Shame |
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Un film di Steve McQueen (II).
Con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware.
continua»
Drammatico,
durata 99 min.
- Gran Bretagna 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 13 gennaio 2012.
- VM 14 -
MYMONETRO
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La solitudine dell''uomo moderno
di JonnyLoganFeedback: 33296 | altri commenti e recensioni di JonnyLogan |
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sabato 23 agosto 2025 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il secondo lungometraggio del regista Britannico, allora poco più che quarantenne, Steve McQueen esplora una condizione molto particolare dell’animo umano: la difficoltà di rendersi conto di quando un atteggiamento apparentemente visto come sano e normale, le abitudini sessuali, diventi una dipendenza impossibile da dominare e domare. Michal Fassbender proprio con l’aiuto del regista, con il quale aveva già lavorato tre anni prima, al momento del suo esordio con Hunger (id.; 2008) riguardante il trattamento subito dai terroristi dell’Ira, riesce a descrivere perfettamente le inquietudini urbane di un solitario agente di borsa. Veloce a chiudere i contratti quanto inadatto ad avere una vita di coppia e affettiva. Fra spostamenti per mezzo della metro di New York, non luogo fatto d’isolamento inevitabilmente forzato e ravvicinato, capace di riunire persone fra loro differenti in spazi angusti e compressi. Brandon Sullivan si dimostra al tempo stesso inadatto per domandare una qualunque forma di aiuto, pur essendo al tempo stesso sempre freddo, impassibile e consapevole del suo problema, la dipendenza da sesso in ogni forma e grado, ma desideroso di rimanere comunque solo, capace nel mantenere a debita distanza anche sua sorella Sissy, piena di altrettanti problemi e interpretata in maniera altrettanto efficace da Carey Mulligan, candidata all’Oscar per Driven (id.; 2011) firmato dal regista e sceneggiatore Nicolas Winding Refn. Il tutto in un clima costituito da atmosfere cupe e metropolitane, segnate da una luce perennemente filtrata oppure assente. Ove New York viene utilizzata per veicolare un messaggio intriso di solitudine, disperazione per una vita priva di redenzione o cura. Proprio la Metro rappresenta questo tratto solitario, con il desiderio del protagonista, e degli altri passeggeri come lui, di sfiorarsi, di guardarsi, sorridersi, ma sempre stando un passo indietro per la paura di disturbare o esporsi.
Quindi se siete appassionati di storie riguardanti i rapporti umani e la difficoltà nell’intrecciarli all’ombra di problemi ben più vasti, relazionali, ma senza una morale di fondo, questo è il film che fa per voi.
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