominus della situazione ed arbitro della vita della sua vittima. Finalmente Eric afferra il senso di una prostata malformata. La sua vita non è più nelle sue mani. “Aggiustare il taglio” non è bastato….
Film claustrofobico, è stato il commento più diffuso; film a forte connotazione filosofica, aggiungerei, che, partendo da una critica feroce del capitalismo galoppante tutto fredda razionalità, pianificazione numerica e calcolo e perciò vulnerabile, arriva a teorizzare che il principio del successo secondo parametri conformi alla lucida razionalità non è compatibile con l’imprevedibile variabilità della realtà umana.
Lavorando sul romanzo di De Lillo, Cronenberg ha costruito -giocando anche sui colori smorti e talvolta cupi-una storia dalle atmosfere siderali, in cui tutto nella Limousine-astronave, anche il sesso, è guidato dal calcolo e dall’assenza dei sentimenti, che invece fuori esplodono in fragori impercettibili. Conseguentemente le azioni si esprimono con le parole, fiumi di parole, concetti, astrazioni, ragionamenti, e le relazioni si dipanano in un clima di polare certezza. Ma fuori da quella macchina non è più tutto così scontato ed Eric si ritrova risucchiato in un contesto in cui è costretto a misurarsi faccia a faccia con reazioni arrembanti come la rabbia, la vendetta, il rancore di chi non possiede nessuna virtù se non quella di scoprire il suo punto debole. Comincia un film nel film, in cui Eric si trova davanti ad un personaggio che esce dalla sua mediocrità fino ad attanagliarlo come un ragno con le sue prede. Il racconto si riscalda, sale il pathos, la percezione del tempo dell’azione si dilata oltre quello reale, l’azione precipita nel buco oscuro della dissolvenza a nero.
Cronenberg, riprendendo un’opera letteraria complessa, ha realizzato un film difficile, impegnativo, che richiede uno sforzo intellettivo non indifferente, forse di nicchia (come testimonia la sala semivuota di mercoledì), ma ha vinto la sfida. Grazie ad una architettura fuori schema ma affascinante, all’imprevedibilità dei meandri narrativi e ad un finale dalle emozioni forti, in cui giganteggia la performance di Paul Giamatti, ancora una volta grandioso protagonista, sia pure in scena nella parte conclusiva del film. Belli i dialoghi, asse portante insieme ad una fotografia sempre attenta ad accompagnare le variazioni di atmosfera. Insomma un’opera di alto spessore, dove ragione e sollecitazione emotiva sono sempre in allerta.
Da non mancare.
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catarsiaffa
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lunedì 28 maggio 2012
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"tedium vitae" nel nuovo millennio
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Dialoghi ermetici. Termini tecnici. Risposte pronte. Retorica pungente.
Questi sono gli ingredienti per essere un leader nel nuovo millennio ed Erick Parker sembra esserne al corrente.
Per avere successo devi crescere repentinamente, devi catapultarti nel mondo degli adulti che fino a poco tempo prima ti sembrava irraggiungibile, devi dimenticare la tua età anagrafica per fare spazio ad un'età sociorelazionale che non ha alcun tipo di legame con la prima.
Devi lasciarti alle spalle il passato per proiettarti nel futuro, nel caos plastico degli affari, dell'innovazione, del denaro, dei giochi di potere.
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Dialoghi ermetici. Termini tecnici. Risposte pronte. Retorica pungente.
Questi sono gli ingredienti per essere un leader nel nuovo millennio ed Erick Parker sembra esserne al corrente.
Per avere successo devi crescere repentinamente, devi catapultarti nel mondo degli adulti che fino a poco tempo prima ti sembrava irraggiungibile, devi dimenticare la tua età anagrafica per fare spazio ad un'età sociorelazionale che non ha alcun tipo di legame con la prima.
Devi lasciarti alle spalle il passato per proiettarti nel futuro, nel caos plastico degli affari, dell'innovazione, del denaro, dei giochi di potere.
Difficile però riuscire a sopire l'inconscio, riuscire ad acquietare la voglia di non separarsi dalle sensazioni, dai luoghi che ti ricordano l'infanzia e che ti fanno percepire un po' di quel calore umano che adesso è soltanto un lontano ricordo.
Parker apparentemente ci è riuscito.
Ha un lavoro prestigioso, una limousine dotata di ogni comfort immaginabile, un autista, delle guardie del corpo, una quantità incommensurabile di soldi, una moglie bellissima, numerose amanti, dei collaboratori fidati, degli amici.
Sotto questa patina dorata si cela però un "tedium vitae" che attanaglia la sua esistenza, che lo spinge a cercare nuovi stimoli, a fare nuove esperienze, a raggiungere il culmine del piacere ed il culmine del dolore senza però acquietare un male di vivere assai radicato.
Mente complessa, travagliata da riflessioni sulla morte e sull'esistenza, spiccata sensibilità a tratti malcelata, comportamenti spesso bambineschi che stridono con il ruolo che ricopre, Erick decide una mattina di "andare ad aggiustare il taglio" dall'altra parte della città, dal barbiere che l'ha visto nascere, perfettamente consapevole del fatto che ciò lo costringerà a passare l'intera giornata all'interno della propria limo. New York è infatti paralizzata da manifestazioni, dal timore che si verifichino degli attentati contro il presidente, dal traffico inevitabilmente congestionato che scorre a passo d'uomo.
Nell'arco di 24 ore, tramite scene sconnesse, flash di una quotidianità che si ripete periodicamente, ricostruiamo il puzzle di un'esistenza rappresentativa del secolo che stiamo vivendo: l'incomunicabilità tra le persone, la totale mancanza della condivisione, la corsa contro il tempo per anticipare le tendenze socio-economiche, il tentativo di preservarsi dalla morte tramite dei controlli medici eccessivi, il legame ormai quasi inesistente sesso-amore ed amore-sesso, la ricerca della perfezione vista come simmetria, inflessibilità, ordine, quando di fatto la soluzione "è sempre stata l'asimmetria".
Un Robert Pattinson credibile, il giusto compromesso tra un adulto ed un ragazzino, il giusto compromesso tra una buona recitazione ed una sensualità accattivante. Dopotutto, "virtus in medio stat".
Una Juliette Binoche carismatica, sebbene si tratti di una fugace apparizione.
Una algida Sarah Gadon perfettamente calata nel ruolo della ricca intellettuale, moglie di Parker.
Un Paul Giamatti che non delude, intenso, disperato, lucidamente folle.
Un David Cronenberg che fa discutere, che spacca la critica anche a Cannes, che dopo "A Dangerous Method" è riuscito a rinnovarsi ulteriormente.
Consiglio caldamente di andarlo a vedere, quantomeno per percepirne la portata innovativa, indipendentemente dal fatto che questa risulti o meno di vostro gradimento.
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[+] "tedium vitae"ok
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weach
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martedì 29 maggio 2012
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é in scena il vuoto cosmico
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é in scena il vuoto cosmico
La ridondanza è una forma di ricerca, ci illumina di lampi di comprensione intrisi di solitudine , densità povertà, vuoto.
Questa ricerca porta al vuoto di vuoto Cosmopolis
E'un vuoto dedicato alla regia ed a tutti noi.
La limousine è una sorta di osservatorio algido che non ci aiuta a vincere l’inganno ;se volessimo volare oltre , nella consapevolezza di un afflato dovremmo uscire dal campo di forze del yin e dello yang .
La limousine è come una bolla di sapone che si separa dal resto ma poi , inevitabilmente è destinata a scoppiare e ritornare dentro al tutto
L'illuminazione è di chi ritrova la via maestra e la propria essenza Divina, tutto il resto è nulla.
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é in scena il vuoto cosmico
La ridondanza è una forma di ricerca, ci illumina di lampi di comprensione intrisi di solitudine , densità povertà, vuoto.
Questa ricerca porta al vuoto di vuoto Cosmopolis
E'un vuoto dedicato alla regia ed a tutti noi.
La limousine è una sorta di osservatorio algido che non ci aiuta a vincere l’inganno ;se volessimo volare oltre , nella consapevolezza di un afflato dovremmo uscire dal campo di forze del yin e dello yang .
La limousine è come una bolla di sapone che si separa dal resto ma poi , inevitabilmente è destinata a scoppiare e ritornare dentro al tutto
L'illuminazione è di chi ritrova la via maestra e la propria essenza Divina, tutto il resto è nulla.
Ecco noi siamo l'adesso l'ora ,l'inizio , tutto il creato , tutto ,ogni forma di energia che si ridefinisce nella sua perfetta circolarità.
Mi dirai ma cosa c'entra tutto ciò con il film??????????
Ma David Cronenberg parla di questo ?
Direi di si o per lo meno lo ho sperato sino all'ultimo fotogramma.
Una ricerca estetica di sicuro rilievo, un 'ambientazione surreale sono il corollario di questa storia che appare prevalentemente introspettiva.,onirica, trasognata, infelice .La filmografia va collocata nel genere distopico, che prospettano una società indesiderabile , oscura sotto tutti i punti di vista.
Cosa vogliamo conservare di questo lavoro , comunque intenso come sempre???
Il vuoto che circonda noi tutti........................... nel momento delle nostre assenze.
buona visione
weach illuminati
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[+] complimenti per la scimitarra silente
(di weach )
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[+] prova ad andare a lourdes
(di gianbond)
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[+] e se ci accorgessimo.................
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[+] evita i virtuosismo 'orientali'
(di filmtalker 98)
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joker 91
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sabato 26 maggio 2012
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l'economia che distrugge
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Cronenberg affronta l'economia ed lo stesso sistema con sguardo severo. Difficile parlare di questo film,le metafore come anche la filosofia unita alla psicologia umana sono veramente una moltitudine infinita nella pellicola. La stessa limousine di Pattinson diviene metafora nel filmico della stessa realtà. L'inganno,la ragione,lo sfruttamento,la rivolta umana dei più che si definiscono oppressi da un sistema capitalistico durissimo sono solo alcuni dei temi affrontati attraverso questa pellicola. Pattinson rivela finalmente un talento strepitoso aiutato nel contorno da bravissimi attori come l'oppresso Giamatti e la Binoche,ottima la sceneggiatura come la regia targate Cronenberg
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renato volpone
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sabato 26 maggio 2012
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il denaro fine a se stesso
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Lussuose limousine percorrono le strade di una città normale, dove la società è in crisi, fagocitata dall'avidità di persone incredibilmente ricche, il cui bisogno di ulteriore arricchimento diventa una malattia. Erick Parker vive nella sua super accessorista limousine, è il più ricco, donne e uomini si inchinano davanti a lui e le donne gli offrono il proprio piacere, tranne la moglie che, come la sua prostata eè asimmetrica, e lui la prega di donargli il sesso. Ma l'avidità si scontra con chi è stato allontanato dalla reggia, povertà e ricchezza si confrontano, il disagio è lo stesso, entrambi soffrono il non poter vivere la propria libertà.
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Lussuose limousine percorrono le strade di una città normale, dove la società è in crisi, fagocitata dall'avidità di persone incredibilmente ricche, il cui bisogno di ulteriore arricchimento diventa una malattia. Erick Parker vive nella sua super accessorista limousine, è il più ricco, donne e uomini si inchinano davanti a lui e le donne gli offrono il proprio piacere, tranne la moglie che, come la sua prostata eè asimmetrica, e lui la prega di donargli il sesso. Ma l'avidità si scontra con chi è stato allontanato dalla reggia, povertà e ricchezza si confrontano, il disagio è lo stesso, entrambi soffrono il non poter vivere la propria libertà. il finale, magico, lascia ineluttabile al destino la scelta, ma non vi è scelta, è la storia che si ripete. Magico Cronemberg, perfetto Pattinson nel ruolo, magnifici gli altri attori. Splendida fotografia e ambientazione. Come sempre il regista ci tiene per mano guidandoci verso gli eccessi dell'inconscio e dei desideri.
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