venarte
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giovedì 5 luglio 2012
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cosmopolis: sesso, follia e paranoia
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Eric Packer, “giovane, in gamba e allevato dai lupi”, è un ventottenne miliardario, asso della New Economy, che decide di farsi aggiustare il taglio dei capelli dal suo barbiere. Incurante dei pericoli di un possibile attentato al presidente degli Stati Uniti in visita a New York, Eric parte da Wall Street, a bordo della sua limousine ipertecnologica, per un viaggio allucinante attraverso la Grande Mela. Durante la traversata, le sue manie e paranoie raggiungono l’esasperazione trascinandolo in un turbine di sesso, follia e autodistruzione. Ipocondriaco e ossessionato dalla sua incolumità, questo novello Icaro, in cerca dell’armonia e della perfezione, precipita nel vuoto delle sue psicosi e si troverà ben presto a confrontarsi con se stesso.
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Eric Packer, “giovane, in gamba e allevato dai lupi”, è un ventottenne miliardario, asso della New Economy, che decide di farsi aggiustare il taglio dei capelli dal suo barbiere. Incurante dei pericoli di un possibile attentato al presidente degli Stati Uniti in visita a New York, Eric parte da Wall Street, a bordo della sua limousine ipertecnologica, per un viaggio allucinante attraverso la Grande Mela. Durante la traversata, le sue manie e paranoie raggiungono l’esasperazione trascinandolo in un turbine di sesso, follia e autodistruzione. Ipocondriaco e ossessionato dalla sua incolumità, questo novello Icaro, in cerca dell’armonia e della perfezione, precipita nel vuoto delle sue psicosi e si troverà ben presto a confrontarsi con se stesso.
Dialoghi al limite dell’inverosimile e frasi lapidarie come “il talento è più erotico quando è sprecato” o “il futuro è destinato a fallire”, condiscono questa nuova fatica del regista David Cronenberg che torna alle sue tematiche allucinogene dopo il biografico A dangerous method.
Tratto dall’omonimo romanzo dell’italo-americano Don DeLillo, il film mostra l’implosione del capitalismo (“il topo diventò l’unità monetaria”) parallelamente alla parabola discendente del protagonista.
Decisamente nel suo primo ruolo difficile, il bel Robert Pattinson impersona un Eric alquanto composto e inespressivo, dando l’impressione di essere ancora legato e dipendente dall’Edward di Twilight, tranne per i denti da vampiro che in Cosmopolis non spuntano.
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mrvyrus
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mercoledì 27 giugno 2012
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inguardabile
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Il più brutto film che abbia mai visto, un insulto per gli spettatori paganti e dire che altri film dello stesso regista mi erano assai piaciuti ( vedi "A history of violence e la promessa dell'assassino").
[+] cosmopolis???? meglio twilight!!!!!
(di sirena tatuata)
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tiffany86
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mercoledì 27 giugno 2012
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semplicemente ....da non vedere!
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Sono uscita dal cinema...delusa...e consapevole di aver perso piu di un ora nel vedere un "film" , inconcludente...noioso....assurdo...non capisco come faccia ad arrivare un film del genere sul grande schermo...veramente mette a dura prova qualsiasi spettatore...e lo classificherei come il piu brutto film visto negli ultimi anni!
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dubai millennium
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mercoledì 27 giugno 2012
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tremendo !! buono per dormire
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Ma come si fà a fare un film del genere?
ok i dialoghi saranno fatti bene , ma il film ti concilia il sonno: i primi 45 minuti in un'automobile a parlare...che me ne importa se i dialoghi sono fatti bene?
me ne andavo in un salotto se volevo sentire dei dialoghi.
io dopo 45 minuti sono fuggito dalla sala.
la cassiera mi ha detto che molti non riescono a durare fino alla fine e perciò il film è stato messo nella saletta piccola.
fate voi i conti.
risparmiate i sette euro per l'ingresso.
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dubai millennium
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mercoledì 27 giugno 2012
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evitatelo assolutamente
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Solo gli intellettualoidi possono vedere questo film noiosissimo , fatto di dialoghi e niente altro.
Dopo 45 minuti sono uscito dalla sala per disperazione e la cassiera del cinema mi ha detto che anche tanti altri sono scappati!!!
risparmiatevi questi sette euro.
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alex2044
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mercoledì 13 giugno 2012
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un'occasione persa
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Il film non decolla mai . Il protagonista non è all'altezza della situazione. Qualche cameo interessante,Giamatti, Amalric. Per il resto un po' di noia e troppo pochi guizzi per un Cronenberg minore.
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lupodelupis
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mercoledì 13 giugno 2012
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perchè ?
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me lo sono visto in originale. Quindi non c'è nemmeno la scusa del doppiaggio.
Che senso ha fare un film così insipido?
Partiamo dal protagonista. Pattinson non è credibile in quel ruolo. Lo guardi e pensi al vampiro (pensare che non ho mai visto Twilight ...). Recitazione monocorde, sguardo vacuo. Non basta un poco di barbetta per farti sembrare più anziano.
La trama. Dove???
Il ratto ???!!!
L'uccisione della guardia del corpo!?
ma per favore Cronemberg. Ci mancavano solo i rimandi marxisti sul tabellone di Times Square (un fantasma si aggira per la città....).
Troppo assurdo perfino per Moretti che non l'ha premiato a Cannes.
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me lo sono visto in originale. Quindi non c'è nemmeno la scusa del doppiaggio.
Che senso ha fare un film così insipido?
Partiamo dal protagonista. Pattinson non è credibile in quel ruolo. Lo guardi e pensi al vampiro (pensare che non ho mai visto Twilight ...). Recitazione monocorde, sguardo vacuo. Non basta un poco di barbetta per farti sembrare più anziano.
La trama. Dove???
Il ratto ???!!!
L'uccisione della guardia del corpo!?
ma per favore Cronemberg. Ci mancavano solo i rimandi marxisti sul tabellone di Times Square (un fantasma si aggira per la città....).
Troppo assurdo perfino per Moretti che non l'ha premiato a Cannes.
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m.mainardi
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mercoledì 13 giugno 2012
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ridicolo
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Noioso, ridicolo. Non ha trama, non ha contesto, non è del Cronenberg che ci ha appassionato negli anni.
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vandamme84
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sabato 9 giugno 2012
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scoperta la cura definitiva per l'insonnia
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io penso che solo chi non capisce niente (o ha una conoscenza molto bassa) di economia può dire che cosmopolis sia un film ben fatto e realistico.
al di là di qualche clichè e verità sul capitalismo, e una citazione del manifesto del partito comunista di marx "c'è uno spettro che si aggira per il mondo" (anche se nell'originale era "per l'europa, e non ho capito se sul film si riferisce al capitalismo o al comunismo, perchè marx intendeva lo spettro, come uno spauracchio per i ricchi capitalisti).
mai sentiti dialoghi più brutti, incomprensibili, noisi, ripetitivi, in cui si salta da un argomento ad un altro.
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io penso che solo chi non capisce niente (o ha una conoscenza molto bassa) di economia può dire che cosmopolis sia un film ben fatto e realistico.
al di là di qualche clichè e verità sul capitalismo, e una citazione del manifesto del partito comunista di marx "c'è uno spettro che si aggira per il mondo" (anche se nell'originale era "per l'europa, e non ho capito se sul film si riferisce al capitalismo o al comunismo, perchè marx intendeva lo spettro, come uno spauracchio per i ricchi capitalisti).
mai sentiti dialoghi più brutti, incomprensibili, noisi, ripetitivi, in cui si salta da un argomento ad un altro.
pattinson sempre con la stessa espressione in tutti i film, ingaggiato secondo me solo per attirare qualche ragazzina innamorata per fare cassa.
2 scene di sesso messe a caso che comunque hanno dato un minimo di sollievo per un film sensa alcun senso e acuto.
una storia che totalmente surrreale e mai credibile.
cronember vergognati per aver fatto un film così. si c'è uno spettro che si aggira per il mondo, il tuo film!
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federico rivelli
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sabato 9 giugno 2012
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la metamorfosi come fondamento del nostro mondo
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L’analisi critica del capitalismo NON è affatto il significato centrale del film, ma funge unicamente da strumento.
La crisi del capitalismo è uno strumento d’indagine, utile a creare un ponte di collegamento per la comprensione del vero significato che il regista cerca d’esprimere.
Questo significato è mutevole, oscuro, difficile da circoscrivere e chiarificare. Il senso di tutto si muove attorno ai concetti chiave di “spazio-tempo” e “mutevolezza”.
Credo, infatti, che Cronemberg cerchi, da sempre, di analizzare il mondo degli uomini con lo sguardo dell’instabilità.
Il regista si sofferma sull’incertezza del mondo reale, il quale viene visto in continuo mutamento, formato da strati che si susseguono e si confondono, sempre variabili, al punto da renderne impossibile la reciproca distinzione.
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L’analisi critica del capitalismo NON è affatto il significato centrale del film, ma funge unicamente da strumento.
La crisi del capitalismo è uno strumento d’indagine, utile a creare un ponte di collegamento per la comprensione del vero significato che il regista cerca d’esprimere.
Questo significato è mutevole, oscuro, difficile da circoscrivere e chiarificare. Il senso di tutto si muove attorno ai concetti chiave di “spazio-tempo” e “mutevolezza”.
Credo, infatti, che Cronemberg cerchi, da sempre, di analizzare il mondo degli uomini con lo sguardo dell’instabilità.
Il regista si sofferma sull’incertezza del mondo reale, il quale viene visto in continuo mutamento, formato da strati che si susseguono e si confondono, sempre variabili, al punto da renderne impossibile la reciproca distinzione. Questa instabilità ha origine nella soggettività più totale.
In pratica gli stimoli esterni interagiscono con la nostra incostante psiche, rendendo la realtà di volta in volta differente. Ciò non accade solo per il concetto di spazio, ma anche per quello di tempo, il quale è visto diverso per ogni individuo, o meglio per ogni mente.
La metamorfosi della fisicità spaziale e temporale è dunque originata dalla metamorfosi del proprio pensiero. L’uomo diventa ciò che la propria mente acquisisce e rielabora durante tutta la propria vita. Perciò ogni individuo seguirà una differente evoluzione.
Dunque non ci troviamo tutti allo stesso stadio, ma ognuno vive la propria particolare mutazione attraverso il caotico percorso dell’esperienza.
Tutti i problemi nascono da qui. Infatti, sebbene siano presenti degli schemi fissi che fondano il funzionamento originario del cervello umano (e per il regista sembrano essere schemi tutt’altro che luminosi, come la perversione, la rabbia e, in generale, le sensazioni istintive e primordiali), quest’ultimo muta in continuazione se stesso e la realtà percepita.
Perciò, se da un lato lo sviluppo naturale della psiche aspira all’abbattimento di ogni barriera, all’incessante raggiungimento e superamento dello stesso concetto di futuro, dall’altro rende schiavi delle proprie aspirazioni, rischiando di spingere la propria realtà individuale troppo distante da quella degli altri uomini.
Inoltre i cervelli che fanno parte dell’avanguardia metamorfica hanno potere su tutti gli altri, e più il mondo si evolve, più la distanza si allarga, facendo sentire gli individui collocati nello stadio più densamente popolato, sempre più inadeguati, impreparati, spaesati e alla deriva.
Per la maggior parte degli individui non rimangono che due strade, cercare d’adeguarsi allo stadio evolutivo più elevato o ribellarsi al mondo che gli circonda, auspicando il ritorno ad un passato che sia più equo con se stessi ed il proprio grado di mutazione cerebrale.
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