bunuel
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mercoledì 25 aprile 2012
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gli italiani non capiscono woody allen
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Ma Woody Allen non era il regista "che gli italiani adorano"? Diciamo la verità, gli italiani non conoscono Woody. Al massimo Scarlett Johansson. Forse hanno visto qualche suo film dal 2005 in poi, ma il pensiero di questo grande artista del Novecento è piuttosto sconosciuto qui, e c'è voluto che arrivasse in Italia per far venir fuori la verità. Le reazioni fortemente negative, e talvolta anche gratuite, a questo film sono la chiara dimostrazione che: 1) Per molti è stata la prima volta che hanno visto un film di Allen e probabilmente non l'hanno neanche capito. 2) Siamo chiusi a guscio su noi stessi, e non ci piace avere stranieri nel nostro territorio ("artistico", in questo caso), soprattutto se ci dipingono in un modo che non ci piace, perché "i panni sporchi si lavano in casa".
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Ma Woody Allen non era il regista "che gli italiani adorano"? Diciamo la verità, gli italiani non conoscono Woody. Al massimo Scarlett Johansson. Forse hanno visto qualche suo film dal 2005 in poi, ma il pensiero di questo grande artista del Novecento è piuttosto sconosciuto qui, e c'è voluto che arrivasse in Italia per far venir fuori la verità. Le reazioni fortemente negative, e talvolta anche gratuite, a questo film sono la chiara dimostrazione che: 1) Per molti è stata la prima volta che hanno visto un film di Allen e probabilmente non l'hanno neanche capito. 2) Siamo chiusi a guscio su noi stessi, e non ci piace avere stranieri nel nostro territorio ("artistico", in questo caso), soprattutto se ci dipingono in un modo che non ci piace, perché "i panni sporchi si lavano in casa". E' una certezza quasi assoluta che all'estero sapranno valutare il film per quello che vale.
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edgar pironti
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mercoledì 25 aprile 2012
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viva allen! tanti allen, poco allen.
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Il nevrotico cineasta passeggia incerto tra i vicoli della Capitale, i suoi passi sono accompagnati da pochi applausi, da qualche fischio, da molti mormorii.
È difficile orientarsi per le stradine di Roma, senza un buon vigile, senza le sue indicazioni affidabili, è facile perdersi seguendo gli incerti consigli dei passanti, facile perdersi, difficile ritrovarsi, brevi smarrimenti che possono trasformarsi in incontri caratterizzanti un'intera esistenza (l'incontro di Michelangelo e la sua fidanzata americana), in infatuazioni fatali ed adultere (la tresca di Milly e l'attore Salta), in casuali e sorprendenti conoscenze di idoli personali (gli architetti John e Jack) o persino in qualcosa di ancor più strano ed imprevedibile.
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Il nevrotico cineasta passeggia incerto tra i vicoli della Capitale, i suoi passi sono accompagnati da pochi applausi, da qualche fischio, da molti mormorii.
È difficile orientarsi per le stradine di Roma, senza un buon vigile, senza le sue indicazioni affidabili, è facile perdersi seguendo gli incerti consigli dei passanti, facile perdersi, difficile ritrovarsi, brevi smarrimenti che possono trasformarsi in incontri caratterizzanti un'intera esistenza (l'incontro di Michelangelo e la sua fidanzata americana), in infatuazioni fatali ed adultere (la tresca di Milly e l'attore Salta), in casuali e sorprendenti conoscenze di idoli personali (gli architetti John e Jack) o persino in qualcosa di ancor più strano ed imprevedibile.
Seguendo gli intricati percorsi dei vicoli romani sembrano svilupparsi queste quattro vicende, quattro vicende per quattro Allen diversi, blasfemia esclusa, in questa pellicola sembrano quadruplicarsi le nevrosi, le paranoie, le camicie ed i pantaloni larghi, atteggiamenti ed indumenti che si fanno vestire non male dai tre eletti: l'impeccabile Benigni, il riconfermato Eisenberg ed il sorprendente Alessandro Tiberi.
È difficile orientarsi per Roma, ritrovare la strada principale, come è difficile trovare un filo conduttore per queste storie, un senso comune, un unico messaggio. Sarebbe banale leggere tutto secondo le indicazioni di Leopoldo Pisanello (Benigni) che, all'uscita del cinema rimprovera gli altri spettatori di non aver compreso il messaggio dell'autore: È l'incomprensibilità della vita, non capite?
No, in questo film non ci si ferma semplicemente ad osservare titubanti il caos dell'evolversi grottesco di vicende casuali, c'è dell'altro, qualcosa di tipicamente italiano oltre alle marche di salumi e della pasta in bella vista; oltre ai monumenti, alla lingua, ai luoghi comuni, un fantasma sembra accompagnare tutte le vicende: la fama, l'ambizione.
Talvolta è il punto di partenza, talvolta è solo un attimo illusorio e deludente, altre volte conduce all'adulterio, altre volte ancora si presenta nei panni di un idolo venduto, può persino essere trovata sulle note acquose di un becchino.
" Sei famoso, perché sei famoso. "
" La vita è crudele, che tu sia ricco e famoso o povero e sconosciuto. "
Non sono frasi buttate lì tanto per, come non lo sono i potenti e ricchi - quasi sempre bassi e calvi - così stranamente affascinanti, nemmeno le ballerine sembrano limitarsi a fare da cornice. Sono tanti, troppi elementi che sullo sfondo di vecchi (e sicuramente più nobili) luoghi comuni italiani, emergono come macchie di pomodoro transgenico sulla tovaglia bianca della nonna.
In questo film c'è la nostra Italia di oggi, dove il famoso è quasi sempre il minus habens e dove per fama si arriva a tradire il proprio marito o ad abbassarsi i pantaloni in mezzo al traffico.
In questo film c'è l'italia di oggi, resa con amore, resa forse con troppa superficialità e fretta, la fretta di chi in poco più di 100 minuti si perde e si ritrova attraversando tutti i vicoli di Roma, ma senza soffermarsi sui particolari, senza studiare bene il dettaglio, dimenticando di dare il giusto valore alle piccole cose e forse questo, noi italiani, per fortuna, sappiamo ancora farlo.
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famadis
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martedì 24 aprile 2012
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no comment!
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Non ho mai visto un film tanto insignificante tanti attori famosi ma non si è capito dove il regista volesse arrivare,quale messaggio voleva lasciarci???? bhòòò
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(di marinaw)
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proffa
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martedì 24 aprile 2012
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omaggio a roma
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E' una pubblicità alla città eterna,una pubblicità un pò da "icona", di chi vede quello che vuol vedere ,ma comunque c'è da essere grati ad Allen.La trama è ,a tratti gradevole, a tratti folle. Eccezionale Benigni ,ma anche tutti gli altri attori (una bella passerella di attori italiani e non ). A qualcuno non piacerà ,ma nessuno lo potrà giudicare banale.
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tiitti
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martedì 24 aprile 2012
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cambiate il doppiatore di woody!!!
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Se volete uscire dal cinema sereni,con un approccio positivo verso la vita,andate a vedere" To Rome with love".
Forse l'analisi della tipologia dell'uomo italiano è un po' superficiale(...ma perchè tutti i maschi in canottiera e le donne con sciatte vestagliette?),ma la grazia di Roberto Benigni,impietosamente esposto dai media e la carica vitale di Penelope Cruz,valgono il biglietto.
Woody è riuscito a rendere espressivo e simpatico perfino Scamarcio e Roma è,come al solito,splendente.
Ma perchè dare una voce tremula,noiosa ed isterica al genial-nevrotico Allen?La sua voce reale è decisamente più ferma ed espressiva.
Buona visione da Titti.
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lauraa
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martedì 24 aprile 2012
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crudele boicottaggio della critica
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Il critico, rispetto allo spettatore, si suppone, dovrebbe avere una conoscenza maggiore della materia trattata, dovrebbe proporre un'analisi dettagliata, ma nel caso di To Rome with Love i critici si sono astenuti da qualsiasi interpretazione, ripetendo tutti la stessa parola (cliché) senza argomentare. E' stato un vero e proprio boicottaggio: l'importante era che il pubblico non lo andasse a vedere, ma non ci sono riusciti. Lo scopo? Salvare l'immagine stessa del giornalismo che nel film viene attaccato? In ogni caso una vera e propria vergogna degna della nostra situazione culturale.
[+] to' woody allen with love
(di marinaw)
[ - ] to' woody allen with love
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donald60
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martedì 24 aprile 2012
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avete la coda di paglia?
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La cosa più strana leggendo tutte le recensioni negative non è vedere che il film non piace, ma rendersi conto dell'odio incredibile che ha suscitato negli animi degli spettatori. Okay, il film può non piacere, può non essere considerato uno dei migliori di Woody Allen, ma perché tutto questo astio? Un dubbio mi viene... perché quando un giudizio negativo si trasforma in un atteggiamento denigratorio nei confronti di uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi, vuol dire che c'è probabilmente qualcosa che ha infastidito, e pure tanto. Considero tutta questa avversione la nostra ammissione di "colpevolezza", l'ammissione che forse in fondo una parte di verità, nelle scene da commedia di Allen che riguardano gli italiani, ci sia.
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La cosa più strana leggendo tutte le recensioni negative non è vedere che il film non piace, ma rendersi conto dell'odio incredibile che ha suscitato negli animi degli spettatori. Okay, il film può non piacere, può non essere considerato uno dei migliori di Woody Allen, ma perché tutto questo astio? Un dubbio mi viene... perché quando un giudizio negativo si trasforma in un atteggiamento denigratorio nei confronti di uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi, vuol dire che c'è probabilmente qualcosa che ha infastidito, e pure tanto. Considero tutta questa avversione la nostra ammissione di "colpevolezza", l'ammissione che forse in fondo una parte di verità, nelle scene da commedia di Allen che riguardano gli italiani, ci sia. Se davvero fosse un film campato in aria, come si scrive in giro, sarebbe accolto con indifferenza. Però forse Woody ha colpito proprio nel segno. Quelli che si sono sentiti più chiamati in causa sono certamente i critici, dato che il film ironizza proprio sul giornalismo italiano. Ma non siamo noi il popolo della tv spazzatura, del giornalettismo, delle escort? Il problema è che non vogliamo fare brutta figura, perché preferiamo nascondere lo sporco sotto al tappeto.
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paraclitus
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martedì 24 aprile 2012
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occorre ribadire...
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...che la realtà non è che Allen si sia imbrocchito, ma che è stato da sempre un regista molto sopravvalutato da una certa critica che in Italia, curiosamente, era spesso se non sempre di sinistra. Allen è politicamente un menefreghista disimpegnato tendenzialmente conservatore, altro che sinistra. Oggi Woody ha buttato giù la maschera e viene fuori tutto il cinismo dell' omino che ormai si preoccupa solo di fare soldi con quattro stupidaggini messe assieme alla bell' e meglio. Un regista mediocre per spettatori pretenziosi, nient' altro.
[+] proprio così
(di mical)
[ - ] proprio così
[+] da quando sopravvalutato?
(di marinaw)
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adelfococo
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martedì 24 aprile 2012
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film decisamente mediocre
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MOLTO PREVEDIBILE..SCENE POCO NATURALI..
Mi ASPETTAVO MOLTO DI PIU' DA UN FILM DI ALLEN
L'UNICA NOTA POSITIVA E' RAPPRESENTATA DALLA CITTA' DOVE E' AMBIENTATA LA VICENDA: ROMA
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gelindo
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martedì 24 aprile 2012
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comunque da vedere
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Possiamo dire quello che vogliamo comunque sempre un film che fa pensare, divertire e unico nel suo genere.
Al termine del film ero un po' perplesso, ma ripensandoci a casa il film mi è piaciuto.
Da vedere !
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