Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Francesco Maselli, Carlo Lizzani, Ugo Gregoretti, Nino Russo |
Attori | Amanda Sandrelli, Massimo Ranieri, Paolo Briguglia, Lucia Sardo, Gianfranco Quero . |
Uscita | venerdì 16 marzo 2012 |
Distribuzione | Eagle Pictures |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 26 marzo 2012
Quattro registi si accostano al dramma del terremoto, ognuno con il suo stile cinematografico. In Italia al Box Office Scossa ha incassato 2 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Quattro storie separate, dirette da quattro registi diversi, per raccontare uomini, eventi, momenti e sentimenti legati al terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908. Innumerevoli morti e una devastazione che è continuata per anni, vengono rievocate attraverso le storie di una mamma tra le macerie che cerca aiuto, uno uomo scambiato per sciacallo, un intellettuale in visita e un pescatore che aspetta la sua nuova dimora.
Con stili, idee, tecniche e velleità differenti Citto Maselli, Nino Russo, Ugo Gregoretti e Carlo Lizzani esaminano aspetti differenti di quell'evento. Tanto che non sarebbe possibile emettere un giudizio univoco sul film se non che risulta omogeneo solo dal punto di vista ideologico: il terremoto fu un disastro ma la reazione ad esso da parte dello stato e delle autorità fu ancora peggiore.
Carlo Lizzani è quello che sceglie il registro più appassionato e d'intrattenimento. Schiacciata dalle macerie una mamma cerca prima aiuto, poi semplicemente decide di "sistemare" i figli a distanza. Fondando tutto sull'interpretazione della sua protagonista, Lucia Sardo, Lizzani riesce a dare vita a un quadretto emotivo che ha il tallone d'Achille solo in una scenografia estremamente teatrale (che fa il paio con certe scelte di casting).
Ugo Gregoretti per il suo episodio prende spunto invece da vere cronache dell'epoca e mette in scena la parola scritta. Un reportage autentico che trova le immagini in un bianco e nero nel quale attori moderni sono sovrapposti a sfondi digitali che rappresentano la Calabria devastata. L'effetto non è certo di realismo o di perfetta fusione tra reale e digitale e non si riesce a capire mai fino in fondo quanto questo sia voluto o meno. Di sicuro si tratta dell'episodio più rigoroso.
Citto Maselli non lesina in ideologia, realizzando un cortometraggio che si distingue per passatismo. Con una prospettiva che sembra venire dagli anni '60 e che non tiene conto di come sia cambiato il pensiero moderno o il modo di vedere gli stranieri, la sua storia con Massimo Ranieri è un pamphlet che lascia alle caratteristiche melodrammatiche del protagonista la soluzione della parte emotiva.
Nino Russo infine decide di guardare quegli eventi proprio con una prospettiva moderna. Il suo pescatore in attesa di una casa interagisce con il comune di Messina e un amico avvocato a ridosso del terremoto, poi con il podestà fascista 20 anni dopo, poi con un prete 40 anni dopo e infine con un impiegato del comune ai giorni nostri. Lo spunto fantastico di un uomo ultracentenario che non vuole morire fino a che non ottiene la casa che gli era stata promessa, se non altro dona all'episodio una forza minimamente visionaria e gli consente di mettere in relazione i tempi che cambiano. Purtroppo il confronto è all'insegna del "tutto cambia perchè non cambi nulla", senza che vi sia una riflessione in merito o anche solo un'idea a supporto della tesi.